Panorama applicativo Elementi introduttivi Le fasi del rapporto archivi/web Dalla metà degli anni Novanta al 2000 – Approccio “saltuario”, poco sistematico,

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Panorama applicativo

Elementi introduttivi

Le fasi del rapporto archivi/web Dalla metà degli anni Novanta al 2000 – Approccio “saltuario”, poco sistematico, scarsa convinzione sull’utilità dello strumento web – Primi segnali. La comunità archivistica appare presto sul web. Sistema archivistico nazionale (1997); Firenze (1999) Firenze 2012Sistema archivistico nazionale Firenze Firenze – 2006 – Riflessione più approfondita sul rapporto tra descrizione archivistica e web – Elaborazione di modelli concettuali convincenti Verso il presente – Uso più capillare delle risorse web – definizione di linee guida e buone pratiche per la creazione, la gestione e la conservazione dei contenuti

1999 – 2012: cosa è cambiato negli archivi? Un’analisi superficiale delle risorse digitali disponibili ci induce a parlare di una rivoluzione Sono stati messi a punto solidi modelli di riferimento sia sul versante archivistico che su quello della organizzazione e gestione dei contenuti Sono state create molte risorse (SAN, SIUSA, SIAS, i sistemi locali, sistemi “tematici”, siti web, digitalizzazioni) La presenza degli archivi sul web è cresciuta in maniera sensibile

Una realtà soddisfacente? Tante opportunità e tanta apparente quantità rischiano però di accontentare gli archivisti e i curatori dei progetti ma di deludere l’utenza Contenuti in crescita Più dispersione che disseminazione Livello relativamente basso di interoperabilità e integrazione

Perché? Il problema del “linguaggio” L’archivistica è al di là di ogni altra definizione una disciplina finalizzata alla comunicazione Il WEB è una risorsa a sua volta finalizzata alla comunicazione che può rivelarsi eccezionalmente funzionale a sostenere gli obiettivi del lavoro archivistico La metafora della finestra: ovvero l’esigenza di restituire la strutturazione dell’informazione archivistica ad utenti non (necessariamente) “strutturati”metafora della finestra

Soddisfazione dell’utente Soddisfazione dell’utente (?) L’utente è il cardine intorno a cui da sempre ruota il lavoro archivistico, quando questo lavoro si sviluppi coerentemente alle sue premesse deontologiche. Il concetto di utente contemporaneo si è però esteso e modificato Tipologie “culturali” e fisiche di utenti Navigatori e cercatori (P. Feliciati) Navigatori e cercatori Nel complesso, almeno nel panorama italiano, (sia pure con eccezioni) attenzione insufficiente alle esigenze degli utenti reali e degli utenti web in particolare

Handbook on cultural web user interaction La definizione generica dell’istituzione Definizioni di utente Edizione italiana

La funzionalità per la ricerca come parametro Il primo parametro di filtro e valutazione è la funzionalità reale di tali risorse alle esigenze della ricerca. Cosa significa supportare la ricerca nell’interesse degli utenti? Programmazione, individuazione delle tipologie di risorse e delle relative finalità e contenuti, quantità e qualità dei contenuti delle singole risorse, interoperabilità, fruibilità, reperibilità (e reperibilità nel tempo).

Politiche e strumenti Cosa si intende pubblicare? La centralità degli inventari L’interazione tra sistemi centrali e sistemi locali La qualità degli strumenti per la costruzione delle risorse La riflessione sui modelli di accesso restituzione L’uso della digitalizzazione L’apertura ad un uso “didattico” in senso ampio

Il web e gli archivi Internet e il web rappresentano risorse altamente strategiche per conferire un più alto livello di accessibilità agli strumenti archivistici e agli archivi in senso ampio Una efficace disseminazione degli strumenti di ricerca, cioè delle “informazioni” archivistiche qualificate è il punto di partenza per ogni possibile potenziamento della mission archivistica Il web è quindi esso stesso uno strumento (anche) archivistico

Il web avvicina agli archivi Il processo di delocalizzazione digitale degli strumenti non penalizza ma anzi può incentivare la frequentazione fisica degli archivi, conferendo loro una visibilità ed una familiarità che nel contesto tradizionale non sono forse mai esistiti, malgrado i grandi sforzi di mediazione da sempre sostenuti dagli archivisti. Soprattutto in un contesto come quello italiano dove, per una serie di motivi, la disponibilità di fonti primarie on line è ancora limitata, il web non è una tecnologia che allontana gli utenti dagli archivi reali, ma anzi incoraggia a frequentarli

Un approccio equilibrato Detto questo bisogna anche sottolineare come, ovviamente, la rete, intesa come ambiente di pubblicazione e consultazione di strumenti di corredo, sia solo uno dei “luoghi” della comunicazione archivistica, per quanto si avvii ad una sempre più massiccia frequentazione. Su un altro versante, per quanto i dati che provengono dagli istituti non siano sempre confortanti, gran parte della ricerca archivistica continua a svilupparsi nelle sedi fisiche che le sono più consuete, supportata da strumenti non sempre particolarmente efficaci. Quando ci affacciamo - e con entusiasmo – alle opportunità del web non dobbiamo dimenticare questo dato quantitativo.

