PRODUZIONI VEGETALI E DIFESA

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Transcript della presentazione:

PRODUZIONI VEGETALI E DIFESA Corso di COLTIVAZIONI ERBACEE 7) BARBABIETOLA DA ZUCCHERO docente: prof. Fabrizio Quaglietta Chiarandà

ORIGINE Si ipotizzano due centri di origine: bacino mediterraneo o Medio Oriente Isole Canarie o del Capo Verde Nell'antichità era solo pianta da orto (come dolcificante veniva usato il miele). Solo nel 1747 in Germania fu scoperta da Margraaf la presenza di zucchero cristallizzabile nella radice e, quindi, la possibilità di estrarlo. Napoleone I° dette l'impulso determinante per la diffusione della B. come pianta industriale quando, a seguito del blocco continentale operato dall'Inghilterra, venne impedita l'importazione di zucchero che all'epoca proveniva esclusivamente dalle coltivazioni di Canna delle Americhe. Attualmente circa il 40% dello zucchero proviene dalla B., mentre il restante 60% è ricavato dalla Canna da Z.

Oltre lo zucchero la Barbabietola fornisce: alimento per il bestiame: foglie e colletti (la parte epigea della pianta non viene utilizzata nell'industria estrattiva); polpe esauste e melasso (residui dell'estrazione) concime: calce di defecazione (residuo della purificazione del saccarosio, contenente una certa quantità di N e vari minerali) Per le sue esigenze climatiche è pianta tipica delle zone temperate ed è coltivata prevalentemente nell'emisfero boreale, soprattutto nell'Europa centro-settentrionale.

Evoluzione della coltivazione di Barbabietola nel mondo (dati FAO 2002) Negli ultimi 12 anni, le superfici sono diminuite e le rese areiche sono aumentate di circa il 30%. Pertanto la produzione di zucchero ha subito solo una leggera flessione. L'Unione Europea contribuisce per quasi il 50% alla produzione mondiale.

La coltivazione di Barbabietola nella UE a 15 (dati FAO 2002) Nella UE le superfici si sono ridotte da 2.1 Mha a circa 1.9 (≈ 10%). Le rese hanno oscillato tra 50 e 62 t ha-1, con valori decisamente più alti delle medie mondiali. I maggiori produttori nella UE sono Francia e Germania. L'Italia è 3a con il 13% della superficie totale ed il 10% della produzione di radici

La coltivazione di Barbabietola in Italia (dati ISTAT) 64% 21% 15% Al Nord sono localizzati circa i 2/3 dell'intera superficie bieticola (soprattutto in Emilia-Romagna e basso Veneto). I dati del 2005 non sono ancora disponibili, ma all'inizio della campagna era previsto un lieve incremento delle superfici al Sud (circa il 10% in più).

Produzione di radici in Italia (dati ISTAT) 73% 14% 13% Al Nord, grazie ad una maggior resa areica, sono localizzati circa i 3/4 della produzione nazionale. Anche gli stabilimenti di estrazione sono in larga prevalenza localizzati nel Nord-Italia (14 su 19, di cui 8 solo in Emilia-Romagna). La UE, tra l'altro, favorisce la dismissione degli stabilimenti pagando una tantum 500€ q-1 di zucchero prodotto.

PROSPETTIVE FUTURE DELLA BIETICOLTURA Prezzi al netto di aiuti di adattamento e aiuti disaccoppiati. (Il prezzo attuale è sui 40-42 € t--1)

Tenendo conto della progressiva riduzione degli aiuti, con costi di produzione dell'ordine dei 1600 € ha-1, nel 2010 occorreranno rese di almeno 65-70 t ha-1 per rendere economica la coltivazione. Se poi l'integrazione dovesse scomparire, con un prezzo di 26 € t-1, una resa economicamente valida dovrebbe superare le 80 t ha-1. Nel Meridione, non potendo fare a meno di un sussidio irriguo sostenuto, è improbabile che i costi scendano al di sotto dei 1900 € ha-1. Quindi, senza l'integrazione la sopravvivenza della bieticoltura diventa veramente difficile.

Classificazione Classe: DICOTYLEDONAE Ordine: CENTROSPERMAE Famiglia: CHENOPODIACEAE Genere: Beta (13 specie in 4 sezioni; n=9) Sez. VULGARES B. vulgaris B. maritima B. macrocarpa B. patula B. atriplicifolia Sez. COROLLINAE B. macrorhiza B. trigina B. foliosa B. lomatogona Sez. NANAE B. nana Sez. PATELLARES B. patellaris B. procumbens B. webbiana Solo la B. vulgaris è coltivata, le altre sono utilizzate dai genetisti come fonti di resistenza.

