Il Flauto Magico. La nostra compagnia ha deciso di mettere in scena “Il Flauto Magico” di Mozart un grande capolavoro che racchiude in sé tutti i generi.

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Transcript della presentazione:

Il Flauto Magico

La nostra compagnia ha deciso di mettere in scena “Il Flauto Magico” di Mozart un grande capolavoro che racchiude in sé tutti i generi del ‘700, dalla musica popolare tedesca a quella liturgica di Bach, dall’opera buffa italiana a quella comica francese, ed io sono veramente fiera di essere stata scelta per interpretare la Regina della Notte.

“È un personaggio carico di magnetismo che mi permetterà di mostrare a tutti le mie grandi doti vocali, ma anche quelle interpretative essendo quasi un dramma teatrale più vicino ad uno spettacolo di intrattenimento che ad una vera opera! Te invece ho saputo che farai Sarastro? Saremo nemici!”

Beh, in effetti è vero…siamo l’uno l’antagonista dell’altro…tu rappresenti le tenebre, le forze oscure, mentre io sono la luce, simbolo della ragione nell’ottica illuministica! Quindi è compito mio salvare questo mondo d’ombra!

“Inoltre ho saputo che il mio personaggio potrebbe essere nient’altro che immagine di un vecchio capo- massone, conoscitore di Mozart: Von Born. Infatti si era anche supposto che egli fosse tra i librettisti dell’opera, anche se morì un mese e mezzo prima della presentazione del Flauto Magico a Vienna. Il principale comunque si sa che è Shikenaeder con il quale però collaborò anche Giesecke, e ciò si nota per l’influsso romantico che ritroviamo nel personaggio di Pamina.”

“Da quanto mi risulta, il barone Von Born ha scritto anche un’opera influente nel Flauto Magico: “I Misteri dell’Egitto”. Comunque, sicuramente, non è l’unica composizione che ha contribuito alla stesura dell’opera, ad esempio, per quanto ne so, sono stati fondanti riguardo il carattere esoterico egiziano tipico della massoneria, il “Sethos” dell’abate Therasson. Oppure, a sfondo prettamente “egizio”, “L’Osiride” e il “Thamos, re d’Egitto” ai quali inoltre ha partecipato alla stesura di parti corali ed intermezzi sinfonici lo stesso Mozart. Questi non è l’unico ad essere stato influenzato da fonti esterne, infatti pure Giesecke, che tu prima hai nominato, aveva contribuito al libretto dell’ “Oberon Koenig der elfen”, sicuramente influente dal punto di vista preromantico come hai detto prima. “

“Tornando comunque al mio personaggio, è un punto cardine per lo svolgersi della vicenda! Infatti in lui si racchiude tutto il pensiero massonico, dal quale deriva proprio il tema: un “cursus vitae” che vediamo compiere dai personaggi principali quali Tamino, che si trova disperso lontano dalla patria, il passato, alla quale non farà più ritorno, e Pamina che sarà guidata da Tamino stesso e non da Sarastro. Infatti questo viaggio alla ricerca della verità, questo percorso iniziatico per il raggiungimento della saggezza e della felicità, ha bisogno di una guida e quella dovrei essere proprio io! Anche se ammetto che i modi con cui ho voluto far prevalere il mio pensiero, spesso non sono stati consoni alla situazione”

“In effetti il tuo personaggio è un intransigente ed intollerante, ma tutto questo lo fa sempre a scopo di raggiungere la virtù e bisogna ricordare a proposito che il contesto storico dell’autore, presentava in Francia lo svolgersi della Rivoluzione Francese che giustificava con tutti i mezzi il raggiungimento dei suoi principi. Questo agire però, porta inizialmente lo spettatore a vedere non nel tuo personaggio, ma bensì nel mio, un’iniziale guida!

Infatti è la Regina della Notte la prima tra noi due ad entrare in scena e a prendere le difese del principe Tamino disperso. Posso sembrare una madre disperata, che vuole a tutti i costi riottenere sua figlia, mentre invece sono solo interessata al predominio sulla tua comunità, non badando alle sorti di nessuno. Sicuramente un personaggio negativo che, oltre ad essere immagine dell’irrazionalità, è anche allegoria, assieme a tutti i suoi seguaci, dei freni oscurantistici del tempo, che potevano essere regimi dispotici, come quello di Leopoldo secondo, oppure la Chiesa.“

“A quell’epoca la Chiesa infatti non era affatto vista di buon occhio dato lo sviluppo del pensiero illuminista. Era addirittura in corso un dibattito teologico che aveva portato alla formazione di pensieri opposti, quali il materialismo del barone di Holbac e il deismo di Voltaire. Le zone di lingua tedesca comunque anche in questo periodo rimangono legate alla fede cristiana, in maniera maggiore rispetto al resto d’Europa, anche se comunque presentano una forte esigenza di reinterpretare su criteri più razionali le sacre scritture”

“Questo aspetto di “tolleranza” è riscontrabile anche nella presenza all’interno dell’opera della figura dei tre fanciulli angeli. Questi infatti sarebbero gli "spiriti guida" di Tamino che conducono sino ai tre templi della Natura,della Ragione e della Saggezza - dei quali però sarà aperto solo quello della Ragione, perché fondamentale per poter comprendere ciò che è contenuto negli altri due templi. Queste tre figure angeliche svolgono, dunque, un ruolo positivo nell'opera, e l'immagine è rafforzata dal fatto che agiscono all'interno di quello che si potrebbe definire lo "schieramento" di Sarastro.”

