Efficienza del mercato Surplus produttore Surplus consumatore P 0 Q Prezzo di equilibrio Quantità di equilibrio Offerta D A C B D E.

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Transcript della presentazione:

Efficienza del mercato Surplus produttore Surplus consumatore P 0 Q Prezzo di equilibrio Quantità di equilibrio Offerta D A C B D E

INEFFICIENZA DEL MERCATO Secondo Adam Smith’s “la mano invisibile” del mercato guida compratori e venditori a massimizzare il beneficio totale derivante dal mercato (uguaglianza tra i surplus del consumatore e del produttore). Ma possono verificarsi i cosiddetti: Fallimenti del mercato che non riesce ad allocare efficientemente le risorse a causa delle ESTERNALITA’

ESTERNALITA’ e INEFFICIENZA DEL MERCATO l’Esternalità è un effetto collaterale su terzi dovuto all’attività di produzione o di consumo. Esse possono essere: positive quando soggetti terzi ottengono effetti benefici da una certa attività (ricerca scientifica; restauro di pubblici edifici ecc.) o negative quando invece ne subiscono effetti indesiderati (es. Il fumo di un’altra persona; l’inquinamento acustico ecc.).

I BENI PUBBLICI Sono rappresentati da una categoria di beni per i quali le esternalità positive talmente elevate rispetto ai benefici privati che il libero mercato, perfetto o imperfetto che sia, non li produce. ES. i fari, i marciapiedi, le fognature, la polizia ecc.

ESTERNALITA’ e INEFFICIENZA DEL MERCATO Le esternalità negative portano il mercato a produrre una quantità maggiore di quanto sia socialmente desiderabile. Quelle positive portano il mercato a produrre una quantità minore di quanto sia socialmente desiderabile.

Il mercato dell’Alluminio Se le fabbriche di alluminio producono inquinamento (esternalità negativa) il costo sociale di tale produzione è maggiore del costo sopportato dai produttori. Il costo sociale include I costi privati dei produttori più il costo degli altri soggetti terzi colpiti dall’inquinamento.

Inquinamento e Ottimo sociale Equilibrio Quantità di Alluminio 0 Prezzo Alluminio Domanda (valore privato) offerta (costo privati) Costo sociale Qottimo Ottimo Cost dell’ inquinamento Qmercato

Negative Externalities Lintersezione della curva di domanda e della curva dei costi sociali determina il livello ottimale di produzione. – Il livello socialmente ottimo di produzione è inferiore alla quantità di equilibrio del mercato.

Il Teorema di Coase Dimostra che il mercato spesso può essere molto efficace nella gestione delle esternalità. Se alle parti in causa viene concesso di negoziare senza costi l’allocazione delle risorse, il mercato riesce sempre a risolvere il problema delle esternalità e ad allocare in modo efficiente le risorse.

L’intervento pubblico Quando un’esternalità provoca un’allocazione inefficiente delle risorse in un mercato, lo Stato può reagire in due modi: Con provvedimenti di disposizione e di controllo, regolando direttamente i comportamenti (ad es. le disposizioni sullo scarico rifiuti tossici) Con politiche di mercato cioè creando un sistema di incentivi (es. introduce imposta sull’inquinamento; un permesso di emissione)

I diritti di proprietà Sono una soluzione pubblico-privata alle esternalità (ad es. estensione dei diritti di proprietà all’aria chiunque la inquinasse verrebbe perseguito). Un sistema di diritti di proprietà più sviluppato potrebbe migliorare il benessere.

I COSTI

Costo totale Il costo totale di produzione CT = CT(q) è dato dalla somma tra: Costo fisso (CF) dato dal costo per acquisire i fattori di produzione fissi (Es. i macchinari) Costo variabile (CV) dato dal costo per acquisire i fattori variabili (es. il lavoro)

Costo medio È pari al costo per unità di produzione CMe = CT/Q Si può distinguere tra costo medio fisso (CMeF) e costo medio variabile (CMeV) (CMeT = CMeF + CMeV)

Costo marginale È la variazione di costo dovuta a un incremento unitario di produzione CMG =  CT/  Q Tutti i costi marginali sono variabili