La specie è naturalmente biennale: 1° anno fase vegetativa (sviluppo della radice) 2° anno fase riproduttiva (produzione del seme) Della specie Beta vulgaris vengono coltivate 4 varietà botaniche: B. vulgaris var. saccharifera = B. da zucchero " " crassa (= rapa) = B. da foraggio " " cruenta (= esculenta) = B. da insalata " " cycla = B. da coste Quella di seguito descritta è la Barbabietola da zucchero.

MORFOLOGIA Apparato radicale fittonante, di forma conica, colore grigio-giallastro, polpa bianca, si divide in: zona epicotile (= testa o colletto): è la parte superiore (in genere dello spessore di 1-2 cm) su cui si inseriscono le foglie e, al 2° anno, lo scapo fiorale. Costituisce l'8-13% in peso dell'intera radice e non viene utilizzata per l'estrazione dello zucchero (contiene i "non zuccheri" sostanze solubili che rendono più difficile l'estrazione). Può essere utilizzato come foraggio insieme alla parte aerea.

zona ipocotile (= collo): parte intermedia, poco definita, che unisce il colletto al corpo radicale. Privo di foglie e di radici secondarie. Viene utilizzato insieme al corpo nell'estrazione dello zucchero. corpo radicale: comprende la parte restante del fittone ed il capillizio che si parte dai solchi saccariferi (due scanalature laterali che segnano longitudinalmente il corpo) e dalla parte terminale, sottile, del fittone. L'apparato radicale della bietola può raggiungere in condizioni ottimali i 2 m di profondità ed un raggio di 50-100 cm.

Le radici possono assumere svariate forme, più o meno allungate. colletto collo corpo radicale radici secondarie solchi saccariferi coda Le radici possono assumere svariate forme, più o meno allungate. Quando incontrano un ostacolo possono dividersi. Talvolta si può trovare anche una pietra imprigionata tra le code

Foglie intere, con picciolo molto sviluppato e canalicoluto (per convogliare l'acqua); nervatura mediana robusta da cui si diramano le nervature secondarie. Partono dal colletto e si dispongono in verticilli concentrici (rosette). Lamine fogliari di forma varia, grandi e più o meno affusolate. Nel 2° anno sono più piccole e quelle superori sono inserite sullo scapo fiorale

Scapo fiorale viene emesso nel 2° anno. Alto oltre 1 m, ramificato. I fiori sono piccoli, sessili, riuniti i gruppi di 2-4. Dopo la fecondazione si saldano e danno luogo ai glomeruli. Infruttescenza Glomerulo di forma rotondeggiante (nei monogerme genetici è lenticolare-stellare), rugoso, bruno. Costituito da 1-6 frutti saldati, ciascuno dei quali contiene 1 seme. I semi sono piccolissimi, reniformi, bruni. Il peso medio dei glomeruli è di 20-30 mg se plurigermi, 8-13 mg se monogermi. La presenza di più semi comportava l'obbligo di procedere all'isolamento manuale delle plantule. Da ciò la nascita del monogerme tecnico (ottenuto mediante frantumazione dei glomeruli), sostituito poi dal monogerme genetico.

La forma lenticolare dei glomeruli delle bietole monogerme rendeva difficili le operazioni di semina. Si è quindi diffuso il seme confettato.

Scapi fiorali Monogerme genetico Plurigerme

SVILUPPO VEGETATIVO (1° anno) Germinazione Fasi della germinazione (monogerme) Temperatura ottimale: 25°C. Minima: 4-5°C. Con temperature ≤ 4°C e umidità del terreno troppo alta la germinazione, se avviene, è molto rallentata. Somma termica per la germinazione: 120-130°C (con semine primaverili, nei nostri ambienti occorrono 10-15 giorni). Tra la fine della germinazione e l'emergenza dei cotiledoni trascorrono mediamente un paio di giorni.

1° periodo: fino a 4-6 foglie vere (40-45 giorni). Sviluppo vegetativo 1° periodo: fino a 4-6 foglie vere (40-45 giorni). dopo 1 sett.: fittone 15-20 cm dopo 45 giorni: fittone 45-50 cm 2° periodo: (35-45 giorni) Sviluppa principalmente la parte aerea. La radice cresce fino a 1.5-2 m, ma resta sottile (peso 80-100 g). 3° periodo: (45 giorni) Ingrossamento della radice. il peso della parte aerea resta inalterato (le foglie nuove sostituiscono le vecchie). 4° 3° 2° 4°periodo: (fino alla fine) Continua l'ingrossamento della radice. Riduzione progressiva della parte aerea.

