Marisa Anconelli, Daniela Farini Iress Il modello di valutazione dei Piani di zona triennali.

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Transcript della presentazione:

Marisa Anconelli, Daniela Farini Iress Il modello di valutazione dei Piani di zona triennali

Un modello …co-costruito con un percorso laboratoriale Laboratorio-formativo:Laboratorio-formativo: –non solo produzione di un sistema di valutazione, ma anche formazione in tema di ‘valutazione’ –Non solo scambio di prassi valutative, ma anche mappatura di attività valutative Composto daComposto da: –responsabili dei 7 Uffici di Piano distrettuali, –responsabili dei 7 distretti sanitari. –Dal IV incontro, rappresentanti del Terzo settore locale –Rappresentanti dell’Ufficio di supporto provinciale

Il processo: I, II, III laboratorio (febbraio-aprile 2010):I, II, III laboratorio (febbraio-aprile 2010): –Mappatura delle attività valutative –Individuazione dell’oggetto specifico del laboratorio –Condivisione di un quadro teorico di riferimento in tema di valutazione IV, V, VI laboratorio (maggio, giugno, ottobre 2010): –Estensione a rappresentanti del Terzo settore e sviluppo sistema di valutazione –Sviluppo del sistema di valutazione –Condivisione prodotto finale Focus group (gennaio 2010)Focus group (gennaio 2010) –in tema di integrazione sociale e sanitaria, governance e partecipazione

Dal focus group: se dico governance… Non guidare la macchina da soli” “Non guidare la macchina da soli” –Pertanto richiede chiarezza di ruoli e funzioni fra i vari attori coinvolti. Presuppone un patto Il luogo della governance è il Distretto –Pertanto il Comitato di Distretto la agisce ‘formalmente’. È garante del ‘mantenimento del patto’ Con queste premesse (patto, chiarezza di ruoli), anche i tavoli dei piani di zona sono Con queste premesse (patto, chiarezza di ruoli), anche i tavoli dei piani di zona sono luogo di governance

Quando ci si integra davvero? Quando si governa-insieme, nel rispetto dei reciproci ruoli? quando si devono gestire dei finanziamentiquando si devono gestire dei finanziamenti –FRNA, Piano anti-crisi quando esiste una tecnostruttura già ‘rodata’ a supporto dell’integrazione (ad esempio, un Ufficio di piano solido)

Obiezioni: È complicato, È difficile da applicare, Non ci sono le risorse per… Ma in realtà: Cosa bisogna fare davvero? Rispondere ad alcune domande ‘di senso’ dell’attività programmatoria distrettuale, non partendo da zero!!!

E non dimenticando che la messa a punto di un sistema/disegno di valutazione non è che l’inizio di un percorso valutativo dotato di senso

…rispondere ad alcune domande di senso..dopo avere scelto insieme… Perché chi e per chi quandocosadovecomequanto …cioè un ‘disegno di valutazione’

I° lab: mappatura delle attività di valutazione sviluppate dagli Uffici di Piano: una lettura a livello provinciale Il piano Momento della valutazione Attività di valutazione rilevate nei Distretti ‘nuovo’ Piano valutazione Piano redazione Piano Valutazione EX POST Valutazione IN ITINERE Valutazione EX ANTE Valutazione EX ANTE

