Psicologia Sociale e Devianza

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Psicologia Sociale e Devianza 5° Lezione: L’atteggiamento e comportamento 23 marzo 2012 – 15,00-17,00

Dal Palmonari-Cavazza-Rubini L’atteggiamento Dal Palmonari-Cavazza-Rubini Pag 41-72 Page 2

Gli atteggiamenti sociali: predittivi del comportamento Fin dagli anni ‘60 si è arrivati alla conclusione che non è sempre possibile prevedere i comportamenti dagli atteggiamenti Prima ricerca che mette in dubbio la relazione tra atteggiamenti e comportamenti: La Piere (1934) La Piere viaggiò attraverso gli Stati Uniti con una coppia di cinesi visitando oltre 200 alberghi e ristoranti. In quegli anni esisteva un diffuso pregiudizio verso i cinesi, nonostante ciò: La coppia di cinesi ricevette solo un netto rifiuto Sei mesi più tardi La Piere mandò un questionario agli stessi albergatori e ristoratori: Il 92% di esercenti si dichiarava indisponibile ad accogliere i turisti cinesi. Al pregiudizio razziale espresso attraverso il questionario non era associato un comportamento reale discriminatorio Page 3

Gli atteggiamenti sociali: predittivi del comportamento Ricerca di La Piere (1934) evidenzia la bassa correlazioni tra atteggiamento (rilevato con questionari) e comportamento. Critica costrutto di atteggiamenti Critica alle metodologie Teoria dell’azione ragionata Fishbein e Ajzen (1975) Utilizzo di misure molto generali dell’atteggiamento per prevedere specifici comportamenti; mancano fattori situazionali e contingenti criteri comportamentali Page 4

Gli atteggiamenti sociali: predittivi del comportamento «La coerenza tra due indicatori di una data disposizione è funzione del grado con cui gli indicatori valutano la disposizione a uno stesso livello di generalità o specificità. Per cui, tanto più gli elementi – oggetto, azione, contesto, tempo – compresi nella risposta verbale (atteggiamento) sono simili agli elementi della risposta non verbale (comportamento), tanto più forte sarà la relazione statistica fra i due». (Ajzen, 1989, p.251) Azione Quale comportamento Bersaglio A quale bersaglio è diretto il comportamento Contesto In quale situazione Tempo Qual è il momento preciso Page 5

Gli atteggiamenti sociali: predittivi del comportamento Teoria dell’Azione Ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975) Critiche: Il comportamento sembra sotto il completo controllo dell’individuo ma non è così per i: Comportamenti che derivano dall’abitudine (es. mangiare carne) Comportamenti che sono frutto di dipendenza (es. fumare) Comportamenti che derivano da stati emotivi (es. piangere) Atteggiamento Credenze circa le conseguenze del comportamento Atteggiamento (valutazione del comportamento) intenzione comportamento Norme soggettive Credenze circa le norme sociali Percezione delle aspettative degli “altri significativi” Page 6

Gli atteggiamenti sociali: predittivi del comportamento Ajzen (1988) ha riformulato la teoria introducendo come fattore causale insieme agli atteggiamenti verso il comportamento e alla pressione sociale:  La percezione del controllo sul comportamento Teoria del comportamento Pianificato Atteggiamento Norme soggettive Intenzione Comportamento Percezione di controllo del comportamento Page 7

Gli atteggiamenti sociali: predittivi del comportamento Fazio e Williams (1986) secondo l’approccio social-cognition, dimostrarono che le persone elaborano selettivamente l’informazione in funzione della qualità degli oggetti di atteggiamento La valutazione tendenziosa (=non accurata) delle informazioni rilevanti per l’atteggiamento si verifica quando: - gli atteggiamenti dei soggetti sono forti, - facilmente accessibili (quando, per esempio, è frutto di esperienza diretta). In questo caso vengono messi in atto comportamenti direttamente coerenti con l’atteggiamento.  Nel caso in cui l’associazione fra rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione è debole o non è disponibile, allora si ricorre al processo previsto dal modello dell’azione ragionata di Fishbein e Ajzen Page 8