Ingrossamento della radice Durante il 1° periodo l'ingrossamento avviene a spese del cilindro centrale e del pericambio. Il tessuto corticale iniziale si rompe. In seguito si differenziano nuove zone cambiali extra-fascicolari e quindi nuovi cerchi concentrici di fasci fibro-vascolari intervallati da strati di tessuto parenchimatico. La corteccia secondaria viene rinnovata ad opera del fellogeno. L'ingrossamento è quindi centrifugo con le aree parenchimatiche ed i fasci vascolari più giovani verso l'esterno.

Saccarogenesi Durante il giorno nelle foglie vengono prodotti zuccheri che subito polimerizzano in amido (foglie amilofile). La sera inizia la trasmigrazione verso la radice. Durante tale passaggio, nei vasi o nel floema del mesofillo, l'amido viene scomposto in zuccheri semplici (glucosio e levulosio) che vengono immagazzinati nella radice dopo una ripolimerizzazione in saccarosio. Nella radice oltre al saccarosio si trovano, in piccola parte, anche zuccheri riduttori, indesiderati in quanto ostacolano l'estrazione del saccarosio. In condizioni normali è stato calcolato che una piante è in grado di elaborare 10 mg di zucchero h-1 cm-2 di superficie fogliare. Grado polarimetrico del succo: % di sostanze polarizzanti (non solo zucchero).

Sostanze che ostacolano l'estrazione La parte più ricca di saccarosio e con maggiore purezza è quella intorno al centro di gravità. Entrambe diminuiscono andando verso la testa e verso la coda

Retrogradazione E' la diminuzione del grado polarimetrico nella radice. Danno in termini di qualità specialmente se avviene a fine ciclo. Situazione normale con trasmigrazione dello zucchero verso la radice. Inversione del flusso conseguente a perdita di tutto o parte dell'apparato fogliare (stress idrici, cercospora, piogge durante la raccolta, ecc). Per emettere nuove foglie, la pianta attinge alle riserve radicali.

SVILUPPO RIPRODUTTIVO (2° anno) Al sopraggiungere dell'inverno la pianta arresta la vegetazione, per riprenderla in primavera con l'emissione di una nuova rosetta fogliare. Dopo circa 45 giorni inizia ad allungarsi lo scapo fiorale, che cresce rapidamente e fiorisce con temperature > 12°C. La fioritura è acropeta. E' frequente la proterandria che favorisce l'allogamia tra fiori della stessa pianta o di piante diverse. PREFIORITURA = fioritura anticipata al 1° anno. Dipende dalla presenza del gene della "annualità" ed è favorita da periodi prolungati di freddo (vernalizzazione). Le radici delle piante prefiorite restano piccole ed inutilizzabili. Ciò impedisce la semina in autunno delle varietà tradizionali. Sono state, quindi, selezionate varietà "triennali" (cioè con fase riproduttiva al 3° anno) che consentono la semina autunnale al Sud, con miglioramento di quantità e grado polarimetrico.

ESIGENZE ED ADATTABILITA' Clima. La B. è notevolmente adattabile (area di coltivazione molto vasta), ma predilige le zone temperate. Temperatura. Primi stadi: 3-5°C favoriscono la prefioritura; al di sotto di - 4°C possono morire le piantine. Stadi successivi: le piante sono più resistenti al freddo; 10-20°C ottimo per la saccarogenesi; > 25°C saccarogenesi rallentata; > 35°C " ferma. Somme termiche: dalla semina alla raccolta 2400-2600°C (calcolate con minima di 4°C e massima di 28°C) Nei nostri ambienti (e particolarmente al Sud) le temperature sono spesso eccessive. Ciò provoca, nelle ore più calde, afflosciamento delle foglie e riduzione della fotosintesi anche se le disponibilità idriche non sono limitanti.

Luce e radiazione. Fotoperiodo: non definito, anche se sicuramente influenzala fase riproduttiva e la prefioritura. Quantità: da essa dipende l'accumulo di zuccheri. Eccessi di radiazione (oltre la saturazione) non fanno aumentare la fotosintesi e, specialmente se accoppiati a carenza idrica, favoriscono la fotorespirazione con perdita di efficienza. Nei paesi nordici la maggior durata del giorno compensa la minore intensità radiativa ed il grado polarimetrico è normalmente alto (spesso > 17°). In Italia, in genere, le condizioni più favorevoli di temperatura, luce e umidità del terreno per l'accumulo di zucchero si hanno quando il LAI non ha ancora raggiunto il valore massimo. Con il miglioramento genetico (selezione di varietà autunnali e precocità) e con la tecnica agronomica (es. anticipo della semina) si cerca di anticipare questo momento.

