Tema 7: La debolezza della volontà Anno Accademico
Il sé incatenato “Il nemico deteneva il mio volere e ne aveva foggiato una catena con cui mi stringeva. Così, dalla volontà perversa si genera la passione, e l'ubbidienza alla passione genera l'abitudine, e quando non si contrasta l'abitudine nasce la necessità. Con questa sorta di anelli collegati fra loro, per cui ho parlato di catena, mi teneva avvinto una dura schiavitù” (VIII, 5, 10). Anno Accademico
La volontà nuova “La volontà nuova, che aveva cominciato a sorgere in me, volontà di servirti gratuitamente e goderti, o Dio, unica felicità sicura, non era ancora capace di soverchiare la prima, indurita perché inveterata. Così in me due volontà, una vecchia, l'altra nuova, la prima carnale, la seconda spirituale, si scontravano e il loro dissidio lacerava la mia anima” (VIII, 5, 10). Anno Accademico
Volontà sdoppiata? Secondo Ragnar Holte, vi sono due differenti nozioni di volontà: una riferita alla vita istintiva, l’altra alla vita cosciente dell’anima (Pagliacci, p. 13) Anno Accademico
La tesi di H. Arendt Pericolosità della voluntas che tende alla cupiditas anziché alla caritas: “Alla base della concupiscentia sta la propria voluntas, che significa in generale la possibilità di fare qualcosa a partire da sé. In quanto l’uomo si ama in conformità alla propria voluntas, non si ama così come è venuto a trovarsi in seguito alla creazione divina, bensì come si è fatto da sé” (H. Arendt, in Pagliacci, p. 30) Anno Accademico
“Recte vivere” “Tutti vogliono essere felici, ma non lo possono; in effetti, non tutti vogliono vivere rettamente [recte: secondo ragione?]. Soltanto a tale volere è dovuta la felicità” (De libero arbitrio, I, 14, 30). Anno Accademico
Desiderio e volontà La volontà e il desiderio non sono visti in chiave esclusivamente negativa. La volontà esprime anche la disponibilità umana nei confronti della verità (Pagliacci, pp ). Il desiderio esprime anche una modalità di avvicinamento alla verità (Pagliacci, pp ). Anno Accademico
Desiderare, cupere, appetere o Lessico paolino (Pagliacci, pp ) o Amare ➔ Dio o Desiderare, cupere, appetere ➔ beni terreni Anno Accademico
Lo slancio della volontà o La volontà è il presupposto insopprimibile dell’amore (Pagliacci, p. 63). “Comanda ed ordina ciò che vuoi, ti prego, ma guarisci ed apri le mie orecchie affinché possa udire la tua voce. […] Non ho altro che la volontà; so soltanto che le cose caduche e passeggere si devono disprezzare, le cose immutabili ed eterne ricercare” (Soliloqui, I, 1, 5: ). Anno Accademico
Il peso di me stesso “Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te. Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me” (X, 28, 39) Heidegger: “l’ineluttabile possibilità di doversi decidere le pesa come un carico che si impone senza che nemmeno lo si sia potuto accettare” (Marion, p. 201). Anno Accademico
Alla luce del Vangelo “Tutto ciò che è difficile in un precetto è leggero in chi ama. Solo così si capisce correttamente la frase ‘Il mio peso è leggero’, perché ‘lo Spirito Santo, per cui la carità è stata riversata nei nostri cuori’ ci concede di fare ben volentieri ciò che chi opera servilmente fa per paura” (Commento al Salmo 67, 18) Anno Accademico
Alla luce del Vangelo “‘Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero’. Perché non può portare a termine un lavoro se non chi ama ciò che non sarebbe in grado di eseguire facendolo contro voglia” (Commento al Salmo 67, 18) Anno Accademico
La legge mi schiaccia “Finché resto vuoto di Dio, cioè finché non amo né lui né la sua volontà, le esigenze dell’amore assumono la forma della legge, che non posso osservare da me stesso, proprio perché non la amo; da allora vuoto di grazia, la legge mi schiaccia con un peso […]. Dal momento in cui la grazia mi riempie, amo ciò che non mi appare più come un comandamento. […] Il peso pesa su di me finché resto vuoto dell’amore di Dio” (Marion, pp ). Anno Accademico
Il ruolo di Cristo “‘Il mio fardello è leggero’. L’altro fardello ti pesa e ti schiaccia, il fardello di Cristo ti solleva; l’altro fardello è gravoso, il fardello di Cristo ha le ali” (Commento ai Salmi, 59, 8). “Il fardello diventa leggero per chi ama portarlo o, meglio, per chi ama colui che glielo impone, ma schiaccia chi odia l’uno e l’altro. […] Io sono un peso a me stesso quando non amo –né il comandamento, né il Cristo e dunque, alla fine, nemmeno me stesso” (Marion, p. 205) Anno Accademico
Temptatio est vita humana “Non è, forse, la vita umana sulla terra una tentazione? Chi vorrebbe fastidi e difficoltà? Tu comandi di sopportarli, non di amarli. Nessuno ama ciò che sopporta, anche se ama di sopportare. Benché sia contento di sopportare, tuttavia preferisce non avere nulla da sopportare. Nelle avversità desidero il benessere, nel benessere temo le avversità. Esiste uno stato intermedio fra questi due, ove la vita umana non sia una tentazione? [...] La vita umana sulla terra non è dunque una tentazione ininterrotta?” (X, 28, 39) Anno Accademico
Senso della temptatio È una fatticità, una condizione permanente e universale della vita umana. Ma mentre il Dasein decide di sé decidendosi riguardo all’essere, il sé nelle sue tentazioni decide se ama o non ama, decidendo riguardo a Cristo (Marion, p. 206). Anno Accademico
La decisione come un dono “Dà ciò che comandi e comanda ciò che vuoi” ( Da quod iubes et jube quod vis ; X, 29, 40) “La tentazione diventa allora la prova di sé in cui il sé apprende se ama ciò che ha ricevuto come un dono e se ama questo dono più di ogni altra cosa” (Marion, p. 207) Anno Accademico
Un “bene medio” “Quando dunque la volontà, che è un bene medio, inerisce al bene immutabile, che è comune, e non proprio, come la verità […], l'uomo consegue la felicità. E la felicità, cioè lo stato spirituale di chi si unisce al bene immutabile, è il bene proprio e primo dell'uomo. Vi sono comprese tutte le virtù, di cui nessuno può usar male. […] Un individuo non diviene felice con la felicità di un altro. Anche se lo imita per diventarlo, tende a divenire felice grazie a ciò, per cui, come comprende, l'altro lo è, cioè grazie alla immutabile e comune verità” (De libero arbitrio, II, 19, 52). Anno Accademico
Necessità della volontà Senza la volontà non si può vivere rettamente (De libero arbitrio, II, 18, 48) Ma solo la volontà può rendere l’intelligenza schiava della libidine ( nulla re fieri mentem servam libidinis, nisi propria voluntate : ibidem, III, 1, 2) Anno Accademico