Il web come strumento di comunicazione archivistica Il web è assolutamente funzionale a garantire un’efficace circolazione dell’informazione archivistica codificata La rete può divenire l’habitat naturale e per certi versi ineludibile per gli strumenti di ricerca archivistici Il web come opportunità strategica per ovviare ai deficit comunicativi che in senso ampio hanno da sempre penalizzato il lavoro archivistico

I problemi di fondo Peculiarità degli oggetti della descrizione peculiarità degli strumenti di mediazione e dei modelli di rappresentazione Rispetto delle esigenze di utenti non sempre e non necessariamente consapevoli della complessità (usability test e user study dimostrano la “sofferenza” degli utenti) Effettiva fruibilità, in termini di visibilità, reperibilità e “usabilità”

Le descrizioni prima delle soluzioni A prescindere da ogni altra considerazione resta comunque il fatto che senza adeguati strumenti descrittivi gli archivi rimangono conglomerati di informazioni inanimate e di difficile utilizzazione, qualunque sia l’uso che di queste informazioni si vorrà fare. Necessità di descrivere gli archivi nella loro fisicità, indipendentemente dai mezzi impiegati. Il digitale nelle sue molteplici declinazioni è solo un veicolo più potente, non una scorciatoia.

Risorse archivistiche nel web. I contenitori e i contenuti: una prima classificazione

I contenitori: per una mappa delle risorse Meta informative (portali, siti istituzionali, ec. ecc) Informative in questa seconda categoria rientrano tutte quelle risorse in grado di fornire all’utente descrizioni più o meno analitiche dell’oggetto della ricerca

Risorse meta informative per gli archivi: i portali dei beni culturaliportali Portali “generalisti”: ognuno ha percorsi diversi e individua solo risorse “parziali” qualche esempio: – MIBAC MIBAC – OTEBAC: percorso autonomo, individua risorse parziali OTEBACrisorse parziali – Culturaitalia: percorso “autonomo”, risorse eterogenee, problemi di indicizzazione e identificazione Culturaitalia – Internet culturale: rinvia Archivi Internet culturaleArchivi – Michael: progetto orientato al digitale, peculiarità descrittive Michael

Tra il portale e il sito web: esempi di risorse meta informative istituzionali Il “portale” dell’Amministrazione archivisticaportale Il sito ICARICAR Esigenza di allineamento e corretta e costante tra le diverse risorse meta informative gestione dei contenuti per evitare di disorientare l’utente Un esempio di meta informazione disallineata: il caso di Bassano del Grappa (tra ARCHIVI e OTEBAC)ARCHIVI OTEBAC

Le risorse informative La risorsa informativa nella nostra accezione è quella che oltre ad individuare l’esistenza di un archivio, di un fondo archivistico o di un sistema di fondi archivistici entra nel merito dei suoi contenuti Non “c’è questo archivio” ma “questo archivio contiene…”

Specificità ed integrazione delle risorse informative Ogni tipologia di risorsa ha - o dovrebbe avere - propri obiettivi e proprie peculiarità, ferma restando l’esigenza di assemblare e/o integrare le risorse Depotenziare logiche di accesso strutturato e gerarchico alle informazioni a vantaggio di approcci “stellari” e interoperabili ai sistemi di riferimento nel loro complesso

I sistemi dell’Amministrazione archivistica: un possibile punto di partenza per la costruzione di una rete efficiente SAN e portali tematici Patrimonio archivistico statale – Guida Generale/Sistema Guida Generale – SIAS/ Sistemi “locali” Patrimonio archivistico non statale – SIUSA Siti web AS Siti web soggetti produttori/conservatori Sistemi informativi regionali

I portali Portale: “un sito web che costituisce un punto di partenza, una porta di ingresso, ad un gruppo consistente di risorse di Internet” (wiky) In Italia negli ultimi anni si sono moltiplicati i portali archivistici Un punto di sintesi nel portale della Direzione Generale per gli archivi e nel SANDirezione Generale per gli archivi SAN

