Un «Altro Welfare» Riflessioni e prospettive delle politiche di welfare www.aiccon.it.

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Un «Altro Welfare» Riflessioni e prospettive delle politiche di welfare

PRESENTAZIONE 1.Le Ipotesi di partenza: la prospettiva dell’Economia Civile – cambiamenti strutturali ed evoluzione del modello di welfare 2.I risultati emersi dalla ricerca 3.Le indicazioni per nuove politiche sociali

Necessità del superamento del modello dicotomico Stato-mercato: la prospettiva dell’Economia Civile La ricerca si inserisce nella prospettiva dell’economia civile dove la società civile gioca un ruolo in economia rilevante, specifico e non sostituibile. Questa ipotesi ha portato a selezionare per l’indagine (55 progetti) soggetti dell’economia sociale impegnati in maniera significativa e non residuale.

1. Ipotesi assunta e conseguenze nel processo della ricerca Assumere questa ipotesi ri-definisce il «senso» di alcune parole producendo un allargamento della sfera dei soggetti orientati alla produzione di utilità sociale: Es. Beni pubblici e Utilità sociale: la cui produzione non è prerogativa solo del pubblico ma anche dei soggetti dell’ Economia Sociale Es. Politiche pubbliche: come iniziative realizzate in «sinergia» con i soggetti dell’Economia Sociale. Pertanto i risultati della ricerca, non si sono dimostrati «solo» un elenco di buone pratiche (replicabilità – disseminazione) ma evidenze concrete di innovazione sociale, che possono dimostrarsi utili ad «ispirare» la riflessione su nuove politiche sociali.

Economia Sociale : Ris. n Parlamento Europeo approvato il 19 febbraio 2009 L’Economia Sociale in Europa rappresenta 10% delle imprese Europee (circa 2 milioni Imprese) e 6% dell’occupazione (più stabile della media europea); la popolazione attiva interessata dall’I.S. è 4,1% in Belgio- 7,5% in Finlandia -3,1% in Francia – 3,3% in Italia e 5,7% nel Regno Unito.(CIRIEC) La posizione del Parlamento Europeo rompe con una lunga tradizione di pensiero che ha alimentato una dicotomia fra sfera sociale ed economica assegnando alla prima dei compiti in chiave puramente distributivo-compensatrice. «…ossia si riconosce il ruolo del «fare impresa» anche se si perseguono fini di utilità sociale e si è mossi da motivazioni di tipo pro-sociale (imprenditore non solo quello che massimizza la propria utilità attraverso il profitto … ma anche attraverso la creazione di valore sociale).» 1.Europa marzo 2010 Crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l'innovazione, l'istruzione e la società digitale), crescita sostenibile (rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo delle risorse e rilanciando contemporaneamente la nostra competitività) e crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l'acquisizione di competenze e la lotta alla povertà). 2. Single Market Act (adottato dalla Comm. Europea il 13 aprile 2011)

Prospettiva europea dell’Impresa Sociale Proposte di Policy che riconoscono il ruolo e Il valore peculiare dell’Impresa Sociale e tendono a interpretarla in modo nuovo: non marginale (al centro del problema); non solo complementare, ma sostitutiva a imprese tradizionali e Pubblica Amministrazione. Proposte: - Big Society (UK) - Social Innovation (UE) maggio 2010 “Empowering people, driving the change: social innovation in the European Union” http//Socialinnovationeurope.eu -Social Business Initiative (UE) 25 ottobre 2011

1. Scenario Italiano, cambiamenti strutturali : forte riduzione della Spesa per Politiche Sociali

Cambiamenti strutturali: curva demografica L’Italia è stato il primo tra i Paesi in cui il numero di persone con + di 65 anni ha superato il numero di bambini di 0-14 anni. Tra il 1996 e il 2009 l’indice è passato con un formidabile incremento da un valore di 115 persone di 65 e più anni ogni 100 bambini di 0-14 anni a un valore di 143, drammaticamente superiore a quello medio europeo che, per quanto in crescita, risulta pari a 108. A livello regionale delle 20 regioni italiane solo la Campania (92) può vantare un valore dell’indice di vecchiaia inferiore al 100, mentre le situazioni in cui si toccano le punte estreme del disequilibrio generazionale emergono in Liguria (238), Friuli Venezia Giulia (188), Toscana (188), Umbria (183), Piemonte (180) Emilia Romagna (176)

Conseguenze di questi cambiamenti strutturali: evoluzione dei modelli di welfare L’impatto di questi cambiamenti strutturali ha generato un forte «stress» sul modello di welfare italiano evidenziando una frattura o addirittura due distinti livelli di prestazioni: Primo Livello: erogazione di beni essenziali (universalistici) di welfare (su cui individuare LEA) a carico dell’Ente Pubblico. Secondo Livello: beni/servizi che lo Stato non riesce ad erogare e/o finanziare se non residualmente in cui la presenza di soggetti privati (profit e/o non profit), oggi già significativa, tenderà ad aumentare.

