Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] L’apprendimento e l’insegnamento sono processi Cosa vuol dire, in questo caso, processo?
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Gestione per processi si attua un graduale trasferimento delle responsabilità “verso il basso”, riconducendole a chi realmente esegue le diverse attività e ne ha, di conseguenza, la “responsabilità tecnica” ed individuando nel contempo una figura di responsabile di processo (process owner),
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Il responsabile di processo (process owner) Si fa carico del coordinamento e della pianificazione delle singole attività, nonché della gestione dei rapporti con gli altri processi, superando le tradizionali barriere divisionali
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] In pratica: Ogni processo ha un output globale unico: in questo caso, l’apprendimento Ogni output ha un cliente, interno o esterno Ogni processo può attraversare i confini organizzativi e i livelli gerarchici Ogni processo è suddivisibile in sotto- processi
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Per ogni processo è possibile mettere in evidenza 4 elementi gli input: sono le informazioni e i materiali che vengono immessi nel processo affinché subiscano una trasformazione; i vincoli: sono le regole, le istruzioni, le informazioni che condizionano lo svolgimento delle attività che compongono il processo; le risorse: sono le persone ed i mezzi utilizzati per svolgere le singole attività di trasformazione; gli output: rappresentano i risultati, voluti e non, del processo.
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Il processo di apprendimento può poi essere valutato sotto vari aspetti L’affidabilità, ossia l’attitudine a riprodurre, nel lungo periodo e in assenza di cause di variazione identificabili (ovvero con normali cambiamenti negli operatori, nei materiali e nelle altre condizioni del processo), il medesimo risultato la flessibilità, che consiste nella misura in cui un processo può cambiare per venire incontro ai requisiti richiesti dalla clientela (interna o esterna) l’efficacia, che è data dal rapporto esistente tra i risultati ottenuti, attraverso il processo e gli obiettivi preventivamente fissati l’efficienza, che è indicata dal rapporto tra i risultati ottenuti (output) e le risorse utilizzate, ad esempio il tempo (input) L’equità, ossia la qualità morale percepita da chi apprende
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] L’idea di ‘valore’ Il processo é stato definito come un insieme di attività che realizzano un output “aggiungendo valore” ai suoi input. Particolare attenzione va posta nel caso che il processo abbia come scopo l’erogazione di un servizio: il valore in tal caso è quello percepito dall’utente
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] L’output del processo di apprendimento è il suo risultato. Come raggiungerlo?
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] La standardizzazione della performance Controllo a vista Per procedura Per competenze Per output Per cultura
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Esercitazione La babysitter
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Caso aziendale responsabilità
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Capisaldi della responsabilità È legata al risultato, non alla procedura È individuale Non è delegabile bensì permanente Implica piena autonomia nel responsabile ovviamente all’interno dei vincoli di processo (ad esempio protocolli da rispettare) Si valuta il risultato, non la persona, né il suo impegno o le sue competenze
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Alla luce di quanto appena condiviso, si può rivedere la graduatoria di responsabilità del caso di discussione?
