1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -16 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Famiglia, Impresa e i Nostri Figli: percorsi per costruire una comunità solidale Ponzano V., 14 maggio 2011.
Advertisements

IL WELFARE COMUNITARIO CHE VERRA: CATENE GENERAZIONALI, TERRITORI ED EUROPA IL WELFARE COMUNITARIO CHE VERRA: CATENE GENERAZIONALI, TERRITORI ED EUROPA.
LA REGOLAZIONE DELLA SOCIETA E DELLECONOMIA SI AFFIDA AD UNA COMBINAZIONE DI CRITERI TRA CUI QUELLI POLITICI SI BASA SU UNA PLURALITA DI PRINCIPI DI REGOLAZIONE.
Mercato del lavoro.
Che cos’è la modernizzazione Cambiamenti demografici
Famiglia, Lavoro e Politiche
La fase di sviluppo intensivo ( ) 1.La crisi della fase estensiva di sviluppo 2.I caratteri strutturali della fase di sviluppo intensivo.
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna Nona lezione Le politiche del lavoro.
Tendenze della diseguaglianza economica in Italia e nella UE15 Michele Raitano Sapienza Universit à di Roma.
1 Lezione 19 Levoluzione delle politiche di cura per gli anziani.
1 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione Ministero del Lavoro e delle Politiche.
Crescita i fatti principali
Welfare e mercato del lavoro in Svezia Chiara Lucchin
I target per lItalia allinterno della Strategia 2020 e la situazione attuale rispetto a Occupazione, Povertà, Istruzione Egidio Riva Università Cattolica.
\ \ | / (_) o000O O000o POLITICHE del LAVORO Analista Progettista Vincenzo Occhipinti Misure di promozione allinserimento.
Le politiche di inclusione sociale in Trentino Trento, Facoltà di Economia, 17 maggio 2007.
L’ITALIA E LE MIGRAZIONI
Progetto Forma -Genere Formazione specialistica lattuazione delle pari opportunità nel processo di contrattazione ( docente Carla Capaldo) LEGGE 28 giugno.
Gli immigrati L’immigrazione in Europa (e in Italia) è cambiata nel tempo da molti punti di vista: a) Fattori di attrazione (pull) e di spinta (push) b)
NEGRELLI Capitoli 5 e 6.
Angelo Marinelli - CISL Dipartimento politiche previdenziali
Lezione 14 LA CRISI ATTUALE E LE PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO (3): Spesa pubblica e debito pubblico in Italia e in Europa. Parte seconda Corso di Economia.
I modelli di welfare.
priva di fondamento scientifico
L’Italia nel passaggio da paese di emigrazione a paese di immigrazione
I modelli di welfare.
L’occupazione femminile in Italia
Politiche sociali Lavinia Bifulco. Quadro europeo: le tendenze principali Rescaling e localizzazione Contrattualizzazione Attivazione Negoziazione e partecipazione.
Politiche di welfare Lavinia Bifulco. Lo sviluppo dei welfare states  4 fasi (Heclo)  a) sperimentazione (fine 800- anni '20 del 900): costruzione delle.
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna Settima lezione Il sistema pensionistico italiano.
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna
Corsi di laurea magistrale in Sociologia Progettazione e gestione delle politiche sociali e sanitarie (PROGEST) Turismo, territorio e sviluppo locale Insegnamento:
Un libro per fare il punto. UNA NUOVA VITAL REVOLUTION SESSO Donne con rapporti completi prima di 16 anni (sul totale donne)11%22% Distanza.
Maurizio Ambrosini, università di Milano, centro studi Medì L’evoluzione dei bisogni della popolazione anziana alla luce della ricerca quantitativa.
LAVORO: ANALISI, SBOCCHI, PROSPETTIVE Marco Pascolini IRES-FVG.
1 L’economia italiana Le molte dimensioni del benessere.
Cap.8 PER UNA POLITICA DEL LAVORO 8.1. Teorie del mercato del lavoro 8.2. Per un nuovo welfare lavoristico 8.3. Osservazioni conclusive.
LA DOMANDA DEL LAVORO NELLA SOCIET À DEI SERVIZI Sociologia del Lavoro e delle Organizzazioni
Quadro delle priorità 1. Reddito – Indipendenza – Lavori delle donne 2. Incremento dell’occupazione femminile – Incremento del tasso di attività femminile-