Il portale dei portali: SAN La lunga vicenda evolutiva di SAN Risorsa per certi versi innovativa si pone come punto di sintesi rispetto alle risorse esistenti “Il Sistema Archivistico Nazionale offre un punto di accesso alle informazioni sul patrimonio archivistico italiano pubblicate in web dai diversi sistemi di descrizione archivistica che vi aderiscono” Le informazioni più rilevanti per la ricerca risiedono nei singoli sistemi

Le logiche descrittive di SAN Interoperabilità con i sistemi aderenti: “gli standard di SAN”gli standard di SAN Dai sistemi a CAT Cercare in SAN Utilizzare i risultati

Gli strumenti e le funzionalità a supporto degli utenti Strumenti per le ricerche Il mio SAN Community

I portali tematici di SAN Nuovo modello comunicativo – Archivio storico multimediale del Mediterraneo Archivio storico multimediale del Mediterraneo – Antenati. Archivi per la ricerca anagrafica Antenati. Archivi per la ricerca anagrafica – Archivi di impresa Archivi di impresa – Archivi della moda Archivi della moda – Archivi della musica Archivi della musica – Archivi per non dimenticare Archivi per non dimenticare – Catasti Catasti – Polvere di stelle Polvere di stelle

Portali tematici I diversi portali rispondono all’esigenza di valorizzare anche risorse documentarie tradizionalmente lasciate sullo sfondo Possono avere un ruolo importante nel processo di valorizzazione Rispetto ai contenuti effettivi lasciano ancora a desiderare ma rispondono in maniera interessante all’esigenza di un nuovo modello di comunicazione non tanto dei contenuti quanto dei “valori” degli archivi

Sistemi informativi archivistici (“sistemi aderenti”) Patrimonio statale – SIAS SIAS – (Guida Generale)/Sistema Guida GeneraleGuida GeneraleSistema Guida Generale – Sistemi informativi locali (a livello di singoli istituti)istituti Patrimonio vigilato – SIUSA SIUSA – Sistemi locali (di solito su scala regionale)regionale

I siti web archivistici Per un sito web la definizione di strumento di corredo archivistico è sostanzialmente impropria, almeno alla luce dei canoni secondo i quali questa espressione è stata tradizionalmente (e correttamente) recepita Il sito web archivistico è infatti un collettore di informazioni più o meno strutturate, finalizzate alla comunicazione archivistica anche di alto livello scientifico e solo in questo senso diviene uno strumento di accesso e valorizzazione, soprattutto quando i suoi contenuti siano costruiti in maniera organica a sostegno e nel rispetto delle molteplici esigenze degli utenti.

I siti archivistici Corrispondenza tra soggetto conservatore e sito Il sito come contenitore e “super strumento di corredo” Le descrizioni archivistiche al centro della progettazione e della valutazione del sito Il primo obiettivo: pubblicare strumenti di ricerca

La “lezione” di MinervaMinerva Rappresentare l’identità del SCP. Rendere trasparente l’attività del SCP Essere trasparenti sulla missione dell’AWCP Svolgere un ruolo efficace nei network di settore Presentare norme e standard di settore Diffondere contenuti culturali Sostenere il turismo culturale Offrire servizi didattici Offrire servizi per la ricerca scientifica Offrire servizi ai professionisti del settore Offrire servizi per le prenotazioni e gli acquisti Promuovere comunità telematiche di settore

La dimensione didattica e divulgativa Il sito web di un archivio può esercitare un ruolo importante nell’avvicinare l’utenza all’archivio Non necessariamente l’utente è il ricercatore Buone pratiche nella didattica: i National ArchivesNational Archives ACS, Archivio di Stato di Firenze ACSArchivio di Stato di Firenze

Verso la possibile costruzione di un sistema coerente di siti culturali istituzionali Una soluzione possibile: Dal prototipo Museo&Web a Archivio&Web Dal prototipo Museo&WebArchivio&Web

Digitalizzazione di fonti primarie La costituzione di vere e proprie digital library archivistiche rappresenta un’esigenza avvertita come prioritaria da buona parte della comunità degli utenti e a cui si dovrà tentare di dare risposta nel prossimo futuro, sia pure nella consapevolezza delle complessità che la digitalizzazione di fonti archivistiche porta con sé Un caso di studio

La qualità e la quantità degli inventari on line

Valutare l’offerta Oggetto della nostra indagine saranno tutti gli strumenti di descrizione che sia pure con modelli piuttosto diversificati, si spingono in verticale attraverso la struttura dei fondi fino ad individuare le singole unità archivistiche. La precisazione è dovuta in quanto, come vedremo, in rete ci si imbatte in una gamma piuttosto ampia di strumenti di questo genere che solo in parte corrispondono appunto al concetto che a lungo abbiamo avuto di inventario archivistico.

