L’abitato rurale in Toscana dalla tardoantichità al bassomedioevo Dalle ville ai castelli
I secoli VI-VII La citazione dei castelli nelle fonti scritte
VIII-IX secolo
X secolo
Il modello archeologico (aggiornato al 2008)
Gli scavi nei castelli toscani
Le ricerche pluriennali condotte in Toscana (promosse in particolare dall’Università di Siena) hanno permesso di proporre, sulla base dei dati archeologici, dei modelli relativamente precisi delle trasformazioni subite dal popolamento dall’età romana al pieno medioevo. La crisi delle ville (delle quali esiste una elaborata tipologia) sarebbe un fatto generalizzato già agli inizi del VI secolo. In seguito alle devastazioni della guerra greco-gotica si avrebbe, a partire dalla metà del VI secolo, il cosiddetto “modello caotico” rappresentato dalla rioccupazione in forme precarie delle ville e dalla costruzione ex-novo di case sparse nelle zone di medio pendio. Verso la fine del VI secolo si avrebbero invece indizi delle prime forme di riordinamento del territorio specialmente attraverso la costruzione di chiese in corrispondenza dei nuclei del periodo caotico.
Dopo questa fase di transizione, il vero e proprio inizio delle forme più tipicamente altomedievali di insediamento, i villaggi accentrati in posizione elevata, si avrebbe ai principi del VII secolo, come dimostrerebbero oltre alla assenza di tracce di frequentazione delle pianure e delle zone basse, anche gli scavi ad es. nei siti di Ripa-Serravezza in Versilia; di Scarlino nel Grossetano (Francovich 1985; Francovich, Cucini, Parenti 1989), di Montarrenti e di Poggibonsi nel senese (Valenti 1996). Tra VIII e IX secolo inizierebbero ad essere maggiormente evidenti i segni di una organizzazione gerarchica all’interno degli insediamenti (sempre caratterizzati da strutture in legno), come evidente nel caso di Montarrenti, Scarlino e Poggibonsi. A Scarlino e Montarrenti si è ipotizzato trattarsi del centro di una curtis
Secondo R. Francovich (1995) in Toscana vi sarebbero state sostanzialmente tre fasi della trasformazione dell’habitat: 1.aggregazione spontanea (VI-VII sec.); 2.gerarchizazzione (VIII-IX); 3.incastellamento classico (X-XI). (Le ricerche molto recenti tendono tuttavia a sfumare questo quadro) L’incastellamento classico coinciderebbe con il consolidamento ed il mutamento istituzionale di preesistenze insediative; comporterebbe un passaggio dalle costruzioni in legno a quelle in pietra ed una accentuata gerarchizzazione all’interno dell’insediamento. Il caso di Rocca S.Silvestro, nelle colline metallifere, sarebbe peculiare per la presenza di beni strategici e signori/imprenditori. Il modello di Toubert sembrerebbe funzionare solo per questo sito.
Le ricognizioni di superficie nel Chianti senese Fine II-V sec. Fine V-VI sec.
Gli scavi nei castelli toscani
Il castello di Montarrenti
Sm. VII-sm.VIII sec.
Sm. VIII-IX sec.
X-XI sec.
XII-XIII sec.
XIV sec.
Gli scavi nei castelli toscani
Il sito di Rocca S.Silvestro
La miniera di Rocca S. Silvestro (galena argentifera e calcopirite)