“…quel nulla d’inesauribile segreto”
Che cosa può significare la voce di un poeta nell’inferno della guerra? Nel 1923 (dopo la prima edizione pubblicata a Udine a cura di Ettore Serra nel 1916) “Il Porto Sepolto” fu ripubblicato a La Spezia nella Stamperia Apuana sempre a cura di E. Serra in 500 esemplari numerati fuori commercio e presentato, come era annunciato sulla copertina, dal Duce in persona. Nel testo di Benito Mussolini, che non sarebbe poi più stato ripreso nelle edizioni successive, è scritto: “… coloro che leggeranno queste pagine si troveranno di fronte ad una testimonianza profonda della poesia fatta di sensibilità, di tormento, di ricerca, di passione e di mistero”.
Perché proprio il titolo di ‘Allegria’ alla raccolta di poesie? “Il Porto Sepolto” è una delle 5 parti che compongono “L’ Allegria”. Tale titolo proviene da una poesia, scritta il 14 febbraio del 1917 intitolata “Allegria di Naufragi” (da notare l’ossimoro), il cui testo dice: “E subito riprende / il viaggio / come / dopo il naufragio /un superstite / lupo di mare”. La parola ‘allegria’ esprime il senso che le diede Leopardi nello Zibaldone come contrapposizione al pessimismo. Queste le parole di Leopardi: “l’allegrezza ci porta a comunicarci cogli altri…, la tristezza a rannicchiarci in noi stessi”.
“Non sono mai stato / tanto / attaccato alla vita” (da: ‘Veglia’) Tutte le poesie sono alla fine confluite in “Vita d’ un uomo”, edita da Mondadori nel 1969 (un anno prima della morte del poeta). I temi centrali - nati da un’urgenza comunicativa che era prima di tutto partecipazione al dramma collettivo e al dolore degli uomini - sono la guerra e la disperazione esistenziale, vissute in prima persona, ma nello stesso tempo un desiderio di infinito e di eterno, la ricerca di illusioni che infondessero coraggio per continuare il viaggio della vita, la scoperta di un possibile legame fraterno con gli altri uomini, l’aspirazione alla ‘terra promessa’ dell’esiliato alla ricerca della patria vera.