Clearing house Un’ipotesi di lavoro per la razionalità ed equità del sistema italiano di raccolta e smaltimento dei RAEE
Il decreto di recepimento in Italia - I cardini Responsabilità dei produttori e degli importatori sia per lo storico che per i nuovi prodotti: Per lo storico sistemi collettivi Per il nuovo sistemi o individuali o collettivi I sistemi debbono essere istituiti “in maniera uniforme sul territorio nazionale” Per lo storico possibilità di “indicare separatamente”…(visible fee)
Il decreto di recepimento in Italia - I cardini (2) Per lo storico ogni produttore o importatore sarà responsabile in funzione della sua quota di mercato detenuta a partire dalla introduzione della normativa e aggiornata anno su anno Per il nuovo il produttore o l’importatore sono tenuti a prestare idonea garanzia finanziaria per gli adempimenti,a marchiare per la successiva identificazione i prodotti nuovi, non è possibile applicare visible fee
Gli attori del processo L’utente. Consegna senza costi il vecchio prodotto al rivenditore (se compra un nuovo) o alla piazzola comunale Distribuzione. E’ obbligata a ritirare il vecchio prodotto in cambio di una nuova vendita e a consegnarlo, successivamente alla piazzola comunale (regime di refurbishing) Comuni. Debbono istituire le piazzole e raccogliere e separare per categorie predefinite senza costi per l’utente o il distributore Produttori e importatori. Ritirano dalle piazzole comunali (o equiparate) in modo uniforme sul territorio nazionale, avviano ai centri di trattamento.
Gli organi di controllo, verifica e coordinamento Il registro nazionale. Detenuto dal Ministero dell’Ambiente attraverso l’obbligo imposto a tutti i produttori di registrarsi presso le Camere di Commercio e di dichiarare il sistema adottato. Obbligo di riportare il numero di codice su tutta la documentazione legale/amministrativa (ad es. sulle fatture)
Gli organi di controllo, verifica e coordinamento (2) Comitato di vigilanza e controllo. Predisporre ecc… (art. 15 comma 1) Comitato di indirizzo. A supporto del comitato di vigilanza con compiti e composizione da definire (art 15 comma 4)
Come funzionerebbe il sistema con questa norma 1.Ogni sistema collettivo si reca alla piazzola e ritira il rifiuto fino al raggiungimento della propria quota 2.Lo invia ai centri di recupero e riciclaggio 3.Ottiene idonea documentazione che trasferisce al comitato di Vigilanza e controllo (con periodicità non ancora stabilita) Sembra molto semplice…
In realtà…. Le piazzole sono distribuite in maniera disomogenea sul territorio e con costi di logistica inversa sicuramente differenziati (la pianura non è la montagna e l’isola non è la metropoli) Più sistemi collettivi opereranno in concorrenza (per ridurre i costi) Ne deriverà una corsa al “rifiuto facile e poco oneroso” Poiché l’obbligo di uniformità è teorico e non monitorabile a meno di divenire punitivo o inefficiente (obbligo di split per aree delle quote), tale obbligo non verrà rispettato.
Con quali criticità? Spostamento della competizione dai sistemi più economici ai sistemi più “veloci o opportunisti” Probabile vantaggio per le quote di mercato “marginali” Immissione di criteri di valorizzazione dei sistemi originata dalla sperequazione territoriale (non guidata dai produttori).
Un’ipotesi di lavoro: una struttura di coordinamento logistico Introdurre nel disposto legislativo un organismo di coordinamento logistico tra le piazzole e i sistemi. –L’organismo va disposto per legge poiché deve possedere i requisiti della ufficialità e della imparzialità –In assenza di tale requisito uno o più sistemi potrebbero continuare ad operare indipendentemente da esso
Un’ipotesi di lavoro: una struttura di coordinamento logistico (2) Il coordinamento logistico deve avere il compito di raccogliere le richieste di consegna delle piazzole e di trasmetterle secondo un programma di “uniformità” ai sistemi per gli adempimenti Per lo svolgimento del compito il coordinamento avverrà tramite sistemi on-line (sul modello dell’e- procurement) o attraverso call center Esistono software già predisposti a questo scopo che possono essere customizzati
Un’ipotesi di lavoro: una struttura di coordinamento logistico (3) I costi valutati da ADL appaiono estremamente contenuti se riferiti all’intero universo dei produttori In ogni caso è possibile effettuare una verifica attraverso l’analisi del caso Germania
Un’ipotesi di lavoro: una struttura di coordinamento logistico (4) Il coordinamento può avvenire in una agenzia privatistica, finanziata dai produttori, ma con governance trasparente e controllata dal Comitato di Vigilanza L’agenzia potrebbe essere strutturata come “no profit” e governata finanziariamente dai sistemi collettivi presenti sul mercato (soci) Il sistema è già previsto in Germania e allo studio in UK
Conclusioni Obiettivo di tutti è ridurre al minimo i costi del sistema (consumatori, produttori, legislatori ecc.) La riduzione dei costi è funzione della concorrenzialità Concorrenzialità significa pluralità di soggetti operativi Concorrenzialità significa anche regole uguali corrette e garantite per tutti: quindi un adeguato coordinamento