LA GESTIONE CARISMATICA. Introduzione 1. Il tema della gestione carismatica viene affrontato dalla Carta d’Identità nei capitoli quarto e quinto. Nel.

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Transcript della presentazione:

LA GESTIONE CARISMATICA

Introduzione 1. Il tema della gestione carismatica viene affrontato dalla Carta d’Identità nei capitoli quarto e quinto. Nel capitolo quarto sono presentati i Principi che illuminano la nostra ospitalità, ed in particolare al punto 4.4 (relativo all’efficacia e alla buona gestione), segnalando cinque elementi:

abbiamo il dovere di coscientizzare la popolazione a non considerare le spese sanitarie come puro dispendio economico; dobbiamo realizzare un’amministrazione e gestione efficace ed efficiente delle risorse;

l’istituzione ospedaliera come impresa deve orientarsi al recupero della persona integralmente considerata; investire per creare un clima umano e umanizzante in appoggio al rendimento delle risorse; promozione dei diritti e doveri dei lavoratori.

Credo che il primo punto, anche se ricade nel nostro ambito, sia presentato ad un livello più generale. Il secondo ci introduce nell’ambito proprio della gestione, includendo le risorse umane. Gli altri tre hanno un’incidenza diretta in quello che noi possiamo concepire come lo stile di San Giovanni di Dio, in dipendenza dal concetto che ne abbiamo affinché ci muoviamo verso un criterio o verso un altro.

2. Nel quinto capitolo, la Carta d’Identità presenta l’Applicazione dei principi a situazioni concrete, e al punto 5.3, quello che si riferisce alla gestione e direzione, presenta sei aspetti distinti che corrispondono ad un tipo di applicazione concreta in ciascuno dei campi che sono contemplati. Cercheremo di evidenziare alcuni aspetti, secondo la mia maniera di interpretare, e sempre partendo dal testo.

Gestione Segnala tre punti. Il primo è l’organizzazione e impiego delle risorse. Addentriamoci in questo punto:

1. Il nostro Fondatore si seppe anticipare all’assistenza della sua epoca e lo fece mediante criteri di organizzazione e distribuzione delle risorse. Come lui, anche noi siamo chiamati ad apportare innovazioni di avanguardia alla nostra società. Nella nostra epoca, più che allora, l’organizzazione e la gestione devono essere una componente importante di questo contributo.

2. Il motto è: “essere capaci di operare una corretta allocazione delle risorse disponibili, sapendo privilegiare gli aspetti più specifici delle nostre istituzioni”, per garantire l’amministrazione del Centro, con l’obiettivo di dare un’assistenza integrale ala malato e al bisognoso.

3. La retribuzione e la formazione degli operatori, l’ottenimento dei prodotti necessari per il corretto funzionamento, l’adeguamento tecnologico e la dovuta promozione dell’umanizzazione dovranno camminare di pari passo: se una di queste parti si scompensa, ci stiamo incamminando lungo la via della frattura, della rottura, della crisi.

4. La ricerca di equità, in una dimensione locale e regionale, senza perdere di vista la nostra vocazione universale, deve rendersi presente nel prendere le decisioni anche se in alcuni momenti o circostanze potrà risultare difficile.

5. Compito prioritario degli amministratori è l’ottenimento di tali risorse, e pertanto una parte importante del loro tempo e del loro lavoro dovrà essere dedicata a questa mansione. Sarà loro compito il come e il dove.

Il secondo punto è quello della professionalità: 1. E’ necessaria perché aspiriamo ad un’assistenza integrale e ci sentiamo chiamati ad una risposta vocazionale nelle nostre opere.

2. La nostra risposta professionale dev’essere coerente con i principi etici della professione e animata dalla filosofia dell’Istituzione, per realizzare l’identità che le nostre opere devono avere: La capacità tecnica ed umana sono le basi imprescindibili per rendere possibile questa risposta professionale.

Il terzo punto è quello della competenza tecnica: Dobbiamo vigilare nei confronti della dotazione tecnica e tecnologica del Centro. I continui mutamenti esigono sforzi aggiuntivi. E’ necessaria negli operatori una formazione tecnica sufficiente ed il suo costante aggiornamento.

