Cooperative learning.

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Transcript della presentazione:

Cooperative learning

Il modello tradizionale trasmissivo dell'informazione: apprendere significa essere in grado di conquistare conoscenze e capacità oggettivamente misurabili modello comunicativo-dialogico, sociale e culturale: l’apprendere è incentrato maggiormente sulla volontà del soggetto di percorrere un itinerario “personalizzato” del sapere e impegnarsi in percorsi di creazione ed elaborazione congiunta di significati.

Un ambiente che consenta dinamiche interattive fra membri del gruppo, i quali contribuiscono all’incremento della conoscenza di tutti, favorisce un processo di apprendimento collaborativo nel senso che si basa sulla condivisione di esperienze, individuazione di pratiche negoziate e aiuto reciproco.

L’apprendimento collaborativo consiste sostanzialmente nel lavoro di gruppo per arrivare ad un fine comune e può essere visto come superamento della visione comportamentista che considera l’apprendimento come attività sostanzialmente individuale.

Vygotskiy sostiene che lo sviluppo cognitivo è un processo sociale e la capacità di ragionare aumenta nell’interazione con i propri pari e con persone maggiormente esperte.

La conversazione, il confronto, il dibattito e la discussione tra studenti, pari, colleghi, esperti o docenti consentono un apprendimento significativo, una comprensione profonda e un aiuto a sviluppare strategie di problem solving, a prendere in considerazione opinioni diverse, esplicitando agli altri le proprie al fine di costruire insieme la conoscenza.

L’apprendimento collaborativo rafforza i processi cognitivi-metacognitivi, la motivazione, l’autostima, e sostiene la presenza di molteplici zone di sviluppo prossimale capaci di arricchire la comunità stessa.

OPERATIVITA’ DEL GRUPPO Fasi Componente emotiva Componente logica interesse comune reazione d’allarme ricerca all’adattabilità partecipazione   adattamento interpersonale compromesso all’adattamento cooperazione frustrazione da contrasti comprensione interpersonale integrazione isolamento, eliminazione sintesi d’idee collettive

Obiettivi Favorire la crescita personale Conoscersi Verificare le attese Legittimare l’accettazione del rischio Imparare dal confronto Sviluppare la consapevolezza delle dinamiche Integrare i modelli cognitivi Sperimentare l’espressione del Sé Pianificare l’espressione dei contenuti di apprendimento

Sviluppare la coesione di gruppo Conoscersi Verificare le attese Imparare dal confronto Sviluppare per la consapevolezza delle dinamiche Competitività Collaborazione Pianificare l’applicazione dei contenuti di apprendimento

Nella pratica il lavoro collaborativo, a seconda delle esigenze e dei problemi, alterna momenti di stretta e intensa collaborazione a momenti di lavoro autonomo. Gli esperti hanno suddiviso le strategie didattiche in tre specifiche categorie: strategia parallela, strategia sequenziale e strategia della reciprocità.

Queste strategie non si escludono a vicenda, ma di solito si alternano a seconda delle circostanze o delle esigenze nelle attività di gruppo. La strategia parallela prevede che ogni componente del gruppo lavori in autonomia su una parte specifica del prodotto complessivo.

Nella strategia sequenziale ogni componente del gruppo, a turno, agisce sul semilavorato apportandovi il proprio contributo. Il lavoro complessivo viene suddiviso in attività che si susseguono in fasi collegate tra loro; ogni fase completata rappresenta il punto di partenza o la risorsa di ingresso della fase successiva.

Adottando la strategia di reciprocità i componenti del gruppo lavorano in regime di forte interdipendenza su ognuna delle parti del prodotto complessivo.

Per favorire la componente cooperativa, il docente in genere deve assumere il ruolo di moderatore, essere in grado cioè stimolare la discussione con domande che prevedano una risposta aperta e che inducano gli studenti a pensare in modo creativo

L’attribuzione di un ruolo ad uno studente è di fondamentale importanza: in questo modo infatti si dà piena attuazione alla sua autonomia, cioè lo si autorizza a prendere delle decisioni, a valutare e a controllare.