Prodotto e costo marginale prodotto marginalecosto marginale cc q

La relazione tra costo totale, costo medio e marginale CMG è decrescente fino a che il costo totale aumenta in modo meno che proporzionale al crescere del livello di produzione; in seguito è crescente CMeT è dapprima decrescente fino all’intersezione con la curva del costo marginale; poi diventa crescente CMeF è sempre decrescente CMeV si comporta come CMeT CT q A CME CMG q CMeT CMeF CMeV CF CT CV x y z

I rendimenti di scala Rendimenti costanti di scala un aumento percentuale degli input produce lo stesso incremento percentuale di output Rendimenti crescenti di scala un aumento percentuale degli input produce un incremento più che proporzionale dell’output Rendimenti decrescenti di scala un aumento percentuale degli input produce un aumento meno che proporzionale dell’output Se ipotizziamo di variare nella stessa proporzione tutti gli input

Rendimenti di scala

Economie di scala Un’impresa gode di economie di scala se i costi medi di produzione diminuiscono all’aumentare dell’output prodotto

Motivazioni alla base delle economie di scala Motivazioni tecnologiche 1. Rendimenti crescenti di scala Motivazioni non tecnologiche 1. Specializzazione e divisione del lavoro 2. Indivisibilità 3. Il «principio del contenitore» 4. Maggiore efficienza dei macchinari grandi 5. Prodotti congiunti 6. Produzione a stadi successivi 7. Economie di organizzazione 8. Costi comuni 9. Economie finanziarie 10. Economie di varietà ECONOMIE DI SCALA A LIVELLO DI IMPIANTO ECONOMIE DI SCALA A LIVELLO DI IMPRESA

Diseconomie di scala In un’impresa si manifestano diseconomie di scala quando il costo medio di produzione aumenta all’aumentare dell’output prodotto

Motivazioni alla base delle diseconomie di scala Problemi gestionali e di coordinamento Peggioramento delle relazioni industriali I lavoratori possono sentirsi alienati

Economie e diseconomie esterne di scala Costituiscono aumenti o diminuzioni del costo medio di produzione dovuti alla dimensione dell’industria in cui opera l’impresa

La curva di costo medio di lungo periodo (CMeLP) Le ipotesi alla base della costruzione della curva: I prezzi dei fattori sono dati Lo stato della tecnologia e la qualità dei fattori sono dati L’impresa sceglie, dato il livello di output, la combinazione di input che minimizza il costo

La forma della curva CMeLP È possibile che le curve di costo medio di lungo periodo assumano diverse forme Decrescente, quando vi sono economie di scala Crescente, quando vi sono diseconomie di scala Costante, quando i costi sono costanti

La forma della curva CMeLP Generalmente si ipotizza che la curva CMeLP abbia una forma a U Fino al livello di produzione q 1 all’aumentare della produzione si manifesteranno le economie di scala Quando le economie di scala sono state sfruttate i costi medi rimarranno costanti Infine, quando il livello di produzione va oltre q 2 cominceranno a manifestarsi le diseconomie di scala Costo q1q1 q2q2 q ECONOMIE DI SCALA COSTI COSTANTI DISECONOMIE DI SCALA

La relazione tra le curve di costo medio di breve e di lungo periodo Nel lungo periodo un’impresa può considerare di variare il fattore il cui ammontare è fisso nel breve periodo e ottenere così per ogni livello di tale fattore la corrispondente curva di costo medio di breve periodo Costi q CMeBP 1 CMeBP 2 CMeBP 4 La curva di costo medio di lungo periodo rappresenta l’inviluppo inferiore delle curve di costo medio di breve periodo cioè i punti delle curve di costo medio di breve periodo che consentono all’impresa di produrre al minor costo possibile. CMeLP CMeBP 3

Curva di offerta La curva del costo marginale (cma) indica quale quantità l’impresa produce in corrispondenza di ogni prezzo se vuole massimizzare il profitto, quindi non è altro che la curva di offerta costo

Punto di chiusura p1p1 q1q1 Q P Cmet Cmev Cma p2p2 q2q2 p3p3 Nel breve periodo un’impresa in perdita continua a produrre se riesce a recuperare almeno parte dei costi fissi. Smetterà di farlo se scende al di sotto del costo medio variabile. chiusura