Quantità e qualità Il numero degli inventari in rete è in crescita costante e ammonta ormai a cifre che per quanto difficilmente quantificabili sono nell’ordine delle migliaia. Ciò che invece lascia ancora a desiderare, malgrado il problema sia stato individuato ormai da tempo e nessuno più lo ignori, è il livello di visibilità e di integrazione delle singole componenti informative in un sistema complessivo. Se guardiamo agli inventari e non ci limitiamo alle descrizioni dei livelli alti, alla gran mole di contenitori apparentemente disponibili non sembra innanzitutto corrispondere una soddisfacente ricaduta in termini applicativi, quantitativi e qualitativi sul piano dei contenuti

Visibilità e reperibilità Il principale problema al riguardo, anche dando per accettabile il dato quantitativo, è, appunto quello di garantire visibilità e reperibilità agli inventari disseminati sul web. All’interno di un modello conservativo come quello italiano, tenacemente fedele al policentrismo della conservazione, l’unica garanzia in questo senso sembra risiedere nell’efficacia dell’interazione tra le risorse locali (che potremmo definire anche analitiche) e quelle centrali (che potremmo invece definire nazionali o, se vogliamo, “sintetiche”).

Cooperazione La capacità che i diversi sistemi hanno di “vedersi” e di cooperare riveste un ruolo decisivo per rispondere in maniera efficace alle richieste degli utenti A questo riguardo occorre tornare a ribadire l’importanza dell’interazione tra sistemi centrali intesi come ambienti di raccordo, di visione di insieme, e sistemi locali, intesi invece come approfondimento “verticale” e analitico Magari cercando di evitare, nella progettazione complessiva, sovrapposizioni e fenomeni di incomunicabilità tra i diversi soggetti che operano su questi temi (regioni, soprintendenze, province, reti di comuni).

Un prezioso strumento di sintesi Per quanto concerne gli archivi di Stato e le Soprintendenze archivistiche una preziosa risorsa relativa agli strumenti di ricerca non editi è quella resa disponibile dall’ICAR nella sezione biblioteca digitale del suo sito. Pur senza indulgere a particolari raffinatezze tecnologiche i due file pdf cui si accede da queste pagine offrono una efficace sguardo di insieme sui diversi strumenti disseminati sul web con soluzioni diverse dalle rispettive istituzioniarchivi di Stato Soprintendenze archivistiche

L’architettura complessiva Stando ai dati di cui ad oggi disponiamo la situazione è ancora molto fluida. Se guardiamo al sistema dall’alto possiamo intanto prendere atto, dell’esistenza dei grandi sistemi centrali (SAN, SIAS, SIUSA, Guida) che, ognuno con le sue caratteristiche, costituiscono in qualche modo lo scheletro dell’intero edificio ed un inevitabile punto di riferimento, almeno laddove il loro popolamento e la loro utilizzazione sia quantitativamente significativa. A prescindere da ogni altra considerazione tali sistemi non possono quindi essere ignorati da chi progetta “dal basso” e ogni ipotesi di restituzione di descrizioni archivistiche deve o dovrebbe tenerne conto. I sistemi informativi centrali costituiscono il reticolato di riferimento per la costruzione di un modello di ricerca archivistica digitale ma, per loro natura, soddisfano solo parzialmente le esigenze di utenti che vogliano entrare davvero nel merito dei contenuti informativi dei singoli fondi

I sistemi Coerentemente a quanto detto fin qui il punto di partenza non può essere che l’analisi di ciò che al riguardo offrono i sistemi informativi centrali, lasciando da parte la Guida generale che non offre contenuti informativi rilevanti ai fini del nostro tipo di ricerca, se non laddove individua l’esistenza di strumenti di corredo cui però non è poi possibile accedere direttamente

SIAS In SIAS compare innanzitutto un nutrito catalogo degli strumenti di ricerca che individua e descrive, in un’ottica appunto catalografica, quelli disponibili nei diversi istituti ma risulta di un’utilità relativa quando si ragioni in termini di ricerca on – line.catalogo SIAS, come è noto, dispone poi di un modulo inventario che consente agli istituti di “trascrivere” in formato digitale i propri strumenti di ricerca. In questa forma tramite SIAS sono stati pubblicati nella sezione inventari on line “inventari” da parte di 51 istituti archivisticiinventari

“Inventari”… Le virgolette nel parlare degli strumenti di corredo pubblicati in SIAS come di inventari sono d’obbligo perché SIAS in questa sezione restituisce un vasta gamma di strumenti Questo può dipendere da molti fattori, dalla qualità degli strumenti che si è deciso di pubblicare ai modelli descrittivi, conservativi e organizzativi tipici degli specifici contesti geografici e archivistici. Molti di questi strumenti fanno riferimento a fondi o a porzioni di fondi di dimensioni relativamente contenute e in diversi casi si è privilegiato l’immissione on line di descrizioni dei fondi diplomatici.