Dal Palmonari-Cavazza-Rubini Le impressioni Dal Palmonari-Cavazza-Rubini Pag 62-67 Page 9

L’impressione è la rappresentazione di una persona. Impressioni Visto come le persone formulano “giudizi” su eventi sociali (attribuzione causale), vediamo ora come le persone formulano “giudizi” sulle persone (impressione) L’impressione è la rappresentazione di una persona. L’insieme di sistemi che ci portano alla costruzione di questa rappresentazione prende il nome di percezione sociale Ha la funzione di regolare il nostro comportamento e di consentire di avere delle aspettative sul comportamento degli altri, mette nelle condizioni di operare nei contesti relazionali. Page 10

L’impressione L’impressione si forma attraverso un un processo sequenziale dato dall’acquisizione e dall’accumulo progressivo di informazione. Come per gli atteggiamenti, anche in questo ambito di studi sono stati proposti modelli teorici che si differenziano in quanto di tipo duale o unimodale. Page 11

Modelli di formazione dell’impressione: Asch: Modello configurazionale Anderson: Modello algebrico Fiske e Neuberg: Modello del continuum Smith e Zàrate: Modello di somiglianza Kruglanski: Modello unimodale Page 12

L’impressione Operazioni mentali eseguite sui dati in ingresso. Modello configurazionale dell’Impressione di Asch Operazioni mentali eseguite sui dati in ingresso. Lavorare in modo olistico sull’insieme delle informazioni ricevute. L’esperienza che ci formiamo di una persona costituisce un’unità di tipo psicologico. Ogni singolo tratto interpretato alla luce delle altre informazioni presenti. Singola struttura unificante. Page 13

L’impressione Il modello di Asch è storicamente il primo contributo. Modello configurazionale dell’Impressione di Asch (1946) Il modello di Asch è storicamente il primo contributo. Studia la formazione delle impressioni secondo un approccio gestaltista: risultato di un processo percettivo diverso dalla somma dei singoli elementi che lo hanno generato. Ogni persona viene vista come un insieme inestricabile di caratteristiche che interagendo danno luogo ad un percetto complessivo (approccio olistico) L’interazione dinamica fra i tratti di un soggetto fa emergere le caratteristiche centrali della sua personalità e attorno a queste si organizzano in modo coerente tutte le altre informazioni che si rendono disponibili  il risultato percettivo è unitario. È importante l’ordine in cui vengono fornite le informazioni. Page 14

intelligente, brillante, avido, …........... Soggetto B: L’impressione Modello configurazionale dell’Impressione di Asch (1946) Esempio: Soggetto A: intelligente, brillante, avido, …........... Soggetto B: Intelligente, brillante, generoso,……… Positivo Negativa Page 15

L’impressione Modello configurazionale dell’Impressione di Asch (1946) Le prime informazioni che riceviamo hanno il massimo impatto sulle impressioni che ci formiamo (effetto primacy). I primi elementi descrittivi che vengono letti creano lo sfondo interpretativo sulla base del quale si dà significato alle successive informazioni e hanno un peso maggiore nel determinare l’impressione finale. Tutti sono in grado di costruire rapidamente una impressione complessa dalla percezione di tratti, anche quando la base-dati è molto ristretta. Gli effetti di priorità si realizzano anche rispetto alle competenze percepite. Nel descrivere l’impressione di un soggetto non si rievocano i tratti menzionati ma si traggono inferenze da quanto percepito e si completa la descrizione di una persona (processo attivo) Page 16