una lettura a livello provinciale Il piano Momento della valutazione Attività di valutazione rilevate nei Distretti ‘nuovo’ Piano valutazione Piano redazione Piano Valutazione EX POST Valutazione IN ITINERE Valutazione EX ANTE (in generale presente sia nel Piano che nell’Attuativo) 1* Analisi del contesto, del bisogno e dell’offerta (PdC, Tavoli, UdP) – tutti i Distretti 2* Valutazione coerenza/adeguatezza offerta (UdP, Tavoli) – tutti i Distretti 3* Valutazione risorse imputate a servizi/interventi programmati (UdP Com Distr) – tutti i Distretti 4* Valutazione qualità dello ‘strumento piano’ (es Bologna su PdZ e S.Lazz su Ps&B); valutazione piano relazionale/comunicabilità del documento ed ‘efficacia’ strumento (es S.Lazz su Ps&B) 2* Valutazione di Processo (tavoli, Udp, Com Dis, con indicatori per aree già richiesti a monte) (es Casal.) 4* Verifica progetti annuali su Attuativo (Tavoli e Udp, attraverso indicatori e dati input e output o con schede di verifica dei progetti) (es Porretta, San Lazz., Casal, Imola) 1* Monitoraggio dati (Udp, Tavoli) (es Porretta, P. Ovest, P.Est) (es. spesa, attività progetti attuativo, attività servizi, dati FRNA- tutti i Distr) * Indicatori di valutazione obiettivi (es Porretta nel PdZ) * Valutazione Annuale su attuativo (Com Dist, UdP, tavoli) (es Bo) * Valutazione esiti PS&B (Com Dist) (es S.Lazz) 3*Audit (es Imola)

Occhio alle mappature: ci dicono cosa si è capitalizzato in questo decennio programmatorio…

Miglioramenti possibili, suggeriti dal gruppo Valutazione della qualità dello “strumento-Piano” ed allargamento della valutazione al processo Cambiare l’attuale “Senso della valutazione” che è quello della rendicontazione. Dimmi cosa hai fatto, non tanto come, ma solo se ciò che hai fatto vale la quantità di risorse che hai ricevuto’Cambiare l’attuale “Senso della valutazione” che è quello della rendicontazione. Dimmi cosa hai fatto, non tanto come, ma solo se ciò che hai fatto vale la quantità di risorse che hai ricevuto’ Creare sistemi informativi/operativi omogenei a livello distrettuale: ridurre gli indicatori a pochi, condivisi e comprensibili, omogenei

3 opzioni per il sistema di valutazione individuate dal gruppo…una la scelta: valutare l’ ‘adeguatezza’ del Piano Il gruppo ritiene che questa area di valutazione, come ‘oggetto di lavoro’, sia quella che maggiormente riesce ad implicare una collaborazione attiva con il Terzo Settore Si tratta di un percorso innovativo e ‘creativo’ Permette un approccio costruttivista e qualitativo; permette la partecipazione Si concentra sull’oggetto principe del sistema di welfare regionale (ex legge 2/03 e PSSR)

in 6 criteri in 6 criteri di valutazione abbiamo declinato l’idea di adeguatezza del Pdz triennale IntegrazioneIntegrazione PartecipazionePartecipazione ComunicabilitàComunicabilità RispondenzaRispondenza RilevanzaRilevanza Impiego delle risorseImpiego delle risorse

Integra zione Integrazione delle politiche (socio - sanitarie, urbanistiche/ambientali; sanitarie, abitative, ecc.) 1. abbiamo effettivamente integrato gli strumenti e le politiche entro gli obiettivi dichiarati nel Piano di Zona per la salute ed il benessere? che risultati abbiamo raggiunto? Integrazione degli attori/soggetti 1. abbiamo effettivamente integrato attori e soggetti entro l’obiettivo che ci eravamo dati nel Piano? che risultati abbiamo raggiunto? 2. Si è sviluppata una visione dei fenomeni oggetto di intervento maggiormente condivisa e/o arricchita da contributi, analisi e prospettive diverse? 3. Si è sviluppata nel corso dell’azione una maggiore integrazione tra interventi e attori che operano in diversi settori e ambiti? Parteci pazione Qualità della partecipazione 1. quale è stato il livello di qualità raggiunto nella partecipazione anche in termini di responsabilizzazione dei vari soggetti che partecipano alla programmazione? 2. La capacità di cooperazione tra soggetti si è accresciuta? 3. Grazie ai processi di preparazione e attuazione del Piano sono state mobilitate risorse rilevanti precedentemente non rilevate?