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Quale responsabilità? Secondo caso di discussione
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] COMPORTAMENTO OSSERVABILE “Un’impresa non fa affari con la personalità del lavoratore. L’occupazione lavorativa è un costrutto specifico che richiama una prestazione specifica, e nient’altro. Ogni tentativo di andare oltre questo è un’usurpazione, è immorale come lo spionaggio o una violazione della privacy. Un dipendente non deve nessuna lealtà, nessun amore, nessun atteggiamento – egli deve una prestazione e nient’altro” Peter Drucker, 1973
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Un esempio standardizzazione per output : l’Operatore Socio Sanitario
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] 1.Cura bisogni primari della persona Le operazioni di cura dei bisogni primari della persona assistenza in igiene, funzioni fisiologiche e vestizione dell ’ utente supporto alla mobilit à dell ’ utente: trasporto e/o deambulazione predisposizione e somministrazione alimenti prevenzione danni da immobilizzazione ed allettamento Utente assistito in tutte le funzioni primarie nel rispetto dei canoni di riservatezza e rispetto della persona Tempi stabiliti Accuratezza Assenza danni Soddisfazione utente Soddisfazione parenti 1.Adattamento domestico / ambientale Le operazioni di igiene domestica e sicurezza degli ambienti di vita e di cura dell ’ assistito riordino e pulizia degli ambienti di vita e di cura dell ’ assistito prevenzione/ riduzione dei fattori di rischio Ambienti di vita e di cura dell ’ assistito confortevoli e rispondenti agli standard di igiene, sicurezza ed accessibilit à previsti dalle normative vigenti Tempi stabiliti Accuratezza Assenza fattori di rischio Soddisfazione utente Soddisfazione parenti 1.Trattamento sanitario di base alla persona Le operazioni di trattamento sanitario alla persona esecuzione di misure non invasive di primo soccorso attuazione di procedure e prestazioni sanitarie di supporto prescritte nel piano di assistenza individuale segnalazione di dati ed informazioni significative stato di salute dell ’ assistito raccolta, stoccaggio e trasporto di rifiuti e materiale biologico sanitario Assistenza sanitaria prestata secondo i protocolli definiti Tempi stabiliti Accuratezza Completezza e aggiornamento informazioni Rifiuti smaltiti correttamente Soddisfazione utente Soddisfazione parenti 1.Animazione individuale e di gruppo Le operazioni di animazione individuale e di gruppo realizzazione di attivit à ludico-ricreative attuazione di interventi di stimolo alla partecipazione sociale sostegno e compagnia all ’ assistito assistenza informativa sullo stato di salute psico-fisica dell ’ assistito alla famiglia e ai servizi Utenti stimolati nelle capacit à psico-motorie e relazionali Soddisfazione utente Soddisfazione parenti Parametri psicomotori
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Un esempio standardizzazione per competenze : l’Operatore Socio Sanitario
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] unit à di competenza abilit à relative (essere in grado di – saper fare) Conoscenze (conoscere - sapere) Unit à 1 … Cura dei bisogni primari della persona agevolare l ’ utente nell ’ espletamento delle funzioni primarie in relazione ai diversi gradi di non- autosufficienza applicare tecniche di mantenimento delle capacit à motorie adottare misure e pratiche adeguate per l ’ assunzione di posture corrette riconoscere le specifiche dietoterapiche per la preparazione dei cibi Principali tipologie di utenza e problematiche di servizio Comuni strumenti informativi per la registrazione e/o trasmissione di dati Tecniche di primo soccorso: posizionamento in sicurezza, ripristino dell ’ attivit à cardiaca e respiratoria, ecc. Strumenti e tecniche per l ’ alzata, il trasferimento, la deambulazione e l ’ accesso ai servizi dell ’ utente Principali protocolli e dispositivi medico-sanitari utilizzati nell ’ assistenza alla persona di specifico carattere sanitario Elementi di anatomia e fisiologia degli apparati locomotorio, digerente, cardiocircolatorio, respiratorio, renale Principi di base della dietoterapia ed igiene degli alimenti Tecniche di igiene e sicurezza negli ambienti di vita e di cura dell ’ assistito Procedure igienico-sanitarie per trasporto e composizione della salma in caso di decesso Legislazione regionale e nazionale in ambito socio-sanitario Organizzazione dei servizi socio-sanitari e delle reti informali di cura Principali tecniche di animazione individuale e di gruppo Unit à 2 … Adattamento domestico / ambientale rilevare esigenze di riordino degli ambienti di vita e cura dell ’ assistito individuare soluzioni volte