Piogge. Il consumo idrico stimato è di 350-450 L kg-1 di s.s. Deficit: sempre dannosi, anche se di breve durata, perchè provocano afflosciamento delle foglie ed arresto della fotosintesi. Se poi sono di tale intensità e durata da provocare defoliazione, una eventuale ripresa vegetativa a seguito di pioggia (o irrigazione) avviene a spese dello zucchero già immagazzinato (retrogradazione e perdita di qualità). L'irrigazione è pertanto opportuna (se non necessaria) al Nord ed indispensabile al Sud. Eccessi: ristagni dannosi soprattutto nelle prime fasi. Abbondante disponibilità idrica durante lo sviluppo vegetativo, specialmente se accompagnata da eccessi di concimazione N, può determinare accrescimento eccessivo della parte aerea e conseguenti maggiori rischi di deficit idrico.

Terreno Tessitura. Preferenza per i T. di medio impasto ben strutturati e drenati. Nei T. argillosi si hanno titoli più alti ma produzioni di radici minori (maggior resistenza all'accrescimento della radice e tendenza a bloccare la P2O5). Nei T. sciolti le condizioni di crescita sono migliori ma aumentano i ridchi di deficit idrico pH. La B. è neutro-basofila. Vegeta bene fino a pH 8-8.5. Nei terreni acidi soffre e peggiora la qualità. ECe. Ben tollerante: < 7 dS m-1 : Nessun danno 8.7 dS m-1 : Riduzione di resa del 10% 11 dS m-1 : " " " " 25% Nelle fasi iniziali non gradisce valori > 3 dS m-1

Falda. La presenza di falda troppo superficiale può essere utile per l'alimentazione idrica, ma pericolosa. Se si prolunga nel tempo (tarda primavera - estate) può essere necessario il drenaggio.

AVVICENDAMENTO E' coltura da rinnovo. Migliora il terreno sia dal punto di vista fisico (per le lavorazioni e per lo sviluppo dell'apparato radicale), sia dal punto di vista chimico (asporta pochi elementi nutritivi). Nelle rotazioni in genere è seguita da un cereale autunno-vernino. Tra le colture che la possono precedere sono sconsigliabili i medicai (per l'eccesso di N, di infestanti, di insetti), gli erbai autunno-primaverili (per il ritardo che comportano nella semina); pericoloso il mais (per i diserbanti usati a cui la B. può essere sensibile, ad es. simazina). Preferibile inserirla tra due frumenti (o orzo, ecc.). Da escludere la monosuccessione; anche la successione biennale frumento-bietola, pur se diffusa, è pericolosa per lo svilupparsi di agenti patogeni. Meglio rotazioni triennali o più.

Effetto sul frumento dell'avvicendamento con la bietola F1 = Frumento dopo bietola (biet-fru-fru) F2 = Frumento dopo frumento (biet-fru-fru) Fc = Frumento in monosuccessione Fc+M = Frumento + Mais intercalare La presenza della B. nell'avvicendamento incrementa le rese del frumento sia che la segua immediatamente, sia che venga seminato dopo il 1° anno di frumento (ringrano)

Piante biocide in precessione alla Bietola Il nematode Heterodera shachtii è uno dei parassiti più pericolosi per la B. e può, nei casi più gravi, abbattere le rese anche del 50%. La lotta preventiva consiste nell'adottare rotazioni lunghe (5 anni) con colture che non ospitano il nematode. Nei terreni già infestati, oltre ad usare varietà resistenti (ce ne sono già svariate), è utile far precedere la B. da brassicacee "biocide" (alcune varietà di Rafano e Senape) che hanno la capacità di far schiudere le uova svernanti nel terreno e di bloccare la differenziazione sessuale delle larve. Il sostegno UE disaccoppiato (riforma Fischler) può favorire queste pratiche. Sono colture a semina primaverile (marzo-aprile) che vanno sfalciate ed interrate all'inizio fioritura (maggio) ed alla comparsa delle prime silique (solo Rafano) circa 1 mese dopo il 1° sfalcio. Tra l'altro questo sovescio arricchisce il terreno di sostanza organica.

