La Riforma protestante

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Transcript della presentazione:

La Riforma protestante 1. La ribellione di Lutero

Due premesse La Riforma protestante è un fatto religioso, tuttavia ebbe conseguenze rilevanti sul piano politico e culturale: va in pezzi l’unità della christianitas medioevale. Non è la prima volta che si parla di “riforma” nella Chiesa: questa volta, più che ripristinare la “forma originaria” si dà origine ad una nuova realtà.

Qual è la causa? Alle origini della Riforma c’è l’opera di un singolo, il monaco Martin Lutero (1483-1546). Ma c’è anche la particolare situazione creatasi all’interno della cristianità all’inizio dell’età moderna; non una causa, ma diversi fattori: religiosi, politici, economici e sociali.

Fattori “impersonali” Sensibilità religiosa cupa e pessimistica. Corruzione del clero (alto e basso). Fiscalismo ecclesiastico. Tendenza del potere laico a controllare la Chiesa. Tendenze autonomistiche dei principi tedeschi. Malessere sociale.

Punizioni infernali (stampa del 1496)

Martin Luther Nato ad Eisleben (Turingia) nel 1483. Dominato da terrore della giustizia divina si fa monaco. Conosce la corruzione della Chiesa ma non se ne scandalizza.

La polemica sulle indulgenze Nel 1517, per ottenere il suo terzo beneficio, Alberto di Hohenzollern doveva 24.000 ducati alla curia romana. I Fugger (i banchieri di Carlo V) anticiparono la somma. Il papa permise ad Alberto di destinare al pagamento del debito metà delle offerte raccolte attraverso le indulgenze per ricostruire S.Pietro, promosse Giulio II.

Alberto di Hohenzollern e Jakob Fugger

Le indulgenze: uso e abuso L’indulgenza è la remissione della pena (non della colpa) meritata dall’uomo per i suoi peccati concessa in speciali occasioni, a coloro che compiono atti di penitenza e di pietà. L’opera buona, all’epoca, si traduceva spesso in un’offerta in denaro, il che offriva alla curia romana un buon espediente per accrescere le entrate.

Caricatura di Johannes Tetzel, il predicatore delle indulgenze incaricato da Alberto. Il testo dice: “Sobald der Gülden im Becken klingt, im huy die Seel in Himmel springt.„: “Appena il soldo risuona nella cassetta l'anima vola in Paradiso.„

Le 95 tesi Lutero non sa nulla degli scandalosi accordi tra Alberto e la curia, ma si accorge degli effetti negativi della vendita delle indulgenze sui suoi fedeli. Scrive ad Alberto per far cessare lo scandalo e si dichiara disposto a confutare l’insegnamento di Tetzel proponendo alla discussione dei teologi 95 tesi sulle indulgenze.

E’ propagata nel paese, sotto la protezione del tuo illustrissimo titolo, l’indulgenza papale per la fabbrica di S.Pietro. Al riguardo io […] ardo di dolore per le falsissime interpretazioni che ne derivano tra il popolo, diffuse ovunque. Infatti le infelici anime credono evidentemente di esser sicure della propria salvezza non appena abbiano acquistato una lettere di indulgenza; e inoltre che le anime del purgatorio se ne partono non appena essi abbiano messo il denaro del riscatto nella cassetta. Inoltre che al grazia dell’indulgenza è così potente che (come dicono) anche nel caso impossibile che uno violentasse la Madre di Dio, potrebbe esserne perdonato. Infine che con questa indulgenza l’uomo si libera da ogni pena e colpa. Lutero, Lettera ad Alberto di Hohenzollern, 31 ottobre 1517

Il successo delle tesi Per la tradizione, Lutero avrebbe affisso, in modo provocatorio, le sue tesi sulla porta di una chiesa di Wittemberg. (31 ottobre 1517). In realtà egli si rivolgeva ai teologi. Le tesi furono però tradotte e stampate, incontrando la simpatia di coloro, nobili e non, che erano in polemica con la corruzione e il fiscalismo romano.