La rotazione dei ruoli oltre a prevenire rigide strutture all’interno del gruppo e a permettere che gli individui utilizzino e sviluppino competenze differenti, ha l’importante compito di combattere potenziali pregiudizi associati ai ruoli

Ruoli potenziali: 1. Moderatore del gruppo 2. RELATORE 3. MEMORIA 4. Orientato al COMPITO 5. OSSERVATORE

1. Moderatore del gruppo: è il responsabile del clima relazionale interno al gruppo. Deve assicurarsi che ogni voce del gruppo venga sentita e deve fare in modo che il gruppo focalizzi la sua attenzione intorno al compito da eseguire, senza divagazioni. · SOSTIENE con la relazione tutti i partecipanti · Si accerta che tutti abbiano compreso il contenuto · Fa sì che TUTTI siano partecipi senza che lo sentano come imposizione · Fa sì che i contributi di tutti siano EQUILIBRATI nel tempo e nel modo · Fa sì che i partecipanti SI RICONOSCANO nel processo e nella produzione di gruppo · SDRAMMATIZZA eventuali conflitti · Cerca di mantenere alta la motivazione e il morale del gruppo · RIATTIVA i momenti di stasi · Rinforza positivamente i membri del gruppo · Alla fine verificare che ogni componente del gruppo è in grado di giungere in maniera autonoma alla soluzione

Difficoltà/ Capacità legate al ruolo: · Lo stimolare positivamente i componenti del gruppo, · Il capire in anticipo il formarsi di eventuali contrasti e prevenirli · Il sentirsi parte del gruppo e analizzare le dinamiche del gruppo · Il saper riconoscere ed equilibrare i contributi di ogni membro del gruppo · La gestione delle persone per portare a termine un obiettivo comune.

2. RELATORE: è il portavoce del gruppo, ha il compito di interagire in nome del gruppo con l’esterno. E’ colui che illustra il risultato del gruppo al momento della presentazione. · COLLABORA con la MEMORIA nel perfezionare la versione DEFINITIVA e SCRITTA del prodotto del lavoro di gruppo · Svolge la RELAZIONE orale nella DISCUSSIONE PLENARIA Difficoltà/Capacità legate al ruolo: · esprimere le idee del gruppo, · Parlare di fronte ad un pubblico, · Essere in grado di fronteggiare domande improvvise, nel rispetto delle idee del gruppo. · Usare un linguaggio descrittivo; · decidere cosa è importante; · cercare dettagli; · sintetizzare; · Saper comunicare contenuti.

3. MEMORIA: ha il compito di scrivere quando il gruppo arriva a condividere un risultato, compilando e organizzando graficamente ciò che il gruppo decide. · Durante la sistemazione degli argomenti fa sì che essi risultino EVIDENTI al gruppo: RIPETE le decisioni, CHIEDE conferme, SCRIVE ciò che viene condiviso. · Alla fine del processo PERFEZIONA la versione definitiva del prodotto finale (RELAZIONE), d’accordo con il gruppo ed in particolare con il “relatore”. Difficoltà/ Capacità: · sintetizzare ciò viene concluso dal gruppo, · saper riconoscere i contributi derivanti da ogni membro del gruppo.

4. Orientato al COMPITO: deve fare in modo che il gruppo raggiunga il miglior risultato possibile rispetto al compito disciplinare che viene assegnato. Tiene inoltre traccia del tempo a disposizione e vigila che il gruppo non divaghi da ciò richiesto dal compito. · Scrive i dati, gli obiettivi del compito, · Si chiede se si può usare un diagramma o ricorrere ad uno schema per chiarire e modellizzare il problema · Controlla di aver analizzato il problema in ogni sua parte in modo da non tralasciare parti e informazioni utili alla risoluzione dello stesso · Controlla il tempo a disposizione del gruppo e fa sì che il gruppo non si disperda su aspetti secondari rispetto a quelli richiesti dal compito. · Fa periodicamente il punto della situazione · Promuove e attiva i momenti decisionali · Qualora avanzi tempo, chiede se esistono altri possibili metodi di risoluzione.

Difficoltà/Capacità: · tradurre in piano di lavoro il compito assegnato, · Fare il punto della situazione, · Sollecitare il gruppo a prendere delle decisioni.

· OSSERVATORE: è la figura più delicata in quanto ha il compito di osservare che ogni componente del gruppo partecipi in modo adeguato alla risoluzione del compito assegnato nel rispetto del ruolo assegnato. 1. OSSERVA: · QUALI/QUANTI partecipanti intervengono · QUANTE VOLTE i partecipanti intervengono · La SCANSIONE TEMPORALE delle fasi di lavoro · AUTOESCLUSIONE di alcuni membri · COPERTURA del RUOLO da parte di ognuno 2. REGISTRA quanto osservato e lo COMUNICA alla classe durante la discussione finale

Il ruolo del docente La collaborazione sta nel sostegno, nella guida non direttiva e nella forza di far pervenire alla soluzione interiorizzandone la procedura per poi riapplicarla una volta da soli in contesti simili. Fondamentale è il cambiamento che si verifica nel rapporto tra allievo e docente; questo diventa una sorta di compagno più esperto, aperto alla novità

Il ruolo del docente Il ruolo del docente nell'apprendimento collaborativo cambia radicalmente. Diventa una figura meno autoritaria, i suoi interventi non sono basati tanto su un modello di educazione intesa come trasmissione del sapere quanto sul giocare un ruolo di risorsa intellettuale per il gruppo e di facilitatore delle attività del gruppo stesso.