Rafano ad inizio fioritura Efficacia biocida di alcune cv di Rafano e di Senape (media di 2 località) rapporto tra Popolazione Finale e Popolazione Iniziale (più è basso, più è efficace) Varietà di Senape Rafano ad inizio fioritura

LAVORAZIONE DEL TERRENO Per le caratteristiche dell'apparato radicale la B. si avvantaggia della tecnica tradizionale con arature profonde (anche 60 cm nei terreni più argillosi) seguite da lavori complementari per un buon amminutamento. L'aratura può essere sostituita dalla lavorazione a due strati (ripuntatura a 70-80 cm + aratura a 30-40 cm).

Cotiledoni di barbabietola all'emergenza Aratura con tetravomere Cotiledoni di barbabietola all'emergenza

Indipendentemente dall'epoca di semina, le lavorazioni principali vanno effettuate nella tarda estate, mentre (nelle semine primaverili) quelle complementari e di affinamento possono essere rimandate a fine inverno-inizio primavera. Il rinvio a primavera dell'aratura può compromettere la struttura del terreno (difficilmente in tempera) e comporta sicuri ritardi nelle operazioni di semina. Livellamento: molto importante per evitare i ristagni ed agevolare le operazioni di raccolta (soprattutto l'eliminazione della parte aerea – scollettamento – deve essere eseguita con terreno ben livellato). Il lavoro più energico va effettuato subito dopo l'aratura, la rifinitura è affidata alle lavorazioni complementari.

CONCIMAZIONE Asportazioni teoriche calcolate per t di radici: 4.0-5.0 kg di N 1.5-1.8 kg di P2O5 5.5-6.5 kg di K2O Azoto Elemento indispensabile per lo sviluppo dell'apparato fogliare. Gli eccessi possono determinare: squilibri tra radice e parte aerea e pericoli di stress idrico presenza di N non proteico nella radice e riduzione della purezza. Nella determinazione della dose bisogna quindi tener conto del tipo di terreno, della presenza di sostanza organica, della precessione colturale. Orientativamente: 80-100 kg ha-1 in terreni ricchi di s.o. e dopo leguminose fino a 150-180 kg ha-1 in terreni argillosi, poveri di s.o.

Ritmo di assorbimento dell'N Il ritmo è crescente per i primi 120-150 giorni dall'emergenza, cioè fin quando non è completata la formazione della parte aerea. Dopo rallenta per la perdita progressiva delle foglie. In semina autunnale: 1/3 alla semina e 2/3 in copertura. Foglie Radici Totale Effetto della carenza di N

Fosforo Non ne consumo molto ma risponde bene alle concimazioni fosfatiche se il terreno contiene < di 90 ppm di P2O5 assimilabile. Non esistono problemi di eccesso. Dosi orientative: in terreni ben dotati restituzione dell'asportato (1.5-1.8 kg t-1di radici prodotte) in terreni poveri  da 120-200 kg ha-1 in base alla dotazione. Una quota della dose (40 kg ha-1) può essere distribuita alla semina (seminatrice combinata). Potassio E' una pianta potassiofila ma i terreni sono in genere ben dotati. A scopo cautelativo (se si temono deficienze) si possono distribuire 100 kg ha-1 di K2O (2 q di K2SO4)

CONTROLLO DELLE INFESTANTI La B. è particolarmente sensibile nelle fasi giovanili. La perdita di produzione causata da infestanti può assumere proporzioni rilevanti: è stato calcolato, ad esempio, che 2 piante m-2 di Bilderykia convolvulus, di Amaranthus retroflexus o di Chenopodium album possono comportare perdite del 20-25% in radici e/o in saccarosio. Oltre che dalla competizione (per acqua, nutrienti e radiazione), i danni possono derivare anche da allelopatia (nelle radici di Cyperus esculentus, ad esempio, vi sono sostanze capaci di inibire la germinazione dei semi) o dalla diffusione di parassiti (Amaranthus retroflexus, ad esempio, sembra favorire le infestazioni del nematode Heterodera e della crittogama Rhizoctonia)

Lotta agronomica: rotazioni lunghe; falsa semina; sarchiature nell'interfila. Lotta chimica: interventi in pre-semina: anticipati (2-3 mesi prima delle semine primaverili) tradizionali (i più diffusi) in pre-emergenza in post-emergenza: trattamenti non specifici (dose unica o frazionata) trattamenti specifici Lotta integrata: sarchiature nell'interfila e distribuzione del diserbante solo lungo la fila con dosi ridotte. Risparmi in p.a. dal 40 al 60% in funzione della distanza tra le file, realmente convenienti in caso di elevato costo del p.a. (ad es. Metamitron)