Siti web degli istituti Restando sul terreno degli archivi di Stato bisogna poi prendere in considerazione la disponibilità di inventari sui siti web dei singoli istituti, secondo strategie di pubblicazione piuttosto diversificate e tutto sommato rarefatte Uso del web da parte degli istituti piuttosto diversificato e in qualche caso abbastanza estemporaneo, ancora segnato da ampie lacune e in qualche caso decisamente poco allineato agli standard qualitativi (e normativi) cui ormai siamo abituati in altri contesti In linea generale il web archivistico per quanto in crescita sembra, soprattutto nel caso italiano, ancora fermo a modelli per certi versi arcaici o comunque molto rigidi, caratterizzati da un basso livello di interazione tra l'ambiente telematico e gli utenti

Scelte diversificate Scelte diversificate per la restituzione. Si può dire che tutte le soluzioni possibili sono rappresentate Alcuni istituti scelgono il pdf (Catania, Milano, Treviso), Altri optano per pagine in html di diversa complessità di strutturazione e qualità di restituzione (Ancona, Prato, Firenze). In altri casi, ad esempio Siena, si adotta il modello XML/EAD. C’è poi chi propende per una massiccia digitalizzazione come Venezia. In diversi casi si assiste anche a soluzioni ibride, che combinano diversi modelli di restituzione. Non mancano neppure soluzioni che prevedono la generazione di “nuovi” strumenti di accesso piuttosto che la trasposizione di vecchi inventari. Ecco quindi che ci si imbatte in diverse banche dati di descrizioni archivistiche (Milano, Piacenza) o in sistemi informativi cui si agganciano le descrizioni delle unità (Roma, Cagliari). In qualche caso - e anche qui secondo soluzioni di volta in volta diverse - agli strumenti sono associate le riproduzioni digitali come per esempio nel caso di Firenze, di Prato (archivio Datini)

SIUSA Lasciando il mondo sostanzialmente circoscritto e più facilmente monitorabile degli archivi di Stato, occorre ora andare a verificare cosa offra in termini di strumenti di ricerca l’altro grande sistema centrale SIUSA è un altro punto di accesso sotto molti punti di vista privilegiato, che consente di allargare l’ottica al panorama molto più articolato degli archivi vigilati, uscendo dal “recinto” certo molto ampio ma più stabilmente delineato degli archivi di Stato.

SIUSA e gli inventari Come SIAS anche SIUSA dispone di un modulo catalografico che descrive gli strumenti di ricerca esistentistrumenti di ricerca La sezione inventari on line disponibile nel portale descrive gli inventari realmente disponibili sia all’interno che all’esterno del sistemainventari on line Più recentemente è stata inoltre creata una nuova componente del sistema informativo che nel momento in cui scriviamo è ancora in qualche modo “nascosta”. La si raggiunge infatti solo passando dalle schede descrittive degli inventari che vi sono pubblicati ma le caratteristiche del modulo lasciano presagire che sia destinato ad ampliamenti e sviluppi futuri La sezione Inventari on line di cui si tratta ed è raggiungibile a costituisce una componente autonoma del sistema, come si deduce anche dall’impostazione grafica rispetto a quella Inventari on line cui attualmente si accede dalla home page di SIUSA.

Possibili sviluppi Un efficace sviluppo di questa componente aggiuntiva di SIUSA potrebbe rivelarsi di decisiva importanza in vista della definizione di progetti di pubblicazione di inventari in quegli ambiti territoriali che non hanno l’opportunità di creare autonomi sistemi informativi.

I numeri di SIUSA Tornando però a ciò che è attualmente disponibile in SIUSA, il numero maggiore di inventari, per quanto percentualmente basso rispetto alla quantità di soggetti produttori e conservatori che rientrano nella sfera della vigilanza, si può recuperare passando invece dalle schede descrittive degli strumenti di corredo che come dicevamo rinviano in massima parte a risorse esterne.