Politiche sociali Lavinia Bifulco. Diseguaglianze in Italia In Italia disaguaglianza (di reddito) alta e persistente Altra trasmissione intergenerazionale.
Politiche sociali Lavinia Bifulco. Attivazione e investimento sociale Investimento sociale? Attivazione Partecipazione al lavoro empowerment Partecipazione.
Insegnamento: Società europee comparate. Welfare capitalism Alta produdditività Espansione manufatturiera Welfare state nazionale Pensioni Salute Educazione.
Corso Sociologia dell’Innovazione: Modulo Innovazione Sociale Professor Enzo Mingione Lunedì e Martedì aula U6-37 AA : Corso di Laurea.
Date: in 12 pts EUROPA & ET 2020 Indicatori statistici e raccomandazioni all'Italia Paolo Battaglia e Luca Pappalardo - DG Istruzione e Cultura (EAC) Bruxelles,
Welfare familiare tra autofinanziamento e sostegno pubblico: il futuro delle politiche nazionali ed europee Sostenere il welfare Andrea Toma Censis.
Sociologia Generale R. Ghigi - Sociologia Generale – Scienze della Formazione – (7CFU) Corso di Sociologia Generale Facoltà di Scienze della Formazione.
Sovraindebitamento, povertà ed esclusione sociale: quale impatto sulle famiglie italiane? Carlo Milani Workshop «Sovraindebitamento e inclusione sociale:
IL MERCATO DEL LAVORO.
La bozza di piattaforma di CGIL, CISL, UIL su LAVORO, FISCO, PREVIDENZA LA PROPOSTA VIENE ILLUSTRATA IN ASSEMBLEA NEI LUOGHI DI LAVORO; IL SINDACATO ASCOLTA.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -17 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 
3. Mercati duali e la questione giovanile in Italia.
LE POLITICHE DEL LAVORO Per «politiche del lavoro» s'intende quell'insieme di interventi pubblici rivolti alla tutela dell'interesse collettivo all'occupazione.
EFFETTI LOCALI DELLA CRISI GLOBALE Rapporto SVIMEZ 2011 di Luca Bianchi (SVIMEZ) Napoli, 26 ottobre 2011.
Valentina Joffre Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Sociali Napoli, 21 maggio 2013 Corso di Sociologia del Lavoro Università.
LEI CONCILIA??!! Breve excursus sullo stato della conciliazione in Italia Webinar del Coordinamento Donne Acli – 18 Dicembre 2014 Politiche di Cittadinanza.
IL TEMPO RITROVATO Venezia, 23 settembre IL TEMPO RITROVATO CONCILIAZIONE: DA QUESTIONE NON PIU’ RINVIABILE … … A STRUMENTO DI BENESSERE PER LE.
Nuovo welfare per la conciliazione Daniela Gregorio Milano, 18 novembre
1 Rigidità salariale, istituzioni e disoccupazione.
MERCATO DEL LAVORO: DEFINIZIONI Forze di lavoro o popolazione attiva Sono rappresentate da tutti coloro che esercitano in proprio (o alle dipendenze)un’attività.
Convegno di Pari o Dispare Questione femminile, questione Italia La domanda di mercato, i servizi, le esigenze delle donne Roberto Cicciomessere Le principali.
La “Grande depressione” e la “Grande recessione” Una comparazione PROF. RICCARDO FIORENTINI.
14^ edizione del Forum I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000 Cernobbio, 22 – 23 marzo 2013.
L’economia dei sistemi pensionistici Mauro Marè Antonello Motroni Università della Tuscia e Mefop.
Gruppo n. 10 Nomi dei componenti: Ilenia Gargiulo Ilenia Gargiulo n Cesaria Ilaria Bamundo Cesaria Ilaria Bamundo n
Fragilità economica e fragilità sociale, una sfida per tutti: un #pattosociale per rigenerare il Paese Maurizio BERNAVA Segretario Confederale Cisl Assemblea.
Gli anni Novanta 1993 La recessione il Trattato di Maastricht Il libro bianco le direttive: Nuove strategie istruzione e formazione tutta la vita Maggiore.
Economia del risparmio e della Previdenza II Modulo Intervento pubblico e protezione sociale.
E U R O PA Intervento Davide Bonagurio.
LA SOCIETA’ DI META’ SECOLO E IL MODERNO LAVORO INDUSTRIALE LA MODERNITA ’ IMPONE UNA DIVISIONE NETTA TRA LAVORO E FAMIGLIA SEPARAZIONE TRA LA LOGICA DELLA.
Le Pari opportunità nel Fondo Sociale Europeo e nella strategia per l’occupazione.
Transcript della presentazione:

1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -16 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno  12 crediti formativi (inclusi 6 Accorinti sul welfare locale) – gruppo disciplinare SPS/09  Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Ricevimento stanza B12 dopo la lezione di giovedì

settimana scorsa  Il lavoro in crisi che impressione vi ha fatto il dibattito?  Definizione di welfare e di regimi di protezione sociale, che oggi riprendiamo facendo corrispondere ai diversi sistemi di welfare tipi di capitalismo  Quindi vedremo il primo capitolo del testo a cura di Ascoli, Il welfare in Italia

Burroni L., Capitalismi a confronto. Istituzioni e regolazione dell’economia nei paesi europei, il Mulino 2016  Ai 4 modelli di welfare corrispondono 4 modelli di capitalismo, diversi per ruolo dello stato e tipo di crescita e coesione sociale, oltre che per caratteristiche ed eredità storiche  Dunque il welfare viene analizzato tenendo conto anche di diversi modelli di sviluppo del capitalismo

Tipi di paese in base al Pil, rischi sociali e tipo di welfare tipo di welfare → Pil ↓ universaleoccupazionale Alto (e bassi rischi sociali) E alti rischi Paesi scandinavi anglosassoni Paesi continentali Basso (e alti rischi) (solo la sanità)mediterranei

Modello nordico: crescita inclusione e nuove sfide portate dall’immigrazione Obiettivi proposti dal I ministro svedese Hansson negli anni ’30: rimuovere le differenze di classe, sviluppare l’assistenza sociale, e ridurre le disparità economiche  Ruolo proattivo dello stato nella crescita della innovazione e nella riduzione delle disuguaglianze  Si spende di più in istruzione, formazione e servizi, ma meglio che in altri paesi  Universalismo e servizi per promuovere inclusione attiva.  La flessibilità del mdl è subordinata alla sicurezza

Modello continentale  chiunque abbia a cuore il benessere degli individui, non può non promuovere l’economia sociale di mercato (Erhard, cancelliere tedesco dal 1963 AL 1966)  Lo stato sostiene le grandi imprese, la produttività e l’export e un sistema scolastico duale  L’elevata partecipazione al mercato del lavoro si basa sul dualismo tra dipendenti da grandi imprese (f l protetta con sindacati forti e cogestione) e occupazioni modeste, part time e atipiche poco retribuite → frammentazione del mdl)

Il capitalismo anglosassone: adattabilità, individualizzazione e disuguaglianza  La società non esiste (Thatcher, I ministro dal 1979 al 1990)  Ruolo finanziario spinto e rischio crisi finanziarie  Settore terziario dinamico ma duale  Welfare in contrazione e sempre più selettivo  Capacità di creare occupazione ma sempre più vulnerabile  Capacità di contrastare la povertà, ma non la disuguaglianza

Modello mediterraneo: dell’insicurezza senza la competitività  Riforme del mdl per la flessibilità, ma non per migliorare la qualità  Riforme del welfare che puntano a contenere i costi, ma non tengono conto dei nuovi rischi.  Macchina burocratica dello stato è un vincolo per le imprese  Si spende poco e male per sviluppo e innovazione  L’economia sommersa ha un peso maggiore del 18%  L’Italia ha un’industria manifatturiera più importante di quella spagnola, portoghese e greca, ma differenze territoriali più ampie

Obiettivo e Metodologia del libro  Rileggere l’evoluzione del nostro welfare comparandola con quella Ue e tenendo conto delle sue peculiarità: alta disoccupazione e forte precariato, basso riconoscimento lavoro di cura, invecchiamento popolazione, scarsi servizi per l’infanzia, mancanza Rmi- max disuguaglianze territoriali  La crisi dell’universalismo dipende dall’egemonia neo-liberista?  Ogni capitolo scritto da esperti di quel settore di politiche sociali.  Si tenta di comprendere non solo le politiche di spesa, ma anche quelle fiscali e occupazionali

Trasformazione e dei rischi sociali e persistenza del welfare di Costanzo Ranci e Mauro Migliavacca Cap1 del testo a cura di Ascoli, Il welfare in Italia