ad assicurare comodit à e funzionalit à dell ’ ambiente di vita dell ’ utente applicare protocolli di sanificazione, sanitizzazione e sterilizzazione di ambienti, materiali ed apparecchiature adottare comportamenti idonei alla prevenzione/ riduzione del rischio professionale, ambientale e degli utenti Unit à 3 … Trattamento sanitario di base alla persona comprendere ed applicare le indicazioni inerenti la somministrazione dei farmaci e l ’ utilizzo di apparecchi medicali rilevare i parametri vitali dell ’ assistito e percepirne le comuni alterazioni:pallore, sudorazione, ecc. selezionare i dati e le informazioni significative in merito all ’ evoluzione dello stato di salute psico- fisica dell ’ assistito riconoscere l ’ efficacia di massima degli interventi sanitari erogati in relazione agli obiettivi terapeutici prefissati Unit à 4 … Animazione individuale e di gruppo stimolare le capacit à espressive e psico-motorie dell ’ assistito attraverso attivit à ludico-ricreative impostare l ’ adeguata relazione di aiuto, adottando comportamenti in sintonia con il bisogno dell ’ assistito sostenere processi di socializzazione ed integrazione favorendo la partecipazione attiva ad iniziative in ambito residenziale e non incoraggiare il mantenimento ed il recupero dei rapporto parentali ed amicali
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Alla base di tutto, un’equazione definisce il risultato atteso: Aprendimento = Skills x motivazione dove: Skills = Competenze che permettono l’apprendimento Motivazione = Livello di impegno Apprendimento = Comportamento osservabile e misurabile
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Competenze Modelli unidimensionali: attitudinale, dichiarativo, procedurale Modelli multidimensionali: modello psicosociale, modello evolutivo, modello cognitivista
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Dalla descrizione alla definizione di competenza: = ciò che permette una prestazione eccellente = ciò che assicura il dominio di un problema in situazioni anche molto diverse = ciò che permette di applicare efficacemente le conoscenze alla pratica = ciò che distingue l’esperto dal principiante
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Competenza professionale/1 Caratteristica intrinseca di un individuo causalmente collegata ad una prestazione eccellente in una mansione (Spencer, Spencer, 1993)
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Competenza professionale/2 Elemento complesso costituito da abilità, conoscenze ed esperienze finalizzate, che si manifestano in comportamenti specifici grazie alla motivazione individuale e alle possibilità offerte dal contesto (Levati, Saraò, 2004)
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Quattro questioni di fondo Caratteristica intrinseca: ripetibilità e stabilità Collegamento causale Specificità della mansione Fattori costitutivi
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] COMPETENZA ATTITUDINE CONOSCENZE ESPERIENZE FINALIZZATE CAPACITA’ IMMAGINE DI SE’ OPPORTUNITA’ CONTESTO MOTIVAZIONE ESERCIZIO
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Abilità + Conoscenza + Motivazione + Esperienze finalizzate + Opportunità contestuali Comportamento osservabile (prestazione individuale attesa) Obiettivi di Ruolo: espliciti condivisi misurabili Prestazioni Aziendali (redditività, quota di mercato, longevità…) Sistema di Valutazione 1.Incentivazione (Valutazione delle performance) 2.Formazione (Analisi dei fabbisogni)
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] ABILITÀ È un sapere procedurale, che si manifesta nella capacità di realizzare un’operazione più o meno complessa: essere in grado di…
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] CONOSCENZA È un sapere dichiarativo, che si manifesta nella capacità di ricordare e dichiarare un costrutto teorico, più o meno complesso: sapere…
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] ESPERIENZE FINALIZZATE È il curriculum reale progettato e realizzato in maniera esplicita per dare coerenza e propedeuticità
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] OPPORTUNITÀ CONTESTUALI Sono i gradi di libertà di applicazione degli altri elementi nella situazione reale
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Una possibile definizione di competenza «La competenza è l’insieme delle strategie cognitivo comportamentali che una persona sviluppa e ha a disposizione per rispondere alle richieste di uno specifico contesto lavorativo e, contestualmente, l’insieme delle conoscenze, delle rappresentazioni, della aspettative e delle idee su di sé in quanto lavoratore, che sviluppa e costruisce nelle interazioni socio-lavorative» (Selvatici, D’Angelo, 1999.
