Testo: Loreta G. Disegni: Paola D. A. A cura di : www.imparaconpietro.altervista.org.

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Transcript della presentazione:

Testo: Loreta G. Disegni: Paola D. A. A cura di :

C’era una volta un pastore così semplice ed insignificante che nessuno ne conosceva l’esistenza. Il pastore viveva su di un monte così piccolo ed insignificante che non era segnato su nessuna carta geografica. A mezza costa, su quel monte, c’era un minuscolo prato, ma così minuscolo ed insignificante che non si vedeva nemmeno dalle foto aeree. Ebbene proprio, lì in quel minuscolo prato, su quel piccolo monte, pascolava l’esiguo gregge del semplice pastore. Egli amava quegli animali che erano tutta la sua famiglia ed era al settimo cielo quando, all’inizio della primavera, nascevano gli agnellini! 2

Ma un anno rimase molto sorpreso quando si accorse che uno dei neonati era coperto da un vello nero come la pece. Oh, bello, lucido, tutto boccoli, ma nero! Egli voleva esser imparziale, ma c’era poco da fare, quando l’agnellino gli si avvicinava, gli faceva qualche carezza distratta e appena poteva farlo, senza darlo tanto a vedere, allontanava da sé quello sgorbio della natura al quale non aveva nemmeno dato il nome. Naturalmente il gregge seguiva l’esempio del pastore e l’agnellino viveva triste e sconsolato sempre scacciato ai margini di quel minuscolo ed insignificante prato. 3

Un giorno il pastore chiuse il suo amato gregge nell’ovile, raccomandò ad ogni pecora e ad ogni agnellino di starsene buono fino al suo ritorno e si allontanò per delle cose che doveva fare nel paesello a fondo valle. Tra le altre cose voleva trovare qualcuno al quale rifilare quell’agnello ormai cresciuto e rimasto senza nome a causa della sua diversità così evidente. 4

5

Tre ladri, specializzati in furti di bestiame, avevano individuato quel prato minuscolo su quel piccolo monte ed, approfittando dell’insperata assenza del pastore, entrarono nell’ovile e costrinsero le pecore ad uscire. – Avanti pigrone – dicevano alle pecore – scendete fino al torrente! – Sì, sì, da brave – aggiungeva un altro – e quando lo avrete oltrepassato saranno perse le vostre tracce… – E potremo vendervi senza temere punizioni alla fiera di fine settembre, perché il vostro padrone non vi ha nemmeno marchiate! – Che babbeo! Si fida di tutti! – Davvero, uno sprovveduto come pochi! 6

E sghignazzando senza paura di essere uditi, i tre sospingono il gregge giù dentro il bosco e giù per il fianco del monte fino al torrente e oltre. Ma nella penombra dell’ovile, non si erano accorti dell’agnello nero che, accovacciato dietro una balla di fieno, invisibile a tutti, ascoltava zitto zitto i discorsi dei ladri. 7

8

Rimasto solo, attese con pazienza il ritorno del pastore e, quando lo vide, cominciò a belare forte ed a saltellargli intorno. Dapprima infastidito il pastore, cercò di allontanarlo: – Smettila, sciocco animale! Neppure i ladri ti hanno voluto! Vattene, nasconditi! Sebbene rattristato, l’agnello continuò nelle sue manovre finché il pastore si avviò nella direzione che gli veniva indicata. Ben presto si accorse che tutti gli indizi: foglie calpestate, rametti spezzati, bioccoli di lana impigliati qua e là, suggerivano il passaggio di un piccolo gregge, il suo gregge! 9

Ed ecco lì, alla fine del ripido sentiero, tutto l’esiguo gregge del semplice pastore farglisi intorno. I ladri, ormai scoperti, se la davano a gambe levate. La speranza di trovarlo sano e salvo gli mise le ali ai piedi. Scendeva saltando veloce di sasso in sasso senza perdere l’equilibrio sempre guidato dall’agnello nero che belava a perdifiato attento ai belati del gregge che lui solo poteva udire. 10

11

Appena al sicuro nell’ovile, ogni animale seppe dalla viva voce del pastore che la loro brutta avventura era finita bene grazie all’agnello nero. Come segno di riconoscenza gli venne dato, finalmente, il nome: Duccio e da allora gli fu riconosciuto l’onore di essere sempre il primo della fila. 12

13

FINE