La casa di Goldoni a Chioggia Carlo Goldoni Il teatro è il mondo Venezia, 25 febbraio 1707 nasce Carlo Goldoni • Il padre Giulio ha una rendita nel ducato di Modena, ma vive in modo avventuroso e disor- dinato, spostandosi per tutta Italia 1712 Il padre si trasferisce a Roma, lasciando Carlo con la madre e la zia 1719 Divenuto medico, il padre lo chiama con sé a Perugia, dove Carlo studia grammatica e retorica presso i gesuiti • Passato ai domenicani di Rimini, Carlo fugge con una compagnia di comici verso Chioggia La casa di Goldoni a Chioggia 1721 Torna a Venezia, facendo praticantato nello studio legale di uno zio 1723 Grazie a una raccomandazione, entra nel prestigioso collegio Ghislieri di Pavia 1725 A causa di uno scritto satirico, è espulso dal collegio
scrive soprattutto tragicommedie in versi, intermezzi e melodrammi Carlo Goldoni La vita avventurosa • Ha inizio da questo momento una vita inquieta, di continui spostamenti 1729 Goldoni scrive per una compagnia di commedianti due intermez- zi: Il buon padre e La cantatrice 1731 La morte improvvisa del padre lo costringe a prendersi cura della famiglia: si laurea in legge e diventa avvocato 1734 Incontra a Verona il capocomico Giuseppe Imer, che gli affida il compito di scrivere testi per il Teatro San Samuele scrive soprattutto tragicommedie in versi, intermezzi e melodrammi • A Genova conosce e sposa Nicoletta Conio, che resterà con lui per tutta la vita 1737 Fino al ’42 dirige il teatro lirico di Michele Grimani
Il teatro della vita, la vita del teatro Carlo Goldoni Il teatro della vita, la vita del teatro 1738 Va in scena al San Samuele la sua prima vera commedia, il Momolo cortesan Copione a soggetto, ma la parte di Pantalone è interamente scritta I proventi dell’attività teatrale tuttavia non sono sufficienti; Goldoni è costretto a continuare l’odiata professione forense 1742 Dà alle scene la prima commedia interamente scritta, La don- na di garbo, ma i debiti lo costringono alla fuga da Venezia 1745-48 Esercita l’avvocatura a Pisa, dove s’iscrive all’accade- mia arcadica e rappresenta Il servitore di due padroni 1748 Diventa scrittore stabile del Teatro Sant’Angelo; lascia l’avvocatura e torna a Venezia 1748-53 Mette in atto la propria riforma di distacco dalla Commedia dell’arte
Il superlavoro Carlo Goldoni • Inizia la rivalità con Pietro Chiari, del San Samuele, che spinge Goldoni a un superlavoro Stagione 1748-49 Stagione 1749-50 Stagione 1750-51 Stagione 1751-52 Stagione 1752-53 • L’uomo prudente • La vedova scaltra • La putta onorata • Il cavaliere e la dama • La buona moglie • La famiglia dell’antiquario • Il teatro comico • La bottega del caffè • Il bugiardo • La Pamela • Il giocatore • La dama prudente • L’avventuriero onorato • I pettegolezzi delle donne • Il Molière • L’amante militare • Il feudatario • La serva amorosa • La locandiera • Le donne curiose Anziché le solite otto commedie, Goldoni ne scrive 16 per sfidare se stesso Abbandona la sua vena più autentica per adeguarsi al nuovo teatro (più grande), ad attori non preparati per la sua drammaturgia e a un ambiente più ostile. Il suo stile si fa artificioso; prevalgono i temi esotici 1753 Rompe con Girolamo Medebac e passa al Teatro San Luca Commedie Tragicommedie Trilogia persiana Il campiello
La fama, le polemiche Carlo Goldoni 1756 All’apice della fama, ottiene una pensione dal duca di Parma 1758-59 È a Roma, dove lavora ai teatri Tordinona e Capranica 1759-60 Scrive alcuni tra i suoi capolavori: Gl’innamorati, I rusteghi 1. «Espose sul teatro tutte quelle verità che gli si parano dinanzi, ricopiate materialmente e trivialmente, e non imitate dalla natura, né coll'eleganza necessaria ad uno scrittore» Si inacerbisce la polemica con Carlo Gozzi, che però – nel contestarlo – coglie gli aspetti di maggiore novità del teatro goldoniano Il realismo 2. «Non seppe, o non volle, separare le verità, che si devono, da quelle che non si devono porre in vista sopra un teatro; ma si è regolato con quel solo principio, che la verità piace sempre» Rifiuto dell’idealizzazione Rifiuto del fine pedagogico Nuova forma del comico basata sull’autenticità Scelta di una lingua “parlata” Spazio a nuove figure sociali 3. Le sue commedie «odorano per lo più di pernicioso costume. La lascivia e il vizio gareggiano in esse colla modestia e colla virtù, e bene spesso queste due ultime sono vinte da' primi» 4. «Ha fatto sovente de' veri nobili lo specchio dell'iniquità e il ridicolo; e della vera plebe l'esempio della virtù e il serio in confronto, in parecchie delle sue commedie» 5. «Moltissime delle sue commedie non sono che un ammasso di scene, le quali contengono delle verità, ma delle verità tanto vili, goffe e fangose, che quantunque abbiano divertito anche me medesimo, animate dagli attori, non seppi giammai accomodare nella mia mente che uno scrittore dovesse umiliarsi a ricopiarle nelle più basse pozzanghere del volgo, né come potesse aver l'ardire d'innalzarle alla decorazione d'un teatro, e soprattutto come potes- se aver fronte di porre alle stampe per esemplari delle vere pidoccherie» I due libri su’ quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro. (Prefazione dell’autore alla prima raccolta delle commedie)
