Ing. Romain Bocognani Direzione Affari Economici e Centro Studi Ance Umbria 13 dicembre 2013 IL PUNTO SUL PATTO DI STABILITA INTERNO ED I PAGAMENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IN ITALIA
2 Il Patto di stabilità interno
3 Il Patto di stabilità interno: introduzione Patto di stabilità e crescita europeo approvato nel giugno 1997 per favorire la convergenza delle economie degli Stati Membri dell’Unione Europea. Rafforzamento dei vincoli comunitari alle finanze pubbliche nazionali. I parametri: Indebitamento netto della P.A. < 3% del PIL Debito pubblico delle AA.PP. convergente verso il 60% del PIL Riguarda sia le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato che gli enti locali Parametro principale = Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione Il Patto di stabilità interno fissa le regole che consentono di controllare l’indebitamento netto di regioni ed enti locali
4 Il Patto di stabilità interno: introduzione Il Patto di stabilità interno è stato introdotto con l’articolo 28 della Legge n°448/1998 e si applica dal E’ il principale strumento di controllo e coordinamento della finanza pubblica regionale e locale. L’applicazione del Patto di stabilità interno è stata caratterizzata da una forte instabilità: le regole hanno subito continue modifiche, anche in corso d’anno. Le modifiche hanno riguardato: la natura degli enti interessati dall’applicazione del Patto i parametri da considerare e gli obiettivi da raggiungere la premialità e le sanzioni il monitoraggio e la certificazione del rispetto del Patto.
5 Il Patto di stabilità interno: l’instabilità delle regole 1999: obiettivi definiti in termini di riduzione del disavanzo di cassa e dello stock di debito. Applicazione a tutte le Regioni e tutti gli enti locali 2002: obiettivi misti, anche fissati in termini di tetti di spesa 2005: obiettivi fissati esclusivamente in termini di tetti di spesa Dal 2007: Per gli enti locali, obiettivi fissati in termini di saldo Nel 2013: Per gli enti locali (Comuni e province), gli obiettivi sono espressi in termini di saldo di competenza mista (dal 2008) Per le Regioni a statuto ordinario, permangono i tetti di spesa in termini di competenza e di cassa. Dal 2002, sono escluse le spese per la sanità alle quali si applica un Patto specifico (Patto per la Sanità). Nel corso degli anni 2000, alcune Regioni a statuto speciale hanno definito proprie regole
6 Il Patto di stabilità interno: la competenza mista Parte corrente: considerati gli accertamenti e gli impegni Parte conto capitale: considerati gli incassi ed i pagamenti
7 Il Patto di stabilità interno: un esempio di applicazione In 4 anni, il comune deve ridurre la spesa di 9,3 milioni di euro
8 Il Patto di stabilità interno: I principali effetti Gli effetti del Patto di stabilità interno : sostanziale e veloce risanamento dei bilanci degli enti locali quasi tutti i Comuni saranno in attivo nel 2011 Per il settore delle costruzioni, il Patto di stabilità interno significa in particolare: riduzione degli investimenti degli enti locali blocco dei pagamenti per interventi in conto capitale e quindi anche per lavori eseguiti regolarmente dalle imprese => debito “nascosto” accumulo di residui passivi nei bilanci degli enti locali
9 La diminuzione della spesa degli enti locali
La riduzione degli investimenti degli enti locali in Italia 10 Riduzione della spesa in conto capitale da parte degli enti locali nel Variazioni percentuali Elaborazione Ance su dati Corte dei Conti Conseguenza del Patto di stabilità interno ma anche delle scelte di bilancio effettuate dagli enti locali in base al parametro della competenza mista che mette sullo stesso piano spese correnti ed in conto capitale
A livello locale, scelte di bilancio basate esclusivamente sulla compressione delle spese in conto capitale 11 Andamento della spesa corrente ed in conto capitale dei comuni italiani - Periodo n.i = 100 Per rispettare il Patto di stabilità interno, una buona parte degli enti locali ha ridotto esclusivamente la spesa in conto capitale e bloccato i pagamenti alle imprese, senza mettere un freno alla spesa corrente
12 Il fenomeno dei ritardi di pagamento nei lavori pubblici
