L’AZIENDA, IL CONSULENTE E IL MODELLO 19 settembre 2012 Arnaldo Pierini.

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L’AZIENDA, IL CONSULENTE E IL MODELLO 19 settembre 2012 Arnaldo Pierini

P ERCHÉ L ’A ZIENDA ( VOLONTARIAMENTE ) APPROCCIA LA “ QUESTIONE ”  Il Collegio Sindacale sollecita l’adozione del Modello  Il Commercialista o l’Avvocato sollecitano l’adozione del Modello  l’Azienda concorrente o il Cliente hanno adottato il Modello  L’Organo Amministrativo ha preso in considerazione i rischi specifici e ha rilevato l’opportunità di migliorare la propria organizzazione L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

A SPETTATIVE DELL ’A ZIENDA RISPETTO AL M ODELLO  Un documento poco “invasivo” e dettagliato per accontentare il Collegio Sindacale o il Professionista e per dimostrare che l’Azienda è ben amministrata  Un sistema articolato che permetta (anche nel tempo e con i necessari aggiornamenti) la compressione dei rischi specifici e che tenda, ove se ne ravvisi la necessità, all’esimente prevista.  Contestualmente introduca (o aumenti) in Azienda la cultura del rispetto delle regole e del controllo interno L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

A VVIO DEL PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” L’Azienda e il Consulente riflettono sulla sensibilità al rispetto delle regole presente all’interno dell’organizzazione e al grado di attenzione verso problematiche anche sociali (per es. ambientali);i risultati della riflessione si traducono nella redazione di un Codice di Etico (documento ufficiale dell’ente che contenente l’insieme dei diritti, dei doveri e delle responsabilità dell’ente nei confronti dei “portatori d’interesse”)  L’Azienda e il Consulente riflettono sull’organizzazione, in particolare sulle deleghe e sui poteri esistenti in azienda. Nella maggior parte dei casi le deleghe e i poteri risultano essere poco rispettosi dei principi di prudenza e poco efficaci ai fini del perseguimento dell’oggetto sociale.  L’Azienda e il Consulente riflettono sul c.d. controllo interno a tutti i livelli dell’organizzazione. Nella maggior parte dei casi emerge evidente un livello di controllo deficitario. L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

I L PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” L’Azienda e il Consulente analizzano l’organizzazione e l’attività d’impresa. La guida per questa analisi è data dai c.d. Reati presupposto contenuti nel Decreto. L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

I L PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” Il risultato delle analisi di cui sopra produce l’individuazione delle aree aziendali maggiormente a rischio di commissione reati. L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

I L PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” L’ Azienda e il Consulente, dopo avere individuato le aree a rischio, declinano le stesse aree in processi a rischio. L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

I L PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” L’Azienda e il Consulente definiscono una o più procedure per ogni processo a rischio. Le procedure sono operative,organizzative, di controllo e etiche. L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

I L PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” L’Azienda, con il contributo del Consulente, svolge test pratici per verificare la effettiva applicabilità ed adeguatezza delle procedure. L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

I L PROGETTO “M ODELLO EX D. LGS 231/01” L’azienda e il Consulente riflettono sui metodi per ottenere il rispetto delle regole e delle procedure contenute nel Modello. Il risultato sarà: Un programma di informazione/formazione La formalizzazione di un sistema sanzionatorio che vincoli tutte le parti al rispetto del Modello L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

L’O RGANISMO DI VIGILANZA E CONTROLLO Il Consulente illustra all’Azienda tutte le caratteristiche che l’OdV deve avere per essere efficiente ed efficace ovvero per rispettare le prescrizioni contenute nel D.Lgs 231/01 L’Azienda nomina l’Organismo di Vigilanza e Controllo L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO

L’A ZIENDA HA ADOTTATO IL M ODELLO L’Azienda ha raggiunto il PUNTO DI AVVIO L’A ZIENDA, IL C ONSULENTE E IL M ODELLO