Claudio Iacobini Nomi denominaliNomi denominali. 1. Introduzione  La formazione di nomi a partire da nomi è, fra i processi derivazionali che non prevedono.

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Transcript della presentazione:

Claudio Iacobini Nomi denominaliNomi denominali

1. Introduzione  La formazione di nomi a partire da nomi è, fra i processi derivazionali che non prevedono cambiamento di parte del discorso, il più ricco di forme e diversificato semanticamente, lasciando da parte l’alterazione, la prefissazione, e la nomenclatura della terminologia scientifica.

 Qui ci occuperemo della suffissazione, che determina la formazione di nomi raggruppabili in tre categorie principali: nomi di agente, nomi di strumento, nomi di luogo, a cui si aggiungono i nomi collettivi, i nomi di status e i nomi formati coi suffissi -ismo e -ata. Molti dei suffissi qui esaminati possono esprimere più di un significato fra quelli sopra elencati (sul rapporto semantico fra le categorie di agente, strumento e luogo, cfr. Booij 1986; Dressler 1986), alcuni possono anche essere usati per esprimere significati diversi o formare lessemi diversi da nomi (per es., laniero aggettivo) o a partire da parole appartenenti a parti del discorso diverse (per es., apprendista da apprendere verbo).

2. Nomi di agente  Il significato espresso dai nomi di agente denominali è riconducibile alla parafrasi «persona che svolge un’attività connessa con il nome di base». Il nome di base è di norma un nome non animato, perlopiù concreto; il nome derivato è animato, di norma umano, e indica una persona che svolge un determinato lavoro o che viene identificata in relazione a un comportamento abituale.

 I principali suffissi sono -aio, -aro, -ario, -aiolo (- aiuolo, -arolo), -iere, -iero (tutti riconducibili al suffisso latino -arius, che dal valore relazione di «persona addetta a», come in asinarius, vinarius, ecc., sviluppò già in latino il valore di agente), -ista, -ino, -ante. I significati espressi dai suffissi sono largamente sovrapponibili, ma non identici: prova ne sia l’esistenza di coppie di parole derivate da una stessa base la cui semantica è distinta (per es. giornale → giornalaio / giornalista¸ banca → banchiere / bancario). Diamo qui di seguito alcuni cenni sull’uso di ciascuno:

 (a) -aio. È usato in molte parole del lessico corrente indicanti mestieri: benzinaio, orologiaio, vinaio, ecc.; sebbene produttivo, per la formazione di neologismi, è meno usato di altri suffissi perché legato soprattutto all’espressione di nomi di attività manuali di tipo tradizionale;

 (b) -aro. Originariamente variante non toscana di -aio, ne ricalca il significato e gli usi; alcune parole possono essere usate nelle due forme (per es., vaccaio / vaccaro), poche prevalentemente o esclusivamente nella forma in -aro (per es., campanaro, ricottaro, zampognaro). Nell’italiano antico il plurale -ari era regolarmente usato per il singolare in -aio (fornaio / fornari); solo a partire dal Trecento il plurale formato per analogia sul singolare (fornai) si affermò in Toscana e da lì nella lingua italiana. Il suffisso ha avuto un recente aumento di produttività in seguito alla diffusione di parole di area romana che denotano comportamenti abituali perlopiù marginali o moralmente discutibili: borgataro, bustarellaro, gruppettaro, palazzinaro;

 (c) -ario. Suffisso di provenienza colta, è presente sia in parole di origine latina sia di formazione moderna (avversario, bibliotecario, falsario, impresario, milionario, proprietario, visionario), anche di origine francese (pubblicitario);

 (d) -aiolo (con le varianti locali -aiuolo e -arolo). È poco produttivo per indicare mestieri (barcaiolo, boscaiolo, tombarolo, vignaiolo), ma ha sviluppato una connotazione ironico-spregiativa (borsaiolo, donnaiolo, festaiolo), che secondo Fanfani (1985) non dipende dalla presenza del diminutivo -olo, ma dall’uso del suffisso per nomi di mestieri di poco conto;

 (e) -iere. Di origine latina ma di provenienza francese, ha in -iero una variante italianizzante molto meno impiegata (scudiero) e usata principalmente come suffisso aggettivale. Molti sono i nomi di mestieri di antica attestazione (cavaliere, coppiere, giardiniere, giocoliere, magazziniere, palafreniere); la produttività del suffisso è attestata da formazioni più recenti, quali conferenziere, petroliere, vacanziere;

 (f) -ista. Il suffisso più produttivo per la formazione di nomi di agente, è impiegato per la formazione di nomi di tutti i tipi di professioni anche quelle considerate più elevate socialmente (artista, dentista, centralinista, congressista, pianista, rugbista, statista); il rapporto con i derivati tramite i suffissi - ismo e -istico ne facilita l’impiego con il significato «seguace, fautore di una posizione politica o ideologica» (buddista, europeista, garantista, marxista, pacifista);

 (g) -ino. Continuando l’originario valore di appartenenza, serve principalmente a indicare persone che aderiscono a un gruppo, a un’idea (garibaldino, juventino, sessantottino), ma anche a designare persone che fanno lavori modesti (attacchino, postino, questurino, vetturino);

 (h) -ante. I rapporti formali e semantici fra nomi, verbi, e nomi e aggettivi tratti dal participio presente in serie quali canto / cantare / cantante ha favorito la formazione di un suffisso denominale -ante (bracciante, casellante, collaborante, mestierante).