Interventi in pre-semina anticipati: necessari p.a. a lunga persistenza, in genere abbinati per allargare lo spettro d'azione: Metamitron (Goltix): selettivo, ottima persistenza (Matricaria, Amaranthus, Poligonum), spesso abbinato al Benzathiazuron (Ganon S) (Sinapis, Raphanus, Rapistrum, Ranunculus). Lenacil + Ethofumesate (Tramat Combi): per i terreni argillosi con infestazioni di graminacee e poligonacee, meno selettivo TCA (NaTA): graminicida

Interventi in pre-semina tradizionali : anche per questi sono necessari p.a. a lunga persistenza, in genere abbinati per allargare lo spettro d'azione: Metamitron (Goltix): da solo o abbinato al TCA (NaTA) o al Metolachlor (Dual), entrambi graminicidi. Chloridazon (Pyramin F.L.) contro Crucifere, Poligonacee, Veronica), miscelabile con Lenacil (Venzar) o con Cycloate (Ro-Neet): molto selettivo, spettro ampio ma non controlla Cirsium e Convolvulus. Glyphosate (Round-Up), sistemico, Diquat (dicotiledoni) e Paraquat (monocotiledoni) sono diserbanti totali non selettivi e poco persistenti che, in caso di forti infestazioni, possono essere usati 2-3 di settimane prima della semina per eliminare le malerbe presenti al momento.

Interventi in pre-emergenza: si possono usare gli stessi p.a. visti in precedenza tranne: Benzathiazuron, Cycloate e Glyphosate evitare anche: Endothal (graminacee + Poligonacee), abbastanza selettivo nei terreni argillosi, pericoloso in quelli sciolti. Interventi in post-emergenza: praticamente obbligatori nelle semine autunnali, si possono effettuare uno (dose unica) o più trattamenti (tr. frazionati). Phenmedipham: inefficace contro le graminacee, Matricaria, Convolvulus, Amaranthus, viene miscelato con Metamitron, Cloridazon, Ethofumesate (Tramat) o con più di uno. Interventi in post-emergenza specifici: graminicidi (Setoxydim, Fluazifop, ecc), Cloridazon (Matricaria)

Interventi con "microdosi": Si è diffusa la pratica di intervenire con miscele a spettro molto ampio, con dosi ridotte (la metà o anche meno) e consistenti volumi di acqua, quando le infestanti sono ancora molto piccole (fase cotiledonare o poco più tardi):

Spandiconcime centrifugo a doppio disco Barra irroratrice a manica d'aria

SEMINA Epoca autunnale: Grazie all’introduzione di marche resistenti alla prefioritura, nel Meridione si è diffusa la semina autunnale (fra la seconda metà di ottobre e la prima di novembre). Anticipi eccessivi (prima del 20 ottobre) favoriscono la prefioritura. La semina autunnale permette di sfruttare al meglio le piogge invernali e primaverili,un notevole anticipo nel ciclo vegetativo con vantaggi per la saccarogenesi (coincidenza del massimo sviluppo fogliare con un periodo favorevole alla fotosintesi), raccolte anticipate e minor pericolo di retrogradazione  maggior produzione di radici e titolo zuccherino più alto.

primaverile: obbligatoria al Nord (al Centro-Sud è ormai solo un ripiego). Viene effettuata: al Sud verso fine febbraio ma può essere anticipata di 1 o 2 settimane; nel Centro-Nord nella prima decade di marzo, anche qui con qualche possibilità di anticipo. Nei limiti del possibile, è sempre preferibile anticipare la semina per i vantaggi già visti nelle semine autunnali. Le possibilità di anticipo sono comunque correlate con le caratteristiche pedoclimatiche (in terreni troppo freddi per l'emergenza possono occorrere anche a 30 o 40 giorni con tutti i rischi che ciò comporta). Altro rischio della semina anticipata è costituito dalle gelate che frequentemente si registrano all'inizio della primavera. La semina ritardata, per contro, comporta ritardi nello sviluppo e nella raccolta che avverrà in periodi con piovosità in aumento (retrogradazione e difficoltà nelle operazioni).

Investimento Da 7 a 12-13 piante m-2 non si hanno sostanziali differenze di produzione in termini di saccarosio. Con meno di 7 si ha un maggior peso medio delle radici, ma un minor titolo. Dato che si possono determinare fallanze del 30-40%, per ottenere l'investimento ottimale (ca. 10-11) bisogna deporre almeno 15 semi m-2 (= 60 cm tra le file, 11 cm sulla fila).