Il ruolo del formatore: come si interviene, cosa si rischia Come intervenire nel gruppo Intervenire solo in caso di assoluta necessità Intervenire con il contatto oculare Fare in modo che tutto il gruppo vi presti attenzione Criticare le azioni, non i membri Far risolvere i problemi ai membri

Il ruolo del formatore: come si interviene, cosa si rischia Rischi possibili Interferire spesso per risolvere i problemi Avere un atteggiamento di eccessivo distacco dai membri Mettere in imbarazzo o offendere un membro criticandolo Dire ai membri cosa devono fare

Criteri distintivi dell’atmosfera di lassaiz-faire, autoritaria e democratica Atmosfera “anarchica” Atmosfera autoritaria Atmosfera democratica Libertà assoluta di decisione individuale o di gruppo, senza partecipazione da parte del formatore Totale determinazione della politica da parte del formatore Ogni cosa è argomento di discussione e di decisione di gruppo, sollecitato ed assistito dal formatore Inizialmente il formatore offre vario materiale assicurando di essere pronto a dare informazioni se richiesto, ma non prende parte alla discussione e alle decisioni di lavoro Stadi e modi di attività sono dettati dall’autorità di volta in volta, sicché permane sempre una certa incertezza sugli eventi successivi Il piano delle attività è definito in avvio di discussione in accordo all’obiettivo di gruppo. Quando è necessario un consiglio tecnico, il formatore suggerisce due o tre procedimenti alternativi tra cui scegliere. Il formatore non partecipa mai al lavoro di gruppo e non interviene nemmeno nelle modalità di organizzazione interna del lavoro Il formatore prescrive in modo meticoloso i compiti di lavoro e stabilisce anche con chi ogni membro deve lavorare I membri sono liberi di lavorare con chi vogliono; la definizione dei compiti è lasciata al gruppo stesso Il formatore non tenta di partecipare o interferire nel corso degli eventi e tende a non commentare le attività dei membri Il formatore non partecipa attivamente al lavoro di gruppo eccetto che nella dimostrazione. Tende a “personalizzare” allorchè apprezza o critica il lavoro dei membri del gruppo Il formatore è “obiettivo” o “volto ai fatti” nel lodare o biasimare e si sforza di essere un membro regolare del gruppo senza tuttavia intervenire troppo o prevaricare

La mappa sociometrica della classe Il sociogramma rappresenta un efficace strumento di indagine per conoscere le complesse e articolate dinamiche relazionali all’interno della classe Il test sociometrico consente di ottenere una dettagliata mappa delle relazioni e di individuare lo status sociale dei singoli soggetti all’interno del gruppo.

Il Sociogramma di Moreno L’obiettivo è strettamente collegato all’aspetto della vita di gruppo che si vuole indagare. L’individuazione del criterio faciliterà l’esatta formulazione delle domande che saranno presentate ai soggetti componenti il gruppo in fase di somministrazione del test.

Il Sociogramma di Moreno l’aspetto affettivo - relazionale, che ha come contesto di riferimento la vita in comune o lo stare insieme (esempi: chi vuoi o non vuoi come compagno di gita, di stanza, di banco, di vacanze, ecc…). l’aspetto relativo alla organizzazione gerarchica del gruppo, che punta ad avere informazioni su chi può svolgere funzione di guida o di direzione (esempi: chi vuoi o non vuoi come capoclasse, caporeparto, capo di équipe, ecc..) l’aspetto relativo alla organizzazione del gruppo finalizzata al raggiungimento di un obiettivo condiviso (esempi: chi vuoi o non vuoi come compagno in un gruppo di studio o nel tuo lavoro).

Questionario 1. Con quale compagno trascorreresti un pomeriggio di studio? Con quale compagno trascorreresti un pomeriggio di svago?

Griglia 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 1. ABETE 2. BAGGI 3. CARI 4. DORI 5. ENNA 6. FRANI 7. FUSI 8. GAGLI 9. ILIO 10. LOLO 11. MANU 12. NANI 13 ODRI 14. PISA 15. ROSA 16. SASI 17. TURI Totale I scelta Totale II scelta Totale I e II scelta

Lettura dei dati sociometrici 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 1. ABETE x + 2. BAGGI 3. CARI 4. DORI 5. ENNA 6. FRANI 7. FUSI 8. GAGLI 9. ILIO 10. LOLO 11. MANU 12. NANI 13 ODRI 14. PISA 15. ROSA 16. SASI 17. TURI Totale I scelta Totale II scelta Totale I e II scelta

Mappa sociometrica

Mappa sociometrica