3. Nomi di strumento  La vicinanza semantica fra colui che compie l’azione e lo strumento con cui si raggiunge un risultato connesso col nome di base determina anche una comunanza fra i suffissi impiegati: si veda -iere (braciere, candeliere), la cui forma al femminile si è specializzata per la formazione di nomi di macchine, arnesi e molti strumenti atti a contenere, tanto da farne anche un suffisso locativo: bistecchiera, caffettiera, cassettiera, formaggiera, petroliera, pulsantiera, zuppiera.

 I nomi di strumento sono derivati anche con vari suffissi alterativi: bronzina, cannello, gommone, motorino, orecchino, polsino, ramazza, spallina. Il suffisso -ale, dall’originario significato relazionale, ha sviluppato valore strumentale: ditale, gambale, orinale, schienale.

4. Nomi di luogo  Indicano spazio delimitato in cui è di norma contenuto quanto espresso dal nome base, e in alcuni casi anche l’attività che in tale spazio si svolge.

 Accanto ai suffissi riconducibili al latino -arius (abetaia, fungaia, legnaia, piattaia; bagagliaio, ghiacciaio, pollaio; casellario, lemmario), ricordiamo il suffisso - erìa, probabilmente il più produttivo del gruppo (acciaieria, biglietteria, birreria, libreria, pizzeria, tabaccheria); il suffisso -ile (arenile, campanile, canile, fienile, porcile); i suffissi indicanti status (cfr. § 6), e - ificio, considerato da alcuni un elemento formativo, che indica tipicamente un luogo dove si fabbrica quanto denotato dal nome di base: bottonificio, calzaturificio, pastificio, zuccherificio.

5. Nomi collettivi  Numerosi suffissi sono usati per formare nomi che al singolare indicano un’entità formata da un insieme di elementi. Pochi tra essi sono usati esclusivamente o principalmente con valore collettivo. Comune a molti derivati è una connotazione spregiativa. I suffissi più rappresentativi del gruppo sono -aglia (boscaglia, ferraglia, nuvolaglia, pretaglia, sbirraglia), -ame (bestiame, pellame, pietrame, pollame, scatolame), -ume (polverume, sudiciume, untume).

 Altri suffissi esprimono principalmente altri significati sono: -ata (cancellata, scalinata, vetrata), -ato (loggiato, pergolato), -atura (dentatura, velatura), -eto / -eta (agrumeto, canneto, frutteto, pineta), -ario (frasario, indirizzario), -ería (argenteria, fanteria, maglieria), -iera (raggiera, scogliera, tastiera), -istica (oggettistica), -aggio (casermaggio, tonnellaggio), -ina (decina, dozzina, quarantina).

6. Nomi di status  I nomi indicanti titolo, grado, dignità sono formati principalmente con i suffissi -ado / -ato (ad es. consolato, priorato, vescovado), i quali possono assumere valore locativo e quindi indicare la sede o la giurisdizione territoriale (commissariato, rettorato), oppure possono indicare un periodo di tempo (consolato, papato).

7. Altri suffissi  7.1 Il suffisso -ismo  Tra i suffissi più produttivi dell’italiano, forma nomi maschili astratti dal valore semantico diversificato vario, la grande maggioranza dei quali sono riconducibili a tre raggruppamenti principali:

 (a) il primo raggruppamento è costituito dai nomi che fanno riferimento a concezioni ideologiche, artistiche, filosofiche, spirituali o ad atteggiamenti individuali: altruismo, ateismo, bolscevismo, cubismo, darwinismo, empirismo, positivismo. In alcune formazioni è in concorrenza con il molto meno diffuso suffisso -esimo (cfr. umanismo / umanesimo). I fautori di tali concezioni sono solitamente indicati con il suffisso -ista;

 (b) un secondo grande gruppo è costituito dalla denominazione di fenomeni che hanno rilevanza sociale: analfabetismo, cannibalismo, clientelismo, escursionismo, nomadismo, nudismo;

 (c) il terzo gruppo è formato da nomi di ambito medico indicanti affezioni o stati di alterazione: astigmatismo, reumatismo.  Segnaliamo infine nomi relativi a peculiarità linguistiche: anglicismo, neologismo.

 7.2 Il suffisso -ata  Ha varie sfumature:  (a) aggiunto a nomi di oggetti o armi, indica colpo o offesa inferti con quanto indicato dal nome di base, e più in particolare un evento di breve durata svolto con quegli oggetti (cannonata, coltellata, cornata, fucilata, mangiata, mazzata, pisciata, pugnalata, telefonata);

 (b) aggiunto a nomi designanti parti del corpo umano, può indicare azione svolta da un certo organo (occhiata), o indicare un colpo dato o ricevuto colla o sulla parte specificata dal nome di base (manata, panciata, spallata, stincata, unghiata);

 (c) aggiunto a nomi concreti, indica quantità approssimativa contenuta in ciò che è indicato dal nome di base (carrettata, cucchiaiata, forchettata, grembiulata, secchiata). A questo significato sono connessi sia il valore collettivo di parole come balconata, fiaccolata, sia il valore temporale di parole come annata, giornata, mattinata, mesata;

 (d) aggiunto a nomi di persone o personaggi (perlopiù connotati negativamente) indica azione tipicamente svolta da chi è indicato dal nome di base (buffonata, cretinata, mascalzonata, pulcinellata).

Studi  Booij, Geert (1986), Form and meaning in morphology. The case of Dutch ‘agent nouns’, «Linguistics» 24, pp  Dressler, Wolfgang U. (1986), Explanation in natural morphology, illustrated with comparative and agent-noun formation, «Linguistics» 24, pp  Fanfani, Massimo L. (1985), Storia e funzioni del suffisso -aiolo: su crisaiolo e termini analoghi (I-III), «Lingua nostra» 46, pp , ,