I POLIELETTROLITI Polielettroliti sono composti macromolecolari che contengono un gran numero (dell’ordine del grado di polimerizzazione) di gruppi che.

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I POLIELETTROLITI Polielettroliti sono composti macromolecolari che contengono un gran numero (dell’ordine del grado di polimerizzazione) di gruppi che.
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I POLIELETTROLITI Polielettroliti sono composti macromolecolari che contengono un gran numero (dell’ordine del grado di polimerizzazione) di gruppi che a contatto con un opportuno solvente possono acquistare cariche elettriche spontaneamente (polielettroliti forti) o per interazione con piccoli ioni in soluzione (polielettroliti deboli, es. polielettroliti di acidi deboli). Possono essere di origine naturale (biopolimeri), completamente sintetici o provenire da modificazioni di macromolecole neutre.

Le soluzioni che contengono polielettroliti hanno proprietà che dipendono sia dalla loro natura macromolecolare che dalla presenza di carice elettriche. Nella descrizione delle proprietà dei polielettroliti spesso la carica totale è considerata uniformemente distribuita lungo la catena polimerica e gli effetti dovuti alla specifica natura dei gruppi carichi sono trascurati. In questo modo, generalmente, è possibile avere una descrizione termodinamica del comportamento dei polielettroliti malgrado la complessità intrinseca del sistema. Da una parte, la variabilità conformazionale delle catene polimeriche richiede una descrizione statistica del sistema e dall’altra le interazioni elettriche sono profondamente diverse da ogni altra interazione presente nei polimeri per forza e persistenza a «grandi» distanze.

Effetto delle interazioni elettriche sulla statistica conformazionale Due effetti: 1)“interazioni a corto raggio” dovute a interazioni tra (pochi) gruppi carichi in sequenza sulla catena che determinano la rigidità locale della catena polimerica. Questa è definita dalla “lunghezza di persistenza”. 2)A “lunga distanza” segmenti carichi di catena possono avvicinarsi tra loro (se la catena ha una certa flessibilità) e avere interazioni repulsive. Queste causano una espansione del gomitolo macromolecolare maggiore di quella che si avrebbe senza cariche. Questa proprietà è definita dal “volume escluso”. Entrambi gli effetti sono controllati dalla presenza di sali aggiunti (forza ionica) che schermano le forze dovute alle cariche del polimero. Definizione di forza ionica La schermatura data dal sale aggiunto può anche portare alla scomparsa dell’effetto di volume escluso (condizioni  ). Es. per il polistirensolfonato di sodio si hanno in NaCl acquoso 4.17 M.

A livello molecolare, in contrasto con le cariche mobili di piccoli ioni che possono muoversi liberamente in soluzione, le cariche sul polimero sono raggruppate in clusters che cambiano geometria al variare della conformazione globale del polimero. Attorno ai cluster immobilizzati di cariche sul polimero il potenziale elettrico è localmente molto più alto che in altre parti del sistema, ma il potenziale fluttua insieme alle fluttuazioni conformazionali della catena macromolecolare Il modello quindi di carica puntiforme in soluzione (come nel trattamento di Debye-Huckel) non può essere valido. Le caratteristiche particolari delle soluzioni di polielettroliti possono essere illustrate da alcuni esempi.

Viscosità E’ stata già illustrata la caratteristica dei polimeri di conferire a soluzioni una viscosità elevata rispetto a composti a basso peso. L’equazione fondamentale della viscosità è: da cui E’ intuitivo che la viscosità intrinseca dipenda dalle dimensioni della macromolecola e quindi dalla distanza testa-coda (r) e dal raggio di girazione (R g ) con la relazione di scala:

Soluzioni di polielettroliti non completamente rigidi hanno un comportamento che si discosta dall’equazione precedente e dipende dalla “densità di carica” ( Ze/L: numero Z di cariche e disposte su un polimero di lunghezza L) e dalla concentrazione di sale aggiunto. Il comportamento in assenza di sale aggiunto è mostrato nella figura: Viscosità ridotta del polistirensolfonato di sodio in assenza di sale aggiunto in funzione della concentrazione di polimero per pesi molecolari che vanno da 6.90x10 5 (dall’alto) a 0.16x10 5 (in basso).