Prospettive Questi numeri davvero piuttosto esigui vanno letti come provvisori e auspicabilmente in crescita e non esauriscono (né sostanzialmente possono esaurire) la realtà delle risorse disponibili per gli archivi vigilati, i cui strumenti sono presenti in misura ben più significativa anche in altri sistemi descrittivi. Il problema che si pone in prospettiva è allora sempre il solito: capire se è possibile attraverso SIUSA - o più verosimilmente attraverso il SAN - realizzare un punto di accesso e monitoraggio di tutte le risorse ovvero se ci si deve arrendere alla deregulation e sperare – dal punto di vista dell’utente – nell’efficacia dei motori di ricerca generalisti (ovvero nella capacità di rendere visibili gli strumenti ai motori di ricerca) La questione non è banale perché non sono banali i numeri e la complessità del quadro conservativo. Quello che è certo è che se esiste una ragionevole speranza di tenere sotto controllo tale complessità questa risiede nella costruzione di un sistema federato di risorse locali compatibile con SIUSA e/o con le sue evoluzioni. Lo dimostrano già, del resto, i casi di Lazio, Lombardia, Umbria ed Emilia Romagna, dove una diversificata ma sostanzialmente rigorosa e attenta programmazione locale crea condizioni assolutamente favorevoli ad un accesso più efficace agli inventari.

I vantaggi di una rete di sistemi La costruzione di sistemi locali – a ben guardare neppure troppo dispendiosa se ne valutiamo le possibili ricadute positive- è quindi la prima risposta davvero sostenibile da fornire. L’esistenza di sistemi locali dotati di opportuni comitati scientifici e redazionali garantisce infatti non solo una maggiore visibilità agli inventari ma anche un più alto e affidabile livello qualitativo dei dati, soprattutto in termini di manutenzione delle risorse. Lo dimostra quanto avviene con alcuni inventari descritti da SIUSA e pubblicati al di fuori di sistemi archivistici strutturati, spesso sui siti dei rispettivi soggetti produttori o conservatori. Indipendentemente dalla qualità e dalle scelte operate in sede di restituzione, il problema principale che si manifesta al riguardo è proprio quello del mantenimento costante dell’accessibilità della risorsa.

SIUSA e i progetti tematici: alcuni esempi Proseguendo nella valutazione dell’offerta di SIUSA bisogna poi segnalare l’apporto, stavolta non indifferente, di alcuni progetti che orbitano intorno al sistema delle soprintendenze. Il progetto “Ecclesiae Venetae” descrive fino al livello di unità 520 complessi archivistici, per un totale di oltre unità, utilizzando le risorse descrittive messe a disposizione da SIUSAEcclesiae Venetae Il progetto “Archivi di personalità. Censimento dei fondi toscani tra ‘800 e ‘900” rende invece disponibili 59 inventari, individuati in questo caso in risorse esterne pubblicate in massima parte sui siti degli archivi storici dell’Unione Europea e dell’Istituto Vieusseux.Archivi di personalità Altro progetto tematico è il “Censimento degli archivi inquisitoriali” che però si ferma, coerentemente ai suoi fini, al livello di guida. Vanno infine segnalati i “percorsi tematici” che in sostanza filtrano risorse disponibili a livello generale nel sistema sulla base appunto di istanze tematiche progettuali. A questo riguardo sono attualmente disponibili “Gli archivi dell’architettura contemporanea” da cui si può accedere a un certo numero di inventari di architetti e “Carte da legare” censimento degli archivi degli ex ospedali psichiatrici.

Una valutazione In definitiva, quindi, SIUSA ha nella sua progettazione e nei suoi recenti sviluppi buona parte dei requisiti per porsi come punto di riferimento in merito alla disseminazione di inventari archivistici sul web Resta tutto sommato piuttosto basso però il popolamento del sistema, fatte salve alcune eccellenze, e, con ogni probabilità, restano ancora da sviluppare in pieno le politiche complessive che rendano davvero centrale questo tipo di risorsa.

Fuori dai sistemi: le soprintendenze Mano a mano che ci allontana dal centro e da sistemi archivistici più facilmente monitorabili diventa d’altra parte sempre più complesso tentare di controllare la granularità e la profondità del web archivistico In questo senso si possono intanto prendere in considerazione i siti di alcune soprintendenze archivistiche. Fino a qualche tempo fa assolutamente deficitari, oggi, almeno in alcuni casi, questi siti cominciano a svolgere un ruolo importante a sostegno dell’attività degli uffici e, sia pure in misura diseguale, si avviano a diventare strumenti di riferimento non solo per quanto riguarda aspetti “gestionali” più direttamente collegati al profilo istituzionale ma anche per il supporto che offrono alla ricerca Alcune soprintendenze con soluzioni e livello di dettaglio diversi, si prendono cura di fornire accesso o quanto meno visibilità ad una parte degli inventari archivistici disponibili sul loro territorio di competenza.

