«Non glielo proibite» (Marco 9,38-40) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016.

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Preghiera a Dio.
Transcript della presentazione:

«Non glielo proibite» (Marco 9,38-40) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale

Strumenti per capire Subito dopo il «fallimento» dei discepoli nello scacciare i demoni (guarigione del ragazzo epilettico in Mc 9,14-29) c’è questo tentativo di monopolizzare la fede in Gesù, di accaparrarla per sé.

Ma l’efficacia e la potenza del «suo nome» superano i confini della comunità e del­la Chiesa! Cfr. 1Cor 12,3.

v. 38 nel tuo nome. Resta il leitmotiv del brano (cfr. vv. 37, 38, 39 e 41) perché «in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12).

- glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri. Queste parole rivela­no l’impulsività di Giovanni, uno dei Boanèrghes, i «figli del tuono» (Mc 3,17) e una certa intolleranza (settarismo) da parte del gruppo dei discepoli (cfr. Nm 11,26-29).

Cfr. Lc 9,54: Giovanni e Giacomo vo­gliono «far scendere» sui Samaritani «un fuoco dal cielo» che «li con­sumi» perché non vogliono ricevere Gesù.

Nel brano parallelo di Luca (Lc 9,49: «Perché non è con noi tra i tuoi seguaci») si può anche leggere una specie di pretesa di sostituire la sequela di Gesù con quella del gruppo.

v. 40 Chi non è contro di noi è per noi. Non è semplice tolleranza. È l’an­nuncio della libertà dei figli di Dio.

Questa affermazione è conferma­ta dall’altra di Gesù: «Chi non è con me, è contro di me» (Mt 12,30; Lc 11,23). La salvezza consiste nell’essere «con lui», il Signore.

Piste di riflessione Egoismo, invidia e orgoglio possono esistere in forma sia perso­nale che collettiva. Questa ultima, molto più dannosa, è tanto macroscopica da riuscire spesso invisibile al singolo individuo, che può vivere di dedizione e servizio nei confronti del suo «noi» (il gruppo, la banda, il partito, la «causa»...).

Ogniqualvolta cerchiamo il «nostro» prestigio e non il servizio degli altri, rischiamo di trasformare il nostro agire (e sentire!) in vacuo protagonismo.

È importante sapere che la Chiesa non è fatta da chi segue «noi», ma da chi ascolta e segue «lui»! E chi esclude uno, anche uno so­lo, esclude colui che si è fatto ultimo di tutti.

Ciò che ci costituisce credenti è il nostro rapporto personale con Gesù. La Chiesa è mediatrice, non perché si mette tra noi e lui, ma perché, con la parola e i sacramenti, attraverso il tempo ci porta al contatto diretto con lui, salvezza nostra e di tutti.

Suggerimenti per pregare Chiedere di poter seguire Gesù, il Signore, e non il nostro «io» (o il «noi»), anche se questo può significare perdita di apprezzamen­to e di considerazione da parte di coloro che pongono le loro mas­sime aspirazioni nel prestigio e nel trionfalismo momentaneo;

- la capacità di restare aperti e disponibili verso tutti, specialmente verso coloro che non la pensano come noi e che spes­so ci fanno soffrire perché «non sanno».

Ringraziare Gesù nostra salvezza, perché ci chiama a stare con lui; perché abbraccia tutti e non esclude nessuno, poiché gli altri non sono nemici o antagonisti da combattere, ma fratelli da amare.

Sei tu, Signore, il solo maestro che ci guida, la sola Parola che ci salva: fa’ che non presumiamo mai di imprigionarti nei nostri schemi, ma do­naci di riconoscere in tutti gli uomini l'azione consolante e libera della tua Provvidenza. Amen.