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Anziani, al lavoro e in salute Daniela Gregorio Milano, 23 settembre 2013 1.

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Presentazione sul tema: "Anziani, al lavoro e in salute Daniela Gregorio Milano, 23 settembre 2013 1."— Transcript della presentazione:

1 Anziani, al lavoro e in salute Daniela Gregorio Milano, 23 settembre 2013 1

2 La Lombardia una Regione “invecchiata” In Lombardia circa un 1/5 della popolazione ha più di 65 anni Dal 1985 gli over 65 sono cresciuti in media di 35 mila unità l’anno, raggiungendo nel 2012 quota 2.041.000 (+90% nel complesso) Tra questi, il 45% (+336mila) ha tra i 65 e i 74 anni, una componente che, pur appartenendo all’universo che risponde alla definizione statistica di “anziano”, appare sempre meno identificabile con la categoria dei “vecchi”. 2

3 Residenti ultra65enni in Lombardia 1982 - 2012 3

4 Residenti ultra65enni in Lombardia per fascia di età 1982 - 2012 4

5 Le condizioni degli anziani in Lombardia (2011) 65 anni e più80 anni e più Con chi vivono - da solo28,155,2 - Coniuge in copia senza figli44,923,2 - Genitore in coppa con figli12,52,0 - Genitore in nucleo monogenitore6,35,7 - Membro aggregato in altro nucleo2,55,5 - Altro5,78,3 Come stanno di salute - Molto bene o bene36,823,0 - Né bene né male49,755,7 - Male o molto male13,522,3 5

6 Residenti ultra65enni in Lombardia 2012 - 2040 6

7 Gli over 65 in Lombardia tra il 2012 e il 2041 Nei prossimi 30anni gli over 65 cresceranno di circa 1,4 milioni di unità, (+68%) Le donne restano superiori agli uomini per poco più di 300mila unità, anche se la loro crescita relativa nel periodo risulta di molto inferiore (+57% per le donne, +83% per gli uomini). Si prevedono circa 550mila residenti in più nel 2041, di cui 292mila appartenenti alla classe quinquennale più giovane, i 65-69enni, e 260mila a quella successiva (i 70-74enni). Nel 2040, prevedibilmente un maschio 65enne avrebbe mediamente la legittima aspettativa di altri 22,2 anni di vita e una femmina ben 26. I“giovani anziani” in Lombardia nei prossimi trent’anni, presenteranno verosimilmente un più alto livello di istruzione, una maggiore parità di genere e una diffusa consuetudine ad adattarsi ai rapidi cambiamenti tecnologici e culturali 7

8 La Legge 214/2011 Innalzamento dell’età media di pensionamento da conseguire attraverso un inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento L’età per la pensione di vecchiaia per le donne nel settore privato viene infatti gradualmente aumentata, in modo da raggiungere i 66 anni (età prevista per gli uomini e per i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico) nel 2018. In tutti i casi il requisito contributivo è di 20 anni. La pensione di anzianità viene soppressa Possibile accedere alla cosiddetta pensione anticipata con 42 anni di contribuzione (41 per le donne); il requisito verrà gradualmente aumentato fino a raggiungere i 43 anni (42 per le donne) nel 2014 e poi sarà indicizzato all’andamento della vita attesa. Dal 2017, a chi accederà al pensionamento anticipato con un età inferiore ai 62 anni, verrà applicata una penalità alla parte retributiva della pensione, volta a disincentivare il pensionamento. 8

9 Gli effetti della riforma pensionistica in Lombardia L’età di pensionamento dopo la riforma è destinata ad aumentare, in media di quasi 3 anni, anche se l’effetto è differenziato per le diverse categorie di lavoratori. Gli operai tendono ad andare in pensione ad età più giovani rispetto alla media dei lavoratori, anche dopo la riforma 2011. L’effetto della riforma è comunque quello di aumentare l’età di pensionamento di circa due anni e mezzo. Le donne, in tutte le categorie considerate, sono meno inclini ad aumentare l’età di pensionamento: l’effetto della riforma è quello di aumentare l’età di pensionamento di circa due anni e quattro mesi. Come conseguenza dell’aumento dell’età di pensionamento, l’importo medio della pensione mensile è destinato ad aumentare, in media del 5-6%, sia per gli uomini sia per le donne. 9

10 Gli effetti della riforma pensionistica in Lombardia L'aumento dell'età media di pensionamento è senz'altro un contributo importante verso un invecchiamento più attivo. Come sottolineato nel Libro Bianco delle Pensioni (2012), politiche di allungamento della vita attiva si devono però accompagnare a politiche di formazione a tutte le età, di adeguamento dei posti di lavoro ad una manodopera più differenziata, creando posti di lavoro e favorendo un invecchiamento attivo e sano. Un aumento dell'età minima di pensionamento, inoltre, può creare dei problemi, e quindi richiedere politiche di intervento, in fasce deboli. Ne sono un esempio i problemi di conciliazione delle donne, che tendenzialmente sceglieranno di non aumentare di molto l’età di pensionamento, o la possibilità di periodi di disoccupazione ad età relativamente elevate, più probabili nei lavoratori a bassa qualifica. 10


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