Comuni cabilità Comunicabilità dei risultati del piano 1. Quali azioni sono state attivate per comunicare alla popolazione i risultati dei Programmi attuativi annuali e del Piano triennale? 2. Quali esiti in termini di comunicabilità del piano sono stati raggiunti? (chi ha partecipato ai lavori quanto si riconosce nel piano ? chi si avvicina per la prima volta quanto può trovare nel piano ciò che cerca ?) Rispon denza Contributo delle scelte effettuate alla soluzione dei problemi di riferimento/bisogni rilevati 1. Abbiamo letto i bisogni del territorio in termini di esigenze rilevate ed appropriatezza della risposta/servizio? Come? Rilevan za Importanza degli interventi per la produzione del benessere 1. se il 60% della salute dipende dalla dimensione socio- relazionale e solo il 10% dal Servizio Sanitario Nazionale, occorre occuparsi del tema del benessere e salute in senso ampio. Quali sono stati gli interventi che maggiormente ‘contano’ per promuovere il benessere?

Impiego delle risorse Utilizzo e ripartizione dei costi sostenuti 1. Come sono state spese le risorse e ripartiti i costi? Rendiconto risorse utilizzate, impegno di spesa, percentuale sul totale. 2. Analizzare la spesa su disabilità, domiciliarità. In base a quale criterio, individuazione di priorità sono state allocate le risorse del fondo indistinto? Quanto coerente con criteri e priorità esplicitati nella pianificazione? 3. La ricostruzione del bilancio complessivo delle risorse disponibili a livello di distretto (fondo sociale, fondo regionale e nazionale non autosufficienza, contribuzione utenti…contributi del privato, risorse del non profit…) influenza le scelte di allocazione per interventi, o ogni canale di finanziamento è trattato come a sé stante ?

Per chi: (quali sono i destinatari della valutazione) A.Comitato di distretto_Sindaco e assessori anche non del sociale(urbanistica, viabilità, abitazione, ecc.) B.I sottoscrittori dell’Accordo di programma e aderenti C.Tavolo del Welfare (protagonista e destinatario)

Questo il ‘succo’ (da pag. 3 a pag. 17 del rapporto) …frutto del laboratorio condiviso Il resto (parte II): indicazioni processuali, schemi, una sorta di vademecum… e uno strumentario proposto, non costruito insieme per ragioni di tempo (diamo uno sguardo…)

Struttura II parte: A.Il criterio: schema delle azioni valutative del criterio e attori coinvolti B.Il processo: chi fa che cosa per la valutazione del criterio 1.Chi avvia il percorso 2.Gli elementi per la valutazione 3.La sistematizzazione ed elaborazione delle informazioni raccolte 4.In sintesi, gli elementi da portare al tavolo del welfare C.Gli allegati per ciascun criterio: esempi di strumenti Deciso con il gruppo Proposto al gruppo

Niente più che suggerimenti…

Strumenti: niente più che suggerimenti…

Quindi? Da dove può partire l’innovazione in senso ampio?Ci sono ancora risorse (umane, finanziarie, di conoscenze e prassi) per l’innovazione in area welfare? Da dove può partire l’innovazione in senso ampio? Ma un sistema di valutazione di senso dell’attività programmatoria va fatto, forse al posto di tante rendicontazioni che i protagonisti rilevano come ridondanti e prive di senso per chi le produce!Un sistema di valutazione per quanto bello, condiviso, va sperimentato per vedere se dà prova di tenuta… Ma un sistema di valutazione di senso dell’attività programmatoria va fatto, forse al posto di tante rendicontazioni che i protagonisti rilevano come ridondanti e prive di senso per chi le produce!

Quindi? Come, con che riflessioni di sistema?Se anche le risorse sono diminuite comunque vengono allocate e spese… Come, con che riflessioni di sistema? Sono sufficienti le attuali riflessioni valutative (ri-guardiamo la mappatura e le proposte di miglioramento fatte dal gruppo sulle attività in essere!!)? Sono sufficienti le attuali riflessioni valutative?Sono sufficienti le attuali riflessioni valutative? lo abbiamo già esaminato, con un gruppo integrato di esperti (ri-guardiamo la mappatura e le proposte di miglioramento fatte dal gruppo sulle attività in essere!!)

Quindi? welfare distrettualeOggi si può dire che il Distretto è un luogo di governance delle politiche di welfare? Se così è, i pdz hanno già assolto al loro obiettivo di contribuire a creare un welfare distrettuale?