Gruppo n. 10 Nomi dei componenti: Ilenia Gargiulo Ilenia Gargiulo n Cesaria Ilaria Bamundo Cesaria Ilaria Bamundo n
povertà La povertà è la condizione di singole persone o collettività, che si trovano ad avere, per ragioni di ordine economico, un limitato accesso a beni essenziali e primari, ovvero a beni e servizi sociali d’ importanza vitale. La povertà costituisce la principale causa, ma non l'unica, di esclusione sociale o emarginazione.
È partito dalla differenza tra povertà assoluta a relativa: assoluta, intesa come insufficienza di risorse necessarie per sopravvivere; relativa, intesa come condizione di deprivazione inserita all'interno di una vasta rete di relazioni sociali, come mancanza di bisogni che vanno al di là della semplice sopravvivenza. Essendo dipendente dall’ ambiente sociale, economico e culturale, varia nel tempo e nello spazio. Alla fine del XIX secolo in Inghilterra, Both e Rowntree si occuparono per primi del fenomeno della povertà in senso assoluto. Si cercò di individuare una “soglia della povertà”, applicabile ad ogni tipo di società, al di sotto della quale si veniva definiti poveri. Per Rowntree i poveri erano coloro che non erano in grado di ottenere le minime risorse da garantire una condizione fisica efficiente, prendendo in considerazione, quindi, solo la sopravvivenza fisica, tralasciando invece il soddisfacimento di ogni altro bisogno sociale. Il concetto di povertà relativa invece, viene definita da Townsend come una mancanza delle risorse necessarie per accedere agli standard di vita del contesto sociale e storico di appartenenza. Ragionando in questi termini è più facile fare una valutazione il più oggettiva possibile sui dati riguardanti la povertà.
Possiamo attuare ancora altre distinzioni del concetto di povertà: Oggettiva Oggettiva: come viene oggettivamente intesa Soggettiva Soggettiva: come viene percepita dai soggetti Globale Globale: considerata come un fenomeno totalizzante: se si viene considerati poveri per un aspetto lo si sarà anche in tutti gli altri. Settoriale Settoriale: attraverso le politiche del Welfare State si cerca di rendere la povertà meno visibile offrendo servizi al fine di evitare l’ accumulo di più situazioni di bisogno. Familiare Familiare: equa distribuzione di risorse grazie a forti legami di coesione. Individuale Individuale: la situazione di povertà di un membro non intacca per forza quella di un altro a causa di fragili legami all’interno della famiglia.
Concezione di povertà intesa come assoluta. L’unica informazione data da questo tipo di misurazione è la quota di poveri sulla popolazione totale; esso non fornisce alcuna informazione sull’intensità della povertà, ossia sulla valutazione delle disuguaglianze fra poveri e non poveri e sulle differenze fra i poveri. Vengono scelti come indicatori il reddito oppure la spesa per consumi. Guarda alla povertà in senso relativo, quindi non solo in termini monetari. Gli indicatori per misurare questo tipo di povertà sono costruiti sull’analisi congiunta di 3 aree di informazione: -Quantità di merci, beni, servizi e risorse possedute; -Possibilità di accedere a determinate attività; -Condizioni di stress dovute a motivazioni economiche di varia natura Si passa da una concezione di povertà come “stato” a una concezione di povertà come “processo” tenendo conto del suo aspetto dinamico. METODI DEGLI INDICATORI METODI DELLE SOGLIE CENTRALITÀ DEL SOGGETTO
Sebbene la maggior parte dei paesi europei prevede già da tempo un reddito di base per chi si trova in situazioni di povertà, l’Italia si caratterizza ancora oggi per l’assenza di una simile misura. Dati espressi in percentuale
L'Italia in crisi dimentica anche i suoi bambini. Nel nostro Paese infatti un minore su quattro, il 22,6%, è a rischio povertà. Il dato è il più alto degli ultimi 15 anni con una crescita del 3,3% rispetto al 2006 e che ha uno 'spread', un differenziale rispetto agli adulti a rischio povertà, dell'8,2% (gli over 18 in condizione di forte disagio economico sono infatti il 14,4% della popolazione italiana). L'Italia è agli ultimi posti in Europa per finanziamenti a favore di famiglie, infanzia e maternità con l'1,3% del Pil contro il 2,2% della media Ue.
Si è sviluppato un ampio dibattito sulla possibilità che l’assistenza possa creare forme di dipendenza. In generale, le critiche più comuni rivolte alle forme di sostegno economico sono sostanzialmente due: - quella secondo cui esse creano forme di dipendenza a lungo termine; - quella secondo cui quanto più un sistema è generoso e universalistico, tanto più è probabile che le persone si adagino nella condizione di assistite. Al contrario C. Saraceno segnala come il poter accedere all'assistenza non appena se ne ha bisogno può prevenire processi di progressivo deterioramento delle capacità personali, incluso il benessere psicologico.
Contrastare la povertà in Italia Sostegno alle famiglie in condizione di povertà estrema, come ad esempio la previsione di ulteriori sgravi fiscali per ogni figlio a carico. Servizi per il sostegno della genitorialità, quale un piano di investimenti straordinari per gli asili nido, per la creazione di ulteriori posti entro il La previsione di una valutazione di impatto sull'infanzia di ogni nuovo provvedimento legislativo. Misure di sostegno al lavoro femminile e per favorire la conciliazione fra lavoro e famiglia, quale l'istituzione di un fondo di garanzia per mamme imprenditrici per favorirne l'accesso al credito.
Fonti: - Appunti delle lezioni; - Dossier “Il paese di Pollicino” di Save the Children - Corsera/Fondazione per la sussidarietà - Saggi assegnati durante le lezioni. Studio dei saggi e rivisitazione insieme degli argomenti;