Organizzazione Cercherò di presentare tutti i punti che ricadono sotto lo stesso titolo. 1. La nostra missione in ogni nostro Centro è molto ricca e diversificata: pertanto la nostra organizzazione dovrà camminare verso la pluralità. Non tutti gli ambiti della missione possono essere compatibili con lo stesso sistema organizzativo.

2. Nella misura in cui la nostra organizzazione si impregna della filosofia della nostra missione faciliteremo il processo comunicativo di tutto il Centro e dei suoi operatori con la medesima. 3. Si esprime favorevolmente nel separare le funzioni di Superiore e di Direttore Generale, apprezzando quanto di positivo è stato fatto. Entrambi sono chiamati a formare un’équipe con gli alti membri dell’UFFICIO DI DIREZIONE.

4. Presenta come funzione principale di questo organo quella di lavorare in modo interdisciplinare e promuovere questa modalità di lavoro anche nelle altre équipes del centro.

5. Dobbiamo stabilire spazi ed elementi organizzativi che consentano l’espressione del pluralismo e promuovere attitudini personali che rendano possibile, in tale pluralismo, la comunione. I nostri valori, la cultura di ciascuna opera sarà lo spazio proprio in cui si potrà articolare questa dimensione pluralistica.

6. Delega: dobbiamo lavorare per far assumere ad ogni persona tutte le competenze che possiede di cui è capace, da quello che ha le più piccole responsabilità a quello che ha le più importanti. E’ una forma di promuovere la partecipazione.

7. Conseguenza del punto precedente è l’applicazione del principio di sussidiarietà come elemento fondamentale nella funzionalità delle nostre opere. L’Ordine intende favorire un adeguato decentramento integrato con una corretta centralizzazione.

8. Le diverse situazioni sociali in cui ci troviamo consigliano di essere attenti nel promuovere nuove formule giuridiche per i diversi Centri, dipendentemente dal luogo e dai tempi in cui ci troviamo. 9. Necessità di lavorare in équipe: nella direzione del Centro, nei ruoli intermedi, nei servizi assistenziali e non assistenziali.

Politica delle risorse umane E’ uno dei temi sui quali dobbiamo porre maggiore attenzione. Forse la nostra cultura di matrice latina ci porta ad una serie di difficoltà che non riusciamo a superare malgrado i tanti sforzi che facciamo. Dovremo approfondire la possibilità di migliorare le nostre relazioni interpersonali con i valori che danno significato alla nostra vocazione.

Come nella sezione relativa alla gestione, anche qui divido la presentazione nei diversi punti così come li presenta la Carta d’Identità. Il primo punto riguarda i Criteri generali. L’Ordine Ospedaliero come organizzazione: 1. E’ essenzialmente un’opera umana, in quanto è frutto dello sforzo umano ed è composta da persone che ne costituiscono l’elemento portante.

2. Le sue opere sono imprese con un carattere peculiare, poiché essendo un Ente senza fine di lucro, deve coniugare i suoi obiettivi imprenditoriali con la sua responsabilità sociale, economica e di istituzione ecclesiale.

3. E’ ricettivo alle correnti che provengono dal mondo dell’impresa – sociologia, relazioni umane, psicologia – essendosi adattato ai tempi attuali, introducendo i necessari cambi organizzativo per la necessità di amministrare alcune opere con criteri imprenditoriali di efficacia ed efficienza, ma sapendo mantenere filosofia, stile e cultura propri.

4. E’ presente con un personale che lavora nelle sue opere, con il quale si propone di realizzare una relazione tra organizzazione e lavoratori che soddisfi le necessità e i diritti di entrambe le parti, stabilendo meccanismi che facilitino l’azione congiunta di tutti per raggiungere i suoi fini e le sue aspirazioni.

5. Si rende necessario mostrare apertamente una sincera disponibilità a chiarire le relazioni con il personale lavoratore, sempre alla luce della legislazione vigente, della dottrina sociale della Chiesa, salvaguardando i diritti del malato e del bisognoso, fine principale delle opere. Bisogna tenere presente il modo di agire del nostro Fondatore, così come appare dalle sue Lettere.

