Il sacro Om OM è la parola più sacra per gli indù ed è il seme di tutti i mantra. Il 3 è la trinità degli dei della creazione, conservazione e distruzione,

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Transcript della presentazione:

Il sacro Om OM è la parola più sacra per gli indù ed è il seme di tutti i mantra. Il 3 è la trinità degli dei della creazione, conservazione e distruzione, mentre l’O è il silenzio del contatto con Dio.

L’Induismo comincia a diffondersi a partire dal 2500 a.C. con i primi abitanti dell’India: la civiltà della valle dell’Indo dal 2500 a.C. al 1500 a.C., la cultura dravidica che permane tra i Tamil nell’India meridionale e la religione degli invasori Arii dell’India nord-occidentale dal 1500 a.C. in poi. Storicamente l’Induismo viene suddiviso in fasi successive: pre-vedica, vedica, upanishadica, medievale e moderna. Dipinto del Tempio di Jagannatha ad Orissa dedicato a Krishna.

Anticamente la religione era sottoposta ai brahmini, in una società divisa in quattro livelli: al vertice c’erano i brahmini seguiti dai kshatriya (guerrieri), vaishya (mercanti e agricoltori) e shudra (lavoratori manuali e servitori). Su questa base si è sviluppato il più elaborato sistema delle caste (jati), ancora predominante nonostante i tentativi del governo indiano di migliorare la situazione della classe più bassa.

Shiva è la terza divinità della triade indiana, o trimurti. Egli è il tutto e perciò appare in forme diverse ed è Colui che crea, che distrugge e preserva. Shiva rappresenta l’energia maschile circondata dallo yoni, la fonte femminile della vita. Il culto di Shiva Lo shivaismo è uno dei più popolari culti indù ed abbraccia molte teologie e pratiche. L’obiettivo degli shivaiti è liberare la loro anima dalla schiavitù e raggiungere lo shivata (la natura di Shiva).

Vishnu non aveva una posizione di preminenza nei Veda, ma divenne una delle divinità principali e membro della trinità indiana. Egli preserva l’universo e viene venerato nelle sue dieci manifestazioni e reincarnazioni. I dieci avatara di Vishnu Nove dei dieci avatara di Vishnu sono già scesi sulla terra in momenti difficili della sua storia e l’hanno salvata dal male. Krishna, che appare al centro, è uno dei più importanti.

Brahma è uno degli aspetti di Dio, nonché la prima persona della trimurti, dove è conosciuto come il Creatore. Brahma è il primo essere a venire creato all’inizio di ogni ciclo cosmico ed è la prima manifestazione del Brahman, rappresentanza dell’aspetto di immutabilità, di infinito, di imminenza e di realtà trascendente. Brahma Tradizionalmente rappresentato con quattro teste, quattro facce, quattro braccia e quattro gambe, dove ogni testa è intenta a recitare uno dei quattro Veda.

La Dea Madre è raffigurata o come consorte delle principali divinità maschili o in forma generica che comprende migliaia di dee locali. Esse possono essere benevole e feconde o potenti e distruttive. Molte hanno un’origine tribale e a volte vogliono essere placate con offerte sacrificali di sangue. Il culto della dea come shakti è particolarmente importante nei testi antichi conosciuti collettivamente come Tantra. Kali Tantrica Kali è la forma terrificante della Dea Madre. Ella distrugge il male, e nello stesso tempo si deve a lei la creazione della vita.

I quattro Veda, la più antica letteratura sanscrita conosciuta, sono inni sacrificali compilati sulla base di una tradizione orale anteriore scritti tra il 1200 a.C. e il 900 a.C. I Brahmana, collegati ai Veda, sono istruzioni rituali. Dal 700 al 300 a.C. una riflessione religiosa diede origine a opere religiose come gli Aranyaka, le Upanishad, i Purana e diversi culti devozionali. Infine c’è il Ramayana, grande poema epico scritto tra il 200 a.C. e il 200 d.C.

Il culto indù o puja comprende immagini (murti), preghiere (mantra) e diagrammi dell’universo (yantra). L’icona può essere venerata sia nelle case che nel tempio. La maggior parte delle persone prestano un culto individuale e non in una funzione comunitaria. Il culto comprende anche prasad, cioè l’offerta di doni, il cui scopo ultimo è l’offerta del proprio io per diventare una cosa sola con la divinità. Centrale in questo culto è il darshan. Santuario familiare Quasi tutti gli indù praticano il culto a casa più spesso che in un tempio e, perciò, la maggioranza delle case indù ha un santuario familiare che è il centro della casa che può essere un’intera stanza con altare, dipinti e statue o anche un semplice tulsi, o pianta di basilico, associata a Vushnu.

La gente va in pellegrinaggio da una parte all’altra dell’India per vedere e farsi vedere dalla divinità, poiché si pensa che alcune di esse vivano in specifici luoghi sacri. Molti dei più importanti centri di pellegrinaggio, come Varanasi, sono posti sulle sponde di grandi fiumi. Infatti si pensava che i guadi rappresentassero il passaggio da un mondo all’altro. Varanasi Varanasi è il più importante e sacro centro di pellegrinaggio in India essendo ritenuta la dimora di Shiva e si dice addirittura che l’intera città sia un linga, l’incarnazione di Shiva.

Le festività religiose, spesso collegate ai cambiamenti stagionali, hanno il compito di dare sfogo alle tensioni della comunità e di sospendere le distinzioni di caste e classi. Esse combinano il culto e il piacere e sono usate per allontanare gli influssi maligni, per creare legami nella comunità e stimolare i poteri vitali della natura. Alcune di queste festività sono Holi, in onore di Krishna, Dusserah, che celebra il trionfo del bene sul male, e Diwali, che commemora il ritotno di Rama dall’esilio. Festa Diwali Diwali è una delle più importanti feste indiane e si festeggia tra ottobre e novembre. Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è anche chiamata festa delle luci. La leggenda più popolare associata a questa festa è quella che tratta il ritorno di Rama da un esilio di 14 anni accompagnato da file di lampade accese.

La cosmologia indiana immagina la terra come un ovale o come un diagramma chiamato mandala, una struttura concentrica con un quadrato diviso in diversi quadrati minori intorno alla divinità suprema. I diagrammi chiamati yantra sono basati sui mandala e sono in relazione con varie divinità ed usi. In più gli yantra fungono da tecniche meccaniche o aiuti alla meditazione. Sri Yantra Lo Sri Yantra è usato dalle sette tantriche ed esprime i poteri e le emanazioni di Shakti. Lo yantra si ottiene sovrapponendo cinque triangoli con il vertice in basso, che rappresentano Shakti, e quattro con il vertice in alto, che rappresentano Shiva.