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] MOTIVAZIONE ASPETTATIVE/RICOMPENSE CARATTERISITCHE INDIVIDUALI CARATTERISTICHE LAVORATIVE DEFINIZIONE DEI RISULTATI ATTESI (GOAL SETTING) ALL’ORIGINE DELLA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE RICOMPENSE ECONOMICHE
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] E’ CARATTERIZZATA DA: - FORZA (INTENSITA’) - CARATTERE (DIREZIONE) - PERSISTENZA (DURATA NEL TEMPO) FARE motivazione verso il lavoro STARE motivazione verso l’organizzazione PRESTAZIONE RISULTATO IMPEGNO DETERMINAZIONE APPARTENENZA ORGOGLIO FEDELTA’ FIDUCIA ENERGIA LA MOTIVAZIONE
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Tipologie di assetti motivazionali Motivazione a fare Motivazione a stareDefinizioneEfficacia Alta ‘ Militante ’ Alta Bassa ‘ Mercenario ’ Alta BassaAlta ‘ Parassita ’ Bassa ‘ Imbucato ’ Bassa Adottando l’equazione Performance = Competenze x Motivazione, in questa tabella per comodità si assume un livello fisso di competenza, quindi l’unica variabile indipendente è il livello di motivazione, cioè di impegno
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] È possibile individuare alcune principali teorie della motivazione Teorie dei bisogni (needs theories): fanno riferimento a bisogni specifici (fisici o psicologici) che devono essere soddisfatti per il benessere o la sopravvivenza dell’organismo Teorie del valore (values theories), che prendono in considerazione ciò che l’individuo vuole o desidera, e possono esprimere una preferenza o avere carattere morale Teoria dell’obiettivo (goal theories): per ottenere un certo valore bisogna decidere quali compiti e standard di prestazione scegliere. Si traduce nella tecnica del goal setting
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Una prospettiva storica Taylor (1911): lo ‘Scientific Management’ Scuola inglese (‘20): fatica e monotonia Mayo (‘30): l‘effetto Hawthorne’ U.S Army (‘40): selezione del personale
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Teorie generali Maslow (1954): la piramide dei bisogni McClelland (1961): le istanze ai vertici Alderfer (1972): l’ERG della motivazione Harrison (1979): motivazione e ciclo di vita
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Secondo la teoria della motivazione di Maslow esiste una gerarchia dei bisogni (Maslow, Motivation and personality, 1954) Autorealizzazione Stima Socialità Sicurezza Fisiologici Sviluppo e autorealizzazione di se stesso Autostima, riconoscimento sociale, status e stile Senso di appartenenza, amore, relazioni sociali Sicurezza, protezione ( stipendio adeguato al tenore di vita) Bisogni primari (mangiare, bere, dormire…) Piramide di MaslowEsempi
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Un esempio di strumento Esercitazione: quali bisogni?
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Ulteriori sviluppi che rielaborano Maslow Autorealizzazione Stima Socialità Sicurezza Fisiologici Autorealizzazione Stima Socialità Sicurezza Fisiologici
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] (McClelland, The achieving society, 1961) POTERE AFFILIAZIONE SUCCESSO
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] (Alderfer, Existence, relatedness and growth, 1972) ESISTENZA CRESCITA RELAZIONE
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] I bisogni di esistenza sono tanto più desiderati quanto meno soddisfatti I bisogni di esistenza sono tanto più desiderati quanto meno sono soddisfatti i bisogni di relazione I bisogni di relazione sono tanto più desiderati quanto più sono soddisfatti i bisogni di esistenza I bisogni di relazione sono tanto più desiderati quanto meno sono soddisfatti I bisogni di esistenza sono tanto più desiderati quanto meno soddisfatti i bisogni di crescita I bisogni di crescita sono tanto più desiderati quanto più sono soddisfatti i bisogni di relazione I bisogni di crescita sono tanto più desiderati quanto più sono soddisfatti
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] (Harrison, A practical model of motivation and character development, 1979) POLITICO-ECONOMICI SOCIALICOMPETENZA
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Modelli processivi e applicativi Vroom (1964): la formula motivazionale Adams (1965): la dinamica dell’equità Erzberg (1959): teoria bifattoriale McGregor (1960): Teoria X e Teoria Y Locke (1975): l’azione degli obiettivi
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Vroom (1964): la formula motivazionale Motivazione = (V) x (A) x (S) V = valenza, cioè quanto si desidera (o si teme) una ricompensa/risultato A = aspettative, cioè la probabilità percepita di raggiungere un obiettivo S = strumentalità, cioè la stima del legame tra obiettivo raggiunto e ricompensa/risultato
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Adams (1965): la dinamica dell’equità La forza motivazionale dipende dall’equità percepita, che è funzione: –Del valore attribuito alla prestazione –Della ricompensa ottenuta dagli altri (per un analogo risultato)
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Erzberg (1959): teoria bifattoriale Elementi insoddisfattori (igienici) necessari per mantenere la soddisfazione Elementi soddisfattori (motivanti), correlati con alta soddisfazione e agenti di spinta del comportamento sul lavoro
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] McGregor (1960): Teoria X e Teoria Y X = rapporto negativo tra individuo e lavoro Y = rapporto positivo tra individuo e lavoro
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] MOTIVAZIONE ASPETTATIVE/SODDISFAZIONE CARATTERISITCHE INDIVIDUALI CARATTERISTICHE LAVORATIVE DEFINIZIONE DEI RISULTATI ATTESI (GOAL SETTING) ALL’ORIGINE DELLA MOTIVAZIONE RICOMPENSE ECONOMICHE
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Locke (1975): l’azione degli obiettivi Gli obiettivi sfidanti (challenging) conducono a prestazioni più elevate rispetto a quelli facili Gli obiettivi specifici conducono a prestazioni più elevate rispetto a quelli poco chiari (‘fai del tuo meglio’) o alla mancanza di obiettivi. I goals vaghi sono compatibili con parecchi risultati, compreso quello inferiore alle capacità della persona.
