INTRODUZIONE ALLA STORIA

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Transcript della presentazione:

INTRODUZIONE ALLA STORIA

Perché studiare storia ?

1) Per capire il presente … Molte delle nostre scelte, i nostri comportamenti, le idee che abbiamo dipendono o sono condizionate dal nostro passato e possono essere comprese alla luce di quanto ci è accaduto precedentemente. Chi conosce la nostra storia personale, sicuramente può comprenderci meglio e conoscerci più a fondo.

Allo stesso modo… Molte strutture economiche, sociali, politiche del mondo attuale sono il frutto di quanto è accaduto nei secoli e millenni precedenti … Chi conosce la storia del passato, possiede gli strumenti per interpretare e comprende il presente.

2) Storia maestra di vita Secondo una tesi abbastanza nota, alcuni eventi sono ciclici cioè si ripetono con cadenza regolare al replicarsi delle stesse circostanze. Dalla storia, dunque, è possibile trarre degli insegnamenti attuali e validi per il presente.

Nonostante questo, dalla storia abbiamo imparato poco… Gli ebrei sono stati perseguitati nell’antico Egitto, nel Medioevo, nella Germania nazista… e le guerre tornano a scoppiare regolarmente, nonostante sappiamo che portano solo devastazione e morte…

Forse dovremmo studiarla di più e meglio!!

3) Per amore della conoscenza Lo studio della storia può essere uno strabiliante viaggio nel passato che spalanca le porte su civiltà misteriose e affascinanti, su vicende e uomini straordinari capaci di suscitare la nostra curiosità e il nostro interesse.

4)Per dare valore a ciò che abbiamo Per inserire la nostra storia individuale nella storia dell’umanità. Conoscere il lento e faticoso percorso degli uomini che ci hanno preceduto ci aiuta ad apprezzare i traguardi raggiunti e quanto oggi possediamo.

Il lavoro dello storico La parola “storia” deriva dal termine greco historìa che significa indagine, ricerca, e infatti lo storico è innanzitutto un ricercatore. storico = ricercatore

La ricerca dello storico Le informazioni che interessano lo storico, e che quindi muovono la sua ricerca, devono possedere tre particolari caratteristiche: • essere collocate nel passato • essere in qualche modo collegate con la vita degli esseri umani • essere verificabili (deve essere possibile verificare la loro autenticità)

Se manca uno di questi elementi non è più una ricerca storica: chi si occupa delle vicende umane nel loro svolgersi quotidiano non può essere considerato uno storico; quanti stanno indagando sull’origine dell’universo non sono considerati degli storici; colui che non è interessato all’autenticità delle proprie fonti non può considerarsi uno storico.

Suddivisione temporale (periodizzazione) Per convenzione l’ambito di ricerca dello storico si divide in due parti aventi quale elemento di passaggio le prime forme di scrittura, risalenti al IV millennio a.C.; abbiamo così la preistoria e la storia vera e propria. PREISTORIA IV MILLENNIO A.C. Invenzione della scrittura STORIA

La preistoria viene a sua volta suddivisa temporalmente (periodizzata) riferendosi alle tecniche usate dall’uomo per fabbricare utensili e armi: PREISTORIA PALEOLITICO MESOLITICO NEOLITICO (età della pietra antica o pietra scheggiata) Da 2 milioni a 10.000 anni fa (età della pietra di mezzo) 10.000 a 8.000 anni fa (età della pietra nuova o pietra levigata) Da 8.000 a 5.000 anni fa

Periodizzazione della storia La storia viene quindi suddivisa, sempre per convenzione, in quattro parti, considerando quali momenti di passaggio eventi particolarmente rilevanti: STORIA ANTICA MEDIOEVALE MODERNA CONTEMPORANEA Dal 3000 a.C. Dal 476 d.C. Dal 1492 d.C. 1815 d.C. (Caduta dell’impero romano d’Occidente) (Scoperta dell’America) (Congresso di Vienna)

Le fonti della storia

5. Dove lo storico trova le informazioni (le fonti) Cosa sono le fonti ? Il lavoro dello storico è innanzitutto un lavoro di ricerca di informazioni; le informazioni che gli interessano vengono fornite da quelle che si definiscono “fonti”. Caratteristica comune che devono possedere le fonti, per potersi definire tali, è di essere autentiche. Quando uno storico individua una possibile fonte d’informazione la sua prima preoccupazione, prima ancora di fissarne il contenuto, è proprio quella di verificarne l’autenticità.

Come ricostruire la storia della nostra vita attraverso le fonti Per comprendere cosa sono le fonti e come si possono suddividere, immaginiamo di aver perso la memoria e di voler ricostruire la nostra storia, intesa come la storia della nostra vita. Per ricostruire la storia della nostra vita cercheremo innanzitutto di trovare delle informazioni relative a : • come ci chiamiamo • dove abitiamo • dove e quando siamo nati

Per trovare queste informazioni ci rivolgiamo a quella che risulta essere la fonte più comoda e sicura, il documento d’identità. Tale fonte risulta affidabile in quanto rilasciata da una struttura statale, con timbro e firma, appartiene alla categoria delle fonti scritte.

