Stadi nello studio biogenetico di una sostanza naturale Determinazione della fonte degli atomi di ossigeno ed eventualmente degli atomi di azoto. L’ossigeno.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I licheni come bioindicatori
Advertisements

I nutrienti Macronutrienti Micronutrienti
La respirazione cellulare
TERRENI DI COLTURA.
I Catalizzatori delle reazioni biologiche
ALDEIDI e CHETONI contengono il gruppo CARBONILE
Le biomolecole 1 1.
Catalisi enzimatica e controllo metabolico
Termodinamica SISTEMA: AMBIENTE:
Ricerca di: Di Mascolo Lisa e Remoto Carola 2°C
U 11 Equilibrio chimico.
I viventi sono fatti di lunghe catene di atomi
Questa rete consente di produrre ed utilizzare energia libera.
Gli enzimi In alcune reazioni chimiche il contenuto energetico dei prodotti della reazione è complessivamente maggiore di quello dei reagenti. Perché avvenga.
Scuola Media Statale Balzico – Classe II C
LA CELLULA AL LAVORO A CURA DI ILENIA CUCINOTTA 2I.
Introduzione agli enzimi (un po’ di storia…)
CATALISI CHIMICA.
Vivente : entità genetica organizzata, caratterizzata da metabolismo,
Cinetica delle reazioni biologiche
L'Acqua come....
METABOLISMO È l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono nel corpo degli esseri viventi e che intercorrono tra l’introduzione di sostanze di origine.
Il ciclo della materia in natura
L’ENERGIA L’ENERGIA.
Acidi e basi.
LA CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
La fotosintesi clorofilliana
Anteprima Proteine.
LA RESPIRAZIONE CELLULARE
Cinetica enzimatica La costante catalitica 26
RADIAZIONI Le radiazioni ionizzanti sono quelle onde elettromagnetiche in grado di produrre coppie di ioni al loro passaggio nella materia (raggi X, raggi.
L’ENERGIA L’ENERGIA.
C. Meccanismo di reazione
Respirazione cellulare
IL COMPOSTAGGIO Processo di maturazione biologica controllata, in ambiente aerobico, della sostanza organica attraverso il quale si ha la produzione di.
FUNZIONE ENZIMATICA La maggior parte delle proteine ha il compito di catalizzare le reazioni chimiche che avvengono nell'organismo. Non esiste reazione.
L’ energia Si misura in Joule (J) L’ energia Dal greco energheia (attivita) nucleare idroelettrica chimica Si misura in Joule (J) geotermica meccanica.
designed by Edmondo Mariorenzi IV Liceo Scientifico B IIS Pontecorvo
Isotopi radioattivi.
Le molecole della vita.
LA VELOCITÀ DI REAZIONE
ESTRAZIONE L'estrazione è una tecnica molto usata nell’industria cosmetica. Consiste nella separazione di uno (o più) composti da una miscela attraverso.
TEST DI AMES Il test di Ames costituisce un metodo di screening per gli agenti chimici per una possibile cancerogenicità. Esso si basa sulla forte correlazione.
TECNOLOGIE ALIMENTARI PER LA CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI
Peso Atomico Tre problemi da risolvere!! (1) Difetto di massa
Clonaggio per espressione e clonaggio funzionale
RUMINE E METABOLISMO ANIMALE
SCIENZA E CULTURA DELL’ALIMENTAZIONE PROF.SSA ROBERTA ROSSI Scuola: ISTITUTO PROFESSIONALE ALBERGHIERO Indirizzo: SERVIZI ENOGASTRONOMICI Classe: 4° (3.
LA MATERIA E’ TUTTO CIO’ CHE POSSIEDE MASSA, OCCUPA SPAZIO E POSSIEDE ENERGIA Secondo la teoria atomica la materia è costituita da piccole particelle dette.
La struttura dell’atomo
Uno dei capisaldi della teoria di Bronsted-Lowry è che l’acqua può comportarsi da acido o da base, dissociandosi come OH- o come H 3 O+: H 2 O + H 2 O.
La materia è qualsiasi cosa abbia una massa e occupi uno spazio. Esiste in tre stati: Solido Forma e volume determinati Gas Forma non rigida e volume.
FUNZIONI DEL VACUOLO 1. Ruolo osmotico a) supporto meccanico
Studi di strutture di ordine superiore di proteine mediante spettrometria di massa da un lavoro di R. Kriwacki, N. Reisdorph e G. Siuzdak Spectroscopy.
GLI ENZIMI. Due sono le condizioni fondamentali per la vita 1. L’entità vivente deve essere capace di autoreplicarsi 2. L’organismo deve essere capace.
DUE GRANDI GRUPPI DI ORGANISMI DISTINTI IN BASE ALLA FORMA CHIMICA DA CUI RICAVANO ATOMI DI CARBONIO DALL’AMBIENTE.
IIS Belluzzi – Fioravanti Ambienti a confronto: lo stagno e il fiume Reno.
1 Metabolismo Si definisce metabolismo l’insieme di tutte le reazioni chimiche che avvengono in una cellula. Le reazioni biochimiche che permettono di.
7.3 I lipidi.
GLI ENZIMI La via per accelerare i processi biologici.
LA CHIMICA DELLA VITA. Atomi Unità submicroscopiche di materia Materia: tutto ciò che occupa uno spazio e ha una massa Sono le unità più piccole della.
Spettroscopia UV-VIS Nella spettroscopia UV-VIS il campione è irraggiato con luce avente  nell’UV, nel visibile . Le molecole che compongono il campione.
Paolo Pistarà Principi di Chimica Moderna © Istituto Italiano Edizioni Atlas 2012 Copertina 1.
SAGGI DI ATTIVITA’ ENZIMATICA
Transcript della presentazione:

