UMANESIMO e RINASCIMENTO
La situazione politica (studia paragrafo 1 pp. 4-8) Tramontano le istituzioni universali dell’Impero e del Papato Monarchie centralizzate in Europa (Francia, Spagna, Inghilterra) Stati regionali in Italia e frammentazione politica (Milano, Venezia, Firenze, Stato della Chiesa, Regno di Napoli). L’ Italia, facile preda di conquista, cadrà in gran parte sotto il dominio spagnolo ed inizierà un lungo periodo di decadenza
Situazione geopolitica italiana definita con la pace di Lodi (1454) L’istituzione repubblicana resiste nell’area toscana e nelle antiche città marinare di Genova e Venezia La maggior parte dei Comuni si sono evoluti in Signorie e principati Il centro è sottoposto al controllo della Chiesa Il sud e le isole sono governati dalla dinastia aragonese (succeduta a quella angioina nel Regno di Napoli)
La situazione economica Civiltà urbana (fiorisce prima in Italia centrale e settentrionale, poi in Europa) Economia aperta in contrapposizione all’economia chiusa del Medioevo Sviluppo economico mercantile e monetario ad opera di un ceto borghese attivo ed industrioso Nuova aristocrazia urbana commerciale e finanziaria (non più militare e cavalleresca come nel Medioevo)
La rinascita culturale dell’Europa Tra la metà o la fine del Trecento e tutto il Cinquecento l’Europa vive un periodo relativamente pacifico Sviluppo dei commerci Rafforzamento della borghesia Maggior benessere
Concezione della vita Ottimismo Atteggiamento attivo e operoso Ricerca della felicità sulla terra Rottura con la mentalità medievale Dignità e centralità dell’uomo Sviluppo di un universo culturale che rispecchia le esigenze di una nuova società, il mondo classico diviene modello di valori, di forme, di stile
Libertà e dignità dell’uomo «[...] Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.- [...] Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. [...] se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima celesta, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio, [...]. » Giovanni Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate Leggere il documento completo nella pagina del docente Confrontarlo con il T4 a p. 46 (Giannozzo Manetti) e il T5 a p. 51 (Marsilio Ficino) sui seguenti temi: antropocentrismo, rapporto uomo-Dio, concezione della natura: rapporto fra uomo-natura, uomo e arte.
UMANESIMO RINASCIMENTO Movimento intellettuale manifestatosi principalmente in Italia nel Quattrocento caratterizzato dall’interesse per l’antichità e dalla riscoperta dei classici. È la cultura che sfocerà nella civiltà rinascimentale. Età storica che vede il consolidamento della nuova civiltà umanistica, del trionfo del classicismo e della cultura cortigiana, nella piena maturità espressiva delle lettere e delle arti. ‘Umanesimo’ sottolinea in modo particolare gli aspetti ideologici e culturali, ‘Rinascimento’ si riferisce alle manifestazioni artistiche, ai fenomeni di costume, alla civiltà nel suo complesso.
I caratteri dell’Umanesimo nuova cultura che fiorisce nelle città italiane del Quattrocento Anticipato dalla svolta culturale del Trecento rappresentata da Petrarca, Boccaccio, Giotto: maggiore attenzione alla vita concreta dell’uomo Riscoperta e studio delle HUMANAE LITTERAE, cioè degli scritti filosofici, letterari e politici dell’antichità classica: nascita della filologia Valorizzazione dell’UOMO, posto al centro del mondo: protagonista della storia signore della natura Sviluppo di una cultura laica, autonoma dalla religione: la Bibbia contiene le verità attinenti alla sfera religiosa la conoscenza delle cose terrene va ricercata nell’osservazione diretta della natura Interesse per gli autori greci e latini
Il Rinascimento Gli umanisti giudicavano il Medioevo come un’età oscura, dominata dalla barbarie e dall’ignoranza, e consideravano gli autori classici greci e latini come modelli cui ispirarsi per far rinascere le arti. Per questo chiamarono la loro epoca Rinascimento. Fu un periodo ricco di importanti conquiste in tutti i settori del pensiero umano: arte, letteratura, scienza, tecnica, politica. Durò all’incirca fino alla metà del Cinquecento, quando il Concilio di Trento (1545) apre l’età della Controriforma e la pace di Cateau-Cambrésis (1559) dà avvio al dominio spagnolo in Italia. L’Italia fu il centro della nuova cultura. Principi e papi, divennero i maggiori mecenati finanziando opere d’arte e sostenendo studiosi e letterati per dare prestigio alla propria corte. Dall’Italia la cultura rinascimentale si diffuse rapidamente in tutta Europa.
