Stato solido Florence, Attwood « Le basi chimico-fisiche della

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Stato solido Florence, Attwood « Le basi chimico-fisiche della Tecnologia Farmaceutica»

La natura della forma cristallina può influenzare: Stabilità allo stato solido Proprietà di flusso Disponibilità biologica Le proprietà del cristallo influenzano la velocità di dissoluzione

Struttura cristallina Disposizione molto ordinata di molecole ed atomi tenuti insieme da interazioni non-covalenti

La componente base del cristallo è la CELLA UNITARIA la cui ripetizione nelle 3 dimensioni produce il cristallo È tipica di uno specifico cristallo contenendo sempre lo stesso numero di molecole o ioni. Anche se la misura e la forma dei cristalli possono variare, gli angoli tra le facce del cristallo rimangono costanti.

Le strutture in figura hanno atomi o molecole solo agli angoli della cella unitaria, ma è possibile trovare celle unitarie con atomi e molecole al centro delle facce superiori ed inferiori (a lati centrati), al centro di ogni faccia (a facce centrate) o con un singolo atomo al centro del cristallo (a corpo centrato). Questo tipo di disposizione non si ritrova in tutte le celle unitarie e complessivamente ci sono 14 possibili tipi di celle unitarie.

Per i farmaci: triclina monoclina ortorombica

Si possono identificare i vari piani di un cristallo usando il sistema degli indici di MILLER. Consideriamo il reticolo bidimensionale rettangolare formato da celle unitarie di lati a e b

Consideriamo 3 serie di piani reticolari Consideriamo 3 serie di piani reticolari. Un modo per individuarli è quello di indicare ciascuna serie con le distanze lungo gli assi dal punto in cui il piano incrocia l’asse. La serie di piani L non interseca l’asse a e incrocia l’asse b ad intervalli uguali alla lunghezza della cella unitaria. Si può indicare questa serie di piani come (∞, 1). La serie M interseca l’asse a ad una distanza pari a 3 celle unitarie e l’asse b a 2 quindi questi piani si denotano come (3,2). La serie N avrebbe i numeri (-1,1).

Introduciamo l’asse c: esso si estende all’interno del foglio Introduciamo l’asse c: esso si estende all’interno del foglio. Le serie considerate non incrociano l’asse c e quindi si potrebbe pensare che lo intersechino all’∞. Quindi: L (∞,1, ∞) (0,1,0) M (3, 2, ∞) Se consideriamo i reciproci dei numeri (1/3,1/2,0) N (-1, 1, ∞) (-1,1,0) Eliminando le frazioni M (2,3,0)

Quindi L (010), M (230), N (110)

La forma dei cristalli I cristalli di una sostanza possono variare in grandezza, sviluppo di una faccia rispetto all’altra, numero e tipo delle facce. Possono cioè avere differenti abiti cristallini (aghi, a colonna, lamellari, tubolari…)

La forma del cristallo è descritta da: Abito Combinazione di forme cristallografiche. Due cristalli con lo stesso abito possono avere una differente combinazione di facce

Anche se farmaci con diverso abito possono non presentare differenze rilevanti di biodisponibilità, l’abito cristallino ha enorme importanza in ambito tecnologico. Es. i cristalli a piastra sono più facili da iniettare rispetto a quelli aghiformi Diversi abiti possono scorrere o essere compressi diversamente

Cristallizzazione 3 processi: sovrasaturazione della soluzione formazione di nuclei cristallini crescita cristallina intorno ai nuclei La sovrasaturazione può essere ottenuta per raffreddamento, evaporazione, aggiunta di precipitante o reazioni che cambiano il soluto E’ il processo inverso della dissoluzione: l’embrione si forma per collisione, addizione di semi o germi, presenza di sporco o impurezze

Le teorie di Noyes e Whitney e di Nerst considerano che il materiale è depositato continuamente sulla faccia del cristallo ad una velocità che è proporzionale alla differenza di concentrazione tra la superficie ed il bulk della soluzione: dove A è la superficie del cristallo. Poiché km è uguale a D/d, dove D è il coefficiente di diffusione e d è lo spessore dello strato di diffusione, il grado di agitazione influenza la crescita del cristallo. In generale la velocità di crescita di un cristallo è più lenta della dissoluzione. L’equazione Dove kg è il coefficiente di crescita cristallina, descrive meglio il processo.

