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III Domenica di Quaresima 8 Marzo 2015

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Presentazione sul tema: "III Domenica di Quaresima 8 Marzo 2015"— Transcript della presentazione:

1 III Domenica di Quaresima 8 Marzo 2015
Gruppo Biblico III Domenica di Quaresima 8 Marzo 2015 La legge di Dio come fonte di libertà da ogni forma di idolatria e il riferimento alla croce di Cristo come unica via di salvezza convergono nelle letture di questa domenica. Non si può rinunciare a questi punti di riferimento perché attraverso essi si rivela a noi l’amore di Dio.

2 Le Letture La purificazione del tempio da mercanti e cambiavalute, ad opera di Gesù (vangelo) ci richiama alla necessità di un rinnovamento interiore, a una purificazione del cuore dall’egoismo e dagli interessi terreni. Tutto questo per una relazione con Dio autentica e personale. Essa è anticipata nella prima lettura, con la proclamazione della legge dell’alleanza, che guida il credente nel suo cammino di fedeltà a Dio. Il segno più alto di questo dono di alleanza è visto, nella seconda lettura, nell’offerta esemplare che Gesù fa della sua stessa vita. Prima Lettura: Esodo 20,1-17 Salmo 18: “Signore, tu hai parole di vita eterna” Seconda Lettura: 1 Corinzi 1,22-25 Vangelo: Gv 12,13-25

3 È una delle pagine più importanti e impegnative della Scrittura:
I dieci comandamenti o meglio… Le dieci parole. Secondo il narratore biblico, è proprio in questo contesto che Israele da popolo… Servo del farone… Diventa… Servo di JHWH Popolo di Dio. Significative queste parole di Es 19,4-6: Prima Lettura

4 Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali d’aquila e vi ho fatti venire fino a me.

5 Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare fra tutti i popoli.

6 Prima Lettura All’inizio del cap. 20, questa voce risuona di nuovo per donare le 10 Parole a fondamento della libertà a cui l’Israele di ogni tempo è chiamato. In questo modo, tutto il libro dell’Esodo diventa la storia di un cammino di profonda conversione individuale e comunitaria. Un passaggio (= PASQUA!) dalla schiavitù dell’idolatria alla scelta di un unico vero Dio. Non si può non ricordare, a questo proposito, il celebre passo di Deuteronomio 6, 4s:

7 Il Signore, nostro Dio, è unico Signore!
Ascolta, Israele. Il Signore, nostro Dio, è unico Signore! Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza!

8 All’unicità di Dio corrisponde l’unicità e l’esclusività dell’amore…
All’unicità dell’amore di Dio corrisponde un cuore indiviso!

9 Prima Lettura Per questi motivi il libro dell’Esodo manifesta la sua sorprendente attualità e tutta la sua carica di provocazione per una cultura, la nostra, che rischia di fare della libertà un nuovo seducente idolo. L’esperienza di Israele, soprattutto grazie alla predicazione profetica, conferma che la vera libertà sta nella relazione profonda con l’Altro, descritta secondo la categoria dell’alleanza.

10 Prima Lettura Quindi le 10 Parole sono un dono, più che un’imposizione… Sono una conseguenza di una scoperta, quella di Israele e di ogni uomo, di essere amato profondamente da questo Dio che lo chiama a libertà. È però un cammino difficile, rischioso, pieno di insidie a ogni passo. L’apostolo Paolo lo attesta molto bene in Galati 5,13- 14:

11 Voi infatti fratelli, siete stati chiamati a libertà
Voi infatti fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne.

12 Mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri
Mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto:

13 Amerai il tuo prossimo come te stesso!

14 Prima Lettura Non basta essere liberati da Dio.
È necessario restare liberi, custodendo la sua Parola di vita. In questo sta il vero senso di ogni alleanza che Dio stringe con l’uomo: Non comandamento, ma dono della vita, per la vita.

15 Prima Lettura Queste 10 Parole sono simili ad altrettanti rivoli che scaturiscono da un’unica sorgente: “Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto…” Non si tratta di una semplice intestazione, ma è il fondamento di tutti gli altri comandamenti. Dio si manifesta come unico Signore quando si rivela come Dio liberatore. Molti studiosi parlano riguardo al 1° comandamento (Es 20,2) di kerygma esodico.