UMANESIMO CIVILE (p.12,20) UMANESIMO CORTIGIANO (p.12, 13, 21) Per quanto riguarda il panorama italiano si possono distinguere due momenti dell’Umanesimo: nella prima metà del secolo, soprattutto a Venezia e a Firenze dove persistono le istituzioni repubblicane, si diffonde un Umanesimo civile, espressione dell’alta borghesia cittadina che detiene il potere e promuove la diffusione degli ideali di rinnovamento culturale. Ne furono massimi esponenti proprio i cancellieri della repubblica: Coluccio Salutati, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Giannozzo Manetti. UMANESIMO CIVILE (p.12,20) Prevalgono gli interessi umanistici nel senso stretto della parola: il latino diventa la lingua letteraria dominante, lo studio delle opere antiche e l’interesse filologico hanno il sopravvento sull’attività creativa. UMANESIMO CORTIGIANO (p.12, 13, 21) A Firenze, dal 1469 al 1492 (età di Lorenzo il Magnifico) e nelle altre corti d’Italia (Milano, Ferrara, Mantova, Roma, Napoli) si diffonde quello che viene definito Umanesimo cortigiano, promosso dal signore ed espressione del suo mecenatismo: gli intellettuali provengono per lo più dalla nobiltà cittadina e dalle famiglie mercantili e vivono in una condizione necessariamente subordinata nei confronti del potere. Signori e principi accolsero letterati ed artisti, mossi da amore per la cultura e l’arte, ma anche perché questi intellettuali dessero lustro alla loro corte legittimando il loro potere. L’intellettuale ‘cortigiano’ è al servizio di un principe/signore, in cambio di protezione e sostentamento perde la libertà ideologica, ma al tempo stesso diventa un professionista dedicandosi solo all’attività artistica. In questo periodo si ha una rinascita del volgare.
Latino – volgare (studia paragrafo 6 a p.25) Dopo l’affermazione del volgare nel Trecento, all’inizio del Quattrocento si assiste ad una inversione di tendenza: il culto umanistico dei classici, e l’esigenza di studiarli nella loro fisionomia e verità linguistica, spingono gli umanisti ad esprimersi esclusivamente in latino. Si ridà vita a generi classici come l’orazione, l’epistola, il dialogo, ma si continuano a coltivare anche i generi poetici. Modello per eccellenza della prosa umanistica è Cicerone, mentre per la poesia si guarda ai poeti augustei: Virgilio, Orazio, Tibullo, Ovidio. Verso la metà del secolo il volgare comincia a riprendere piede come lingua della cultura. La ripresa letteraria del volgare si ha prima a Firenze, anche perché i modelli consacrati sono oramai Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa. La ripresa del volgare è accompagnata anche dal ritorno a generi consolidati, come la lirica amorosa di ascendenza petrarchesca (si assiste al fenomeno del ‘petrarchismo’) , la materia cavalleresca e la novella boccacciana.
