Le avventure di Snaschi due
Durante uno dei suoi tanti viaggi, il professor Snaschi, per riposare, si fermò in riva ad uno stagno.
Lo stagno era molto frequentato. Tutti i pomeriggi gli animali che abitavano lì intorno, disposti in processione, andavano a chiedere, ad un ranocchio, consigli su cose diverse, certi di trovare rimedi ai loro problemi.
E così era. Quel ranocchio riusciva sempre, distribuendo saggi pensieri, a sanare ogni perplessità, paura, o dolore. Era un ranocchio molto speciale. Un buon psicanalista, visto che aveva letto moltissimi libri, si era impossessato dell’esperienza di chi li aveva scritti, ma innanzi tutto era sempre disponibile all’ascolto di tutti coloro che gli chiedevano un consiglio.
Snaschi, stupito, si chiese da dove arrivavano tutti quei “manuali della felicità”, finchè la sua curiosità fu esaudita. Il ranocchio aveva una fidanzata che non era la solita rana bensì, una gazza ladra. La gazza l’adorava e per premiarlo della serenità che sentiva nel suo petto da quando lo conosceva, Ogni volta che stavano insieme, gli portava qualcosa da leggere.
Il ranocchio aveva collezioni di libri e per questo aveva pregato addirittura un picchio,vicino di casa, di scavare per lui, nel tronco degli alberi, diverse librerie.
Il professor Snaschi non riuscì a credere ai suoi occhi, quando le scoprì. Erano bellissime. Provviste proprio di tutto. I libri erano in ordine, divisi per sezioni: sezione saggistica, sezione scientifica, ecc… ecc…
Così suggestionato dall’enorme cultura ed umanità che doveva avere quel piccolo ranocchio, decise di andare a fare la sua conoscenza. Allora uscì allo scoperto e si presentò al suo cospetto. Il ranocchio si era già sentito osservato da tempo ed in più il picchio, suo amico, gli aveva già raccontato delle visite di Snaschi alle numerose librerie.
Quindi lo fece accomodare su di un soffice cuscino d’erba e si mise a fissarlo in attesa che lui parlasse. Ma Snaschi restò muto a fissarlo,anche lui. Così i due stettero in silenzio per un po’. Poi il ranocchio esordì:” a cosa devo questa sua visita?”… Sapendo già che Snaschi era lì per curiosare e senza un problema vero da sottoporgli.
Snaschi, per la prima volta nella vita, malgrado i suoi numerosi viaggi e la sua enorme esperienza, non sapendo cosa rispondere, raccolse un fiore sul prato e glielo porse. Il ranocchio lo ringraziò per quel suo gesto affettuoso e lo contraccambiò regalandogli un mappamondo in miniatura che aveva costruito con le sue mani.
C’era proprio tutto in così poco spazio, pure la magia di quei luoghi in cui era approdato. Il ranocchio aveva dipinto il mappamondo con i colori del cuore, eppur non avendo affatto viaggiato, perché sprovvisto di navicella spaziale, aveva visto proprio tutto, come a volte accade nei sogni. “Non si meravigli” gli disse “Io ho viaggiato molto con la mia fantasia, così da poter apprezzare il riposo della mia casa nello stagno”.
“ Non solo sono andato dall’Antartide, dalla terra di Maud, all’arcipelago di Parry, nel Mar Glaciale Artico, ma sono stato spesso anche sulla luna”.
Intanto si era fatto buio, ed uno spicchio di luna illuminava la terra. “ Lassù “ soggiunse il ranocchio, “Guardì lassù”…. Snaschi voltò lo sguardo alla luna e immaginò il ranocchio disteso sul lembo inferiore quasi come cavalcasse all’incontrario. Aveva un libro in mano, proprio il libro del “Gattone a Manhattan” ed era a penzoloni sulla luna. In bocca aveva lo stelo del fiore che poco prima aveva avuto da lui in dono, e con lo sguardo ammirava una stellina legata, come un palloncino, all’altra sua mano.
“Riesci a vedermi?”…. “Sì, la vedo”.
Rispose Snaschi mentre pensava alla sua navicella e a tutti coloro che aveva portato in giro con lui aiutandoli a ritrovare i loro sogni. Pensò al ranocchio che aveva davanti a sé e a tratti sulla luna. E riconobbe in lui la stessa sua grande capacità di fantasticare e di vivere leggero come un soffio di vento. Un soffio di vento impalpabile, che accarezza tutto.
S Sia lui, sia il ranocchio, erano così fortunati. Avevano la possibilità di aiutare gli altri a non esaurire la loro fantasia, a recuperare il coraggio, per continuare ad inseguire… speranze.
Ora giochiamo tutti insieme…