“Ah, di questo schieramento infatti ho letto nel libro di Von Born "Misteri d'Egitto", che prima hai nominato. Lì viene presentata la cosmologia esoterica di derivazione alessandrina nella quale si parla di un influsso sulla vita dell'uomo da parte del Sole e della Luna che, alla fine, noi interpretiamo nell'opera e vede anche l'universo composto da quattro elementi principali che invece nel flauto magico sono i personaggi a noi legati. Ad esempio oltre ai tre angioletti dalla mia parte vi è sin dall'inizio Tamino, allegoria del fuoco che può essere interpretato come fuoco della passione o della saggezza in sè in quanto lui è l'unico tra le figure secondarie a raggiungerla. Non come Papageno che invece, timoroso sin dall'inizio ed interessato soltanto alla ricerca di una Papagena", non riesce a superare le prove a cui lo sottopone Sarastro ed è, sempre tornando alla cosmologia ermetica, rappresentazione dell'aria che riporta anche al suo lavoro di uccellatore”.

“Pensandoci bene, non ti sembra che tutti i personaggi siano contrapposti tra loro? Ad esempio i tre angioletti sono in netto contrasto con le tre dame guerriere e Tamino è legato dal sentimento d'Amore a Pamina, che all'inizio si trova sotto la mia potestà. Lei è simbolo dell'acqua e infatti, come un fiume che scorre, passa dalla parte della Luce, infrangendo quindi l'equilibrio tra le due parti e causando dunque la nostra distruzione. Infine ti ricordo di Monostatos, lo schiavo moro che apparentemente lavora al servizio del tuo personaggio, ma che in realtà possiede un animo subdolo, anzi, è proprio lui simbolo della Chiesa negativa di cui abbiamo parlato prima e forse in particolare del potere gesuita. Questi dunque rappresenta l’ultimo elemento, cioè la terra elemento rappresentativo di tutta la materia da ripudiare e superare.”

“Inoltre l’oggetto che racchiude questi quattro elementi, è proprio il Flauto Magico! Il dono della Regina della Notte a Tamino che dà il titolo all’opera. Infatti la sua storia vuole che sia stato costruito in una notte di pioggia e fulmini, che riconducono agli elementi dell’acqua e del fuoco, con il legno di una quercia, un albero imponente che affonda le sue radici in profondità nel terreno, la terra, e infine, per essere suonato il flauto ha bisogno di aria.“

“Proprio per questo il Flauto è rappresentazione della perfezione, della completezza e vorrei sottolineare che non è mai usato per scopi bellici, ma la sua funzione è quella di estrarre la negatività dagli uomini e quindi di facilitare il percorso iniziatico di Tamino verso la verità. Il principe, chiamato così non tanto per le sue possibili origini, ma per la sua nobiltà d’animo, è quindi predisposto a raggiungere la luce ed è opposto da questo punto di vista al suo compagno di viaggio Papageno.”

“Sì è vero, infatti Papageno non è nobile, ma un uomo semplice, un uomo allo stato in natura, estremamente buono, al punto di essere ingenuo, e non ancora corrotto dalla società, concezione che probabilmente Mozart ha ripreso dal contemporaneo Rousseau. Addirittura si pensa che i due siano entrambi espressione della duplice personalità del compositore dell’opera. Come a Tamino è stato donato il Flauto, a Papageno è stato donato il carillon sempre come strumento di difesa, ma con poteri indubbiamente minori a quelli del Flauto.”

“Il carattere di questo personaggio che, come hai ben specificato, è molto sensibile, è in sintonia con Pamina, un personaggio del tutto originale che risente soprattutto della corrente preromantica che, soprattutto nelle aree di influenza tedesca, comincia a svilupparsi proprio in questo periodo. Infatti il suo primo duetto riguardante il tema amoroso, non lo fa insieme al suo amato, ma bensì insieme a Papageno perché in grado di capirla in quanto uomo semplice. Diversamente da Tamino lei non compie il cursus vitae in quanto scelta per una particolare nobiltà d’animo, ma perché spinta dall’amore. Non si innamora come lui alla visione di una sua immagine, ma ama l’idea d’amore ancora prima dell’uomo!”

Lei e Tamino sono comunque la coppia perfetta, dimostrazione di quanto anche Mozart credesse che una mente umana non riscaldata dal fuoco dell’amore, fosse inutile a sé stessa. Loro in quanto coppia prediletta per il raggiungimento della verità assoluta e della luce, sono però in dovere verso l’altra coppia, Papageno e Papagena, come il mio personaggio, lo è stato nei loro confronti in precedenza.

“Il raggiungere la luce per la coppia Tamino-Pamina non è stato comunque facile, ad esempio la prima prova a cui i due innamorati vengono sottoposti per poter infine accedere ad una conoscenza superiore, mette in crisi l’animo della ragazza. È infatti la prova del silenzio, superata da Tamino costretto a non rivolgerle la parola, portandola così a dubitare dei sentimenti del ragazzo ed a desiderare persino la morte, alla quale sarebbe giunta sicuramente, se non fermata in tempo dalle tre figure angeliche.”

“Già, così abbiamo potuto avere il lieto fine in questa stupenda fiaba, ora dobbiamo solo mettere in atto tutto quello che abbiamo appreso e che ci siamo scambiati. Al lavoro quindi! Un capolavoro ci sta aspettando!!”