A cura di: Locci E. Marano F. Romaniello M.L. a formazione delle conoscenze (psicogenesi) La formazione delle conoscenze (psicogenesi) L’epistemologia.

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A cura di: Locci E. Marano F. Romaniello M.L. a formazione delle conoscenze (psicogenesi) La formazione delle conoscenze (psicogenesi) L’epistemologia genetica

L’ epistemologia genetica è una disciplina fondata dallo psicologo Jean Piaget nella metà del XX secolo, interessato allo studio delle origini (la genesi) della conoscenza. L’ epistemologia genetica è una disciplina fondata dallo psicologo Jean Piaget nella metà del XX secolo, interessato allo studio delle origini (la genesi) della conoscenza. Questa prospettiva psicologica vuole collegare la validità della conoscenza al modello della sua costruzione; ovvero essa mostra che i metodi usati per ottenere e creare la conoscenza influenzano la validità della conoscenza risultante. Questa prospettiva psicologica vuole collegare la validità della conoscenza al modello della sua costruzione; ovvero essa mostra che i metodi usati per ottenere e creare la conoscenza influenzano la validità della conoscenza risultante. L’ epistemologia genetica spiega anche il processo mediante il quale un individuo sviluppa le sue abilità cognitive nel corso della vita, a partire dalla nascita ed attraversando gli stadi sequenziali di sviluppo (4 stadi). L’ epistemologia genetica spiega anche il processo mediante il quale un individuo sviluppa le sue abilità cognitive nel corso della vita, a partire dalla nascita ed attraversando gli stadi sequenziali di sviluppo (4 stadi). Inoltre, Piaget dimostrò l’esistenza di una netta differenza tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell’adulto. Inoltre, Piaget dimostrò l’esistenza di una netta differenza tra le modalità di pensiero del bambino e quelle dell’adulto.

IL PERIODO SENSO-MOTORIO Secondo Piaget, il bambino nasce con un patrimonio genetico che costituisce la base dello sviluppo sia biologico che mentale, la crescita avviene nell’incontro tra strategie innate e rapporto con la realtà. Inoltre, sempre secondo l’autore, esiste una forte relazione tra sviluppo somatico e mentale, il quale è in stretto contatto con i processi di adattamento e organizzazione. Il bambino fin dalla nascita è un “esploratore”, un soggetto attivo di ricerca che si rapporta con l’ambiente sulla base di due processi: - assimilazione: le nuove esperienze e informazioni vengono assorbite e poi rielaborate in modo da adattarsi alle strutture già esistenti; - accomodamento: modificazione delle idee o delle strategie a seguito delle nuove esperienze.

Piaget paragona lo sviluppo mentale del bambino alla sua crescita organica: entrambi tendono verso un progressivo equilibrio. In generale la stessa azione umana è una continua ricerca di equilibrio. Il bambino alla nascita non è in grado di riconoscere il mondo esterno da quello interno, l’ “io” bambino è al centro della realtà, in quanto inconsapevole di se stesso e incapace di compiere una separazione tra soggettività e oggettività della realtà esterna. Durante i primi mesi di vita, il bambino non concepisce né percepisce le cose immerse nell’universo esterno come oggetti permanenti, non conosce lo spazio e la causalità, non ha la nozione di oggetto. Solo alla fine del secondo anno il bambino non obbedisce più all’azione del soggetto ma a leggi indipendenti dall’io.

Al termine del periodo senso – motorio si manifesta una funzione fondamentale per l’evoluzione delle ulteriori condotte che consiste nel poter rappresentare qualcosa per mezzo di un significante differenziato e che serve solo a questa rappresentazione: linguaggio, gesto simbolico ecc. - Il periodo senso motorio termina al secondo anno di vita; - A tale periodo succede un tipo di adattamento caratterizzato dalla comparsa di una funzione che Piaget chiama “semiotica”, tale funzione consiste essenzialmente nella capacità di rappresentare un significato per mezzo di un significante; - Tale funzione è detta semiotica perché nell’ambito della linguistica si distinguono i sistemi di rappresentazione mediante segni dai sistemi di rappresentazione mediante simboli.