Il secondo punto è quello che riguarda le relazioni con i lavoratori: 1. Bisogna far sì che la gestione delle risorse umane sia orientata a motivare, attrarre, promuovere e integrare i lavoratori in modo coerente con le loro esigenze e le finalità dell’Ordine, sempre con criteri di giustizia sociale.

2. La gestione delle risorse umane esige ruoli direttivi con un livello adeguato di capacità professionale insieme a equilibrate competenze nell’ambito delle relazioni umane.

3. Si devono potenziare le vie di comunicazione, tendendo a stabilire una comunicazione strutturata, definita, che faciliti una informazione verace e comprensibile.

4. Bisogna fare uno sforzo nell’accoglienza e nell’inserimento di tutta la persona che inizia a lavorare, così come il suo accompagnamento nelle prime tappe del lavoro.

Il terzo punto è quello dell’azione sindacale. Conosciamo quali difficoltà comporta la vita di tutti i giorni. Nella nostra posizione, dovremo vedere se alcune di esse possono essere superate.

1. Il sindacalismo è una realtà sociale in ambito mondiale. La dottrina sociale della Chiesa ha riconosciuto il diritto del lavoratore a costituire associazioni per la difesa dei suoi diritti comuni o lavorativi. L’Ordine riconosce e rispetta l’esercizio di questo diritto.

2. La dottrina sociale assume e sostiene questa realtà e la considera un elemento indispensabile della vita sociale contemporanea, come forza costruttiva di ordine sociale e di solidarietà, capace di ottenere non solo che il lavoratore abbia di più ma che sia di più.

3. Dobbiamo trovare formule di informazione- comunicazione con un atteggiamento onesto e realista, salvaguardando sempre i diritti dei malati e degli ospiti.

Il quarto punto è quello della selezione e contratto del personale: 1. Il personale sarà selezionato tenendo conto della sua qualificazione tecnica e umana, assicurandosi che le sue motivazioni, attitudini e comportamento rispettino i principi dell’Ordine.

Si deve prestare particolare attenzione ai seguenti criteri contrattuali: Tecnici: titolo professionale richiesto dalla legislazione vigente, adeguate capacità e competenze professionali. Profilo umano: si devono valorizzare le qualità umane come attitudini e capacità di relazione umana, equilibrio emozionale, senso di responsabilità e capacità di prendere decisioni, vocazione sanitaria e/o sociale.

Profilo etico: che promuovano i principi del codice deontologico della propria professione, rispettino e promuovano i principi dell’Istituzione. Dimensione religiosa: attitudine favorevole a far sì che l’attenzione religiosa nel Centro si vada potenziando.

Il quinto punto riguarda la sicurezza di impiego: 1. Dobbiamo adeguarci alla legislazione vigente, sempre che questa non violi i principi dell’Ordine.

2. Si devono evitare situazioni di instabilità e demotivazione nelle persone coinvolte, offrendo condizioni di sicurezza e stabilità di impiego, necessarie per un migliore svolgimento del lavoro personale. Analisi del tema delle supplenze e sostituzioni laddove si verificano.

Il sesto punto prende in esame il sistema salariale: La giusta remunerazione del lavoro realizzato è un problema chiave di tutta l’etica sociale. I problemi salariali sono quelli più frequentemente rivendicati dai lavoratori. E’ l’espressione della giustizia sociale, che è fluido a causa di molti fattori.

2. Tutto ciò ci obbliga a remunerare i lavoratori con il salario che è possibile dare loro, per quanto coscienti che a volte possono non esaudire le aspettative. Si deve creare un atteggiamento di impegno per migliorare le condizioni sia economiche che sociali dei lavoratori. Il loro benessere inciderà sul benessere del malato.

Il settimo punto si occupa della motivazione: 1. Dipenderà dal grado di soddisfazione delle sue necessità fondamentali e dalla percezione delle attrattive per consentire lo sviluppo delle sue capacità umane e professionali. E’ uno strumento per conseguire questo obiettivo.

2. Hanno una fondamentale incidenza i sistemi retributivi, le condizioni di lavoro, gli stimoli individuali. Si dovrà conseguire un equilibrio adeguato. 3. L’Ordine pone particolare attenzione alla promozione personale, affinché i collaboratori possano intravedere una aspettativa di futuro a livello professionale e vocazionale. Per questo si dovranno offrire i mezzi adeguati.

