La relazione con il pubblico nel welfare che cambia Emanuele Polizzi Area Cittadinanza attiva – Caritas Ambrosiana Rho 9 gennaio 2013.

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La relazione con il pubblico nel welfare che cambia Emanuele Polizzi Area Cittadinanza attiva – Caritas Ambrosiana Rho 9 gennaio 2013

Un welfare che integri bisogni e risorse Tre bisogni che contengono anche risorse – Allungamento della vita media: aumento di anziani non autosufficienti, ma anche di anziani attivi (o attivabili) – Nuovi flussi migratori: crescita della domanda di servizi per l’integrazione ma anche nuove risorse per il welfare – Aumento dell’occupazione femminile: indebolimento della ruolo di cura (care-giver) della famiglia ma maggiore libertà per le famiglie di trovare un mix tra servizi e cura diretta Altre risorse emergenti: – Welfare informale già presente, da qualificare: assistenti familiari, reti di famiglie solidali, forme di mutuo aiuto – Soggetti organizzati del welfare “parallelo”: Fondazioni, welfare aziendale, esperienze di microcredito Quanto il welfare pubblico integra bisogni e risorse?

La sussidiarietà: si ma come? Sussidiarietà nelle intenzioni – Verticale: spostamento di funzioni di programmazione e progettazione agli enti locali (Regioni e Comuni) – Orizzontale: riconoscimento del ruolo pubblico del terzo settore, e coinvolgimento nella programmazione delle politiche locali Sussidiarietà nella pratica – Carenza di garanzie e di regolazione: Mancata definizione di una cornice di livelli essenziali di assistenza Carenza di regolazione per favorire la qualità nei servizi affidati all’esterno – Carenza di risorse: Rimaste per i 2/3 al governo centrale (Inps) e solo per il 15% ai Comuni Taglio di tutti i fondi per le politiche sociali (FNPS, FSR, FNA)

Specificità del modello lombardo Alcuni elementi positivi: – Aumento della spesa socio-sanitaria – Aumento degli standard qualitativi, soprattutto delle strutture residenziali Criticità: – Logica prestazionale: unità d’offerta che erogano prestazioni, viene meno la dimensione relazionale e la presa in carico – Frammentazione: tra servizi socio-assistenziali e servizi sanitari e socio-sanitari; tra servizi alla persona e servizi all’abitare, al lavoro e alla socialità – Forte sbilanciamento sui servizi residenziali ad alta soglia e carenza di servizi territoriali – Debole strategia per qualificare e integrare il welfare informale: badanti, ma anche mutuo aiuto – Carenza di accompagnamento e di incentivo ai Comuni nel lavoro complesso della programmazione di zona

Nuovi orientamenti regionali: intenzioni senza strategie Spinta verso nuove forme di integrazione tra strutture socio-sanitarie e sociali Valorizzazione e integrazioni delle reti naturali del welfare: terzo settore, volontariato, reti naturali di aiuto Maggiore sostenibilità: coinvolgimento delle risorse del territorio e compartecipazione alle spese per i servizi I Comuni come “imprenditori di rete”

Rischi del rapporto col pubblico La sussidiarietà che diventa mera esternalizzazione dei servizi non sostenibili per il welfare pubblico: ricevere delega dei residui, cedere alle lusinghe retoriche e legittimare la deresponsabilizzazione delle istituzioni Il coinvolgimento del terzo settore che avviene per condividere problemi ma non per individuare nuove soluzioni, come accaduto in molti Piani di Zona: accontentarsi di dire cosa manca. Rincorrendo i “residui” del pubblico, perdere i veri patrimoni del terzo settore: – l’attenzione alla persona nella sua complessità – la capacità di intervenire in maniera innovativa

Opportunità del rapporto col pubblico Solo grazie al rapporto col pubblico è possibile: Portare a sistema le esperienze innovative che il terzo settore sa inventare. Una testimonianza che diventa standard di qualità per tutti Fare rete e promuovere sinergie tra le diverse realtà sociali ed economiche del territorio Promuovere sperimentazioni più complesse e accompagnare lo sviluppo e l’apprendimento comune.

Attenzioni da sviluppare nel rapporto con il pubblico 1.Sapere chiedere all’ente pubblico di assumersi le proprie responsabilità costituzionali: – Imparando i linguaggi delle amministrazioni pubbliche per decifrare le scelte e discuterle – Sapendo comunicare alla cittadinanza le istanze – Costruendo alleanze sul territorio – In connessione con tutti i livelli di governo e di rappresentanza

Attenzioni da sviluppare nel rapporto con il pubblico 2. Aiutare il pubblico a umanizzare e innovare il proprio sistema di intervento – Iniziando dall’attenzione ad aggiornare il nostro sistema di intervento: lasciare spazio per l’apprendimento e per la sperimentazione – Sapendo comunicare alle amministrazioni locali il valore pubblico delle esperienze di intervento innovativo – Coltivando e raccogliendo tutte le risorse del territorio, non solo quelle tradizionali, quindi: il terzo settore, la cittadinanza attiva (o attivabile) ma anche le aziende, il sindacato, il commercio locale, ecc. Quali implicazioni per le Caritas?

Grazie per l’attenzione.