16 Prima Lettura In quanto parola che libera l’uomo da ogni forma di schiavitù…. I primi comandamenti proibiscono categoricamente l’idolatria in tutte le sue forme. Nella gelosia di Dio si manifesta tutta la sua ardente passione per l’uomo, immagine di Dio.

17 Prima Lettura Dio riscatta anche dalla schiavitù del tempo.
Esso non è un nuovo idolo da servire, ma è un dono per la vita e per la crescita da figli di Dio. Santificare il sabato è ricordare che il senso di tutto il tempo è in Dio. A lui la storia converge. In questo settimo giorno, giorno senza fine, sta la chiamata della storia dell’uomo e dell’universo.

18 Lette in questa luce, le 10 Parole sono realmente Parole di vita eterna, che permettono di camminare nel mondo senza diventarne schiavi…

19 Vangelo Pasqua dei Giudei o Pasqua del Signore?
A differenza dei sinottici, Giovanni situa questo fatto all’inizio dell’attività di Gesù, quasi fosse un manifesto della sua missione: Quella di portare a libertà un popolo oppresso dal potere e dal peccato. Simbolo di questa oppressione diventa il tempio di Gerusalemme! Vangelo

20 Vangelo Per questo Giovanni chiama questa Pasqua…
Pasqua dei Giudei e non… Pasqua del Signore, come è attestato nelle Scritture. Perché? Il termine “Giudei” non rappresenta il popolo ebraico, ma i capi del popolo contrari e avversari di Gesù. Quasi che questa Pasqua non sia più secondo quanto scritto nel libro dell’Esodo e sia diventata uno strumento oppressivo delle autorità religiose. Ecco che quindi Gesù sale a Gerusalemme per purificare tempio e festa di Pasqua!

21 Vangelo Gesù non trova nel tempio gente in adorazione o in preghiera…
Ma venditori di buoi, pecore e colombe e là seduti i cambiamoneta… Egli cioè trova mercato, interesse, quasi che il Dio del tempio non sia il Signore, ma il guadagno! Vangelo

22 Vangelo Allora Gesù fa una frusta di cordicelle.
Questo particolare è interessante perché la tradizione si immaginava il Messia armato di flagello con quale avrebbe dovuto castigare ed eliminare i peccatori. Tuttavia, Gesù non scaccia i peccatori e i lontani da Dio! Egli scaccia quanti sono responsabili dell’impurità del tempio

23 Vangelo “E scacciò tutti fuori dal tempio con pecore e buoi…”
Gesù comincia scacciando le pecore. L’immagine è quella del pastore che libera le pecore dall’ovile in cui sono state rinchiuse. L’espressione è parallela a quella del cap. 10, 3:

24 «Egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori».

25 Vangelo I Giudei gli dissero:
“Quale segno ci mostri per fare queste cose?”. Gli avversari di Gesù interpretano il gesto del maestro di Nazaret sulla linea di quelli dei profeti. E per questo chiedono un segno a conferma della veridicità della sua missione. “Distruggete questo tempio…” Ma qui Giovanni usa più propriamente il termine “santuario”

26 Il Santuario era la parte centrale e più importante del complesso templare di Gerusalemme.
Il luogo dove si riteneva esserci la presenza di Dio. Ebbene, Gesù dice di distruggere questo santuario perché… È Lui il nuovo santuario! Vangelo

27 Nel Prologo, Giovanni aveva detto che la Parola divenne carne e pose la sua dimora in mezzo a noi…

28 Dio non è più presente in un edificio, ma Dio è presente in una Persona e in quanti l’acc0lgono.

29 Mentre nell’antico santuario le persone si recavano, ma non tutti potevano accedervi perché dovevano possedere determinati requisiti….

30 Il nuovo santuario è colui che va incontro agli emarginati, agli esclusi dalla religione.

31 Gesù è il nuovo santuario dal quale si irradia e si rende visibile l’amore di Dio.


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