13 La dimensione finanziaria dei ritardati pagamenti della P.A. per lavori pubblici in Italia Importo dei ritardi di pagamento della P.A. per lavori pubblici Composizione % L’edilizia è uno tra i settori più colpiti dal fenomeno dei ritardati pagamenti della P.A. La Banca d’Italia stima i ritardi nel settore delle costruzioni in circa 20 miliardi di euro sui circa 90 miliardi complessivi. Elaborazioni e stime Ance su documenti ufficiali 1.L’Ance stima in circa 19 miliardi di euro l’importo dei ritardati pagamenti nei lavori pubblici. 2.Circa i 2/3 sono degli enti locali (Regioni, Province, Comuni e SSN) 3.Tempo medio di 7 mesi con punte oltre i 3 anni. Non ci sono molte differenze tra territori
14 Le misure finanziare adottate dal Governo sono positive ma non ancora sufficienti per garantire la corretta applicazione della direttiva IMPIEGO DELLE RISORSE DEL PIANO DI PAGAMENTO DEI DEBITI P.A. Il decreto «pagamenti P.A» è un primo passo positivo ma ancora insufficiente: previsti solo 8 miliardi di pagamenti sui 19 miliardi vantati dal settore. Valori in miliardi di euro
15 Ripartizione regionale delle risorse del «decreto Pagamenti» (DL 35/2013) assegnate per il 2013 Ripartizione regionale delle risorse già assegnate per il 2013 Valori in migliaia di euro Sui 15 miliardi assegnati: il 34% al Nord; il 24 % al Centro ed il 42% al Sud Inoltre circa 4,7 miliardi di euro tra rimborsi fiscali, debiti dei Ministeri e Esclusione Patto di stabilità delle Regioni ancora senza dettaglio
16 Ripartizione regionale dei pagamenti autorizzati Ripartizione territoriale dell’allentamento del Patto di stabilità Elaborazioni su decreto MEF 12 luglio 2013 Valori in milioni di euro Lombardia e Campania i territori che beneficiano maggiormente dell’allentamento del Patto di stabilità operato con il DL 35/2013
17 Il decreto ha funzionato: 6,5 miliardi già pagati ma 11 miliardi di euro di crediti non hanno ancora una soluzione 11 miliardi di crediti delle imprese di costruzioni ancora senza una soluzione Le misure adottate per il pagamento dei debiti della P.A. per lavori pubblici Valori in miliardi di euro
18 Le misure adottate per il pregresso nel 2012: la certificazione dei crediti, un meccanismo complesso… IMPRESA AMM. STATALE ENTE LOCALE CERTIFICAZIONE CON DATA CERTIFICAZIONE CON DATA CERTIFICAZIONE SENZA DATA CERTIFICAZIONE SENZA DATA COMPENSAZIONE SMOBILIZZO IN BANCA Cessione pro soluto Cessione pro solvendo SMOBILIZZO IN BANCA Cessione pro soluto Cessione pro solvendo SMOBILIZZO IN BANCA Anticipazione senza cessione + Fondo di garanzia per le pmi SMOBILIZZO IN BANCA Anticipazione senza cessione + Fondo di garanzia per le pmi CERTIFICATO LAVORI PUBBLICI CERTIFICATO LAVORI PUBBLICI senza Patto di stabilità con Patto di stabilità STAZIONE APPALTANTE Prevalentemente
19 … e poco efficace La certificazione dei crediti PA si è rivelata una soluzione inefficace Obiettivo annunciato: smobilizzo di 30 miliardi di euro di crediti PA Dopo 8 mesi, pochi milioni di euro di crediti certificati e/o compensati dalle imprese nei primi mesi di operatività vs 70 miliardi di euro di debiti della PA Poche amministrazioni registrate I motivi dell’inefficacia dello strumento Mantenimento del vincolo prestabilito degli obiettivi di risanamento della finanza pubblica e del Patto di stabilità interno, in assenza di accordo con l’Unione Europea La procedura non ha quindi nessun valore aggiunto Limitata attrattività per le imprese: costi elevati per accedere allo strumento finanziario meno interessante (anticipazione crediti) Inefficienza del sistema: tempi lunghi per la predisposizione dello strumento + mancata registrazione delle Amministrazioni alla piattaforma di certificazione dei crediti + mancate sanzioni per gli enti/funzionari che non provvedono alla certificazione Scarso interesse delle banche in virtù della rischiosità di scontare i crediti di molte P.A. nell’attuale contesto di finanza pubblica
20 Un confronto impietoso con le misure adottate in Spagna Soluzione spagnola posta all’attenzione della Commissione Europea e del Governo italiano Dichiarazione della Commissione Europea del 18 marzo 2013
21 La direttiva europea sui ritardi di pagamento