Prospettiva disegnata da V. Pestoff (Svezia): Pluralismo societario, soggetti non profit compongono e integrano l’offerta di servizi «pubblici» Privatizzazione estrema, la sfera del for profit andrà a erodere/sostituire significativamente il ruolo dello Stato relegando il non profit ad un ruolo residuale (volontariato o mera esternalizzazione) La ricerca si colloca all’interno del modello di «democrazia economica» Trasformazione dei modelli di Welfare

( Sanità privata, assistenza ) La spesa sanitaria nazionale privata delle famiglie è passata da 26 miliardi e 248 milioni di euro del 2007 a 29 miliardi e 564 milioni di euro nel 2010, e a circa 30 miliardi di euro nel 2011 con una incidenza sul PIL del 2,2%.

Processo: un percorso «a ritroso».

(I)Prima indicazione: politiche come azione combinata pubblico - privato sociale I casi, selezionati sulla base della capacità di produrre valore aggiunto e innovazione sociale hanno evidenziato, l’emersione di «politiche pubbliche» come azione combinata fra pubblico e privato sociale, capaci di generare una «produzione – riproduzione» di beni pubblici attraverso la sinergia tra istituzioni e organizzazione della società civile. generalizzando è possibile infatti « rappresentare le politiche pubbliche come il risultato della combinazione (a pesatura variabile) degli apporti di soggetti pubblici e del privato sociale nell’erogazione di servizi di interesse generale, in cui la partecipazione congiunta di tali soggetti rappresenta un presupposto qualitativo imprescindibile e non surrogabile»

(I) Un modello interpretativo Il ruolo dell’amministrazione pubblica appare decisivo nella realizzazione di servizi di pubblica utilità affinché : 1.l’innovazione si produca (ingrediente non derogabile) 2.l’innovazione passi da una dimensione locale ad una dimensione più ampia

(II) Seconda Indicazione: Innovazione sociale “una soluzione innovativa ad un problema sociale, più efficace, efficiente, sostenibile e giusta di quelle esistenti, che produce valore per la società nel suo complesso piuttosto che per i singoli individui” Stanford University

“..il ruolo delle organizzazioni dell’economia sociale appare non fungibile da altri soggetti, in quanto tali organizzazioni appaiono in grado di fornire un valore aggiunto peculiare…… ” Nella ricerca abbiamo aggiunto anche Il Valore Ambientale Capacità di valorizzare il cap. ambientale Capacità di conservare il cap. ambientale

(III) Terza indicazione. Gli strumenti per le nuove politiche: i meccanismi generativi La capacità di individuare elementi ed iniziative appropriate congiuntamente ad una approccio che coinvolga i soggetti della società civile come risorsa, divengono aspetti strategici per l’ innovazione delle politiche. L’approfondimento dei meccanismi generativi, si colloca in questa prospettiva: La ricerca evidenzia come nella nostra Regione non si tratta di aggiungere relazioni a quelle esistenti ma di mutare e far maturare la loro natura, passando da una visione dell’Economia Sociale «addittiva» ad una funzione di tipo «emergentista» ossia capace di porre in discussione le relazioni pre-esistenti.

Conclusioni: il Valore aggiunto dell’Economia Sociale Coinvolgimento dei Soggetti dell’economia sociale è strategico in quanto produce benefici su un triplice fronte: 1. Rafforza e qualifica l’offerta attraverso un pluralismo delle forme d’impresa capaci di erogare servizi di pubblica utilità (democrazia economica). 2.Svolge un’azione di aggregazione della domanda (composta da bisogni sempre più frammentati e diversificati) indispensabile per organizzare risposte efficaci e sostenibili. 3.Contribuisce ad aumentare le condizioni di equità garantendo un più ampio e miglior accesso a servizi alla persona.

Conclusioni: le indicazioni della ricerca 1 Not only financial resources La costruzione di sistemi di «Governance aperti» favorisce una migliore allocazione delle risorse economiche e permettere di valorizzare un pluralità di altre risorse della comunità come il volontariato, imprenditorialità sociale e risorse in-kind (tangibili e intangibili). 2 Community Focus Il presupposto per la promozione di iniziative e politiche efficaci per l’innovazione sociale, è un investimento su persone e beni comuni di una comunità. 3 Government Involvement Il coinvolgimento delle Istituzioni Pubbliche è decisivo per non rendere localizzato e residuale l’intervento e per aumentarne l’impatto sociale.

Grazie !