L’impressione Tratto A Tratto B Tratto C Tratto D IMPRESSIONE GLOBALE Modello configurazionale dell’Impressione di Asch (1946) Tratto A Tratto B Tratto C Tratto D IMPRESSIONE GLOBALE +/-Tratto E +/-Tratto F +/-Tratto G +/-Tratto H Secondo il modello di Asch le persone sono considerate come unità psicologiche, per cui tutte le informazioni che percepiamo dopo la costruzione dell’impressione globale vanno ricondotte a questo nucleo centrale unificante. Verranno trascurati, sottostimati, o erroneamente interpretati i tratti incongruenti con l’impressione globale Processo top-down Page 17

L’impressione Modello algebrico dell’Impressione di Anderson (1981) Partendo da una prospettiva psicofisica, definisce il risultato del processo di percezione sociale come l’integrazione algebrica dei singoli elementi di informazione L’impressione di personalitàè la somma del valore associato (somma ponderata) ai tratti che gli riconosciamo (approccio elementarista) Anderson misura le reazioni psicofisiche di soggetti sperimentali alla percezione di ogni singolo tratto. Quindi utilizza alcuni di questi tratti per elicitare un’impressione. Il giudizio complessivo lungo la dimensione favore-sfavore è funzionale al valore attribuito ai singoli tratti e ad una loro giustapposizione. Processo bottom-up Page 18

+ L’impressione Tratto A Tratto B Tratto C Tratto D Valore V V V Modello algebrico dell’Impressione di Anderson (1981) Tratto A Tratto B Tratto C Tratto D Valore V V V + 1° IMPRESSIONE Tratto E Tratto F Tratto G Tratto H V V V V 2° IMPRESSIONE Page 19

IMPRESSIONE = f(M); f(R) L’impressione Modello del continuum di Fiske e Neuberg (1990) Prevede che non vi siaun’unica modalità di analisi delle informazioni (top-dowen vs. botto-up; somma gestaltica vs. somma algebrica) La valutazione di una persona viene costruita utilizzando strategie diversificate a seconda della motivazione all’accuratezza e della quantità di risorse di elaborazione disponibili. Fattori intervenienti: Motivazione: all’accuratezza=grado di interesse per il soggetto Risorse: disponibilità e utilizzo di elementi informativi di tipo categorieali e di tipo individuale. IMPRESSIONE = f(M); f(R) Il valore dei due fattori è diverso a seconda delle fasi di un percorso attraverso il quale si giunge alla definizione di un impressione. Page 20

L’impressione Modello del continuum di Fiske e Neuberg (1990) Il processo di formazione di impressioni viene descritto come una sequenza di fasi: La persona viene categorizzata in modo automatico sulla base di tratti percettivi evidenti  categorie sociali. (top-down; Motivazione: bassa; Risorse: elementi categoriali) 2. l’elaborazione dell’informazione si trova di fronte ad un bivio: categorizzazione confermativa vs. ricategorizzazione Si cercano caratteristiche individuali volte a confermare o modificare le caratteristiche della persona fino a quel momento rilevate, fino a formare un’immagine coerente della persona (bottom-up; Motivazione: alta; Risorse: elementi individuali) Page 21

L’impressione Giudizi individualizzati giudizi stereotipici Modello del continuum di Fiske e Neuberg (1990) Giudizi individualizzati giudizi stereotipici - Alta motivazione - Bassa motivazione - Inf. Individuali - Inf.categoriali ≡ Modello Anderson ≡ Modello Asch Se il soggetto suscita il nostro interesse: il sistema cognitivo attiva categorie di giudizio con cui il soggetto viene confrontato, se esse sono adatte a descriverlo il processo può arrestarsi: il giudizio si arresta nella zona centrale del continuum. Page 22

L’impressione Modello basato su esemplari di Smith e Zàrate (1992) Secondo questo modello ogni persona lascia una traccia nella memoria, una sorta di file in memoria che può esser più o meno ricco di informazioni. Per ogni persona conosciuta direttamente o indirettamente (si pensi ai personaggi famosi) si mantiene un vasto numero di tracce mnestiche (modelli o esemplari). Quando si incontra una persona nuova, pertanto, si costruisce un’impressione su di essa in funzione della somiglianza con i modelli posseduti. I tratti percepibili di una persona attivano le rappresentazioni di individui conosciuti; i giudizi associati agli esemplari attivati vengono utilizzati come base per la formulazione della nuova impressione. A seconda delle caratteristiche della situazione in cui l’incontro avviene e delle motivazioni che guidano l’interazione, varierà l’importanza delle diverse dimensioni di somiglianza. Page 23

