Francesco Petrarca -Cenni biografici -Petrarca e i classici -Il Canzoniere: aspetti principali -Lo stile di Petrarca
Biografia 20 luglio luglio 1304: nasce ad Arezzo : si trasferisce con la famiglia a Pisa e poi ad Avignone dove studia grammatica, retorica e dialettica : inizia i corsi di diritto all’università di Montpellier
Biografia si trasferisce a Bologna per proseguire gli studi giuridici; si avvicina alla poesia toscana e alla classicità latina incontra Laura nella chiesa di Santa Chiara di Avignone prende gli ordini minori ed entra al servizio del cardinale Giovanni Colonna
Biografia invia due lettere a papa Benedetto XII esortandolo a tornare a Roma si stabilisce a Valchiusa dove si dedica alla scrittura letteraria viene incoronato poeta e inizia le due opere in latino, l’Africa e il De viris illustribus torna ad Avignone e inizia la costruzione del Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)
Biografia : soggiorna in diverse città italiane, scrive la canzone Italia mia, il De vita solitaria, il De otio religioso, il Secretum e il Bucolicum carmen. Procede alla sistemazione del Canzoniere : viene nominato arcidiacono della cattedrale di Parma e canonico della cattedrale di Padova. Conosce Giovanni Boccaccio con cui stringe una profonda amicizia.
Biografia : si dedica alla stesura del De viris illustribus, dell’Africa, delle Familiari, dei Trionfi e delle Invectivae contra medicum : si stabilisce a Milano dove svolge missioni diplomatiche per i Visconti. Si dedica al De otio religioso, al De vita solitaria, al De remediis utriusque fortunae e alle Familiari.
Biografia : realizza una nuova versione del Canzoniere : vive a Venezia e compie numerosi viaggi. Organizza la raccolta epistolare delle Senili : scrive il De sui ipsius et multorum ignorantia e si trasferisce ad Arquà : si dedica ai Trionfi e al Canzoniere : stesura definitiva del Canzoniere. Il 19 luglio muore ad Arquà.
Petrarca e il mondo classico
Petrarca e il concetto di «imitazione» Ogni iniziativa umana o letteraria, secondo Petrarca, deve prendere le mosse dalla lettura, cioè dallo studio, affinché il nutrimento della cultura, tenacemente assimilato, consenta al pensiero e alle opere di svolgersi in maniera adulta e autonoma. Petrarca scrive a Boccaccio, nell’ottobre 1366: «L’imitatore deve cercare di esser simile, non uguale, e la somiglianza deve esser tale, non qual è quella tra l’originale e la copia, che quanto più è simile tanto più è lodevole, ma quale è tra il padre e il figliuolo».
Il valore dei testi antichi Dai classici i moderni non devono prescindere: lì sono infatti le radici della civiltà europea, umanistica e cristiana. Scrive a Boccaccio in una lettera del 1359: «Ho letto Virgilio, Orazio, Boezio, Cicerone un una volta ma mille, né li ho scorsi ma meditati e studiati con gran cura; li divorai la mattina per digerirli la sera, li inghiottii da giovane per ruminarli da vecchio. Ed essi entrarono in me con tanta familiarità, e non solo nella memoria ma nel sangue siffattamente mi penetrarono e s’immedesimarono col mio ingegno, che se anche in avvenire più non li leggessi, resterebbero in me, avendo gettato radici nella parte più intima dell’anima mia».
Mondo classico e Cristianesimo Approdo fondamentale della riflessione petrarchesca è la conciliazione tra il mondo classico e il cristianesimo, sentiti non come opposte ideologie, portatrici di valori diversi, ma come moti convergenti nella valorizzazione di ciò che è peculiare della natura umana. Tale orientamento raggiunge i risultati più alti nell’opera petrarchesca più complessa e suggestiva, il Canzoniere. La scrittura poetica diviene anzi interrogazione sull’eterno problema del destino umano e rappresentazione di una voce – quella di Petrarca – che scandaglia le proprie passioni terrene e il proprio desiderio del divino.
Caratteristiche principali del Canzoniere
Un’ipotesi di interpretazione sintetica del Canzoniere Il libro è concepito come un dinamico resoconto di una vicenda dell’anima e perciò in esso si alternano l’amore e il dolore, la sofferenza e il pentimento, la passione e il desiderio di conversione, senza che l’uno o l’altro polo risulti di per sé dominante. L’amore dibattuto e contrastato per Laura viene elevato, letterariamente, dal piano della realtà biografica a quello spirituale, e appare così il simbolo oggettivo della condizione dell’uomo: inquieta, problematica, irresolubile.