CARATTERISTICHE DELLO STATO PREOPERATORIO: - Egocentrismo: tendenza ad essere “incentrato sull’io”; - Concentrazione: il bambino si concentra su un unico aspetto tralasciando gli altri; - Irreversibilità: rigidità del pensiero; - Ragionamento primitivo: modalità di pensiero per cui due avvenimenti che avvengono per caso contemporaneamente, non solo sono strettamente collegati ma uno è causa dell’altro; - Identità dell’oggetto: l’oggetto è concepito come identico a se stesso, qualunque siano i cambiamenti esterni da esso subiti.

-All’età di 5-6 anni il bambino si distacca dall’egocentrismo proprio degli anni precedenti, iniziando a percepire l’idea di spazialità rapportandosi con ciò che lo circonda attraverso delle «funzioni costituenti». -La decentrazione (dovuta ad un progresso tra funzioni) non solo relativa a movimenti, ma tra concetti o attività concettualizzate. Ad esempio: un bambino di 5-6 anni sa in genere che se spingiamo una piastrina rettangolare con una matita poggiata esattamente a metà essa procede «dritta», ma che se la spingiamo di lato essa «gira». Ad esempio: un bambino di 5-6 anni sa in genere che se spingiamo una piastrina rettangolare con una matita poggiata esattamente a metà essa procede «dritta», ma che se la spingiamo di lato essa «gira». Ciò accade grazie alla capacità di mettere in relazioni concetti/funzioni tra loro e concetti/funzioni con azione. Ciò accade grazie alla capacità di mettere in relazioni concetti/funzioni tra loro e concetti/funzioni con azione. IL SECONDO LIVELLO PREOPERATORIO

In questo livello si parla di funzioni costituentisi e non ancora costituite, perché queste ultime, che si formeranno allo stadio delle operazioni concrete, comportano una quantificazione effettiva, mentre le prime restano qualitative. Ad esempio: in presenza di un filo disposto ad angolo retto (L), il bambino saprà prevedere che tirando una delle due estremità, uno dei suoi segmenti aumenta e l’altro diminuisce di lunghezza, ma per mancanza di quantificazione non supporrà l’uguaglianza A = B dei segmenti. Vi è dunque una semilogica, per mancanza di operazioni inverse, e non ancora una struttura operatoria, che implichi causalità tra variabili, al modificare dell’una, si modifica l’altra.

-La semilogica è legata allo schema dell’azione. La funzione costituente rappresenta la struttura semilogica più adatta a tradurre le dipendenze rivelate dall’azione e i suoi schemi, ma senza che esse raggiungano la reversibilità e la conservazione che caratterizzano le operazioni. -La funzione partecipa, come l’azione stessa, di una doppia natura, diretta nello stesso tempo verso la logica e la causalità. -Primo progresso della logica riguarda la differenziazione costante dell’individuo e della classe. In questo livello grazie ai progressi dell’assimilazione coordinatrice il bambino dissocia l’individuo dalla classe; le collezioni non sono più figurali ma consistono in piccole raccolte senza configurazione spaziale.

-Il bambino non possiede ancora la capacità di regolare quantitativamente i termini «tutti» e «alcuni» per mancanza di reversibilità ; per comprendere che A<B è necessaria la reversibilità A = B – A’ e la conservazione del tutto B una volta dissociata la parte A della sua complementare A’. -Nel campo della causalità vi è inoltre assenza di transitività in quanto essa si riferisce ai processi di trasmissione mediata. Ad esempio, se mostriamo al soggetto tre bicchieri di forme diverse, A contenente liquido rosso, C uno azzurro e B vuoto, e se poi, dietro uno schermo, travasiamo A in C e reciprocamente, per mezzo di B, il soggetto vedendo il risultato il risultato immagina che abbiamo versato nello stesso tempo A direttamente in C e C in A senza passare per B. Ad esempio, se mostriamo al soggetto tre bicchieri di forme diverse, A contenente liquido rosso, C uno azzurro e B vuoto, e se poi, dietro uno schermo, travasiamo A in C e reciprocamente, per mezzo di B, il soggetto vedendo il risultato il risultato immagina che abbiamo versato nello stesso tempo A direttamente in C e C in A senza passare per B.