Stadi nello studio biogenetico di una sostanza naturale Determinazione della fonte degli atomi di ossigeno ed eventualmente degli atomi di azoto. L’ossigeno deriva tipicamente dall’acqua o dall’ossigeno atmosferico Definizione dei processi enzimatici coinvolti in ciascuno stadio di formazione della sostanza in esame. Questo aspetto può essere meglio studiato in vitro utilizzando enzimi isolati preparati in forma pura Definizione del cammino metabolico cioè della sequenza di intermedi e reazioni che portano alla formazione della sostanza in esame. Determinazione dell’origine degli atomi di carbonio che formano lo scheletro della sostanza in esame. Identificazione precursori metabolici (per es. acido acetico, acido mevalonico, acido scichimico)

PRINCIPALI APPROCCI USATI NELLO STUDIO DELLA BIOSINTESI 1.RIFLESSIONE E SPECULAZIONE SULLA STRUTTURA CHIMICA 2.ANALISI SEQUENZIALE 3.METODI CHE IMPIEGANO MUTANTI 4.USO DI INIBITORI SPECIFICI DI ALCUNI PROCESSI ENZIMATICI 5.METODI CHE IMPIEGANO TRACCIANTI ISOTOPICI A: isotopi radioattivi B: isotopi stabili

Possiamo distinguere tra:  Metodi che provocano forti alterazioni sul sistema in esame Inibizione enzimatica Uso di mutanti  Metodi di osservazione diretta con minima interferenza Analisi sequenziale Incorporazione di precursori marcati isotopicamente.

RIFLESSIONE E SPECULAZIONE SULLA STRUTTURA CHIMICA C126 x C2 AcetilCoA 1

Il successo di questa tecnica dipende da: LENTA CRESCITA DELL’ORGANISMO LENTO METABOLISMO METODO EFFICACE DI ANALISI QUANTITATIVA DEI METABOLITI Settimane  g/frutto Variazione del contenuto di alcaloidi nei frutti della cicuta (Conium maculatum) Valutazione del contenuto di determinati metaboliti di un organismo in vari momenti del suo sviluppo.(es. se B si accumula nel tempo mentre A scompare, probabilmente A è precursore di B) ANALISI SEQUENZIALE 2

METODI CHE IMPIEGANO MUTANTI AUXOTROFI 1) è impiegato nello studio della biosintesi su microrganismi 2) il metodo consiste nel modificare il carattere genico dell’organismo da studiare per mezzo di mutageni (es. luce ultravioletta). Si isola quindi il microrganismo che manca di un enzima implicato in un certo processo biosintetico. 3) se la via biosintetica è: A B C D X Y e la cellula manca dell’enzima che trasforma C in D si avranno i seguenti effetti: A)La cellula auxotrofa non è in grado di crescere sul terreno di cultura su cui cresceva la cellula originaria (cellula vegetativa); B) Se si fornisce D o X al terreno di cultura la cellula continua a crescere e si avrà accumulo di C, se C è un intermedio obbligatorio nella biosintesi di X 3