L’amore per Laura è vissuto come una spina che obbliga la coscienza petrarchesca a interrogarsi sul valore e sulla funzione di una simile attrazione, in vista del destino ultraterreno che, cristianamente, rappresenta il compimento di ogni individuo. L’opera, piuttosto, riflette il tentativo grandioso di conciliare due sistemi etici opposti, la passione umanistica per i valori e i beni terreni e la prospettiva dell’ascesi cristiana
La genesi del Canzoniere Agosto 1342 prima raccolta allestita a Valchiusa, più antica redazione del Canzoniere 1374 Stesura definitiva del Canzoniere Genere letterario: raccolta di componimenti, di diversa forma metrica (sonetti, canzoni, ballate, madrigali) Canzoniere è una raccolta di frammenti (da cui il titolo latino Rerum vulgarium fragmenta) in volgare, specchio di una disgregazione delle propria vicenda esistenziale che solo mediante la scrittura può essere ricondotta a unità.
Tre livelli di lettura del Canzoniere 1. Amore per Laura Al livello più evidente, il libro compone una cronaca o un diario dell’amore del poeta per Laura. Le singole poesie scandiscono le varie tappe di questa esperienza sentimentale: dapprima lieta ed euforica, poi, soprattutto dopo la precoce morte della donna (1348), dolorosa e inconcludente, bloccata nei ricordi e nella nostalgia.
2. Storia di un anima Al secondo e più profondo livello, il Canzoniere presenta la storia di un’anima: racconta la vita non esteriore ma interiore dell’autore, nei suoi passaggi e progressi dall’adolescenza alla vecchiaia. Illustra un processo di evoluzione emotiva e spirituale: dalla giovanile baldanza, contrassegnata dalla passione per le bellezze e i piaceri terreni – la donna, la natura, la gloria, il successo –, dal desiderio di elevarsi al ruolo di giudice del mondo alle aspirazioni ascetiche, contemplative della maturità.
3. Celebrazione della poesia Petrarca impiega la poesia per celebrare la poesia stessa: la scrittura poetica, infatti, gli appare come l’unico strumento che consenta all’uomo di capire se medesimo e la realtà che lo circonda. Immerso nel fluire perpetuo del tempo, in ogni poesia Petrarca ne blocca gli istanti più importanti: fissati nel testo, essi rivelano il proprio significato, il proprio contenuto segreto. La vita, dietro apparenze sfuggenti e indefinite, cela verità segrete: il testo poetico le scopre, e Petrarca le affida ai suoi lettori.
«Macrostruttura» della raccolta I-CCLXIII Prima parte Vari momenti della passione amorosa per Laura, fino alla prematura scomparsa della donna, ma comprende anche considerazioni dettate dagli altri interessi terreni del poeta: la politica, l’amicizia, la natura CCLXIV-CCCLVI Seconda parte In coincidenza con la morte della donna amata, infatti, l’autore scopre la vanità degli interessi mondani e rinuncia a essi; si sforza di coltivare altri e più nobili sentimenti, indirizzando il proprio amore a ciò che non gli può essere sottratto: Dio, la giustizia, il bene, la verità, la poesia.
Lingua e stile del Canzoniere: «unilinguismo» petrarchesco vs. «plurilinguismo» dantesco Linguaggio che sia essenziale e selezionato. Alla complessità dei significati corrisponde l’equilibrio della scrittura Obiettivo: non la sperimentazione di maniere espressive eccentriche, vistosamente originali o diversificate, ma l’affinamento di un repertorio stilistico ridotto, elegante e compatto, che guarda all’equilibrio della poesia classica, per il quale si parla di unilinguismo petrarchesco, a evidenziare la distanza quasi antitetica dal plurilinguismo dantesco.
«Unilinguismo»: definizione Adottando una scelta opposta al plurilinguismo dantesco della Commedia, Petrarca ricerca e utilizza un linguaggio estremamente selezionato. Il vocabolario circoscritto del Canzoniere crea grande armonia ed equilibrio, consentendo al poeta di raggiungere livelli altissimi di raffinatezza formale.
«Plurilinguismo»: definizione Plurilinguismo dantesco: Dante adotta un linguaggio in cui predominano la varietà e la pluralità: nella Commedia convivono vocaboli popolari e dialettali, latinismi, provenzalismi, neologismi e termini tecnici propri del linguaggio scientifico, filosofico e teologico. Una tale ricchezza linguistica non è fine a se stessa, ma sempre funzionale allo stile che può essere basso o sublime.