Una seconda fonte, particolarmente utile per ricostruire la storia della nostra vita, è data dalle persone che ci circondano, se chiediamo a loro possiamo recuperare altre utili informazioni. In questo caso, però, l’affidabilità delle fonti è ridotta, le informazioni che ci vengono date potrebbero essere falsate o intenzionalmente o perché il ricordo è confuso. In questi casi se fonti diverse ci dicono la stessa cosa aumentano le probabilità che sia andata veramente così. Queste fonti appartengono alla categoria delle fonti orali.

Per avere poi delle ulteriori informazioni su come eravamo da piccoli possiamo ricercare delle fotografie, queste hanno un elevato grado di affidabilità (sempre che siamo noi quelli ritratti). Si parla in questo caso di fonti iconografiche (legate alle immagini).

Altre informazioni possiamo ricavarle dagli oggetti, la nostra casa e i suoi arredi, i giocattoli, ecc. tutto ciò che in qualche modo è legato alla nostra vita e che ci aiuta a ricostruire la nostra storia. Sono queste le fonti mute o materiali.

Le quattro diverse categorie d’appartenenza delle fonti Abbiamo visto come le informazioni che ci aiutano a ricostruire la storia della nostra vita possono essere fatte rientrare in quattro distinte categorie di fonti: • fonti orali • fonti scritte • fonti iconografiche • fonti mute

FONTI Fonti mute Fonti orali Fonti iconografiche Fonti scritte -utensili -arredi -armi -tombe -tracce di cibo, ecc. Fonti orali -canti -leggende -racconti -notizie, ecc. FONTI Fonti iconografiche -dipinti -foto -immagini in genere Fonti scritte -lapidi -materiale diplomatico -materiale notarile -diari -libri, ecc.

Fonti primarie e fonti secondarie Oltre che per la categoria d’appartenenza le fonti vengono suddivise anche in fonti primarie e fonti secondarie.

Fonti primarie E’ considerato appartenente alle fonti primarie tutto quel materiale che è direttamente collegato all’oggetto di studio. Se, ad esempio, ricerco informazioni sulla civiltà etrusca, appartengono alle fonti primarie tutti i reperti archeologici, le scritte epigrafiche, ecc.; insomma tutto il materiale prodotto da quella civiltà o prodotto da quanti sono venuti in diretto contatto con quella civiltà.

Fonti secondarie Appartiene alle fonti secondarie, invece, tutto quel materiale che non è direttamente collegato all’oggetto di studio. Sempre rimanendo all’esempio della civiltà etrusca, consideriamo appartenente alle fonti secondarie tutto il materiale prodotto in epoche successive, o da chi non ha avuto un diretto contatto con la civiltà etrusca, quindi opere, scritte nei periodi successivi, che trattano dell’epoca studiata, testi scritti da quanti non hanno avuto un diretto contatto con la civiltà. Un libro di storia appartiene quindi alle fonti secondarie.

LABORATORIO …

LO STORICO COME INTERPRETE

Lo storico non può limitarsi a trovare e catalogare fonti, egli vuole dare un significato ai dati che ha trovato attraverso un meccanismo di deduzione, come un investigatore che grazie alle tracce trovate cerca di ricostruire l’intera vicenda. A questo punto non si tratta più di catalogare dei dati ma di interpretarli per trarne delle conclusioni, così come l’investigatore ipotizza l’autore del delitto.

Quando diciamo che uno storico “interpreta” dei dati intendiamo fondamentalmente due cose: • che integra le informazioni in possesso con ipotesi • che spiega degli avvenimenti

Integrare le informazioni con ipotesi interpretative Avviene molto spesso, in particolare quando si studiano epoche lontane nel tempo, che i dati forniti dalle fonti non siano sufficienti per spiegare in modo preciso gli avvenimenti; in questo caso lo storico integra i dati certi con delle ipotesi interpretative, che possono venire confermate dal ritrovamento di ulteriori dati. Il ritrovamento, nel 1870, dell’insediamento della città di Troia non sarebbe mai potuto avvenire se l’archeologo tedesco Schliemann non avesse ipotizzato l’esistenza reale di tale città, città ritenuta fino ad allora solo leggendaria.

Spiegare degli avvenimenti Lo storico si pone come obiettivo non solo la ricostruzione del passato, ma cerca anche di spiegarlo. Ossia cerca di individuare nelle trame del passato quelle che possono essere considerate le spiegazioni degli avvenimenti. Non si accontenta, ad esempio, di descrivere gli avvenimenti correlati allo svolgersi della rivoluzione francese, ma cerca di individuare quali furono le cause che hanno portato a tali avvenimenti.

E’ evidente che anche in questo caso siamo nell’ambito della interpretazione. Come possiamo essere sicuri che a quel determinato evento sono riconducibili queste particolari cause? Sono talmente tante le variabili in gioco quando consideriamo i rapporti tra gli uomini, che ogni causa o conseguenza proposta deve intendersi come ipotesi interpretativa