Traduzione: “operazione di trasferimento interlinguistico e interculturale che consiste nell’interpretazione del senso del testo di partenza e nella produzione di un testo di arrivo con l’intento di stabilire una relazione di equivalenza tra i due testi, secondo i parametri della comunicazione e nei limiti dei vincoli imposti al traduttore”. (Delisle – Lee Jahnke – Cormier, Terminologia della traduzione, Milano, Hoepli, 2006.)
“Ho tradotto da oratore (orator), non già da interprete (interpres) di un testo, con le espressioni del pensiero, con gli stessi modi di rendere questo, con un lessico appropriato all’indole della nostra lingua. In essi non ho creduto di rendere parola con parola, ma ho mantenuto ogni carattere e ogni efficacia espressiva delle parole stesse”. Marco Tullio Cicerone, Qual è il miglior oratore (Libellum de optimo genere oratorum), traduzione di Galeazzo Tissoni, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 57.
“[…] rendere i loro discorsi col ricorso a ogni accorgimento loro, cioè con l’impiego dei loro moduli espressivi del pensiero e della dislocazione lessicale loro propria, ormeggiandone i termini ma in una misura che non li renda estranei all’indole della nostra lingua; se poi non appariranno tutti nella traduzione dal greco quelli del testo originale, il nostro sforzo è stato tuttavia che fossero dello stesso valore”. Marco Tullio Cicerone, Qual è il miglior oratore (Libellum de optimo genere oratorum), traduzione di Galeazzo Tissoni, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 61.
“[…] dichiaro a gran voce che nelle mie traduzioni dal greco in latino, eccezion fatta per i libri sacri, dove anche l’ordine delle parole racchiude un mistero, non miro a rendere parola per parola, ma a riprodurre integralmente il senso dell’originale”. San Gerolamo, Le leggi di una buona traduzione (Liber de optimo genere interpretandi), traduzione di Umberto Morrica, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 66.
“Non si deve chiedere alle lettere della lingua latina come si ha da parlare in tedesco […], ma si deve domandarlo alla madre in casa, ai ragazzi nella strada, al popolano al mercato, e si deve guardare la loro bocca per sapere come parlano e quindi tradurre in modo conforme”. Martin Lutero, Epistola sull’arte del tradurre, traduzione di Valdo Vinay, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 106.
Traduzione orientata al testo di arrivo: “Traduzione che consiste nella produzione di un testo di arrivo conforme agli usi e alle convenzioni della lingua e della cultura di arrivo. Il traduttore che adotta questo approccio pone l’accento sul senso del discorso che deve essere resto con risorse proprie della lingua e della cultura a cui il testo è destinato; privilegia le aspettative linguistiche, stilistiche e socioculturali dei destinatari e cerca di dare vita a una traduzione idiomatica che non crei spaesamento”. Es: Traducción naturalizadora. (Delisle – Lee Jahnke – Cormier, Terminologia della traduzione, Milano, Hoepli, 2006.)
Traduzione orientata al testo di partenza: “Traduzione che consiste nella produzione di un testo di arrivo in cui viene riprodotta il più possibile la lettera del testo di partenza e in cui vengono importati elementi linguistici e culturali presenti nel testo di partenza. Il traduttore che adotta questo approccio, concentra l’attenzione sui significanti della lingua del testo di partenza che è detta lingua di partenza”. Es. Traducción exotizadora. (Delisle – Lee Jahnke – Cormier, Terminologia della traduzione, Milano, Hoepli, 2006.)
“Come infatti quelli che dipingono un quadro sul modello di un altro dipinto e riprendono da questo la figura, la posizione, il movimento e la forma di tutto il corpo, non si propongono di fare ciò che fanno, ma piuttosto si propongono di riprodurre ciò che l’altro ha fatto, così nelle traduzioni il miglior traduttore rivolgerà tutta la mente, l’animo e la volontà al primo autore trasformandosi in qualche modo in esso, e si disporrà a esprimere la figura, la posizione, il movimento e il colore e tutte le sembianze del suo discorso”. Leonardo Bruni, Tradurre correttamente (De interpretatione recta), traduzione di Costantino Marmo, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 79.
“Las traducciones […] son […] sumamente necesarias a veces, […] con tal de que sean fieles. No lo son o bien por desconocimiento de las lenguas, o de la materia de la que se trata. […] los traductores inexpertos se equivocan […] tanto en los términos como en el estilo que son característicos de una determinada ciencia o de un determinado autor”. J. L. Vives, Versiones o traducciones, in Esteban Torre, Teoría de la traducción literaria, Madrid, Editorial Sintesis, 2001, p. 225.
“A mio avviso, di tali vie ce ne sono soltanto due “A mio avviso, di tali vie ce ne sono soltanto due. O il traduttore lascia il più possibile in pace lo scrittore e gli muove incontro il lettore, o lascia il più possibile in pace il lettore e gli muove incontro lo scrittore. Le due vie sono talmente diverse che, imboccatane una, si deve percorrerla fino in fondo con il maggiore rigore possibile”. F. Schleiermacher, Sui diversi metodi del tradurre, traduzione di Giovanni Moretto, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 153.
“Chi è convinto che, in sostanza e nell’intimo, pensiero ed espressione siano interamente la stessa cosa, e su questo convincimento fonda l’intera arte di ogni comprensione del discorso, e quindi anche di ogni traduzione, potrà mai pretendere di separare un uomo dalla sua lingua nativa, e pensare che un individuo, o anche soltanto una sua serie di pensieri, possa diventare una stessa cosa in due lingue diverse?” F. Schleiermacher, Sui diversi metodi del tradurre, traduzione di Giovanni Moretto, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 167.
“Si può anzi dire che l’obiettivo di tradurre come l’autore stesso avrebbe originariamente scritto nella lingua della traduzione non soltanto è irraggiungibile, ma anche in sé vuoto e assurdo”. F. Schleiermacher, Sui diversi metodi del tradurre, traduzione di Giovanni Moretto, in S. Nergaard (a cura di), La teoria della traduzione nella storia, Milano, Bompiani, 1993, p. 167.
Traduttologia: “branca delle scienze umane che studia con approccio sistematico e multidisciplinare aspetti teorici, descrittivi e applicati della traduzione o dell’interpretazione”. (Delisle – Lee Jahnke – Cormier, Terminologia della traduzione, Milano, Hoepli, 2006.)