Derivati e Regolamentazione: Analisi Macroeconomica Donato Masciandaro Audizione Commissione Finanze Camera dei Deputati 15 aprile 2015.

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Derivati e Regolamentazione: Analisi Macroeconomica Donato Masciandaro Audizione Commissione Finanze Camera dei Deputati 15 aprile 2015

Derivati e Regolamentazione  A) Diagnosi  B) Terapia  C) Il caso italiano  Strumenti: prospettiva macroeconomica, con analisi costi benefici:  i) economica (AE)  ii) politica (AP) 2

A) Il Derivato: rilevanza macroeconomica  Derivato = Contratto finanziario attraverso cui almeno parte si impegna ad un pagamento, correlato ad almeno un evento (andamento di un prezzo o indice)  Strumento per la copertura o per la assunzione di un rischio  Caratteristiche: valore nozionale (valore del bene a cui fa riferimento la variazione del prezzo), valore intrinseco (fair value) (prezzo dello strumento)  Perché è rilevante? 3

A) Il Derivato: rilevanza macroeconomica  Rilevanza macroeconomica: il mercato dei derivati può creare un rischio sistemico, i.e. è «tossico»?  Nota: data l’efficienza di un mercato, la tossicità è un effetto collaterale, più o meno rilevante 4

I Derivati: i dati mondiali  Difficoltà = due tipi di mercato:  Mercati regolamentati : gestione «centralizzata», derivati standardizzati = derivati registrati  Mercati non regolamentati: gestione «bilaterale», derivati non standardizzati (OTC)  FMI: 2009: stima mercati regolamentati= 45%  Quindi: stime, non dati  Fonte: Banca Regolamenti Internazionali … 5

I derivati: fino alla Crisi 6

Flussi internazionali di capitale: Effetto Crisi? Si 7

8 Derivati: Effetto Crisi? No, anche se

Derivati/PIL: effetto Crisi? No, anche se 9

10 Derivati: Effetto Crisi? No. Anche se

Derivati/PIL: effetto Crisi? No, anche se 11

Derivati e rischio sistemico  Quando un mercato può diventare «tossico»? Tre indicatori, interconnessi:  Dimensione  Complessità  Interconnessione  Effetto: opacità = tossicità  Inoltre … 12

Derivati e industria finanziaria  Un mercato opaco aumenta la sua rischiosità se inserito in una industria finanziaria opaca  L’industria finanziaria ante Grande Crisi:  Data a) deregolamentazione finanziaria (+ tecnologia – regole)  b) politica monetaria espansiva  Ha assunto le seguenti caratteristiche … 13

Industria finanziaria: Dimensione 14

Industria finanziaria: Complessità 15

Industria finanziaria: Interconnessione 16 Fonte: Billio et al., WP Ca’ Foscari, 2012

Industria finanziaria: Interconnessione 17 Fonte: Billio et al., WP Ca’ Foscari, 2012

Mercato opaco: rischio default aziendale  Derivati e default aziendali:  Enron (2001)  Parmalat (2003)  Lehman Brothers (2008)  AIG (2008) (contratti derivati=2 trilioni dollari) 18

Mercato opaco in industria opaca: rischio default sistemico 19 MUTUI ALTO RISCHIO US MERCATI FINANZIARI MONDIALI MERCATI DERIVATI

B) Come ridurre l’opacità di un mercato?  Tre mosse:  Aumentare la trasparenza  Ridurre la complessità  Ridurre le interconnessioni  Avvertenza: l’efficacia dipenderà dal grado di opacità dell’intera industria finanziaria 20

La riforma dei mercati dei derivati: i principi internazionali  G20 (2009, Pittsburg):  1) Aumento delle informazioni (repertori)  2) Aumento della centralizzazione (stanze di compensazione)  3) Definizione di coefficienti di capitale  4) Definizione dei margini di deposito  5) Definizione di infrastrutture di mercato 21

La riforma dei mercati dei derivati: l’applicazione nazionale  Monitoraggio: FSB  Ultimo Rapporto: Novembre 2014  Situazione nei 19 membri del FSB  In termini di:  A) Legislazione adottata  B) Regolamentazione attuativa  Un sguardo di insieme … 22

La riforma dei mercati dei derivati: l’applicazione nazionale 23

La riforma dei mercati dei derivati: l’applicazione nazionale  Tasso di successo:  A) Legislazione adottata: 54% (2013: 50%) (2012:32%)  B) Regolamentazione attuativa: 26% (2013: 12%) (2012: 14%)  di cui: US = 0; EU =40%  Sovrastima del tasso di successo: la valutazione è positiva se una legislazione/regolamentazione è stata adottata/attuata almeno per alcuni classi di prodotti (Vedi Esempio oltre)  Tasso di uniformità: non disponibile, verosimilmente molto basso 24

La riforma dei mercati dei derivati: l’applicazione nazionale su 1): I repertori 25

Tossicità dei mercati derivati oggi  Dunque:  L’opacità (tossicità) si è ridotta, ma permane alta  Perché? Gli incentivi politici a ridurre l’opacità sono bassi 26