Emilia Romagna Il sito della Soprintendenza Emilia Romagna si pone come strumento di mediazione e sintesi in relazione all’attività istituzionale ma con un’attenzione particolare alle esigenze della ricerca. Nella sezione Servizi e risorse è possibile consultare “Siusa Emilia Romagna” un’altra applicazione tematica, o, meglio, geografica, di SIUSA. Al momento in questa porzione di sistema informativo, oltre alle descrizioni dei livelli alti, ereditati e filtrati dal SIUSA nazionale (e relativi a 882 soggetti produttori e a 204 soggetti conservatori), è possibile anche consultare le schede descrittive di cinque inventari, peraltro pubblicati nell’ambito del progetto IBC Archivi, di cui ci occuperemo più avanti. Il dato quantitativo rispetto agli inventari ancora non è certamente significativo ma l’impostazione conferita al progetto e la collaborazione con IBC lasciano intravedere significativi margini di sviluppo.Siusa Emilia Romagna Altro progetto tematico sviluppato dalla soprintendenza emiliana utilizzando la declinazione geografica e tematica del SIUSA centrale è ArchiviaMO ArchiviaMO

Lazio Un’altra Soprintendenza piuttosto attiva su questo versante è quella del Lazio, che si muove sia in direzione di collaborazioni istituzionali, come con la Regione Lazio nel caso del progetto Rinasco, sia sviluppando una propria progettualità e dandole le relativa visibilità sul web. A questa seconda categoria appartengono ad esempio gli inventari pubblicati on line nell’ambito del progetto “Archivi privati di architettura nel Lazio”. Sempre sul sito della Soprintendenza laziale vanno poi segnalate la Guida agli archivi economici di Roma e del Lazio e la Guida all’archivio cartaceo e fotografico del CAI di Roma, cui si aggiungono infine gli elenchi degli inventari archivi privati disponibili presso la sede dell’ufficio

I progetti “locali” Esaurita sia pure in maniera piuttosto sommaria l’analisi dei principali punti di accesso messi a disposizione dall’Amministrazione archivistica, converrà passare all’esame di alcuni dei principali progetti che si sviluppano su base territoriale, di solito regionale

RINASCO RINASCO si è posto l’obiettivo di pubblicare in linea gli inventari degli archivi comunali del Lazio, resi disponibili all’interno di un portale decisamente ben realizzato e ricco di risorse che contestualizzano la restituzione dei singoli strumenti anche dal punto di vista tecnologico, supportando il tutto con adeguate funzionalità di ricerca. Rinasco consente di accedere a un numero molto considerevole di inventari dei comuni delle cinque province laziali: le assenze sembrano davvero molto contenute.

.DOC Altro progetto dedicato esclusivamente alla pubblicazione di inventari è.DOC della regione Umbria Attraverso.DOC ad oggi è possibile consultare gli inventari di oltre 200 fondi archivistici, conservati in massima parte presso gli archivi comunali ma anche in altre istituzioni culturali umbre. Il progetto umbro in termini di restituzione si presenta per certi versi meno raffinato di quello laziale ed è in parte penalizzato da funzionalità di ricerca non particolarmente efficaci e da perfomance non particolarmente brillanti nei tempi di restituzione che sembrerebbero suggerire adeguati aggiustamenti delle soluzioni tecnologiche adottate, in modo da renderle adeguate alla quantità e alla qualità dei dati. Interessante in.DOC, a conferma di quanto dicevamo nelle pagine introduttive, il processo archivistico di revisione e messa in sicurezza di un cospicuo numero di banche dati precedentemente realizzate in Sesamo

IBC Archivi Altro progetto importante, sia pure con caratteristiche abbastanza diverse dai precedenti, è IBC Archivi della Regione Emilia Romagna In questo caso ci troviamo di fronte ad un portale che rende disponibili una molteplicità di risorse e che, per quanto riguarda i modelli di descrizione archivistica, è impostato secondo logiche molto vicine a quelle di un vero e proprio sistema informativo. Per quanto ci riguarda però va segnalata la sezione “inventari on line”, dove è possibile consultare un cospicuo numero di inventari di fondi archivistici conservati presso gli archivi vigilati della regione.

