Italo Calvino e il Neorealismo
ITALO CALVINO (1923-1985)
Panorama di Sanremo tra le due guerre
nasce nel 1923 a Cuba Nel 1926 ritorna in Italia, vive a Sanremo in Liguria Ambedue i genitori sono dediti alle attività scientifiche ed alla ricerca Cresce in una famiglia agnostica e anticonformista - elementi fondamentali di formazione culturale di Calvino La madre di Italo Calvino fu la prima donna in Italia a ricoprire una cattedra di botanica «Il sapere dei miei genitori convergeva sul regno vegetale, le sue meraviglie e le sue virtù. Io attratto da un’altra vegetazione, quella delle frasi scritte, voltai le spalle a quanto essi m’avrebbero potuto insegnare.» (1980) Durante la Seconda guerra mondiale Italo Calvino partecipa alla Resistenza combattendo sulle Alpi Marittime
La posizione ideologica di Calvino non è chiara fino allo scoppio della guerra: «Fino a quando non scoppiò la seconda guerra mondiale, il mondo mi appariva un arco di diverse gradazioni di moralità e di costume, non contrapposte ma messe l'una a fianco dell'altra (...). Un quadro come questo non imponeva affatto delle scelte categoriche come può sembrare ora“ In questo periodo l'interesse per la scrittura e inizia a scrivere poesie, brevi racconti, testi teatrali e coltiva la passione per il disegno, soprattutto per la caricatura. L’autoritratto a scuola, con dedica Autoritratto
Vignetta databile 1940
Un autoritratto del 1942
Mussolini a cavallo, disegno di Calvino Mussolini a cavallo, disegno di Calvino. «Primi venti anni della mia vita li ho passati con l’immagine di Mussolini sempre davanti agli occhi, perché il suo ritratto era appeso in tutte le aule scolastiche come in tutti gli uffici e nei locali pubblici".
Calvino partecipa alla Resistenza in una formazione di ispirazione comunista. Sulla foto è la sua tessera partigiana.
FASE – NEOREALISTA Il sentiero dei nidi di ragno , Torino, Einaudi, 1947. Ultimo viene il corvo, Torino, Einaudi, 1949. I giovani del Po, in "Officina", (1957-1958) 2. FASE – PERIODO FANTASTICO Il visconte dimezzato, Torino, Einaudi, 1952. La formica argentina, in Botteghe oscure, n. 10, 1952. Fiabe italiane, raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti, Torino, Einaudi, 1956. Il barone rampante, Torino, Einaudi, 1957. Il cavaliere inesistente, Torino, Einaudi, 1959. I nostri antenati (Il cavaliere inesistente; Il visconte dimezzato; Il barone rampante), Torino, Einaudi, 1960. Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città, Torino, Einaudi, 1963. Le cosmicomiche, Torino, Einaudi, 1965. Ti con zero, Torino, Einaudi, 1967.
Perché leggere i classici, Milano, Mondadori, 1991. 3. FASE – PERIODO COMBINATORIO /POSTMODERNO Gli amori difficili, Torino, Einaudi, 1970. Le città invisibili, Torino, Einaudi, 1972. Il castello dei destini incrociati, Torino, Einaudi, 1973. Se una notte d'inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979. (romanzo postmoderno) Palomar, Torino, Einaudi, 1983. Saggi (la scelta) Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società Torino, Einaudi, 1980. Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Milano, Garzanti, 1988. Perché leggere i classici, Milano, Mondadori, 1991.
Il sentiero dei nidi di ragno il romanzo neorealista ambientato in un piccolo paese della Liguria (richiama Sanremo, città natale dello scrittore) la trama si svolge durante gli anni della Resistenza e dell’occupazione nazista Il protagonista principale è Pin, un bambino orfano Pin è isolato dai coetanei e vive con la sorella Rina, una prostituta detta La Nera, al quartiere portuale Pin passa le sue giornate in un’osteria sicccome la sorella frequenta anche i tedeschi i partigiani ed i antifascisti non si fidano di lui per guadagnarsi la loro fiducia e il loro rispetto Pin ruba la pistola di un marinaio nazista mentre questo è a letto con la sorella tuttavia i partigiani sono quasi indifferenti alla sua “impresa” e il ragazzo, furioso, va a nascondere l’arma in un luogo speciale noto e a lui solo, “dove fanno il nido i ragni” Sulla strada del ritorno, viene però arrestato dai tedeschi, in quanto è ancora in possesso del cinturone del soldato.