Si chiamano ‘studi di umanità’ perché formano l’uomo completo (Leonardo Bruni) Si coniugano alle virtù tipiche della borghesia produttiva, promosse in particolar modo dall’umanista fiorentino Leon Battista Alberti: Operosità Frugalità Attenzione agli investimenti produttivi Conservazione del patrimonio familiare L’uomo e la società che ha costruito Le forme di organizzazione che ha creato I valori che regolano la convivenza civile e politica: Famiglia Stato Amicizia Cultura Regole economiche Leggere i documenti 1,2,3 in fotocopia: Leonardo Bruni, Gli studia humanitatis (Epistulae, Libro VI) Poggio Bracciolini, La scoperta dell’Institutio oratoria (Epistolario III) Lorenzo Valla, Elegantiae linguae latinae (Prefazione ai sei libri delle Eleganze)
Umanesimo e Rinascimento L’uomo è visto come capace di dominare la natura e di dialogare con il divino CENTRALITA’ DELL’UOMO San Girolamo, di Antonello da Messina, rappresenta l’ideale umanistico dello studioso
Laicizzazione della cultura Humanae litterae Filologia Antropocentrismo individualismo Naturalismo edonismo Laicizzazione della cultura Senso della storia Concetti Chiave dell’UMANESIMO studia bene il paragrafo 4 pp. 13-21
Le istituzioni culturali del Quattrocento (studia il paragrafo 2 a pp Cancelleria della Repubblica di Firenze Corte Accademia e cenacoli Istituzioni scolastiche Botteghe di artigiani e stampatori Biblioteche
Geografia dell’umanesimo Venezia: Stampa, pittura, Biblioteca Marciana Ferrara: letteratura cavalleresca Urbino: “città in forma di palazzo” Firenze: brigata laurenziana, Accademia platonica Roma: Biblioteca Vaticana, rinascita monumentale Napoli: rinascita artistica e poetica sostenuta dagli Aragonesi
I generi della letteratura umanistica Epistola: collega i vari umanisti e cenacoli a dar conto dei risultati delle ricerche filologiche e dei viaggi compiuti a questo scopo; è genere flessibile: può oscillare dai toni colloquiali a quelli seri della trattatistica morale e filosofica Orazione: come ogni discorso pubblico mira alla persuasione sostenendo una tesi precisa, il modello è Cicerone; l’orazione più famosa del Quattrocento è scritta da Giovanni Pico della Mirandola, De hominis dignitate Dialogo: come l’epistola, esprime un nuovo modo di concepire la verità, non come qualcosa di prestabilito, anzi il dialogo riflette la consuetudine alla discussione e ai dibattiti che avvenivano nei cenacoli. Dialoghi in latino: Dialogi ad Petrum Paolum Histrum di Leonardo Bruni. Dialoghi in volgare: Della famiglia di Leon Battista Alberti (il volgare può ‘giovare a molti’ e non solo ‘piacere a pochi’) Trattato: il trattato ha una struttura argomentativa rivolta a sostenere una verità di ordine intellettuale, morale o scientifico. Giannozzo Manetti, De dignitate et excellentia hominis (1451-52); Lorenzo Valla, De falso credita et ementita Constantini donatione (1440)
La letteratura dell’Umanesimo Lorenzo il magnifico (sale al potere nel 1469- muore nel 1492): Nencia di Barberino, Commento ad alcuni sonetti d’amore, Canzona di Bacco (1490) Angelo Poliziano (1454-1494): scrive la Fabula di Orfeo (1480) nel periodo in cui era a Mantova presso i Gonzaga; Stanze per la giostra Luigi Pulci (1432-1484): Morgante FIRENZE comunale - Cancelleria della repubblica: Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, Leonardo Bruni FIRENZE medicea- Corte di Lorenzo il Magnifico: Accademia platonica: Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, FERRARA – marchesi, poi duchi, d’Este: scuola di Guarino Veronese; università centro di studi filosofici, scientifici, astrologici (fu frequentata anche da Nicolò Copernico) Matteo Maria Boiardo (1441-1494): scrive gli Amorum libri tres , quindi l’Orlando innamorato quando va a risiedere a Ferrara presso Ercole d’Este. In pieno Rinascimento il poema cavalleresco troverà la sua massima espressione a Ferrara con Ludovico Ariosto (1474-1533) che continuerà la materia di Boiardo scrivendo l’Orlando Furioso NAPOLI – Regno degli Aragonesi: letteratura in latino: Panormita (Antonio Beccadelli a cui si deve la fondazione dell’Accademia Antoniana) e Giovanni Pontano; letteratura in volgare con Jacopo Sannazzaro Jacopo Sannazzaro introduce la novità del romanzo pastorale scrivendo l’Arcadia, opera destinata a larga e lunga fortuna in tutta Europa
Firenze e la Toscana furono la culla del Rinascimento. Dal 1492, con la morte di Lorenzo il Magnifico, Roma divenne la capitale del Rinascimento trionfante.
