I comunisti mangiano i bambini Stefano Pivato. 1. La frase più celebre e popolare della propaganda anticomunista è riscontrabile nelle lingue straniere.

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Transcript della presentazione:

I comunisti mangiano i bambini Stefano Pivato

1. La frase più celebre e popolare della propaganda anticomunista è riscontrabile nelle lingue straniere fra le più disparate sul web. E’ possibile rendersi conto di quanto ancora oggi la leggenda sia diffusa su scala planetaria. In Italia, però, ha assunto significati più dilatati, con diverse sfumature. Perché?

La propaganda anticomunista L’origine della leggenda sui comunisti divoratori di bambini Urban legend, contemporary legend, leggenda metropolitana. Alla sua base si collocano le tragiche carestie che hanno investito l’URSS durante gli anni Venti e Trenta. Avvenimenti storici indispensabili per comprenderne nascita, sviluppo e dilatazione: 1.Rivoluzione d’Ottobre, carestie nell’URSS e la Grande Guerra. 2.Seconda Guerra Mondiale, con la propaganda nazifascista. 3.Secondo dopo guerra, con la Guerra Fredda e lo scontro ideologico fra moderati-cattolici e comunisti-laici Altro aspetto da tener in conto: il ruolo ideologico che l’infanzia assume durante le guerre, quello della vittima.

La notizia (falsa) delle deportazioni lanciata dalla Rsi Il racconto dei comunisti divoratori di bambini si diffonde in Italia proprio con la propaganda nazifascista e le false deportazioni dei bambini siciliani verso la lontana, misteriosa e terrificante URSS. Manifesto della Rsi, La falsa deportazione in URSS.

1.Copertina de «La Domenica del Corriere», 9 Gennaio 1944, Walter Molino. Rappresentazione della falsa notizia. 2.Manifesto della Repubblica sociale, 1944, raffigurante Stalin che vittimizza l’infanzia. 3.Manifesto della Repubblica sociale, La minaccia comunista sull’infanzia.

La leggenda dei comunisti cannibali e divoratori dell’infanzia si dilaterà ulteriormente, con nuove sfumature, durante i decenni di guerra fredda Scontro ideologico-politico tra Dc e Pci, tra conservatori-moderati e laici. Episodi specifici come il trasferimento dei bambini dal Sud al Nord diventano tematiche di scontri politico-ideologici fra le due parti. La stampa cattolica attenua i registri comunicativi dell’orrore, ma nei racconti orali della cultura popolare avviene l’opposto. I comunisti, per parte loro, contrattaccano con una delle polemiche più caratteristiche dell’anticlericalismo, che vuole preti e frati come violentatori di fanciulli. Anticomunismo nel secondo dopoguerra DC - opinione moderata VS Comunisti

Il discorso anticomunista oggi «Mi si accusa di aver detto che i comunisti mangiano i bambini, ma se volete posso dimostrare che hanno realmente mangiato i bambini e fatto anche peggio» «Non li mangiavano i bambini, li fucilavano» «Nella Cina di Mao li bollivano per concimare i campi» Silvio Berlusconi

A partire dagli anni Novanta i giornali riprendono lo stereotipo dei comunisti golosi di bambini, perché rientra in uno schema particolare: quello della contrapposizione classica amico-nemico nella polemica politica. Paradosso: nonostante la leggenda abbia iniziato a circolare dai lontani anni Venti del Novecento, l’unico uomo politico a utilizzarla oggi in modo esplicito sulla stampa sembra essere Silvio Berlusconi. Il suo intento, però, è diverso: far crescere a modo Forza Italia L’esplicita presenza sui giornali segna il passaggio dalla forma orale a quella scritta. E’ caduta ogni barriera linguistica, non ci si fa più nessuno scrupolo a parlare in modo diretto, e si può far a meno delle hint tipiche della stampa di altri tempi. I nuovi media fan sì che le leggende abbiano una capacità di espansione molto più elevata che in passato. Fondamentali sono la televisione, internet e tutte le nuove piattaforme interattive.