L’ottavo punto tocca la convergenza di valori tra tutti coloro che costituiscono il Centro: 1. Ricorda di nuovo che bisogna tenere conto del pluralismo. Siamo consapevoli che dobbiamo cercare di raggruppare e integrare questa realtà multiculturale.

2. Ogni progetto di convergenza comporta che si trovi una unione: i valori non si conseguono per imposizione. Bisogna stabilirne alcune specifici che non si possano modificare.

3. Bisogna creare spazi affinché i collaboratori possano esprimere le proprie idee, i propri valori, ed in questo modo si impegneranno nel conseguimento di un progetto condiviso. E’ necessario che si sentano responsabili su quanto viene loro delegato.

Arriviamo al nono e ultimo punto di questo capitolo: Creare una cultura di appartenenza al Centro, alla Provincia, all’Ordine: 1. E’ comprovata l’importanza che per le istituzioni ha oggi lo sviluppo di una “cultura organizzativa” coerente con la propria missione ed i propri valori. L’Ordine ha una tradizione in questo campo.

2. Dobbiamo superare l’atteggiamento difensivo nei confronti dei lavoratori e costituire invece dei gruppi di persone professionalmente qualificate che sappia dirigere e orientare la realizzazione di una cultura comune.

3. Bisogna partire dal rispetto e dall’applicazione della legislazione sul lavoro vigente, in modo speciale la sicurezza sul lavoro e la salute del lavoratore, elemento dinamizzante, la difesa dei diritti dei lavoratori. Bisogna tenere conto degli elementi che sono orientati alla crescita interiore delle persone. Bisogna far sì che la soddisfazione personale non si deteriori.

Responsabilità sociale 1. E’ necessario tenere conto del servizio sociale e sanitario che stiamo offrendo alla società. Dobbiamo lavorare affinché sia sempre attuale. Essere attenti alle necessità che ci circondano e cercare di dare una risposta.

2. Rispetto e applicazione della legge vigente e promuovere il nostro progetto. Potrebbe verificarsi che in qualche momento la legge possa essere contraria alla nostra identità, ed in questo caso ci appelliamo all’obiezione di coscienza.

3. Siamo chiamati a realizzare un’azione di denunzia, non solo con le lamentele. Oltre a segnalare le deficienze, dobbiamo apportare suggerimenti e orientamenti.

Presenza della società nel Centro 1. Possiamo e dobbiamo essere in contatto con la società: politici, amici, familiari, utenti. Parla di due tipi di associazioni di malati, di rivendicazioni e di aiuto per una determinata malattia. Possiamo collaborare con entrambe. Nei due casi il dialogo e le posizioni aperte ci consentiranno di giungere ad una migliore conoscenza della situazione.

2. Nel campo dei lavoratori, si parla di articolare altri tipi di legami, che diano spazio a questo nuovo progetto che cerchiamo di far vivere nelle nostre opere, elementi vocazionali, espressione dell’impegno di fede. Se ne parla come di qualcosa che definire in ogni centro, in ogni Provincia…

3. Altro trattamento meritano i benefattori, che accompagnano la nostra Istituzione sin dal tempo di San Giovanni di Dio. Inizialmente si dipendeva dalle donazioni, oggi invece nella maggior parte dei casi no. Oggi, laddove è possibile, si creano dei fondi comuni delle Province. E’ un tema aperto alla riflessione.

4. La presenza dei volontari c’è stata in tutta la storia, tuttavia dobbiamo promuoverne una presenza aggiornata. Ogni centro, con le proprie caratteristiche, deve promuovere una creatività e una originalità nel suo volontariato. Ciò non significa che non possa esistere un certo tipo di incontro o di relazioni tra di loro.

5. La pubblica amministrazione. Dobbiamo operare tenendo presente il fatto di essere integrati nella nostra società. Dobbiamo avere delle relazioni ed essere informati su presente e futuro. Attenzione a non rimanerne intrappolati o a restarne fuori.

1. Attenzione ai segni dei tempi, usare i mezzi che ci offre la società, valutarne la idoneità. 2. Capacità di risposta alle necessità dell’uomo e della società, risposta alle nuove situazioni ed alle nuove malattie.