Modalità Usando il seme plurigerme, l'emergenza di più di una piantina nella stessa postarella determinava la necessità di procedere all'isolamento manuale. Dall'inizio degli anni '70, col diffondersi del monogerme genetico confettato, è stata adottata la semina di precisione a distanza definitiva, senza dover procedere a diradamento. Seminatrice combinata sei file con microgranulatori per la geodisinfestazione

Scelta varietale Le cultivar di Barbabietola vengono definite marche. Dato che la resa in radici e d il titolo zuccherino sono antitetici, le marche vengono suddivise in base alla loro predisposizione a produrre radici grosse (marche a peso indicate con le sigle PP e P), titoli alti (marche a titolo indicate con Z e ZZ) o con caratteristiche intermedie (NP, N ed NZ). Le marche a peso sono indicate anche con EE ed E (dal tedesco "ertag" = rendimento). Le marche a peso sono precoci, quelle a titolo sono tardive Nei comprensori meridionali, dove le condizioni non sono ottimali ed è preferibile una certa precocità, soprattutto nelle semine primaverili, vengono preferite a peso o intermedie. Al Nord, per contro, si usano principalmente le NZ, Z e ZZ.

Nella scelta varietale, specialmente per le semine autunnali, è importante tener conto della resistenza al freddo ed alla prefioritura, indicata con B (buona), M (media) ed S (sensibile). In caso di possibili infestazioni, bisogna orientarsi verso marche resistenti o tolleranti alla RIZOMANIA CERCOSPORA.

Bietola autunnale - Risultati produttivi di marche Bietola autunnale - Risultati produttivi di marche commerciali al Centro-Sud

Bietola autunnale - Risultati produttivi di marche pre-commerciali al Centro-Sud

Bietola primaverile - Risultati produttivi di marche Bietola primaverile - Risultati produttivi di marche commerciali al Centro-Nord N.B. In rosso le marche standard delle 3 tipologie

Bietola primaverile - Risultati produttivi di marche Bietola primaverile - Risultati produttivi di marche pre-commerciali al Centro-Nord N.B. In rosso le marche standard delle 3 tipologie

Bietola primaverile – Tolleranza a rizomania ed epoca di Bietola primaverile – Tolleranza a rizomania ed epoca di raccolta di marche commerciali al Centro-Nord 1° estirpo: 01-20 agosto 2° estirpo : 29 settembre – 20 ottobre N.B. Le caselle colorate indicano IDONEITA'

Bietola primaverile – Tolleranza a rizomania ed epoca di raccolta di marche pre-commerciali al Centro-Nord

IRRIGAZIONE Prelievo di acqua dai diversi strati di terreno in funzione del regime irriguo V3 = Abbondante V2 = Medio V1 = Ridotto V0 = non irrigato Sviluppo dell'area fogliare Regime abbondante Testimone n.i. Sviluppo della radice (peso medio) Regime abbondante Testimone n.i.

a) Volume stagionale L'efficienza d'uso dell'acqua è di 350-400 L kg-1 di s.s. Per una produzione di 60-70 t ha-1 di radici si possono calcolare consumi idrici dell'ordine di circa 1000 mm. A seconda delle condizioni ambientali, ed in particolare della quantità di pioggia che cade nel periodo di coltivazione o di altri apporti naturali (ad es. falda), i fabbisogni irrigui possono variare da 180-250 mm (al Centro-Nord) a 500-600 mm (al Sud). Contributo della falda ai consumi idrici in un terreno argilloso, in funzione della sua profondità

a) Risposta della coltura a volumi stagionali crescenti Semina primaverile al Sud (Metapontino – 5 anni)

Semina autunnale al Sud (Metapontino – 5 anni)

Consumi idrici ed apporti (irrigazioni + naturali) Semina primaverile al Nord (media di 4 località) Consumi idrici ed apporti (irrigazioni + naturali)

b) Risposta della coltura alla riduzione dell'ETM (ky) Riduzioni relative di ETP dell'ordine del 30% determinano riduzioni di resa meno che proporzionali sia in radici, sia in saccarosio. D'altra parte, anche studi condotti in Puglia hanno posto il limite di massima convenienza economica intorno al 60-70 % dell'ETM

c) Programmazione irrigua Secondo molti autori, la B. mantiene intatte le sue funzioni vitali (e quindi l'ETM) finché non ha consumato circa il 50% della Riserva utilizzabile contenuta nello strato di terreno interessato dalle radici. Pertanto, la Riserva facilmente utilizzabile (che cotituisce anche il Limite di Intervento), sarà : Rfu = Ru*0.5