IL PRIMO LIVELLO DELLO STADIO DELLE OPERAZIONI «CONCRETE» -All’età dei 7-8 anni le azioni interiorizzate o concettualizzate acquistano il rango di operazioni in quanto trasformazioni reversibili che modificano alcune variabili e ne conservano delle altre a titolo d’invarianti. -L’esempio della seriazione è molto chiaro. Quando si tratta di ordinare una decina di bastoncini poco differenziati tra loro i soggetti del primo livello preoperatorio procedono per coppie o per terne ma senza poterle in seguito coordinare in una serie unica. I soggetti del secondo livello giungono alla serie corretta, ma per tentativi e correzioni degli errori.

A questo livello, invece, utilizzano spesso un metodo esaustivo che consiste nel cercare dapprima l’elemento più piccolo, poi il più piccolo di quelli che restano, ecc. Vediamo che questo metodo giunge ad ammettere in anticipo che un elemento qualunque E sarà nello stesso tempo più grande dei bastoncini già collocati, sia E> D, C, B, A, e più piccolo di quelli che non lo sono ancora, sia E D, C, B, A, e più piccolo di quelli che non lo sono ancora, sia E< F, G, H, ecc. La novità consiste dunque nell’utilizzare le relazioni, non l’una a esclusione dell’altra, ma simultaneamente. In realtà fino a questo punto il soggetto orienta le sue manipolazioni in un solo senso del percorso ( ) e si trova in imbarazzo quando poniamo domande relative all’altro senso possibile.

-Altro passo importante è quello della chiusura dei sistemi. Prima della seriazione operatoria il soggetto giungeva a seriazioni empiriche ottenute per tentativi; prima delle classificazioni operatorie con quantificazione dell’inclusione (A<B) il soggetto giungeva a costruire collezioni figurali o anche non figurali. Prima della seriazione operatoria il soggetto giungeva a seriazioni empiriche ottenute per tentativi; prima delle classificazioni operatorie con quantificazione dell’inclusione (A<B) il soggetto giungeva a costruire collezioni figurali o anche non figurali. Prima della sintesi del numero sa già contare fino a certi interi ma senza conservazione del tutto al momento delle modificazioni figurali. Prima della sintesi del numero sa già contare fino a certi interi ma senza conservazione del tutto al momento delle modificazioni figurali. -La struttura operatoria finale appare come il risultato di un processo costruttivo continuo, ma la fusione delle anticipazioni e delle retroazioni comporta una chiusura del sistema su se stesso: i suoi legami diventano necessari. Questa necessità è originata da un passaggio limite, perché una chiusura non può essere più o meno completa e solo al momento in cui essa è totale produce questo carattere di interdipendenze necessarie. Queste si manifestano sotto forma di due proprietà: la transitività e le conservazioni.

I progressi che segnano l’inizio dello stadio delle operazioni concrete per quanto riguarda il loro aspetto logico sono complessi ed implicano tre momenti solidali: 1)Astrazione riflettente, che trae dalle strutture inferiori quanto è necessario per costruire le superiori: per esempio l’ordinazione che costituisce la seriazione è tratta dalle ordinazioni parziali che intervengono già nella costruzione delle coppie, terne. 2)Coordinazione, che mira ad abbracciare la totalità del sistema e tende così alla chiusura. 3)Autoregolazione, di tale processo coordinatore, che giunge ad equilibrare le connessioni secondo i due sensi, diretto e inverso, della costruzione. Queste diverse fasi si ritrovano in particolare nella sintesi del numero intero a partire dalle inclusioni delle classi e delle relazioni d’ordine.

-La casualità consisteva nell’attribuire agli oggetti gli schemi della propria azione. -Fin dai 7-8 anni la causalità consiste in una specie di attribuzione delle operazioni stesse a oggetti promossi così al rango di operatori, le cui azioni divengono componibili in modo più o meno razionale.