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] I mediatori attraverso i quali i goals regolano l’azione della persona Un goal accettato canalizza l’attenzione verso le attività rilevanti e attiva competenze disponibili e che altrimenti non sarebbero utilizzate Un goal specifico regola l’investimento di energia, in funzione della difficoltà del compito Un goal regola la persistenza nelle situazioni dove non vengono imposti limiti di tempo, ossia determina la tenacia di fronte a ostacoli Se i primi meccanismi sono inefficaci, il goal stimola lo sviluppo di strategie e piani d’azione.
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Moderatori della relazione goal-prestazione/1 L’impegno (committment): è il grado con cui la persona è attaccata al goal. La self-efficacy: oltre a essere un moderatore del goal, è un costrutto teorico a sé stante, con effetto diretto sulla prestazione. Le fonti della self-efficacy possono essere diverse: –Mastery experience (padronanza dell’esperienza): un forte senso di efficacia si sviluppa attraverso esperienze in cui gli ostacoli vengono superati attraverso la perseveranza; –Esperienze vicarie: vedere persone simili a sé aver successo fa aumentare le credenze in riferimento alle proprie possibilità di farcela; –Persuasione sociale: le persone che vengono persuase verbalmente di possedere le capacità di far fronte alle attività attivano uno sforzo maggiore
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Moderatori della relazione goal- prestazione/2 Riduzione dello stress e modifica degli stati emotivi: le persone con alta self-efficacy vedono l’attivazione emotiva come un fattore energizzante Feed-back: la conoscenza dei propri risultati è un altro moderatore del goal sulla prestazione Abilità: la relazione tra goal e prestazione è più forte nei soggetti con elevate abilità. In particolare, chi vede le proprie competenze come acquisibili e migliorabili si assegna goal stimolanti e ottiene prestazioni elevate, gli altri che considerano le abilità come stabili interpretano gli errori come indicatori di modesta capacità e, in conseguenza di ciò, si assegnano obiettivi più bassi [Bandura, Wood, 1989] Vincoli situazionali: se la situazione può essere controllata, goal elevati motivano una persona a superare gli ostacoli, soprattutto in presenza di impegno sostenuto e self-efficacy
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Alla base di tutto, un’equazione: Apprendimento = Skills x motivazione dove: Skills = (abilità + conoscenze + esperienze finalizzate + opportunità contestuali), Motivazione definizione obiettivi (goal setting), Apprendimento = cambiamento duraturo osservabile
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] Abilità + Conoscenza + Motivazione + Esperienze finalizzate + Opportunità contestuali Comportamento osservabile (prestazione individuale attesa) Obiettivi di Ruolo: sfidanti specifici esplicitati condivisi misurabili Prestazioni Aziendali (redditività, quota di mercato, longevità…) Sistema di Valutazione 1.Incentivazione (Valutazione delle performance) 2.Formazione (Analisi dei fabbisogni) Mediatori e Moderatori della Relazione Goal/Prestazione
Materiale didattico a cura di: [FILIPPO FERRARI] E la quotidianità? Esercitazione da video!