La rinascita delle arti Filippo Brunelleschi (1377-1446): dà inizio all’architettura rinascimentale completando la costruzione dell’immensa cupola di S. Maria del Fiore a Firenze, sospesa dalla fine del Duecento per l’impossibilità di risolvere problemi di ordine tecnico Michelangelo Buonarroti (1475-1564): cupola di S. Pietro a Roma Andrea Palladio (1508-1580): ville per le grandi famiglie venete ARCHITETTURA forme semplici (cubi, parallelepipedi, cerchi, sfere) ricavate dagli esempi classici ricerca delle proporzioni tra altezza, larghezza, profondità PITTURA volume alla figura umana, rappresentata nelle sue dimensioni reali naturalezza dei movimenti e intensità espressiva dei volti Raffaello Sanzio (1483-1520): affreschi nelle Stanze Vaticane Leonardo da Vinci (1452-1519): «La Gioconda», «La Vergine delle rocce» Michelangelo (1508-1580): «Storie della Genesi» e «Giudizio Universale» nella Cappella Sistina SCULTURA interesse per l’uomo e per le forme del corpo ricerca di verosimiglianza, eleganza e armonia Donatello (1386-1466) Michelangelo: «David» a Firenze, «Pietà» nella Basilica di S. Pietro a Roma
La rinascita delle arti L’arte italiana raggiunse livelli elevatissimi. Tra XV e XVI secolo i più illustri architetti e artisti furono chiamati ad abbellire le corti di principi e papi, le città, le residenze delle grandi famiglie. Si iniziò a distinguere la figura dell’architetto, incaricato del progetto per la costruzione di un edifico, dal capomastro, semplice direttore dei lavori. La pittura venne profondamente rinnovata dall’introduzione della prospettiva, un sistema di regole geometriche che consentono di rappresentare su una superficie piana un’immagine a tre dimensioni: abbandono dello spazio irreale del Medioevo per inserire le figure in uno spazio reale e certo, uno spazio fatto per l’uomo. I personaggi sacri vennero umanizzati e diventarono lo strumento per affermare una visione dell’arte fondata sulla bellezza dei corpi, sulla naturalezza degli atteggiamenti. Piero della Francesca, «La flagellazione di Cristo» Donato Bramante, «Cristo alla colonna»
Il progresso delle scienze L’interesse per l’uomo e per la natura, l’abbandono di una visione esclusivamente religiosa del sapere consentirono nuove acquisizioni in tutte le scienze. Gli studi degli umanisti si basavano sull’osservazione diretta della natura per scoprirne i meccanismi e le leggi. Si affermò un forte intreccio tra arte e scienza: lo studio dell’anatomia umana venne applicato al disegno delle figure le scienze matematiche e geometriche furono utilizzate nella progettazione architettonica. Nel 1543 Niccolò Copernico pubblicò Le rivoluzioni dei corpi celesti in cui dimostrò che era la Terra a girare intorno al Sole. Grazie alla dissezione dei cadaveri venne studiato il funzionamento dei vari organi del corpo umano.