LXXXVI. Ancora: perché il papa le cui ricchezze oggi sono più opulente di quelle degli opulentissimi Crassi, non costruisce una sola basilica di S. Pietro con i propri soldi invece che con quelli dei poveri fedeli? Lutero, Le 95 tesi

Federico il Savio, Duca di Sassonia

La ribellione Lutero è denuciato a Roma, ma gode della protezione di Federico il Savio, elettore di Sassonia, e non si procede contro di lui. Egli viene tuttavia riconosciuto eretico; ciò lo spinge a rifiutare l’autorità della Chiesa, e a maturare una propria visione, basata su due caposaldi:

“Sola fide” In base al principio di giustificazione per sola fede, Lutero contesta il ruolo delle opere per la salvezza: Dopo il peccato originale l’umanità è peccatrice e destinata alla dannazione. Dio, nella sua misericordia, salva alcuni non considerando il loro peccato e donando loro la fede, senza alcun merito. L’uomo resta incapace di fare il bene, il redento è “simul iustus et peccator”.

“Sola Scriptura” Per Lutero solo la Bibbia è vincolante per il cristiano, che può leggerla senza bisogno della guida della Chiesa (“libero esame”). Egli non difende il relativismo delle interpretazioni. Il cristiano può scoprire l’unico vero significato della Scrittura attraverso una diretta ispirazione divina.

Gli scritti riformatori La dottrina di Lutero si approfondisce in successivi scritti (1520-25), nei quali: contesta la separazione clero-laici, sostenendo il “sacerdozio universale” (ogni credente è sacerdote di se stesso); rifiuta i sacramenti cattolici salvo il Battesimo e l’Eucarestia (senza transustanziazione); nega, contro Erasmo da Rotterdam, che esista un libero arbitrio dopo il peccato originale.

Le condanne Nel 1520 fu scomunicato da Leone X. Lutero bruciò la bolla in piazza a Wittenberg. I principi che lo sostenevano, gli ottennero la possibilità di discolparsi davanti a Carlo V (Dieta di Worms, 1521). Lutero però non ritrattò nulla e fu messo al bando. Il duca di Sassonia lo nascose nel suo castello di Wartburg.

“Hier stehe ich. Ich kann nicht anders! Gott helfe mir, Amen!” “Se non sarò convinto mediante testimonianze della Scrittura e chiare motivazioni razionali, poiché non credo né al papa né ai concili […] non posso né voglio ritrattarmi poiché non è sicuro né salutare agire contro la propria coscienza.”

La ribellione dilaga Nonostante la condanna, la polemica antiromana si scatena: si riforma il culto, si scardina la gerarchica ecclesiastica, si mette in discussione l’ordine sociale. Lutero interviene contro gli eccessi appellandosi all’autorità principi: il cristiano è libero nel mondo interiore, ma in quello esteriore è del tutto sottoposto all’autorità politica che è voluta da Dio.

Chiunque sia un sedizioso è messo al bando da Dio e dall’imperatore, cosicché chi per primo voglia ucciderlo agisce molto rettamente […]. Per la qual cosa, cari signori, liberate, salvate, aiutate e abbiate misericordia della povera gente; ma ferisca scanni strangoli chi lo può; e se ciò facendo troverai la morte, te felice, morte più beata giammai potresti incontrare, perché muori in obbedienza alla parola di Dio ed al servizio della carità per salvare il prossimo tuo dall’inferno e dai lacci del demonio. Lutero, Contro le bande brigantesche e assassine dei contadini

Una Riforma “dall’alto” carta Una Riforma “dall’alto” Lutero non divenne il capo di una nuova Chiesa riformata, ma affidò al potere temporale, la cura della comunità dei credenti. I principi tedeschi colsero l’occasione per liberarsi da ogni legame con Roma e incamerare beni ed entrate ecclesiastici. In questa forma di “Chiese di stato” la Riforma si diffuse poi nel nord Europa.