Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza a.a. 2013/2014 Filosofia del diritto I Docente:Ilario Belloni Per informazioni e contatti:
Diritto e natura Non è un paese per vecchi (No Country for Old Men) Il monologo dello sceriffo
«Un nuovo tipo di persona» «Uno che non ha l’anima»
Natura umana e diritto Può sembrare strano a chi non abbia bene ponderato queste cose che la natura abbia così dissociato gli uomini e li abbia resi atti ad aggredirsi e distruggersi l'un l'altro e perciò, non fidandosi di questa inferenza, tratta dalle passioni, può desiderare forse che gli sia confermata dall'esperienza. Perciò, consideri tra sé che, quando intraprende un viaggio, si arma e cerca di andare bene accompagnato; che quando va a dormire, chiude le porte; che anche quando è nella sua casa, chiude i forzieri e ciò quando sa che ci sono leggi e pubblici ufficiali armati per vendicare tutte le ingiurie che gli dovessero essere fatte; quale opinione egli ha dei suoi consudditi, quando cavalca armato; dei suoi concittadini, quando chiude le porte; dei suoi figli e dei suoi servitori, quando chiude i forzieri. Non accusa egli l'umanità con le sue azioni, come faccio io con le mie parole? Ma nessuno di noi accusa in ciò la natura dell'uomo. I desideri e le altre passioni dell'uomo, in se stessi, non sono peccato. Neppure lo sono le azioni che procedono da quelle passioni, finché non si conosce una legge che le vieta; tali leggi, finché non si sono fatte, non possono essere conosciute, e non si può fare alcuna legge, finché non ci si è accordati sulla persona che la deve fare. ( THOMAS HOBBES, Leviatano)
la natura non è limitata dalle leggi della ragione umana, le quali hanno di mira il vero utile e la conservazione degli uomini, ma si estende a infinite altre leggi, che riguardano l’ordine eterno di tutta la natura, di cui l’uomo è una piccolissima parte: dalla sola necessità di questo ordine tutti gli individui sono determinati in un certo modo ad esistere e ad operare (BARUCH SPINOZA, Trattato teologico-politico)
Paolo Grossi, Lectio magistralis di inaugurazione del corso di laurea in Giurisprudenza I fatti naturali La dimensione socio-economica La natura delle cose la funzione ordinamentale del diritto
«Due uomini salgono su due diversi vagoni dello stesso treno. Conoscono le regole ma non possono comunicare. Il gioco è il seguente: se tutti e due scendono alla prima stazione, A guadagna 10 dollari e B 3 dollari; se tutti e due scendono alla seconda stazione, B guadagna 10 dollari e A 3 dollari; ma se non scendono alla stessa stazione, se scendono in stazioni diverse, nessuno di loro guadagna nulla» (STANLEY KUBRICK)
A e B sono stati arrestati con l’accusa di aver rapinato una banca; al momento si trovano sotto custodia in due diverse celle di isolamento. Entrambi i criminali devono essere immaginati come agenti razionali, in grado di eseguire un ragionamento corretto del tipo costi vs. benefici, e interessati principalmente al proprio utile (i.e. alla propria libertà); solo secondariamente essi si curano delle sorti del proprio complice. Naturalmente, essendo rinchiusi in due ambienti separati, A e B non possono comunicare. Il pubblico ministero, astutamente, presenta loro le seguenti opzioni: possono scegliere se confessare o non confessare. Se A confessa e B non confessa, il primo è libero, mentre il secondo verrà condannato a dieci anni di carcere (e viceversa, qualora sia B a confessare ed A non confessi); nel caso in cui entrambi confessino, ciascuno sarà condannato a cinque anni di detenzione; se nessuno dei due confessa, allora verranno accusati del reato minore di detenzione illegale di armi da fuoco e dovranno scontare soltanto un anno di carcere a testa. Il «Dilemma del prigioniero» (A. Tucker, 1950)