-Le operazioni «concrete» poggiano direttamente sugli oggetti: questo equivale dunque ancora ad agire su di essi, come nei livelli preoperatori, ma conferendo a queste azioni una struttura operatoria, cioè componibile in maniera transitiva e reversibile. Dato questo è dunque chiaro che taluni oggetti si presteranno più o meno facilmente a questa strutturazione, mentre altri resisteranno, il che significa che la forma non potrebbe essere separata dai contenuti e che le stesse operazioni concrete non si applicheranno che con sfasamenti cronologici a contenuti differenti: è così che la conservazione della quantità, la seriazione, ecc, e anche la transitività delle equivalenze sono padroneggiate, nel caso dei pesi, solamente verso i 9-10 anni e non a 7-8 anni, come avviene per i contenuti semplici, perché il peso è una forza e il suo dinamismo causale ostacola queste strutturazioni operatorie; tuttavia, quando queste si effettuano, ciò avviene con gli stessi metodi e gli stessi argomenti che si usano per le conservazione, le seriazioni a 7-8 anni. -Un’altra limitazione fondamentale delle strutture delle operazioni concrete è che le loro composizioni procedono per gradi e non secondo una qualche combinazione. Questo è il carattere essenziale delle strutture di «raggruppamenti», di cui un esempio semplice è quello della classificazione.

SECONDO LIVELLO DELLE OPERAZIONI “concrete” In questo sottostadio (9-10 anni) si raggiunge l’equilibrio generale delle operazioni “concrete”: nasce l’operazione logica, ossia le azioni/informazioni, già interiorizzate in forma simbolica, cominciano ad essere organizzate in sistemi/strutture dotate di “reversibilità” ( “raggruppamento di azioni” ). Il bambino trasforma le operazioni logiche in concetti. Novità nel campo delle operazioni infralogiche o spaziali: Mentre tra i 7-8 anni si costituiscono alcune operazioni relative alle prospettive e ai cambiamenti di punti di vista riguardo uno stesso oggetto di cui viene modificata la posizione in rapporto al soggetto Verso i 9-10 anni emerge una coordinazione dei punti di vista in rapporto ad un insieme di oggetti. In relazione alle misure spaziali, si sviluppa l’elaborazione di uno spazio in opposizione alle semplici figure

Dal punto di vista delle operazioni logiche, dai 7-8 anni il soggetto è in grado di costruire strutture moltiplicative e additive: matrici, corrispondenze seriali o doppie seriazioni. Al livello dei 9-10 anni si osserva una capacità di mettere in evidenza covariazioni quantitative,senza ancora dissociare i fattori, ma mettendo in corrispondenza relazioni seriate o classi. Dal punto di vista causale, al livello dei 9-10 anni si cominciano a verificare dei progressi nel campo della dinamica e cinematica.

NOVITA’ DELLO STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE Le operazioni logico-matematiche (comprese quelle spaziali), giungono ad uno stato d’estensione e d’utilizzazione massimali. Lo sviluppo delle ricerche e delle spiegazioni causali, porta il soggetto a sollevare l’insieme dei problemi cinematici e dinamici che non è ancora in grado di risolvere con i mezzi operatori di cui dispone. SQUILIBRI FECONDI: Condurranno a completare strutture operatorie già costruite e per la prima volta stabili, costruendo sulla loro base > queste >, che costituiranno le operazioni proposizionali o formali.

TERZA TAPPA DEL PROCESSO: LE OPERAZIONI FORMALI Le strutture operative > si sviluppano verso gli anni. A questo livello si delinea il pensiero formale o ipotetico - deduttivo: si sviluppa la capacità di astrarre dal contesto (concreto/simbolico) le operazioni logiche, coordinandole in un sistema globale di relazioni. Caratteri delle operazioni formali: formulare delle ipotesi e non più soltanto sugli oggetti; dedurre delle conseguenze sul piano teorico e sperimentale; esecuzione delle ipotesi per verificare l’ipotesi suddetta.

L’operazione deduttiva che conduce dalle ipotesi alle loro conclusioni è interproposizionale, ossia consiste in una operazione effettuata su delle operazioni. Si tratta di elaborare relazioni tra relazioni (proporzioni), di coordinare due sistemi di riferimento. Gli strumenti operatori elaborati dal pensiero formale permettono la lettura di un vasto numero di nuovi dati dell’esperienza, perché consentono di coordinare due sistemi di riferimento. Agli schemi combinatori e alla struttura operatoria dell’insieme delle parti corrispondono: la nozione spaziale d’un continuo che occupa l’interno la nozione spaziale d’un continuo che occupa l’interno delle superfici e dei volumi; delle superfici e dei volumi; la composizione vettoriale delle direzioni. la composizione vettoriale delle direzioni.