Greta Spineti, Università degli Studi di Teramo
GLOBALIZZAZIONE Termine adoperato, a partire dagli anni 1990, per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo. (Enciclopedia Treccani)
Sempre nell’Enciclopedia Treccani si legge: […] Sul piano culturale, tra i principali aspetti della g. figurano i fenomeni connessi con il progressivo abbattimento delle barriere spaziali fra le nazioni indotto dallo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
L’abbattimento delle barriere ha portato nel corso degli ultimi venti anni ad un forte flusso di scambio all’interno delle Università di tutto il mondo, producendo così in ambito accademico degli ambienti multietnici e multiculturali. Ma questo fenomeno, concretamente, come ha cambiato le Università intese come organizzazioni?
IPOTESI Le Università al giorno d’oggi, avendo un ambiente di influenza di maggiore estensione poiché operano in contesti ‘globali’, tendono ad un maggior isomorfismo. VARIABILI Globalizzazione Università
Ciò che va considerato è che nel contesto odierno le Università non subiscono influenze esclusivamente da contesti locali (la regione, lo Stato) ma da contesti molto più ampi ed internazionali (Unione Europea, il Mondo) Si teme quindi che, oltre alle peculiarità strutturali (cfr. Processo di Bologna) le Università possano perdere proprio quelle caratteristiche più ‘sociali’ che le contraddistinguono (a livello etnico, religioso, …)
METODI DI RICERCA PROPOSTI Qualitativi. Attraverso il metodo delle ‘storie di vita’ si potrebbe indagare, tramite soggetti che sono all’interno del mondo accademico da almeno vent’anni, che cambiamenti hanno avvertito. Quantitativi. Attraverso un’intervista strutturata bisognerebbe indagare in che modo le Università sono cambiate nella loro struttura e nel loro credo, per venire incontro al multiculturalismo.
Le Università, oltre a formare ed educare, rimangono organizzazioni che quindi devono soddisfare determinati requisiti per non decadere. Ma immaginiamo… Se tra altri vent’anni quasi tutte le Università del mondo svolgessero regolarmente lezione in un lingua comune (ipotizziamo l’inglese), spiegando i concetti in maniera asettica, laica, senza sfumature ideologiche, che senso avrebbe trasferirsi dall’altra parte del mondo per studiare qualcosa che viene insegnato nello stesso identico modo vicino casa?