 Un mutante privo dell’enzima che regola la conversione X  Y presenta accumulo di X identificato come chinurenina.  Un altro mutante presenta accumulo di triptofano: per somministrazione di chinurenina si ha biosintesi di ommocromi. METODI CHE IMPIEGANO MUTANTI AUXOTROFI 3 Esempio: Biosintesi ommocromi in drosofila TRIPTOFANO  X  Y  OMMOCROMI

E’ possibile anche: Somministrazione contemporanea di un inibitore enzimatico e un precursore marcato. Esempio: dopo somministrazione a piante di tabacco di acido mevalonico marcato e un inibitore, si osserva accumulo di 2,3-epossisqualene radioattivo. In assenza di inibitore si isolano steroli marcati. Enzima-SH + I-CH 2 COO -  Enzima-S- CH 2 COO - + HI (Gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi) (enzima carbossimetilato; inattivo) 4 INIBIZIONE ENZIMATICA Consiste nell’uso di un inibitore di un enzima del processo biosintetico. Possono essere anche usati agenti chimici che bloccano selettivamente un enzima trasformandone selettivamente alcuni residui. Ac. Mevalonico  2,3-epossisqualene  Steroli

1.Viene immesso nel pool metabolico un metabolita marcato ovvero un composto in cui uno o più atomi sono stati sostituiti con i corrispondenti isotopi stabili o radioattivi. 2.Si assume che enzimi e membrane cellulari non riescano a distinguere tra molecole che differiscono soltanto per la sostituzione isotopica. 3.Seguendo la “traccia” è possibile isolare i prodotti di biotrasformazione del metabolita, se gli atomi marcati non sono stati perduti. 5 METODI CHE IMPIEGANO TRACCIANTI ISOTOPICI

Traccianti isotopici radioattivi più comunemente usati. 3 H  emittentet 1/2 12,35 annie max mev 29,2 Ci/mg atomo 14 C  emittentet ½ 5730 anniE max 0,156 Mev 62,4 mCi/mg atomo 32 P  emittentet ½ 14,45 giorniE max 1,7 Mev ( 1 Ci = 2,22 x disintegrazioni per minuto (dpm) Metodo di rivelazione: scintillazione in fase liquida dpm= cpm /  = efficienza dello strumento per un particolare isotopo ( ) (si determina mediante conta di campioni di riferimento) dpm= disintegration per minute cpm= counts per minute E’ possibile distinguere tra due radionuclidi (per es. 3 H e 14 C) contando la radioattività di ciascun nuclide su due diverse finestre di energia (canali) dello scintillatore. METODI CHE IMPIEGANO TRACCIANTI ISOTOPICI A: isotopi radioattivi

COMPOSTI MARCATI CON RADIOISOTOPI 1.Generalmente marcato (G): quando la distribuzione media del radioisotopo nelle varie posizioni della molecola è irregolare. Per es. D,L-[G- 3 H]fenilalanina i protoni su ciascuna posizione sono parzialmente sostituiti da atomi di trizio in maniera casuale. Questo tipo di marcatura è statistica e le molecole marcate differiscono nel numero e nelle posizioni dei radioisotopi. 2. Uniformemente marcato (U): quando la distribuzione media del radioisotopo è circa la stessa in tutte le possibili posizioni della molecola. Per es. se isoliamo come CO 2 gli atomi di carbonio delle varie posizioni della L-[U- 14 C]fenilalanina, la stessa abbondanza di 14 C verrà trovata in ciascun campione di CO 2 3.Specificamente marcato: quando i radioisotopi sono localizzati in alcune, ben definite posizioni con ben definite abbondanze relative (% dell’abbondanza totale specifica in 3 H o 14 C). La marcatura specifica può essere singola, doppia o multipla asseconda del numero di posizioni marcate. Per es. D,L-[1- 14 C]fenilalanina in cui tutta la radioattività del 14 C è concentrata sul gruppo carbossilico (C-1). Un composto marcato con un radioisotopo (in particolare 3 H e 14 C) può essere:

Alcune regole da seguire in un esperimento con precursori marcati con radioisotopi. 1.II precursore marcato deve essere somministrato alla più alta radioattività specifica e purezza chimica possibile e alla più bassa concentrazione possibile. 2.I prodotti isolati devono essere purificati rigorosamente preferibilmente per ricristallizzazione a radioattività specifica costante. 3.La posizione dell’atomo marcato ( o degli atomi marcati) nel prodotto deve essere localizzata a mezzo di degradazioni chimiche specifiche. Bisogna inoltre verificare l’assenza di “randomizzazione”.