L’impressione Esperimento sul ruolo della somiglianza: Modello di somiglianza di Smith e Zàrate (1992) Esperimento sul ruolo della somiglianza: Alcuni soggetti dovevano compilare un questionario con l’aiuto di due somministratori (1gentile e 1sgarbato) e poi consegnarlo ad uno di 2collaboratori (uno dall’aspetto simile al somministratore sgarbato e l’altra simile al somministratore gentile. Il primo dei due ricevette meno questionari. Non si verificarono distinzioni in caso di somministrazione indistinta. Si evince che: dagli indici di somiglianza si formano aspettative sul comportamento. Le matrici di correlazione dei tratti sono dette teorie implicite di personalità e sono impiegate come griglie di lettura. Le teorie implicite di personalità possono essere anche errate e pertanto fuorvianti È un modello simile a quello configurazionale Page 24

L’impressione Modello unimodale di kruglanski et al. (1999) Il modello esclude la possibilità di distinguere due processi di formulazione delle impressioni (come già era stato affermato per gli atteggiamenti). L’impressione si forma attraverso un processo di elaborazione cognitiva di informazioni (siano esse categoriali o individuali). L’estensione di tale processo e l’accuratezza dell’impressione prodotta varia il funzione della Motivazione e delle risorse disponibili. Page 25

Dal Palmonari-Cavazza-Rubini La Reputazione Dal Palmonari-Cavazza-Rubini Pag 67-72 Page 26

La reputazione La reputazione è una forma di conoscenza dei soggetti sociali mediata dall’esperienza di altri. È l’esito della percezione di sociale “condivisa” di un soggetto. La conoscenza degli altri si realizza attraverso 3 modalità: Osservazione diretta  impressioni; Auto-oresentazione dei soggetti che intendiamo conoscere Informazioni fornite da altri  reputazione Conditio sine qua non: struttura sociale  matrice collettiva alle informazioni che compongono la reputazione Contenuti: qualità umane variabili; caratteristiche di interesse collettivo; tratti difficilmente osservabili; caratteristiche relativamente rare Page 27

La reputazione Funzione: - controllo sociale: la reputazione permette di anticipare le aspettative di comportamento e, pertanto, giustifica azioni anticipatorie di inclusione o esclusione sociale. - autocontrollo: tendiamo a scegliere quella particolare combinazione di gesti e di parole finalizzata a proteggere la nostra reputazione, e dunque a sollecitare reazioni sociali di tipo inclusivo e cooperativo. Formazione: Processo che mette a confronto le impressioni dei membri di una comunità fino a definire un’immagine condivisa (reputazione) che se si caratterizza in modo negativo diventa una forma di etichettamento a cui il soggetto potrebbe attribuire un ruolo di autodefinizione: presentazione del sé. Page 28

La percezione sociale dei gruppi Quando l’oggetto sociale di cui si forma l’impressione e/o la reputazione è non un singolo ma un gruppo sociale, si rileva/definisce di quel gruppo l’ entitatività Con il termine entitatività si fa riferimento all’insieme di caratteristiche correlate che permettono di percepire un gruppo come un’unità. Non a tutti i gruppi si attribuisce un’elevata entitatività. Il concetto di entitatività si attribuisce anche al singolo quando lo si considera conforme ad un “tipo”, ovvero quando si correlano tutti gli elementi che lo contraddistinguono in un profilo tipizzato. È l’esito del giudizio configurazionale di Asch L’applicazione del modello di Asch a gruppi sociali porta a individuarne l’entitatività e può indurre a formulare giudizi stereotipali e pregiudizievoli. Page 29