Rinascimento: la ricerca del bello, la riflessione sulla storia, la sensibilità religiosa
Avvicinarsi agli antichi per riconquistare un contatto diretto con la natura: una nuova modalità di raffigurare i corpi 1.Nasce la figura dell’artista moderno; 2. la sua opera viene interpretata attraverso il criterio del genio; 3. il metro di giudizio del suo talento: la capacità di imitare la natura.
La diffusione del genere del ritratto attesta una nuova e positiva considerazione dell’individuo, spesso ritratto nell’ambito della famiglia o dell’istituzione a cui appartiene
L’adozione della prospettiva esprime una sorta di orgoglioso programma: l’uomo, così come è capace di controllare lo spazio pittorico, allo stesso modo è capace di dominare la natura e di progettare razionalmente la propria esistenza Spazio e tempo si fanno prospettici, ossia diventano coordinate entro le quali l’uomo è libero di creare. Il tempo diviene storia, lo spazio figura, il mondo espressione.
Bellezza e crudeltà: l’anima inquieta del Rinascimento La ricerca dell’ordine e dell’armonia, nonché la rappresentazione del mondo come un “bello spettacolo”, sono forme di reazione alla durezza della vita. Gli stessi miti antichi che ispirano la celebrazione rinascimentale della “porpora” e dell’ “oro” alludono al fondo oscuro e violento della condizione umana.
Una fredda riflessione sul cuore tenebroso della storia: il Principe di Nicolò Machiavelli “Debbe adunque un principe non avere altro obietto né altro pensiero, né prendere cosa alcuna per sua arte, fuora della guerra et ordini e disciplina di essa; perché quella è sola arte che si espetta a chi comanda. Et è di tanta virtù, che non solamente mantiene quelli che sono nati principi, ma molte volta fa li uomini di privata fortuna salire a quel grado; e per avverso si vede che,quando e’ principi hanno pensato più alle delicatezze che alle arme, hanno perso lo stato loro. E la prima cagione che ti fa perdere quello, è negligere questa arte; e la cagione che te lo fa acquistare, è lo essere professo di questa arte.”
Disincanto e re-incanto del mondo: l’osservazione assidua e razionale della natura convive con la credenza in oscure potenze magiche La rivalutazione della magia e dell’astrologia è solo in apparenza un anacronismo. Essa presuppone in realtà un sguardo che non si posa più sul mondo per decifrarvi con rispetto e venerazione i simboli della presenza divina, ma che nel mondo interviene attivamente per imporvi la sua logica e per conformarlo alle esigenze dell’uomo.
Erasmo: la stoltezza della fede Passiamo ai sommi pontefici, vicari in terra di Cristo… Se ricordassero anche soltanto il significato del nome di Papa, cioè “Padre”, e del titolo di Santità… Chi sarebbe disposto a conquistarsi quel seggio con tutte quelle ricchezze? E, conquistatolo, a difenderlo con le armi, col veleno, insomma con qualsiasi mezzo… Far miracoli è considerato antiquato, stantio e per nulla adatto ai tempi nuovi; istruire il popolo, troppo faticoso; interpretare le Sacre Scritture, un esercizio da pedanti; pregare, una perdita di tempo; piangere, cosa meschina e degna di donniciole; essere poveri, cosa spregevole; lasciarsi vincere, cosa vergognosa e poco degna di chi a malapena consente ai potenti della terra di baciargli i piedi… Dell’Apostolo Pietro il Vangelo ricorda la frase “Abbiamo lasciato ogni cosa per seguire Te”. (Elogio della follia, LXIV)
L’Utopia di Tommaso Moro: uno specchio rovesciato del disordine, della corruzione, della vanità che affliggono l’esistenza umana