La stima dei consumi si può effettuare con approccio agrometeorologico utilizzando i valori della tabella: ETM = Eo*kc All'ETM così calcolata si potrà applicare un coefficiente di riduzione (kd) di 0.6-0.7, per massimizzare la resa economica dell'irrigazione. N.B. In tal caso: ETM = ETP*kc (della tabella) / 0.8

In sintesi si dovrebbe intervenire: Tra semina ed emergenza, se necessario (costituire una riserva ripristinando la CIC in uno strato di 50 cm) Dopo l'eventuale diradamento (ripristino CIC) Nei successivi 30-40 giorni si segue la programmazione applicando alla ETM una riduzione del 30% (kd=0.7) Dopo si restituisce l'intero consumo, senza riduzione. L'irrigazione si sospende 15-20 giorni prima dell'estirpamento nei terreni sciolti e 30-40 giorni nei terreni argillosi (per facilitare le operazioni di raccolta e per evitare una ripresa vegetativa con conseguente retrogradazione)

d) Metodi di distribuzione dell'acqua Aspersione: è il sistema più diffuso. Ampio uso di semoventi ("rotoloni" con irrigatore o con barra trasversale, ranger, pivot). Può generare problemi di crittogame.

Irrigazione localizzata: si sta diffondendo in tutte le sue tipologie (minisprinkler, ali gocciolanti, manichette, ecc.). Preferibile all'aspersione per la maggiore efficienza di distribuzione e per la semplicità di gestione. Inoltre i sistemi a gocciolamento riducono il pericolo di fitopatie.

RACCOLTA Epoca Semine primaverili: a seconda della precocità della marca, gli estirpamenti nel Centro-Nord vanno dalla 2a decade di agosto, sino alla metà di ottobre. Al Sud sono anticipate di 10-15 giorni. Semine autunnali: con le varietà più precoci, le raccolte iniziano già nel mese di luglio. Per la scelta del momento più opportuno occorre trovare il miglior compromesso tra il titolo zuccherino che tende a diminuire ed al peso delle radici che aumenta col progredire della stagione. Attenzione alla retrogradazione.

Operazioni di raccolta Asportazione del verde Defogliazione Scollettamento Estirpamento delle radici. Caricamento (e trasporto) Le macchine operatrici (semoventi o trainate) possono essere: "a cantieri riuniti" se raggruppano tutte le tre operazioni in un solo passaggio. In genere lavorano su 1 o 2 file. "a cantieri separati" se compiono solo 1 o 2 delle operazioni previste (ad esempio: scollettatrici-estirpatrici, estirpatrici-caricatrici). Richiedono più passaggi, ma operano su un maggior numero di file (3, 4 o 6). La scelta è di carattere economico, ma ormai la quasi totalità dei bieticoltori è orientata sui "cantieri riuniti".

Semovente a cantieri riuniti

Rizomania E' un'alterazione complessa di cui sono responsabili 2 agenti: un fungo microscopico (Polimixa betae) che parassitizza il capillizio radicale che, introducendosi nelle cellule dell'epitelio, veicola un virus (Beet necrotic yellow vein virus = Ingiallimento e necrosi nervale della Bietola) che provoca una serie di modificazioni fisiologiche e citologiche che si manifestano con un'abnorme produzione di capillizio e conseguente riduzione della dimensione e del titolo delle radici. La diffusione della malattia è dovuta a cistosori di Polimixa provenienti da piante infette (Chenopodiacee ed alcune Amarantacee). Difesa: Rotazioni lunghe (poco o nulla efficaci) Varietà resistenti.

Virosi Sensibile Tollerante

Cercosporiosi (Cercospora bieticola) E' la principale patologia crittogamica della B. Provoca sulle foglie macchie necrotiche (pustole) di 2-3 mm circondate da un alone bruno-rossastro. Le pustole tendono a unirsi formando macchie sempre più grandi (confluenze). L'appassimento progressivo delle foglie comporta perdite di resa consistenti. L'eventuale emissione di nuove foglie determina retrogradazione del saccarosio.

Forte attacco di cercosporiosi Particolare di pustola Forte attacco di cercosporiosi

Per effettuare il primo trattamento, è consigliabile attendere che siano comparse le prime confluenze su metà delle foglie del 50% delle piante. In seguito si procede secondo i le istruzioni della casa farmaceutica o seguendo i disciplinari di produzione.

Costi ha-1