Ricominciare tutto da capo Carlo Goldoni Ricominciare tutto da capo 1761 Goldoni riceve la proposta di recarsi a Parigi per occuparsi della Comédie italienne L’addio alle scene italiane avviene con una serie di capolavori, tra cui La trilogia della villeggiatura, Sior Todero brontolon e Le baruffe chiozzotte Le smanie per la villeggiatura Le avventure della villeggiatura Il ritorno dalla villeggiatura 1762 Dopo vari viaggi, giunge a Parigi, inserendosi a fatica nell’ambiente arretrato della Comédie Deve ricominciare la riforma da capo, moderando il proprio spregiudicato realismo in forme più manierate e colte 1769 Già insegnante di italiano per la famiglia reale a Versailles, ottiene una pensione di corte 1784-87 Scrive in francese la propria autobiografia, i Mémoires 1792 Durante la Rivoluzione, è visto con diffidenza per i suoi legami con la corte e gli viene soppressa la pensione 1793 Muore in miseria il 6 o 7 febbraio, poco dopo la decapitazione di Luigi XVI
Un cammino a tappe Carlo Goldoni I fase La Commedia dell’arte • Continuo confronto con la tradizione, in particolare con la Commedia dell’arte • Costruzione del personaggio sull’attore • Graduale personalizzazione della maschera (Pantalone) I fase La Commedia dell’arte Teatro San Samuele 1734-1748 • Scrittura integrale del testo • Condanna delle convenzioni e adeguamento alla realtà • Rifiuto della comicità volgare e semplicemente mimica • Richiamo alla natura, alla quotidianità, al contemporaneo • Rappresentazione indulgente ma non per questo meno critica dei vizi e delle virtù moderne II fase La riforma Teatro Sant’Angelo 1748-1753 • Ricerca di un maggiore equilibrio tra «mondo» e «teatro» • Intensa sperimentazione di forme nuove • Alcuni critici hanno parlato di «mostri» e «illusioni» (F. Fido) III fase Le illusioni Teatro San Luca 1753-1759 • Conquista dell’equilibrio tra «mondo» e «teatro»: il comico scaturisce dalla disarmonia tra questi due poli • Accentuazione della satira sociale; fa il suo ingresso defi-nitivo un nuovo protagonista: la borghesia • La vena comica si stempera con accenti malinconici IV fase La grande comicità Teatro San Luca 1759-1762 • Viene meno il contatto con la società veneziana • Tentativo di adeguarsi ai classici francesi (Molière) • Perdita della naturalezza e ricorso alla cerebralità V fase In Francia Comédie italienne 1763-1793
La riforma Carlo Goldoni • Nei Mémoires Goldoni rilegge la propria carriera teatrale alla luce di una precisa volontà di riforma del teatro italiano. Questa interpretazione, forse troppo schematica, è divenuta tradizionale Commedia dell’arte Goldoni • I personaggi sono maschere (Arlecchino, Pantalone, Colombina...) tipizzate • Umanizzazione delle maschere fino a trasformarle in veri personaggi • Il testo è solo abbozzato in un canovaccio da recitare a soggetto • Stesura del testo progressivamente per esteso • Di conseguenza le commedie si limitano a situazioni convenzionali • Varietà di situazioni e complicazione delle trame • La comicità è facile e superficiale, basata su gag e lazzi mimici • La comicità si fa più bonaria e raffinata, incentrandosi sui vizi della società • La Commedia dell’arte ama esibire la finzione del teatro • Il teatro e il mondo tendono a sovrapporsi e a coincidere • Il linguaggio è inevitabilmente basso, dialettale, sclerotizzato in tic e tipologie • Il linguaggio si eleva verso la lingua media, ma resta semplice e immediato • Non c’è alcun intento pedagogico o morale • Si afferma una lucida visione della società, definita «illuminismo popolare» • Idea del teatro come prassi scenica • Idea prevalentemente letteraria del teatro