22 Direttiva europea: una precedente legislazione italiana inadeguata rispetto agli standard europei I pagamenti nei lavori pubblici in alcuni Paesi europei
23 Direttiva europea sui pagamenti: un impulso al miglioramento dell’efficienza della PA Raffronto tra vecchia e nuova normativa di pagamento nei lavori pubblici Applicazione al settore confermata con nota MISE del 23/01/2013. Il settore dei lavori pubblici è messo sullo stesso piano degli altri settori. Maggiore attenzione nella programmazione della spesa e nella gestione delle procedure di pagamento
24 L’Ance rapporteur al Parlamento europeo sui pagamenti della Pubblica Amministrazione italiana Un sito internet dedicato ai pagamenti P.A. con una campagna di monitoraggio del fenomeno dei pagamenti della P.A. Incarico di rapporteur conferito all’Ance dalla Commissione Europea
25 L’applicazione della direttiva pagamenti nei lavori pubblici I riscontri sull’attuazione della nuova direttiva europea in Italia mettono in evidenza che la normativa comunitaria rimane ancora in larga misura disattesa nel settore dei lavori pubblici Primi modesti segnali di attenzione al problema dei ritardi da parte delle Pubbliche Amministrazioni ma l’82% delle imprese denuncia ancora ritardi nei pagamenti i tempi di pagamento, anche se sono diminuiti leggermente, rimangono elevati (146 giorni di ritardo nel secondo semestre 2013). Effetto della direttiva e del Piano di pagamenti dei debiti pregressi approvato dal Governo prassi inique: la P.A. chiede di accettare termini di pagamento superiori a quelli fissati dalla direttiva, di dilazionare i tempi di emissione degli stati di avanzamento lavori, di rinunciare agli interessi in alcuni casi, la P.A. rinuncia a sottoscrivere contratti dopo la pubblicazione dei bandi
26 Nel 2° semestre 2013, l’82% delle imprese registra ancora ritardi Imprese di costruzioni che denunciano ritardi nei pagamenti da parte della P.A. Valori percentuali
27 Tempi medi di pagamento in leggero calo nel secondo semestre 2013 ma i livelli rimangono elevati Ritardo medio nei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese di costruzioni Giorni medi di ritardo Nel 2° semestre 2013, il tempo medio di pagamento è stato pari a 7 mesi
28 Patto di stabilità interno, principale causa di ritardo Le cause prevalenti dei ritardi di pagamento da parte della P.A. Composizione % Principali cause: Patto di stabilità interno Inefficienza della P.A. Difficoltà finanziarie degli enti
29 Gli enti locali sono i principali responsabili dei ritardi di pagamento Gli enti responsabili dei ritardi di pagamento Composizione % Problema dei ritardi di pagamento molto diffuso. I principali interessati sono gli enti locali
30 Le misure adottate dalle imprese per fare fronte ai ritardi Decisioni assunte dall’impresa per fare fronte alla mancanza di liquidità provocata dai ritardi Composizione % Principale decisione Ricorso a strumenti finanziari
31 Le prassi inique della P.A. Situazioni riscontrate dalle imprese per contratti firmati dopo il 1° gennaio 2013 Valori percentuali
32 Alcuni elementi di prospettiva
33 La scelta della Legge di stabilità: stretta sul Patto di stabilità interno piuttosto che sul Patto per la salute Nella legge di stabilità, la scelta del Governo di non chiedere contributi a valere sul Patto per la salute ha determinato un forte irrigidimento del Patto di stabilità interno delle Regioni per 4,5 miliardi di euro nel triennio
34 100% del contributo chiesto alle Regioni si concentra sul 21% delle spese dei bilanci regionali La sanità riguarda il 79% delle spese nelle Regioni a Statuto Ordinario (NB: il 53% in quelle a Statuto Speciale). Il Patto di stabilità interno riguarda mediamente il 21% delle spese regionali Spese interessate dal Patto di stabilità interno e dal Patto per la Salute nelle Regioni a statuto ordinario nel 2012 Valori percentuali
35 Con la legge di stabilità, prosegue quindi l’irrigidimento del Patto di stabilità interno registrato negli ultimi anni… La stretta del Patto si aggiunge a quella degli anni precedenti e porterà ad una riduzione complessiva del tetto di cassa delle Regioni a statuto ordinario del 31% in 5 anni Obiettivo di cassa delle Regioni a statuto ordinario Valori in milioni di euro
