LE ILLUSIONI OTTICHE L’ANAMORFISMO
L’ANAMORFISMO L'anamorfismo è un effetto di illusione ottica per cui una immagine viene proiettata sul piano in modo distorto, così che il soggetto originale è riconoscibile solamente guardando l'immagine da una posizione precisa (anamorfosi: dal greco ἀναμόρϕωσις, composto di ana- e mórfosis= forma ricostruita). Il soggetto originale può essere una figura piana oppure un oggetto tridimensionale. In alcuni casi la visione è possibile utilizzando uno specchio curvo o cilindrico. Immagine del ‘600
L’ANAMORFISMO Immagine anamorfica cilindrica riflessa su specchio convesso
L’ANAMORFISMO Il termine anamorfosi, dal greco ana (all'indietro, ritorno verso) e morphe (forma), compare per la prima volta nel trattato "Magia Universalis naturae et artis", pubblicato da Gaspard Schott tra il 1657 e il 1659 a Wurtzburg. In questo trattato vi è un capitolo intitolato: "De Magia Anamorphotica, sive de arcana imaginum deformatione ac reformatione ex optices atque Catoptrices". Esso sta ad indicare un particolare tipo di immagine prospettica ottenuta per proiezione su un piano fortemente inclinato rispetto all'osservatore. Ciò causa una deformazione dell'immagine tanto più evidente quanto maggiore è l'inclinazione del quadro e quanto minore è la distanza del punto di vista contenente il quadro stesso. Ne consegue che le immagini anamorfiche risultano comprensibili solo se si pone l'occhio nel punto di vista esatto dove la deformazione scompare per lasciare il posto ad una immagine perfettamente chiara e proporzionalmente esatta, nonché dotata di una forte carica illusiva.
L’ANAMORFISMO A partire dal Rinascimento diversi pittori hanno fatto uso dell'anamorfismo per nascondere significati alternativi in un'opera. Leonardo da Vinci ha tracciato in alcuni suoi appunti diversi esempi di figure anamorfiche. Nella parte inferiore del dipinto Gli ambasciatori di Hans Holbein il Giovane è visibile una strana figura. Osservando il quadro da destra tenendo la testa vicina al piano, si può chiaramente vedere che la figura anamorfizzata è un teschio.
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Gli ambasciatori (1533) di Hans Holbein il Giovane
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Michel Parré - I cavalieri (1975)
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Immagine anamorfica Ricomposizione dell’immagine anamorfica
L’ANAMORFISMO La tecnica è tuttora usata nel cinema, nel teatro e nel settore pubblicitario. Nella tecnica cinematografica CinemaScope (sistema di cinematografia su grande schermo che si serve di obiettivo anamorfico), l'anamorfismo è utilizzato per riprendere un formato di schermo con rapporto base/altezza differente da quello della pellicola. Speciali lenti (lenti anamorfiche) comprimono l'immagine lateralmente (compressione anamorfica) al momento della ripresa e la riespandono durante la proiezione. Alcuni artisti contemporanei, tra cui l'inglese Julian Beever, si sono specializzati nel dipingere su pareti di edifici o marciapiedi opere anamorfiche tali che i passanti percepiscano cavità o oggetti tridimensionali che in realtà non esistono.
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Immagini anamorfiche di Julian Beever
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Immagini anamorfiche di Julian Beever
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Immagini anamorfiche di Julian Beever
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Immagini anamorfiche di Julian Beever
L’ANAMORFISMO Anamorfosi piane Immagini anamorfiche di Julian Beever
Anamorfosi cilindriche L’ANAMORFISMO Anamorfosi cilindriche Coppia di amanti, anamorfosi cinese, XVII secolo
Anamorfosi cilindriche L’ANAMORFISMO Anamorfosi cilindriche Ritratto di Carlo II, scuola inglese, dopo il 1660
Anamorfosi cilindriche L’ANAMORFISMO Anamorfosi cilindriche Cristo morto, scuola fiamminga, XVIII secolo
Scena campestre, XVIII secolo L’ANAMORFISMO Anamorfosi coniche Scena campestre, XVIII secolo
Scena con asino e donna, XVIII secolo L’ANAMORFISMO Anamorfosi coniche Scena con asino e donna, XVIII secolo
L’ANAMORFISMO Anamorfosi coniche Teschio, XVIII secolo