Il mondo e il teatro Carlo Goldoni Mondo Teatro I due libri su’ quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro. Il primo mi mostra tanti e poi tanti vari caratteri di persone, me li dipinge così al naturale, che paion fatti apposta per somministrarmi abbondantissimi argomenti di graziose ed istruttive Commedie. […] Il secondo poi, cioè il libro del Teatro, mentre io lo vo maneggiando, mi fa conoscere con quali colori si debban rappresentar sulle Scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti, che nel libro del Mondo si leggono; come si debba ombreggiarli per dar loro il maggiore rilievo, e quali sien quelle tinte, che più li rendon grati agli occhi dilicati degli spettatori. […] Ecco quanto ho io appreso da’ miei due gran libri, Mondo e Teatro. Le mie commedie sono principalmente regolate, o almeno ho creduto di regolare, co’ precetti che in essi due libri ho trovati scritti: libri, peraltro, che soli certamente furono studiati dagli stessi primi autori di tal genere di poesia, e che daranno sempre a chicchessia le vere lezioni di quest’arte. (Prefazione dell’autore alla prima raccolta delle commedie) Le commedie di Goldoni vivono in quel singolare spazio in cui la “realtà” s’intreccia con “finzione” e che tuttavia non coincide con nessuna delle due Il mondo fornisce il materiale umano Il teatro fornisce le strategie per rappresentarlo Questa visione si avvicina a quella dell’illuminista Diderot, che nel Paradosso dell’attore si pronuncia contro un teatro di pura immedesimazione, pur consapevole dell’importanza che deve avere l’illusione della verità scenica
L’illuminismo popolare Carlo Goldoni L’illuminismo popolare • Quello goldoniano è il primo teatro definibile “borghese”, perché la borghesia vi è protagonista e spettatrice • Ma soprattutto Goldoni dà voce ai valori borghesi L’Ipocrisia si toglie la maschera, affresco di Villa Contarini Un’ideologia moderata, equidistante dal giacobinismo rivoluzionario e dal conservatorismo Coscienza dei conflitti sociali Difesa della «reputazione” Elogio della moderazione Conservazione dello status quo Richiesta di un nuovo spazio sociale onorabilità laboriosità moralismo
Strutture e temi Carlo Goldoni Commedia I temi Esplosione del conflitto Situazione di equilibrio Situazione di equilibrio Più che con l’assenza di conflitti, coincide con l’adeguamento a un codice sociale condiviso Intervento di una forza o una presenza che turba gli equilibri e i valori su cui si basa la vita sociale Più che con la risoluzione del conflitto, coincide con la sua sospensione o accettazione I temi • La crudeltà della vita di relazione Il comico nasce dall’affannoso ostinarsi dei personaggi intorno a un vuoto (una vacua convenzione): • La vacuità delle convenzioni sociali • L’interesse, declinato in tutte le forme linguistica: una frase a doppio senso morale: una regola di rispettabilità sociale materiale: un oggetto, un bene, il denaro • Il conflitto generazionale e, in senso lato, tra visioni diverse della realtà
I capolavori Carlo Goldoni Sior Todero brontolon La bottega del caffè Ancora una commedia incentrata su un personaggio “rustico”, ma questa volta a tenergli testa c’è la caparbia nuora Marcolina. Dallo scontro fra le due durezze scaturisce un’irresistibile carica comica, come al solito non priva di risvolti malinconici e di una velata polemica sociale. La vicenda ruota intorno a una piazzetta veneziana e si basa sul contrasto tra un personaggio “positivo”, Ridolfo, rappresentante dell’ordine sociale, e uno “negativo”, don Marzio, portatore di caos e comicità. La vicenda si con-clude con la vittoria del primo, ma è il secondo a sostenere la commedia. La locandiera Le baruffe chiozzotte Goldoni vi illustra la vita dei pescatori di Chioggia, colta con lo sguar- do distaccato di chi rievoca un “paradiso perduto”. A tessere le fila della trama, con la solita infallibile precisione, c’è il personaggio auto-biografico del coadiutore alla Cancelleria: egli incarna il principio razionale che regola e ordina la genuina materia popolare fatta di sentimenti, emozioni, impulsi. La bella Mirandolina è oggetto del desiderio maschile, ma s’inte-stardisce a sedurre il misogino cavaliere di Ripafratta. Quando finalmente ottiene il suo amore, si rende conto del pericolo di uscire dalla propria condizione, e ripiega sullo scialbo servitore Fabrizio. Il campiello Una commedia corale, incentrata sulla vita popolare in una piaz- za veneziana. Un cavaliere forestiero, portavoce del punto di vi- sta dell’autore, provoca le comiche situazioni che portano ai tre matrimoni finali. La trilogia del- la villeggiatura Prendendo a pretesto la moda della villeggiatura, Goldoni irride le ipocrisie e la smania per le apparenze sociali, soffermandosi soprattutto sul conflitto tra pas-sione amorosa e regole di rispettabilità familiare. I rusteghi Illustra il contrasto tra due generazioni: quella dei vecchi “rustici”, nostalgici e conservatori, e quella dei giovani, rappresentati dal carnevale veneziano. Vinceranno questi ultimi, ma non senza uno sguardo malinconico agli “sconfitti”.