Valentina Joffre Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Sociali Napoli, 21 maggio 2013 Corso di Sociologia del Lavoro Università degli Studi di Napoli, Federico II Dipartimento di Scienze Sociali
Principali indicatori del mercato del lavoro, anni Fonte: Istat, Rfl
La partecipazione femminile al mercato del lavoro
Indicatori del mercato del lavoro_donne_ Fonte: Istat, Rfl
Tasso di occupazione anni. Confronto Italia-Ue. Fonte: Eurostat, Lfs
Indicatori anni_donne. Confronto Mezzogiorno, Italia, Ue. 2012
segregazione di genere = concentrazione asimmetrica di donne e uomini in particolari ambiti o posizione: -segregazione orizzontale -segregazione verticale -segregazione contrattuale differenziali salariali doppia presenza e difficoltà di conciliazione fuoriuscita dal mdl per nascita di figlifenomeno delle dimissioni in bianco Le discriminazioni tra le occupate:
si interrompe la tendenza favorevole degli anni precedenti e il tasso di occupazione delle donne comincia a scendere aumenta lo scoraggiamento si riducono l’occupazione atipica e la probabilità di stabilizzazione dei contratti temporanei le politiche di austerity riducono ulteriormente l’offerta di servizi livelli di istruzione più alti riescono solo in parte a compensare le difficoltà che incontrano le donne nel mercato del lavoro Fonte: Istat, Rfl L’impatto della crisi sul lavoro delle donne: Tasso di disoccupazione per sesso e titoli di studio. 2012
Fonte: Eurostat, Lfs Partecipazione femminile per classi di età. Confronto Italia-Ue. 2012
Sintesi 1/2: Gli squilibri di genere nel mercato del lavoro andamento a parabola nei tassi di partecipazione doppia polarizzazione: -tra donne del centro-nord e donne del sud d’Italia -tra donne con alti e bassi livelli di istruzione alti titoli di studio servono a compensare in parte gli squilibri le donne con titoli di studio più elevati hanno una maggiore capacità di conciliare la famiglia ed il lavoro, ma tendono spesso a non fare figli
Sintesi 2/2: Gli squilibri di genere nel mercato del lavoro il tasso di disoccupazione femminile colloca l’Italia tra gli ultimi paesi dell’Ue i tassi di disoccupazione femminili sono più alti di quelli maschili, al contrario di quanto succede in Europa i bassi tassi di attività rispetto agli altri paesi dell’Ue sono sintomo di un forte scoraggiamento: la quota di quante non cercano ma sarebbero immediatamente disponibili a lavorare è quattro volte superiore al resto dell’Ue le giovani donne vivono una situazione più critica di quella già critica dei coetanei sono più precarie, sottoutilizzate e peggio retribuite…
restano più a lungo in casa con i genitori quando vorrebbero uscirne fanno meno figli di quanti ne vorrebbero hanno meno tempo libero da dedicare ai propri interessi sono sempre più schiacciate dal lavoro di cura per genitori e figli calo della fecondità aumento dell’occupazione femminile aumento della durata media della vita aggraveranno la situazione e metteranno in crisi un modello di welfare che fino ad oggi si è retto sul lavoro non retribuito delle donne Le conseguenze delle discriminazioni di genere:
Composizione della disoccupazione per classi di età Fonte: Istat, Rfl
Tasso di disoccupazione giovanile per sesso. Confronto Italia-Ue_ Fonte: Eurostat, Lfs
Tasso di disoccupazione giovanile anni per regioni italiane Fonte: Istat, Rfl
Disoccupazione giovanile titolo di studio. 2012
Fonte: Eurostat, Lfs Giovani Neet: Not in employment, education and training_
I giovani: una risorsa scarsa e sprecata bassi tassi di attività e di occupazione alti tassi di disoccupazione scarsa incidenza di giovani nelle posizioni di rilievo L’ingresso tardivo del segmento più giovane della popolazione, che è anche quello più colto, mobile e tecnologicamente avanzato, ha pesanti ricadute sul rinnovamento della società
basso ricambio generazionale e invecchiamento della popolazione aumento della vita media riduzione tassi di fecondità I giovani: una risorsa scarsa e sprecata -aumenta l’indice di dipendenza anziani -forte pressione sugli equilibri finanziari -forte pressione sul sistema di welfare
Quali politiche? Crescita generale dell’economia e creazione di posti di lavoro per i giovani Misure di protezione dell’impego per i lavoratori giovani in situazioni occupazionali precarie e forme di protezione del reddito durante i periodi di disoccupazione Favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro: -predisporre strumenti agevoli di ricerca e di offerta di lavoro fruibili a tutti -adeguare l’offerta formativa e orientare le scelte scolastiche dei giovani Importanza del sistema educativo e formativo: -fornire competenze adatte alle esigenze del mercato del lavoro -offrire percorsi di qualificazione diversificati e dai contenuti professionalizzanti
I meccanismi di transizione scuola-lavoro L’Apprendistato (d. lg. 167/2011): -strumento di promozione dell'occupazione giovanile -mezzo per l'integrazione tra i sistemi scuola, lavoro e formazione 1.Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, dai 15 ai 25 anni 2.Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, dai 18 ai 29 anni 3.Apprendistato di alta formazione e ricerca, dai 18 ai 29 anni