I vettori del cambiamento: modelli familiari e mercato del lavoro  All’inizio anni ’90 c’era ancora stabilità occupazionale e relativa divisione per genere dei ruoli almeno nelle classi medie (donne lavoro di cura e uomini responsabilità capofamiglia)  In Francia questi 2 pilastri cominciano ad erodersi (Castel, 1997)  Il compromesso fordista fondato ½ secolo prima che ha garantito prosperità e pace sociale viene meno con il ristagno dei salari che crescono meno del Pil (Crouch, 1999)

A fine anni ’90 e primi anni 2000 la situazione è cambiata specie in Italia Il mercato del lavoro si terziarizza e precarizza con conseguenze diverse  al Nord + precari (salariati di livello basso e nuove professioni autonome)  Al Sud aumentano disoccupati permanenti, underclass e poveri, registrati da  I tassi di povertà (assoluta e relativa)  Indice Gini che misura la disuguale distribuzione dei redditi  Le famiglie e non il Welfare hanno cercato di tamponare la situazione con gli anziani che sostengono i giovani

Apparentemente cambia poco:  i redditi da lavoro rimangono stazionari nel decennio prima della crisi, specie al Nord  Ma le distanze tra il 3° quintile (ceto medio) e il 5°(ceto alto) aumentano  La quota di poveri diminuisce al crescere dell’età  La quota di ricchi tra i giovani ancora di più  Tutte queste differenze si sono aggravate con la crisi specie al Sud → divario Nord Sud aumenta

Di fatto molti gruppi sociali si rimescolano  I dirigenti hanno mediamente il reddito + elevato (> euro nel 2008) simile a quello di imprenditori e liberi professionisti  Gli impiegati hanno un reddito stagnante ( euro)  Gli operai sono stazionari e nel 2008 guadagnano meno dei pensionati

Le trasformazioni del lavoro  Continua negli anni ’90 e 2000 la crescita dei tassi di attività femminile, ma in Italia meno che altrove (anche la Spagna ci supera)  Poi con la crisi c’è il crollo del tasso di occupazione

L’Italia ancora pecora nera in Europa (Balduzzi, 2015)

Dal Rapporto Svimez: al Sud l’occupazione giovanile Femminile metà che al Centro-Nord

Il lavoro flessibile si diffonde dal 1992 al 2009  In maniera più accelerata che in Germania,Spagna, Francia, R.U  Fino allo scoppio della crisi permette di contenere la disoccupazione  Con la crisi non è più utile a questo fine. La disoccupazione risale e produce uno slittamento nella transizione alla vita adulta  O peggio l’invischiamento nella trappola della precarietà

Dipendenza e attività di cura Nonostante in forte invecchiamento della popolazione, il numero di persone dipendenti si mantiene sui 2- 2,5 milioni perché  Nascono meno bambini con handicap  I grandi anziani >80 anni, pari al 40% degli anziani >65, stanno meglio  Le donne danno meno il loro sostegno, i servizi pubblici rimangono carenti → badanti anche irregolari

Il sistema pensionistico Metà della spesa va in pensioni, ma non perché si distribuiscono troppe pensioni e neppure perché esse sono di importo troppo elevato, ma perché si spende poco negli altri settori  Come nota F. R. Pizzuti (Rapporto sullo stato sociale) il sistema pensionistico è in equilibrio finanziario. L’Inps oltre a compiti previdenziali svolge assistenza: integrazioni al minimo e pensionamenti anticipati che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale  Paga i trattamenti di TFR (salario differito)  Preleva tasse per lo stato sulle pensioni  L’incidenza sul Pil della spesa pensionistica è al di sotto della media UE  L’Inps dal 1998 non è più in passivo

Le politiche di welfare non hanno subito cambiamenti  Inerzia del nostro sistema di welfare:  in sanità si spende meno che negli altri grandi paesi Ue per la tutela della disabilità  e ancor meno in indennità di disoccupazione,  e spesa sociale in senso stretto  Spesa sociale per famiglie e infanzia più a rischio con la crisi non è aumentata  Manca un Rmi

conclusioni Le disuguaglianze tra i diversi gruppi sociali si sono approfondite in un gioco a somma 0, in cui  i perdenti sono i < 16 anni, i giovani, i lavoratori temporanei, le famiglie monoreddito, i non autosufficienti e coloro che li accudiscono, i ceti medi  I vincitori: ricchi, dirigenti, imprenditori professionisti,pensionati Il welfare non ha attenuato le sofferenze degli sconfitti per  Inerzia delle politiche pubbliche (visione benevola)  Propensione a rispondere agli interessi degli insiders (Ranci, Migliavacca)