I principi generali e i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti Relatore: Avv. / RA David Roettgen Partner dello Studio Legale Ambientalex e membro.

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I principi generali e i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti Relatore: Avv. / RA David Roettgen Partner dello Studio Legale Ambientalex e membro della Commissione istruttoria per l’autorizzazione integrata ambientale IPPC di cui all’art. 8 bis del D.Lgs. 152/2006 e smi Genova 6 aprile 2016

La presentazione esprime esclusivamente il parere personale del relatore e non impegna né rappresenta la posizione della Commissione istruttoria per l’autorizzazione integrata ambientale IPPC (art. 8 bis del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.) di cui il relatore è membro

Introduzione Rifiuti

Attenzione del legislatore ante legem Infatti, la Direttiva rifiuti è del 1975 (Direttiva 75/442/CEE) ! Solo l’Atto Unico Europeo 1987 introduce titolo VII Ambiente nel Trattato del 1957 Tutela Ambiente (Maastricht 1992) Sviluppo sostenibile (Amsterdam 1999) Rifiuti a livello UE

Per tipologia: Batterie, Rifiuti biodegradabili, Veicoli a fine vita, Imballaggi, PCB, PVC, Fanghi di depurazione, navi, RAEE, Oli usati, pneumatici, radioattivi (…) Per trattamento: Incenerimento, Discarica, Spedizioni transfrontaliere (…) Rifiuti: quali distinzioni?

Legislazione quadro: 2008/98/CE (Direttiva Rifiuti), 1013/2006/CE (Regolamento di spedizioni transfrontaliere) Legislazione per trattamento: Incenerimento (2000/76/CE), Discarica (1999/31/CE), Riciclo (…) Legislazione per flusso: 2002/95/CE (RAEE), 2000/53/CE (Veicoli fine vita), ecc. Rifiuti: quale legislazione?

Legislazione per tipologia di rifiuto Legislazione per trattamento Legislazione quadro Legislazione rifiuti: una (eccessiva) semplificazione grafica.. ma la realtà è più complessa

Memo 1: Rifiuti ≠ Rifiuti

1975 (Direttiva 75/442/CEE) 1991 (Direttiva 91/156/CEE) 2003: Consultazione “Verso una strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti” 2005: Strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti 2006 (Direttiva 2006/12/CE) 2008 (adozione della Direttiva 2008/98/CE) 20.. Regolamento …/…/CE ??? Legislazione: una lunga storia

La Direttiva sui rifiuti (2008/98/CE) – attività “post closing” / revisione Il processo continuo di «riscrittura» del D.Lgs. 152/06 – Parte Quarta Percorsi paralleli …e non è finita qui!

Memo 2: Rifiuti: molti principi e approcci sono cambiati

Data di entrata in vigore: Gazzetta ufficiale L 312/3 del Termine ultimo per il recepimento negli Stati membri: articoli (2006/12/CE) vs 43 articoli (2008/98/CE) Direttiva 2008/98/CE: dati tecnici

Direttiva 2008/98/CE: Quali obiettivi? Società del riciclo Nozione di rifiuto (sottoprodotto, fine rifiuto) Gerarchia del trattamento dei rifiuti Conservazione & risparmio di risorse naturali / aumentare sicurezza approvvigionamento Responsabilità estesa del produttore

Obiettivo 1: Società del riciclo Azione: creare circoli virtuosi IL CICLO Commercial- izzazione prodotto Consumo prodotto Prodotto diventa rifiuto Raccolta rifiuto Riciclo rifiuto

Obiettivo 2: obiettivi di riciclo Art. 11 Al fine di rispettare gli obiettivi della presente direttiva e tendere verso una società europea del riciclaggio con un alto livello di efficienza delle risorse, gli Stati membri adottano obiettivi di riciclaggio dei rifiuti Azione: individuare flussi prioritari

Obiettivo 3: rispetto gerarchia Prevenzione Riutilizzo Riciclo Altro recupero Smaltimento Azione: improntare sistemi che rispettino la gerarchia del trattamento dei rifiuti

Obiettivo 4: Risparmio risorse naturali Azione: ridurre consumo di risorse naturali / la dipendenza dall’importazione di risorse naturali Sostituire risorse naturali nell’economia e riconoscere i potenziali vantaggi per l’ambiente e la salute umana derivanti dall’utilizzo di rifiuti come risorse

Obiettivo 5: Responsabilità del produttore Concretizzazione della responsabilità estesa del produttore (EPR) Gli Stati membri adottano misure per sostenere una progettazione / produzione dei beni che prendano pienamente in considerazione e facilitino l’utilizzo efficiente delle risorse durante l’intero ciclo di vita, comprendendone la riparazione, il riutilizzo, lo smontaggio e il riciclaggio (p.es. accettazione dei prodotti restituiti & uso multiplo)

Memo 3: Rifiuti: nel risolvere qualsiasi questione, attenersi ai principi guida della Direttiva, recepiti anche nell’ordinamento italiano

La nozione di rifiuto

Nozione di rifiuto Introduzione alla nozione di rifiuto La definizione di rifiuto: quali novità? La definizione di rifiuto: quali conferme? La definizione di rifiuto: quali chiarimenti? Le esclusioni esplicite dell’art. 2 Dir. 2008/98