Lombardia Beni Culturali Un progetto “di lungo corso” che prevede una sezione Archivi storici (erede di PLAIN). Il portale lombardo è un ambiente di più ampio respiro, costruito anche in obbedienza a logiche di integrazione delle descrizioni archivistiche nel quadro del sistema complessivo dei beni culturali regionali. Il portale è ricco di informazioni e di “suggestioni” e, per così dire, non pone al centro della sua attenzione gli inventari in senso stretto ma restituisce e rielabora sistemi di descrizioni archivistiche integrandoli in percorsi tematici e geografici. Gli orizzonti si allargano alla “metabolizzazione” delle descrizioni in un contesto decisamente più ampio di quello strettamente archivistico. In sostanza insomma questo tipo di risorsa punta molto sui contesti e sulla loro integrazione nel quadro complessivo dei beni culturali caratterizzandosi per un forte rigore “filologico”.

Trentino Nel portale Trentino cultura trova posto la sezione dedicata agli archivi, che pone in forte evidenza il tema degli strumenti di ricerca, a partire dalla disponibilità di un elenco degli inventari da cui è possibile accedere agli strumenti on line. Sono disponibili circa 270 “inventari” che tendono a identificarsi con i soggetti conservatori e/o aggregatori dei fondi al cui interno si “annidano” però descrizioni di un numero ben più cospicuo di fondi archivistici Si tratta in massima parte di archivi comunali e parrocchiali. Anche nel caso trentino sono poi disponibili riproduzioni di fondi pergamenacei piuttosto consistenti (quasi unità), come per esempio quelle che provengono dagli archivi di enti pubblici.

Toscana Altro progetto da segnalare è indubbiamente quello denominato “Recupero e diffusione degli inventari degli archivi storici comunali toscani” che fin dal nome tradisce la sua vocazione, molto vicina al fulcro del nostro interesse. Il progetto dopo aver conosciuto qualche battuta d’arresto è ripartito recentemente e propone, oltre agli inventari, molteplici chiavi di accesso all’insieme delle descrizioni archivistiche. Al momento si pubblicano 9 inventari ma, al di là dei numeri del caso toscano sembra interessante l’approccio che, pur nel rispetto del prodotto culturale originale, sfrutta la logica del sistema informativo per descrivere come entità autonome i singoli fondi archivistici Nello specifico per il momento il progetto toscano si rivela probabilmente più interessante per il modello che propone che per il dato quantitativo ancora decisamente contenuto, soprattutto pensando alla realtà toscana, tradizionalmente molto ricca di inventari di questa tipologia.

Sistemi tematici Non bisogna dimenticare che una significativa quantità di strumenti di ricerca di analiticità piuttosto differenziata è distribuita anche in sistemi informativi che potremmo definire “tematici”, per molti versi più difficili da tenere sotto controllo. A questo livello i rischi di omissione sono proporzionali all’articolazione delle risorse e alla dinamicità con cui esse evolvono.

Alcuni esempi Da questo livello in poi diventa oggettivamente molto complicato dar conto della disseminazione di risorse descrittive sul web: ci sono quelle rese disponibili da soggetti economici come la Guida agli archivi storici della Camera di commercio o i siti dedicati ad importanti archivi di impresa da istituzioni culturali come l’Istituto per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e ancora da istituzioni culturali, come l’Istituto Vieusseux o l’Accademia dei Georgofili, la Fondazione Feltrinelli

Fuori dai sistemi Resta allora da fare solo una ulteriore precisazione, sottolineando come al di là del velleitario tentativo di sistematizzazione sviluppato qui esista una notevole mole di risorse descrittive analitiche “sparse sul web”, cioè nella maggior parte dei casi rintracciabili solo nei siti dei soggetti produttori o conservatori ma non inseriti in alcuna rete strutturata In questi casi l’unica possibilità è quella di augurare buona fortuna al ricercatore che si immerge nelle acque abbastanza agitate (ma forse neppure troppo) dei motori di ricerca.

L’obiettivo dell’integrazione

Un problema in più: la sfida dell’integrazione Gli standard come strumento di integrazione Esigenza di integrare le risorse archivistiche nel quadro di più ampi e meno specifici sistemi di fonti relative ai beni culturali genericamente intesi Non mancano, soprattutto a livello internazionale, interessanti esempi applicativi su cui continuare a sviluppare la riflessione

Politiche per l’integrazione Finalizzare le politiche sottese alla pubblicazione di risorse archivistiche on line Razionalizzare la gestione di contenitori e contenuti e rendere possibile la reperibilità e l’integrazione delle risorse archivistiche nel più ampio quadro dei sistemi integrati per i beni culturali

È ormai indubitato che le carte per essere meglio intese vanno lette là dove furono scritte. La carta che illustra un monumento è resa più intelligibile dal monumento medesimo; i fatti narrati dove accaddero si fanno come visibili

Bisogno di integrazione BAM Da PLAIN a Lombardia Beni Culturali: integrazione come progetto di comunicazione culturaleLombardia Beni Culturali