Dall’esperienza di qualcuno che si prende cura di noi comincia il senso dell’esserci e si costituisce la dimensione originaria dell’educare. L’esperienza.

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Transcript della presentazione:

Dall’esperienza di qualcuno che si prende cura di noi comincia il senso dell’esserci e si costituisce la dimensione originaria dell’educare. L’esperienza della cura consente di guardare con fiducia a un futuro fondato sulla ricettività, sul sapere accettare e sulla disponibilità.

Luigina Mortari analizza il tema della cura e le sue modalità di applicazione in ambito educativo, individuandola come pratica di emancipazione, non di protezione, come è spesso male intesa. Sostiene che tutti hanno bisogno di essere oggetto di cura e di fare l’esperienza dell’avere cura. Luigina Mortari (La pratica dell’aver cura, Bruno Mondatori, 2006)

La narrazione dà luogo a uno dei momenti di più autentica e intensa relazione di cura: come nell’ esperienza di allattamento, del cambio, delle coccole, il contenuto della relazione narrativa non è semplicemente dato al piccolo ma co-costruito nella relazione adulto-bambino.

Oggi viene stimolato soprattutto il PENSIERO SIMULTANEO (operazioni di stimolo risposta, più operazioni mentali compiute contemporaneamente) a discapito del PENSIERO SEQUENZIALE (attenzione a lungo termine, capacità di sviluppare sequenze logiche, di comprendere e produrre argomentazioni e narrazioni anche complesse…)

Grazie all’esperienza narrativa i bambini si abituano a un prolungamento e a un differimento della gratificazione relativa al principio di piacere. La gratificazione affettiva ed ‘erotica’ non viene scaricata immediatamente ma prolungata, raffinata attraverso i meccanismi dell’attesa, dell’attenzione e della concatenazione: l’attesa di una gratificazione immediata e simultanea viene progressivamente sostituita da un’idea di piacere esteso nella successione temporale, lineare e sequenziale.

Principali funzioni della dimensione narrativa 1) Funzione metaforica. Essa consiste nella capacità di produrre associazioni, similitudini, metafore, sineddoche, metonimie ecc. ma più in generale è tutta l’attività di pensiero, di espressione e di comunicazione il cui i linguaggi funzionano secondo le proprietà del pensiero ANALOGICO.

Principali funzioni della dimensione narrativa 2)Funzione inferenziale (o della ricezione). L’inferenza è la produzione di una proposizione come conseguenza necessaria di una o più proposizioni e spesso è ciò che sta fra una premessa e una conclusione. Per Andrea Smorti «Quando procede in modo narrativo, l’individuo (…) si muove dunque in senso orizzontale, collegando gli elementi in rapporto ad un’azione, all’intenzionalità, agli scopi, agli strumenti e alle motivazioni secondo una rete che enfatizza la coerenza di una storia» Smorti A., Il pensiero narrativo; costruzione e sviluppo di storie nella conoscenza sociale, Firenze, Giunti, 1994 p. 114.

Diventare competenti relativamente a queste funzioni narrative consente di elaborare un potente congegno metacognitivo (il ‘pensiero narrativo’) che i bambini utilizzeranno nelle pratiche di gioco, di immaginazione, di comprensione, di pensiero, molto oltre il mondo dei racconti e delle narrazioni.

Principali funzioni della dimensione narrativa 3) Fra le funzioni del congegno narrativo c’è quella che Rodari definì il Contratto di finzione. Esso corrisponde alla capacità di stabilire un accordo implicito fra narratore e narratario consistente nella sospensione delle dimensione spazio-temporale del “qui e ora”. Questo congegno è utile per favorire la strutturazione del principio di realtà, contribuendo a creare la coscienza della distinzione fra la dimensione fantastica del pensiero e la capacità di riconoscere il reale. Solo così si impara a portare nella realtà le suggestioni e le risorse dell’immaginario.