Nozione di rifiuto Il rifiuto: una sostanza necessariamente solida o liquida, ma non gassosa? Il rifiuto: un oggetto necessariamente mobile? –Texaco Van de Walle –Da “beni mobili” a “sostanze ed oggetti” L’imprecisione dogmatica della Corte di giustizia Il catalogo europeo dei rifiuti

Sottoprodotto / Rifiuto / End-of- waste

La nozione di sottoprodotto

Sottoprodotto (1) Introduzione alla nozione di sottoprodotto La Direttiva 75/442/CEE e s.m.i. Sottoprodotto: il silenzio del legislatore comunitario Sottoprodotto: un quadro conflittuale Sottoprodotto: il disorientamento e l’esigenza di fare chiarezza

Sottoprodotto (2) La nuova direttiva: genesi dell’art. 5 Il punto di vista della Commissione La Comunicazione della Commissione sui sottoprodotti Le posizioni del Consiglio e del Parlamento europeo

Sottoprodotto (3) Art. 5 e la ratio Le 4 «condizioni» per il sottoprodotto –Sostanza o oggetto parte integrante di un processo di produzione non principalmente destinato a produrli –Certezza dell’ulteriore utilizzo –Utilizzo diretto senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale –Legalità dell’ulteriore utilizzo

Sottoprodotto (4) La procedura comunitaria Nodi interpretativi dell’art. 5 Comunicazione della Commissione sui sottoprodotti: quale valenza? Art. 5, comma 2 –Quale quadro di riferimento per l’azione della Commissione? –Quale potere della Commissione? –Legislazione concorrente? –Previsioni di contenzioso Sottoprodotto: esistono altre nozioni implicite nel testo del 152? Reach? Esenzione per «Sottoprodotti, tranne se sono essi stessi importati o immessi sul mercato.”

Sottoprodotto (5) Quali conseguenze per l‘Italia? Necessità di rivedere la definzione attuale di sottoprodotto La definzione di sottoprodotto precedente al 205/2010 era eccessivamente limitativa rispetto a quella comunitaria Il 205/2010 ha riscritto la definzione di sottoprodotto (183 lett. qq) e 184-bis)

Sottoprodotto (6): conclusioni Nozione di sottoprodotto: quale potenziale? Sottoprodotto = prevenzione di rifiuti Gestione dei rifiuti: Riduzione delle quantità di rifiuto generate Processi produttivi: riduzione della quantità di materia prima che occorre acquistare

Sottoprodotto (15): conclusioni Attenzione nel «fidarvi» della giurisprudenza E i decreti del MATTM ex art. 184-bis, c. 2 che fine hanno fatto? Decreto terre e rocce da scavo Decreto sottoprodotti per scopo energetico La Commissione UE sta agendo?

End-of-waste (ex MPS): da dove nasce il concetto?

Fine rifiuto (1) La Direttiva 75/442/CEE e s.m.i. e il silenzio del legislatore comunitario La „coraggiosa“ normativa italiana che da tempo aveva ipotizzato Il meccanismo fine rifiuto End-of-Waste: un quadro conflittuale Art. 6 della nuova Direttiva: introduzione di un meccanismo fine rifiuto La ratio

Motivazione per l’introduzione dell’EoW? –Incoraggiare la produzione di materiali riciclati di alta qualità –Aumentare, grazie a prodotti riciclati di alta qualità, la fiducia dei consumatori –Diminuire gli oneri superflui & facilitare il mercato interno per il commercio di prodotti riciclati di alta qualità EoW presupposto necessario ed essenziale per creare cd. società del recupero/riciclo (premessa 28 ecc., art. 11 della Direttiva) Fine rifiuto (2)

Fine rifiuto (3) La direttiva rifiuti End-of-Waste: l’esigenza di fare chiarezza La proposta della Commissione Le posizioni del Parlamento europeo e del Consiglio L’odierno art. 6

Legislazione concorrente –La procedura comunitaria –La procedura nazionale “Criteri specifici” per l’EoW Le “condizioni” per l’EoW - Utilizzo comune per scopi specifici - Esistenza di un mercato/di una domanda - Corrispondenza a determinati standard tecnici e merceologici - Impatto complessivamente non negativo sull'ambiente o sulla salute umana. Candidati per l’EoW Fine rifiuto (4)

Fine rifiuto (5) Nozione di EoW: quale potenziale? –Gestione dei rifiuti: gestione dei prodotti di fine vita (p.es. PFU) –Produzione di materiali riciclati di alta qualità –Risparmio di materie prime Conclusione: l’end of waste = elemento essenziale per raggiungere gli obiettivi della Direttiva 2008/98/CE

End-of-waste in Italia

I decreti ex art. 184-ter, comma 2 (ad oggi solo DM 22/2013) - «prima via» Il DM 5 feb. 98 ecc. - «seconda via» La «terza via» e la «quarta via» per giungere alla fine rifiuto ossia: –Materie prime seconde ex art. 9-bis L. 30 dicembre 2008, n. 210 –Accordi di programma E le MPS all’origine? Dragaggio (art. 184-quater) Fine rifiuto

EoW tramite regolamenti UE

Grazie per la Vs. attenzione! Milano – Firenze – Roma Avv. / RA David Roettgen Cell