Questo comportamento non è osservato per soluzioni di polielettroliti in presenza di sale aggiunto (a concentrazione C s > ): Viscosità ridotta di una soluzione acquosa al 60.8% di poly (vinil butilpirimidinio) bromuro a diverse concentrazioni di NaCl (A: 0, B: 2x10 -5 ; C: ; D: 2.5x10 -3 ; E: 6x10 -3 ; F: mol/L. A C s piuttosto elevata la viscosità intrinseca può ancora essere determinata. Tuttavia dipende da C s poiché cambiano le dimensioni del gomitolo macromolecolare.

Questo effetto di contrazione del volume della macromolecola in funzione della concentrazione di sale aggiunto è visto molto efficacemente nel caso del DNA. Viscosità intrinseca del DNA (L  7X10 4 nm, M  10 8 g/mol) in funzione della conc. di NaCl aggiunto.

Per polielettroliti «deboli», in presenza di sale aggiunto, la viscosità intrinseca dipende dalla densità di carica. Più alta è questa e più alta è la viscosità intrinseca. Viscosità intrinseca dell’acido poliacrilico in funzione del grado di dissociazione, a diverse concentrazioni di sale (NaCl) aggiunto. Aumentando la densità di carica a C s costante aumentano le dimensione del gomitolo macromolecolare; a densità di carica costante, aumentando la C s diminuiscono le dimensioni del gomitolo

Equilibrio di dissociazione di un poliacido debole Consideriamo l’equilibrio di un acido debole monomerico: AH ↔ A - + H + La costante di dissociazione apparente in funzione del grado di dissociazione  è data dall’equazione di Henderson-Hasselbalch: La costante di dissociazione definita in questo modo non corrisponde alla costante termodinamica poiché contiene una definizione non termodinamica dell’attività di H + e trascura quella di AH e A -.

Con questa definizione il valore di K può essere trovato sperimentalmente (es. con un elettrodo a vetro) attraverso una titolazione. Si verifica facilmente che in un intervallo ampio di  attorno 0,5 il pH rimane costante (effetto tampone) ed il valore di pK varia poco sia con  che con la forza ionica. Al contrario per un poliacido debole, es. acido poliacrilico (PAA): [-CH 2 -CH(COOH)-] n il valore di pK varia sensibilmente con  e dipende dalla concentrazione del sale aggiunto, crescendo quando C s tende a zero, come dimostrato dalla figura seguente.

Variazione della costante di dissociazione apparente K dell’acido poliacrilico in funzione del grado di dissociazione ed a diversi valori di C s.

L’aumento di pK in funzione di , anche di diversi ordini di grandezza al diminuire di C s, si spiega con l’aumento di cariche elettriche sul polimero al procedere della titolazione: in presenza di cariche già presenti sul polimero, la dissociazione di un ulteriore atomo di H richiede un lavoro addizionale contro il potenziale elettrico dato dalle cariche già formate sul polimero. Effetto non presente in una specie monomerica. La forma della curva di pK vs  dipende dalla densità di carica presente sul polimero che dipende a sua volta dal grado di dissociazione, ma anche da altri parametri come la conformazione della catena polimerica che può essere statistica o definita, come avviene in una struttura elicoidale.

Una variazione conformazionale da una struttura statistica ad una elicoidale, o viceversa, può avvenire anche nel corso della titolazione variando così la densità di carica anche a parità di grado di dissociazione. Di conseguenza cambia la forma della curva di pK vs . Variazione di K con il grado di dissociazione per l’acido polimetacrilico che mostra una transizione conformazionale nell’intervallo di  tra 0,15 e 0,30.

Un effetto simile può essere dato da una distribuzione non casuale di gruppi carichi e non carichi sul polimero che altera il termine ideale di entropia di mescolamento tra gruppi carichi e gruppi non carichi. Un effetto di questo tipo è dato dal polimero polietilenimmina studiato in funzione del grado di carica . (Notare che all’aumentare della carica il polimero si protona): La titolazione è eseguita a diverse concentrazioni di NaCl: dall’alto 1, 0.5, 0.1, e 0 mol/L