C) Il caso italiano  Italia e derivati:  Paese «periferico»: volumi e caratteristiche (vedi oltre)  Domanda: Esiste un rischio sistemico?  i) Derivati e imprese  ii) Derivati e banche  iii) Derivati e PA 27

i) Derivati e imprese  Propensione all’uso derivati: imprese users  A) analisi comparata (Bartram, 2009): (imprese quotate «alta trasparenza», 47 Paesi, 2000)  Italia: 93 censite (43% totale quotate), users = 61.3% (US:2076, 65.1%; UK:860,64.4%;G:345, 47.1%;F:159,66.6%;S:29, 62.1%)  Italia: peso sul totale = 1.3%  Italia: derivati cambi: 38.7%; derivati tassi di interesse 33.3%, derivati prezzi merci

Derivati e imprese  B) caso italiano (Graziano, Banca d’Italia, 2012) (dati bancari: obbligo dal 2005)  Imprese (Non financial users) 2011 = ; valore nozionale= bilioni; valore intrinseco (fair value) = 6.3 bilioni  Numero imprese italiane (2011 ISTAT): milioni  Quote: Derivati tassi di interesse 90%,Derivati cambi: 9%;, altri derivati 1%  Strumento: contratti swap (pagamento correlato a due prezzi) = 90% 29

Derivati e imprese Evoluzione : Volumi 30

31 Derivati e imprese Evoluzione : Volumi pro capite

32 Derivati e imprese Evoluzione : Geografia

33 Derivati e imprese Evoluzione : Assetto Proprietario

34  Imprese pubbliche:  Variazione valore derivati:  Tutte le imprese: + 73%  Imprese pubbliche: +1297%  Perché? Ipotesi: Imprese pubbliche = AE+AP Derivati e imprese Evoluzione : Le imprese pubbliche

35 Derivati e imprese Evoluzione : Fisionomia

36  Derivati ed indebitamento bancario totale: 4.4% (finanziamento totale), 6.6% (finanziamento a scadenza)  Per importo di finanziamento: Derivati e imprese Evoluzione : Fisionomia

Derivati e imprese Evoluzione  Dunque:  Rischio settoriale trascurabile  Possibile anomalia: imprese pubbliche

ii) Derivati e banche  Derivati e Banche (Banca d’Italia)  Derivati delle banche con altri users, financial e non financial (imprese)  Valori nozionali  Valori intrinseci netti (valore assoluto) 38

Derivati e banche Evoluzione : volumi 39

40 Derivati e banche Evoluzione : volumi

Derivati e banche Evoluzione : Italia e mondo 41

Derivati e banche: la copertura  Derivati e capitale di rischio (Banca d’Italia, RSF, 2014)  Giugno 2014: requisito di capitale = 994 milioni di euro, riconducibile ai primi 3 gruppi bancari = 0.92 totale dei requisiti di capitale  Quindi:  Rischio settoriale trascurabile 42

iii) Derivati e PA iii) Derivati e PA  Derivati e Amministrazioni Pubbliche (Banca d’Italia, Eurostat): dati ed effetto normativa ( )  Analisi comparata  Valori nozionali  Valori intrinseci (valore assoluto)  Rischio sistemico  Rischio redistribuzione 43

Derivati e PA Evoluzione : Italia e UE 44

45 Derivati e PA Evoluzione : volumi

46 Derivati e PA Evoluzione : volumi

Derivati e PA  Quindi:  PA e derivati:  1) alta propensione utilizzo, in calo (effetto normativa)  2) rischio sistemico trascurabile  Ma … 47

Derivati e PA  Rischio distributivo: scelta con effetti collettivi, indesiderati e/o occulti  Infatti:  1) L’assunzione di rischio può gravare sui contribuenti  2) PA = AE+AP = Rischio miopia = rischio incompetenza + rischio distorsioni politiche (elettorali e/o ideologiche) 48

Il caso italiano: derivati e Stato  Proposta: Accentuare e rafforzare l’evoluzione normativa:  La gestione dei derivati: competenze e responsabilizzazione = specializzazione + centralizzazione  Quindi: la gestione dei derivati come parte della gestione del debito pubblico  Ma … 49

Il caso italiano: derivati e gestione del debito  Oggi: Dipartimento del Ministero dell’Economia  Soggetto dipendente dall’Esecutivo  Proposta: Unità per la Gestione del Debito Pubblico, indipendente dall’esecutivo, accountable al legislativo  Modello: UIF – Banca d’Italia  Perché? 50

Il caso italiano: derivati e gestione del debito  La gestione del debito come strumento di politica economica  Quando uno strumento di politica economica deve essere delegato ?  Al crescere della sua natura tecnica  Al decrescere dei suoi effetti distributivi  Nel caso del debito pubblico: delega al organo tecnico indipendente, con accountability politica 51

Dati 2011Valore nozionale (bilioni) Valore Intrinseco (bilioni) (valore assoluto) Imprese Imprese pubbliche (anno2010) Banche (netto) (media lordo) Pubblica Amministrazione Il caso italiano: uno sguardo d’insieme

Conclusioni  Mercato Derivati: rischio tossicità  Mercato Mondiale Derivati = bassa regolamentazione, rischio tossicità ridotto, ma ancora alto  Mercato Italiano Derivati = mercato periferico, rischio tossicità non rilevante, ma rischio distributivo = necessità riforma istituzionale 53