I tensioattivi possono alterare la forma cristallina.

Se si aumenta la concentrazione del tensioattivo non si ottengono piatti esagonali, ma lunghi bastoncelli ed aghi. Le facce la cui crescita è depressa sono quelle dove maggiore è l’adsorbimento del tensioattivo. I cationi interagiranno con i gruppi COOH (001) Gli anioni interagiranno con la parte idrofobica (110) e (010) a causa della repulsione dei COOH

Polimorfismo Si verifica quando le molecole si dispongono nel cristallo in 2 o più modo diversi, si posizionano diversamente nel reticolo cristallino o presentano cambi di orientazione o conformazione ai siti reticolari. Queste modifiche comportano cambiamenti nella diffrazione dei raggi X. I polimorfi hanno proprietà fisiche e chimiche differenti; per es. possono avere punti di fusione e solubilità diversi.

Lo spirolattone è un diuretico che cristallizza in due forme polimorfe. La I si forma quando il solido si scioglie in acetone ad una temperatura prossima al suo punto di ebollizione e si raffredda. La II quando il solido si scioglie in acetone o diossano e il solvente si lascia evaporare a temperatura ambiente.

Vi sono anche differenze negli abiti cristallini. I punti di fusione sono differenti: Forma 1 205°C Forma 2 210°C

Conseguenze farmaceutiche del polimorfismo I polimorfi hanno contenuti energetici diversi. Quindi la forma polimorfa a più bassa energia sarà la più stabile e gli altri polimorfi tenderanno a trasformarsi in essa. Questo può produrre problemi nella formulazione. In modo particolare si possono avere variazioni di biodisponibilità, per variazione di solubilità o di punto di fusione. Il problema è particolarmente importante quando la differenza di energia è elevata.

Le concentrazioni ematiche ottenute con il 100% del polimorfo B sono circa 7 volte maggiori di quelle con il polimorfo A

Idrati cristallini Alcuni composti cristallizzando possono trattenere nella struttura cristallina parte del solvente e vengono chiamati solvati cristallini o idrati cristallini qualora il solvente sia acqua. Il solvente può risultare legato al cristallo ad esempio attraverso legami idrogeno. Questi solvati sono molto stabili e difficili da desolvatare. Possiamo pensare a questi come solvati polimorfi. Se il solvente si trova invece inserito negli spazi vuoti del cristallo, esso si perde più facilmente, la sua perdita non distrugge il reticolo cristallino e parliamo di solvato pseudo-polimorfo.

Conseguenze farmaceutiche della formazione dei solvati Le forme idrate o anidre di un composto farmaceutico possono avere punti di fusione e solubilità tanto diversi da influenzare il loro comportamento farmaceutico. La glutetimide in forma anidra ha p.f. 83°C e solubilità 0.042% a 25°C, mentre quella idrata ha p.f. 68°C e solubilità 0.026% a 25°C. In generale le forme anidre mostrano maggiore solubilità Le forme idrate interagiscono già con l’acqua intimamente e l’energia rilasciata dalla rottura del cristallo e dall’interazione con il solvente è minore

Anche la velocità di dissoluzione può variare considerevolmente Anche la velocità di dissoluzione può variare considerevolmente. I 2 solvati C e B si riferiscono a cicloesano e benzene

Differenze di solubilità e velocità di dissoluzione possono portare a differenze apprezzabili di biodisponibilità

Ricordiamo la Legge di Noyes e Whitney che regola i processi di dissoluzione: dw = k(cs – c) dove k = DA/d dt

Importanza biofarmaceutica della granulometria

Bagnabilità delle polveri

Angolo di contatto e bagnabilità di superfici solide

Dispersioni solide