La fine della indipendenza italiana. La crisi italiana Tra ’400 e ’500 l’Italia vive una fase di benessere economico e di sviluppo culturale: è un punto.

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Transcript della presentazione:

La fine della indipendenza italiana

La crisi italiana Tra ’400 e ’500 l’Italia vive una fase di benessere economico e di sviluppo culturale: è un punto di riferimento per tutte le nazioni europee. Tuttavia:  La civiltà rinascimentale è un fenomeno elitario estraneo ai ceti popolari.  L’Italia è politicamente debole per il distacco dei principi dai governati, per la divisione e il particolarismo.

La discesa di Carlo VIII Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, scende in Italia rivendicando il trono di Napoli che era appartenuto agli Angioini. Il re dispone di un forte esercito dotato di moderne artiglierie, ma la conquista incontra pochissime resistenze.  Ludovico il Moro (Sforza) lo appoggia,  Alessandro VI Borgia è condiscendente,  anche Firenze cede all’invasore.

Carlo VIII ( ) “[…] piccolo e mal composto della persona, brutto di volto; ha gli occhi grossi e bianchi e molto più usi a veder poco che assai, il naso aquilino similmente grande e grosso molto più del dovere, i labbri eziandio grossi, i quali continuamente tiene aperti, ed ha, alcuni movimenti di mano spasmodici che paiono molto brutti a vedersi, ed è tardissimo nella locuzione. Per opinione mia, la qual potrebbe essere falsa, tengo per fermo che d’ingegno e di corpo poco valga; tuttavia è lodato da tutti a Parigi perchè è gagliardissimo a giocar a palla, a caccia, e alla giostra, nei quali esercizi o bene o male ci mette e distribuisce tempo assai.” Relazione dell’Ambasciatore Veneto Zaccaria Contarini

Esiti del tentativo di Carlo Nel 1495 una lega che unisce Venezia, Milano, la Spagna e l’Imperatore Massimiliano costringe Carlo a ritirarsi. Anche se in apparenza tutto torna come prima, agli occhi dei contemporanei rimase impressa la facilità con cui aveva conquistato l’Italia. Il nostro paese si mostrava facile preda di qualunque monarca straniero.

La repubblica a Firenze A Firenze la debolezza di Piero de’ Medici davanti a Carlo porta alla restaurazione della repubblica. E’ una rivolta del popolo contro il dominio della borghesia mercantile che ha messo la città al servizio del proprio interesse. Sospinta anche dalla predicazione del domenicano Girolamo Savonarola.

I “roghi delle vanità” Savonarola predica una riforma religiosa e morale a Firenze e nella Chiesa. I suoi seguaci (i “piagnoni”) impongono un clima di intransigente moralismo. L’oligarchia dei banchieri e Alessandro VI reagiscono in difesa dei propri interessi Savonarola è scomunicato e messo a morte (1498).

“Franza o Spagna…” Il nuovo re francese Luigi XII occupa la Lombardia (1500) e tenta di spartire il sud Italia con la Spagna che riesce però a impossessarsi di tutto il regno di Napoli (1504).  Ludovico Il Moro è prigioniero in Francia;  Venezia ottiene Cremona;  gli svizzeri il Canton Ticino;  il papa un feudo per il figlio Cesare Borgia.

“La vita di questo gaudente dalla sensualità indomita fu in tutto opposta a Colui che doveva rappresentare sulla terra. Eppure, il modo con cui Alessandro VI amministrò gli interessi autenticamente religiosi non ha dato appiglio ad alcun biasimo. Con disinvoltura quel papa si abbandonò a una vita viziosa, ma la purezza della dottrina della Chiesa rimase intatta: in lui, la Provvidenza volle confermare che i Pastori possono danneggiare la Chiesa, non distruggerla.” Ludwig Pastor

Papa Giulio II della Rovere dipinto da Raffaello

Giulio II Alla morte di Alessandro VI diventa papa Giuliano della Rovere ( ), molto attivo anche su piano politico e militare. Tentò di ripristinare l’autorità del papa sullo stato pontificio:  Riconquistò il ducato che Cesare Borgia stava creando in Romagna con l’aiuto del padre.  Cacciò i Bentivoglio da Bologna.

Contro Venezia La Serenissima si era mostrata interessata ai domini romagnoli del papa. Giulio II coalizza nella Lega di Cambrai (1508) tutti i nemici di Venezia: Ferrara, Mantova, Impero, Francia, Spagna. Venezia è sconfitta (1509) ma si salva grazie alla fedeltà dei sudditi e alla abilità diplomatica.

[…] negli animi di questi contadini è entrato un desiderio di morire, e vendicarsi, che sono diventati più ostinati e arrabbiati contro a’ nemici de’ Viniziani che non erano i Giudei contro a Romani: e tutto dì occorre che uno di loro preso si lascia ammazzare per non negare il nome viniziano. E pure iersera ne fu uno innanzi a questo vescovo, che disse che era marchesco e marchesco voleva morire, e non voleva vivere altrimenti; in modo che il vescovo lo fece appiccare, né promesse di camparlo, né d'altro bene lo possè trarre di questa opinione; dimodochè, considerato tutto, è impossibile che questi re tenghino questi paesi con questi paesani vivi. Lettera di Machiavelli al governo Fiorentino (26 XI 1509)

Contro la Francia Nel 1510 Giulio II promuove una “lega santa” antifrancese:  Gli Sforza tornano a Milano (tutela svizzera).  I Medici a Firenze (Giovanni, poi Leone X). Morti il papa e Luigi XII, il nuovo re di Francia, Francesco I ( ) riconquista la Lombardia (1515) e si accorda con Carlo I di Spagna (Pace di Noyon, 1516) per tutelare lo status quo.

Carlo I (V) d’Asburgo e Francesco I di Valois-Angoulême