36 L’evidente incompatibilità dei vincoli di finanza pubblica con la spesa dei fondi europei e del Fondo Sviluppo e Coesione Peso della spesa dei fondi strutturali e FSC sul Patto di stabilità regionale nel 2015 Valori percentuali Per spendere i fondi europei e FSC -solo quelli , molte regioni dovrebbero sospendere ogni altro tipo di spesa (stipendi, TPL,…) Peso medio sul Patto regionale nel 2015: 34,1%
Trasferimento dei fondi UE e FSC dalla Regione Per gli investimenti, i fondi incontrano un secondo blocco, dopo quello regionale: il Patto degli enti locali 37 Ragionando su base pluriennale, le spese dei fondi europei e FSC hanno un effetto neutro sul Patto di stabilità degli enti locali che, diversamente da quello regionale, si applica al saldo tra entrate e uscite. Le spese dovrebbero quindi essere escluse dal calcolo del Patto di stabilità degli enti locali, anche per evitare un uso distorto dei fondi Anno 1Anno 2 Anno 3 Pagamento degli investimenti realizzati SALDO TRIENNIO Esempio: 10 milioni + 10 milioni - 10 milioni SALDO = 0
La stretta del Patto di stabilità interno 38 L’ulteriore irrigidimento del Patto di stabilità interno nel triennio unito all’estensione del Patto ai Comuni più piccoli produce le conseguenze peggiori nel settore delle costruzioni e soprattutto nelle imprese medio-piccole Estensione anche alle società partecipate dagli enti locali dal 2015
39 L’irrigidimento del Patto di stabilità interno rischia di annullare gli effetti del DL pagamenti PA L’irrigidimento del Patto di stabilità interno per gli enti locali nel triennio rispetto al 2012 Valori in milioni di euro Urgente una riforma strutturale del Patto di stabilità interno e una revisione delle modalità di contabilizzazione della spesa pubblica definite a livello nazionale ai fini del calcolo del deficit L’irrigidimento del Patto di stabilità interno previsto a partire dal 2014 (7,7 miliardi rispetto al 2013) rischia di annullare gli effetti positivi del DL pagamenti e di produrre effetti sempre più drammatici sugli investimenti degli enti locali, colpendo soprattutto le imprese medio-piccole
40 Il DL 35/2013 non basta: il Patto di stabilità blocca ancora 5 miliardi mentre le risorse sono già a disposizione 5 miliardi di euro di risorse disponibili nelle casse degli enti locali rimangono ancora bloccati dal Patto di stabilità interno Ripartizione territoriale delle risorse di cassa degli enti locali ancora bloccate dal Patto di stabilità interno Valori in milioni di euro Elaborazioni e stime Ance su documenti ufficiali
41 La regionalizzazione rappresenta una reale opportunità di miglioramento dell’efficienza del sistema dei pagamenti da parte degli enti locali, consentendo di ridistribuire il peso del Patto tra i vari enti, in funzione delle capacità di spesa, e di superare la rigidità nell’assegnazione degli obiettivi di Patto effettuata dal MEF Attraverso la cessione di spazi finanziari, gli spazi finanziari non utilizzati da alcuni enti (prevalentemente le Regioni) vengono messi a disposizione di altri enti per allentare il Patto di stabilità interno Il MEF fissa «unilateralmente» gli obiettivi per ciascun ente Ciascun ente deve garantire il rispetto del Patto di stabilità nei confronti del MEF Il MEF fissa «unilateralmente» gli obiettivi per ciascun ente Gli enti locali di una Regione si cedono spazi finanziari e garantiscono complessivamente il rispetto del Patto di stabilità Patto verticale Patto orizzontale La regionalizzazione del Patto di stabilità interno Come funziona?
42 I risultati dell’indagine Ance 2013 In 5 anni, 5,2 miliardi di euro di allentamento del Patto Nel 2013, le Regioni che hanno –finora- deliberato i maggiori importi di allentamento del Patto di stabilità interno sono la Sicilia (231 milioni di euro), la Lombardia (213 milioni) ed il Lazio (153 milioni) Nel periodo , le Regioni più attive sono state Lazio (884 milioni di euro), Piemonte (823 milioni) e Lombardia (538 milioni) Il totale delle misure di regionalizzazione del Patto adottate negli ultimi 5 anni ammonta a 5,2 miliardi di euro Decisioni di regionalizzazione del Patto di stabilità interno nel periodo Valori in milioni di euro