BIOSINTESI GRISEOFULVINA

DOPPIA MARCATURA 1.Durante esperimenti di incorporazione quando si desidera seguire il destino di particolari atomi di idrogeno si ricorre spesso a precursori marcati sia 3 H che con 14 C. 2.Se si parte da un composto con un certo rapporto 3 H/ 14 C il valore di questo rapporto nei metaboliti finali dà informazioni sulla perdita o il trasferimento di atomi di idrogeno. Rimane valido il principio che la marcatura deve essere localizzata con metodiche degradative appropriate. 3.Generalmente il precursore da somministrare è una miscela di molecole marcate solo con 3 H e di molecole marcate solo con 14 C. 4.La marcatura intramolecolare ( 3 H e 14 C nella stessa molecola) è difficile da realizzare e può essere usata solo quale precauzione rispetto a possibili discriminazioni biologiche fra composti aventi la stessa struttura e soltanto differenze isotopiche (EFFETTO ISOTOPICO)

 w = 3 H/ 14 C  x = 3 H/ 14 C w = precursore x= prodotto  w >  x Nessun 14 C  w ~  x ~~ DOPPIA MARCATURA

EFFETTO ISOTOPICO 1.PRIMARIO: VARIAZIONE DELLA VELOCITÀ DI REAZIONE DOVUTA ALLA ROTTURA O ALLA FORMAZIONE DI LEGAMI CON DIFFERENTI ISOTOPI, ES. ROTTURA DEL LEGAME C-T INVECE DEL LEGAME C-H 2.SECONDARIO: EFFETTI CINETICI DOVUTI ALLA SOSTITUZIONE ISOTOPICA SU ATOMI VICINI COINVOLTI IN UNA REAZIONE CHIMICA. È UN EFFETTO QUANTITATIVAMENTE MOLTO PIÙ PICCOLO DEL PRIMARIO 3.UN ENZIMA PUÒ MOSTRARE DIVERSA AFFINITÀ PER SUBSTRATI CON SOSTITUZIONE ISOTOPICA. EFFETTI ISOTOPICI CINETICI (SPECIALMENTE PRIMARI) VENGONO OSSERVATI QUANDO UN SUBSTRATO REAGISCE NEL SITO ATTIVO DELL’ENZIMA. Esempio:

1.Si effettuano esperimenti di incorporazione con precursori marcati con isotopi stabili ( 13 C, D, 15 N) e si analizza il destino della marcatura nei prodotti mediante NMR o spettrometria di massa. 2.A causa della scarsa sensibilità delle tecniche di rivelazione, si deve avere un arricchimento isotopico non inferiore all’1%. 3.Il vantaggio di questa tecnica consiste:  a)nell’assenza di pericoli dovuti alla radioattività.  b) nell’assenza di contaminazione da parte di prodotti estranei al pathway metabolico presenti anche in piccole quantità;  c) nella possibilità di localizzare la marcatura mediante analisi spettroscopica (NMR) o spettrale (massa) senza dover far uso metodi degradativi. METODI CHE IMPIEGANO ISOTOPI STABILI B. Isotopi stabili 5

METODI DI SOMMINISTRAZIONE DEI SUBSTRATI AD ORGANISMI VIVENTI 1.Somministrazione attraverso l’alimentazione: per animali, per es. insetti. 2.Iniezione: intravenosa, intraperitoneale, intramuscolare. 3.Perfusione: un organo è mantenuto in condizioni di normale attività metabolica con un opportuno liquido circolante. 4.Diffusione: Il substrato è disciolto o sospeso in mezzo acquoso in cui si trovano piccole parti di un organo o cellule. 5.Metodo dello stoppino d’ovatta: Inserito nel tronco o stelo di un vegetale. Basato sull’azione capillare dell’ovatta. 6.Metodo del taglio dello stelo: Lo stelo tagliuzzato alla base è immerso in soluzione acquosa contenente il precursore. 7.Metodo della spazzola: Una sospensione del precursore in olio di silicone è spazzolata sulle foglie delle piante.