Sulla strada del ritorno viene arrestato dai tedeschi che trovano il cinturone rubato In carcere Pin conosce altri antifascisti, tra cui spicca Lupo Rosso, capo di un gruppo di partigiani di cui Pin desidera conquistare l’amicizia Il protagonista, che non rivela ai carcerieri dov’è nascosta la pistola, riesce a scappare dal carcere grazie ad un piano di Lupo Rosso Pin vorrebbe seguirlo nelle sue scorribande, ma Lupo Rosso non si presenta all’appuntamento che aveva dato al bambino Pin allora torna al sentiero dei nidi di ragno da solo, e incontra un altro partigiano, Cugino, che lo fa entrare nella formazione del Dritto, dove Pin conosce altri personaggi (dal cuoco Mancino al ragazzo Pelle, la Giglia, moglie di Mancino e amante del Dritto) e dove trova nuovamente Lupo Rosso La compagnia viene dispersa a causa di un incendio inavvertitamente appiccato dal Dritto
Nel nono capitolo si sviluppa il livello ideologico del romanzo il comandante Ferriera e il commissario politico Kim riflettono sulle motivazioni ideali ed ideologiche che devono guidare la lotta partigiana per la liberazione dell’Italia rivano però i nazifascisti, che sono stati informati dal traditore Pelle e che attaccano i partigiani Pin riesce a fuggire e si dirige al sentiero dei nidi di ragno, per scoprire che l’arma non è più nel suo nascondiglio, di cui aveva svelato l’esistenza solo a Pelle Dopo che il traditore è stato ucciso dagli uomini di Lupo Rosso, Pin può recuperare la sua amata pistola dalla sorella, che l’ha avuta proprio da Pelle Il protagonista torna nuovamente a nasconderla al sentiero, dove incontra Cugino, con cui forse può nascere una vera amicizia.
In seguito scriverà Calvino di questa sua opera: «È un libro nato anonimamente dal clima generale di un'epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva dopo la fine della seconda guerra mondiale».
Dopo la liberazione si trasferisce a Torino e aderisce al P. C. I Dopo la liberazione si trasferisce a Torino e aderisce al P.C.I. (Partito Comunista Italiano) e ne diviene attivista. Nella foto: Torino nell’immediato dopoguerra. “Torino è una città che invita al rigore, alla linearità. Allo stile. Invita alla logica, e attraverso la logica apre la via alla follia”.
Dopo la liberazione si trasferisce a Torino e aderisce al P. C. I Dopo la liberazione si trasferisce a Torino e aderisce al P.C.I. (Partito Comunista Italiano) e ne diviene attivista. esprime la sua partecipazione con interventi di carattere politico e sociale, su quotidiani e periodici culturali, oltre che nelle sedi istituzionali del partito. S’iscrive alla Facoltà di lettere di Torino, accedendo direttamente al III anno, grazie alla legislazione postbellica in favore dei partigiani ed ex combattenti. Conosce Cesare Pavese che diverrà guida culturale ed umana, oltre che "primo lettore" delle sue opere. collabora con la casa editrice Einaudi: conosce Elio Vittorini, Natalia Ginzburg Norberto Bobbio e partecipa al dibattito culturale.
Un libro sui campi di sterminio: recensione di Calvino a “Se questo è un uomo” di Primo Levi, pubblicata sul quotidiano del Partito Comunista Italiano “L’Unità” il 6 maggio 1948.
Calvino davanti alla sede dell'Einaudi
Cesare Pavese. “Credo che Pavese sia il più importante, complesso, denso scrittore italiano del nostro tempo. Qualsiasi problema ci si ponga, non si può non rifarsi a lui”.
Elio Vittorini. “Siamo certamente in molti, nella mia generazione, a poter dire che la prima lettura di “Conversazione in Sicilia ”fu la voce che ci chiamò alla vita, cioè insieme all’espressione e alla responsabilità morale. Vittorini scriveva e lavorava per moltiplicare le possibilità di scrivere (e di vivere) negli altri”.
Scrive interventi politico-sociali e di saggistica letteraria, su diverse riviste culturali, tra cui Officina, Cultura e realtà, Cinema Nuovo, Botteghe Oscure, Paragone, oltre che su Il Politecnico di Vittorini. Sulle riviste pubblica anche brevi racconti, fra cui La formica argentina e le prime novelle di Marcovaldo. Nel 1951. visita l’Unione Sovietica, scrive il romanzo I giovani del Po, Il visconte dimezzato. 1956. - XX Congresso del PC - Calvino esprime il dissenso per certi aspetti che la politica sovietica va prendendo, soprattutto in ragione della libera espressione e circa l'importanza della forma democratica. Critica anche culturale dei dirigenti del PCI.
L'idea di un nuovo PCI riformato e rifondato, che ispira Calvino, è dichiaratamente di matrice giolittiana. La disillusione è però incolmabile solo pochi mesi dopo il Congresso, quando l'armata rossa invade l'Ungheria. Nel 1957 abbandona il PC. Nasce in quegli anni il gruppo '63, corrente letteraria neoavanguardista, che Calvino segue con interesse pur senza condividerne l'impostazione di fondo. Sempre nel 1964, lo scrittore torna all’Avana per sposarsi con la sua compagna argentina-parigina Esther Judith Singer (detta "Chichita") In quella occasione egli fu chiamato a fare parte della giuria del Premio Casa Las Americas, e qui conobbe il comandante Ernesto Guevara, al quale poi dedicò due pagine dopo la sua morte in Bolivia Nel 1967 si trasferisce a Parigi assieme alla famiglia. Segue il dibattito culturale francese ma conduce una vita pressoché in disparte, pur frequentando alcuni intellettuali parigini. Non condivide l'ideologia di fondo del sessantotto francese ma è particolarmente attratto ed affascinato dal valore utopico di certe rivendicazioni del movimento studentesco e sociale.
Ultimo viene il corvo del '49 – ultimi racconti nei quali ritroviamo ancora il tema della guerra e della Resistenza. 50’- Calvino abbandona il richiamo diretto alla storia e inizia a riflettere sui problemi del nostro tempo attraverso lucide favole di "sapore illuministico“ Comincia la sua fase fantastica