Leonardo(1452-1519): un genio universale Genio irrequieto (pittore, scultore, ingegnere, idraulico, anatomista, studioso di geologia, di matematica, nonché scrittore), fu il più importante rappresentante di quell’umanesimo scientifico che poi sfocerà nella rivoluzione scientifica del Seicento Grande sperimentatore di nuove tecniche pittoriche, concepì la pittura come una conoscenza vera e propria: l’arte doveva essere in grado di riprodurre le bellezze della natura, studiata e rappresentata anche nei dettagli più segreti per questo la pittura non poteva essere separata dalla scienza e soprattutto dalla filosofia. Chiamato nelle principali corti italiane ed europee, realizzò sistemi di sfruttamento delle acque, progettò macchine da guerra e sistemi difensivi. Osservando gli uccelli, studiò la possibilità di far volare l’uomo «La Vergine delle Rocce»
Leonardo «omo sanza lettere» ma studioso della natura e dell’esperienza «So bene che, per non essere io letterato, che alcuno prosuntuoso gli parrà ragionevolmente potermi biasimare coll’allegare io essere omo sanza lettere. Gente stolta! Non sanno questi tali ch’io potrei, sì come Mario rispose contro a’ patrizi romani, io sì rispondere, dicendo: «Quelli che dall’altrui fatiche se medesimi fanno ornati, le mie a me medesimo non vogliono concedere». Or non sanno questi che le mie cose son più da esser tratte dalla sperienza, che d’altrui parola, la quale fu maestra di chi bene scrisse, e così per maestra la piglio e quella in tutti i casi allegherò». In questo appunto Leonardo accetta la definizione di «omo sanza lettere» che qualche cortigiano aveva dato di lui, che conosceva assai poco il latino e il greco e usava solo il volgare. Ribatte che, se è un illetterato, sa seguire però l’insegnamento della natura e imparare dall’esperienza scientifica della realtà. È qui implicita anche una vena polemica antiumanistica. La conoscenza del latino non gli era necessaria perché, come Leonardo stesso diceva, il volgare riesce a esprimere ogni concetto e il vero problema sta nell’individuazione della verità di ciò di cui si parla: «Io ho tanti vocaboli nella mia lingua materna, ch’i’ m’ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali bene esprimere il concetto della mente mia». È però paradossale che un illetterato, a cui si rinfaccia l’ignoranza della cultura classica – fondamento dell’Umanesimo – si difenda dall’accusa iniziando proprio con la citazione di una risposta di Caio Mario ai patrizi romani.
Machiavelli (1469-1527): il fondatore della scienza politica L’attenzione alle attività umane e la formazione degli Stati regionali stimolò particolarmente la riflessione sulla storia e sulla politica. Fondamentale fu l’opera Il Principe del fiorentino Niccolò Machiavelli (1469-1527). L’autore vi descrive il concreto funzionamento della politica applicando alla sua analisi lo stesso metodo dell’osservazione diretta utilizzata dagli altri studiosi nello campo della natura: il Principe deve governare senza essere condizionato da norme morali o religiose la politica, cioè l’arte di governare, ha come unico obiettivo la conservazione dello Stato.
La rivoluzione della stampa a caratteri mobili 1455: Johann Gutenberg, orafo tedesco di Magonza, stampò il primo libro per intero, la Bibbia. La sua invenzione si affermò con rapidità ed ebbe un ruolo decisivo nel favorire la diffusione dell’Umanesimo. IL PROCEDIMENTO Composizione di una pagina allineando cubetti di metallo su ciascuno dei quali era modellata a rilievo e alla rovescia una lettera dell’alfabeto. Stesura dell’inchiostro sui caratteri e stampa della pagina appoggiando un foglio bianco sottoposto a una pressatura meccanica. Con la stampa a caratteri mobili divenne possibile riprodurre tutte le copie volute della stessa pagina. I tempi e i costi per la realizzazione dei libri si ridussero notevolmente rispetto alla copiatura a mano.
La tipografia L’ambiente di lavoro dello stampatore era ben diverso dal silenzioso studiolo degli amanuensi. La mano e la penna dei copisti furono sostituite dal torchio a vite. Molti stampatori seppero fare delle loro tipografie dei centri di ritrovo culturale, come la bottega del veneziano Aldo Manuzio frequentata dai più illustri intellettuali d’Europa.
Medioevo e Rinascimento L’uomo è considerato solo uno degli elementi della creazione, allo stesso livello delle altre realtà naturali. Viene affermata la centralità dell’uomo, al quale Dio stesso ha concesso la libertà e il talento per essere signore del mondo. Si esalta la vita contemplativa interamente dedicata alla preghiera. L’ideale è il monaco che ha abbandonato il mondo. Si esalta il valore della vita attiva e l’autonomia delle cose terrene. L’uomo può raggiungere la salvezza eterna anche impegnandosi nel mondo. La conoscenza è interamente contenuta nella Bibbia. La conoscenza è frutto dell’osservazione diretta della natura. La cultura è subordinata alla religione e controllata dalla Chiesa. Gli ecclesiastici sono praticamente i soli a saper leggere e scrivere. La cultura si svincola dall’autorità della Chiesa. La sua diffusione passa per le università, le accademie e le corti. L’intellettuale cessa di essere un ecclesiastico.