OPZIONI CHIRURGICHE PER LA MALATTIA EMORROIDARIA 1 G.Cestaro, 1 N.Casillo, 1 G.Solimeno, 1 V.Desiato, 1 S.Perrotta, 1 G.Benassai*, 1 G.Quarto* 1 Dipartimento Assistenziale di Chirurgia Generale,Oncologica e Videoassistita Università degli Studi “Federico II” di Napoli Introduzione Milligan e Morgan descrissero nel 1937 la tecnica di emorroidectomia “aperta”, cioè l’asportazione di tessuto emorroidario nei tre peduncoli vascolari più importanti. Nel 1995 il chirurgo giapponese Morinaga e coll. introdussero una nuova tecnica, consistente nella legatura mediante trasfissione con punti di tutte le branche terminali dell’arteria emorroidaria superiore con l’ausilio di sonda doppler (Transanal hemorrhoidal dearterialization). Nel 1998 Longo propose l’emorroidopessi con stapler (Procedure for prolapsed hemorrhoids), ovvero l’asportazione di un cilindro di mucosa rettale e la conseguente spinta verso l’alto delle emorroidi. Scopo di questo studio è confrontare le succitate tecniche chirurgiche per il trattamento delle emorroidi. Materiali e metodi E’ stato effettuato uno studio retrospettivo su una serie consecutiva di 100 pazienti, operati tra l’1 gennaio 2003 e il 31 dicembre 2008 da diversi operatori afferenti al Dipartimento Assistenziale di Chirurgia Generale, Oncologica e Videoassistita dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico II” di Napoli. Le caratteristiche dei pazienti erano le seguenti: 69 maschi e 31 femmine, con una età media di 51 anni. Gli interventi chirurgici eseguiti erano: emorroidectomia secondo Milligan e Morgan in 61 pazienti con emorroidi di IV grado (gruppo MM), emorroidopessi con stapler secondo Longo in 21 pazienti con emorroidi di III grado (gruppo Pph) e, infine, dearterializzazione emorroidaria transanale doppler guidata in 18 pazienti con emorroidi di II grado (gruppo Thd). Sono stati considerati i seguenti parametri: quantità di analgesico assunto, sanguinamento postoperatorio ed eventuali recidive. Risultati Il numero medio di somministrazioni di analgesico (paracetamolo o ketorolac) nelle prime 24 ore postoperatorie è stato 2,1 per il gruppo Thd, 2,5 per il gruppo Pph e 3 per il gruppo MM. Vi è stato sanguinamento postoperatorio in 1 paziente del gruppo MM (1,6%), in 3 pazienti del gruppo Pph (14%) e in 2 pazienti del gruppo Thd (11%). La recidiva emorroidaria si è verificata in nessun paziente del gruppo MM, in 2 pazienti del gruppo Pph (9,5%) e in 3 pazienti del gruppo Thd (16%). Conclusioni Le differenti metodiche utilizzate nel trattamento della malattia emorroidaria hanno diversi aspetti da analizzare, potendo però trovare adeguata indicazione chirurgica solo dopo attenta valutazione clinico- strumentale dei pazienti mediante classificazione delle emorroidi in gradi sec. Goligher. Parole chiave: emorroidectomia, dearterializzazione emorroidaria, emorroidopessi Bibliografia Russello D., Sofia M., Latteri F.S.; Ernie della parete addominale – in: Bellantone R., De Toma G., Montorsi M.; Chirurgia Generale. Ed. Minerva Medica, Torino, Cassar K., Munro A.; Surgical treatment of incisional hernia. Br J Surg 89: , Dumanian G.A., Denham W.; Comparison of repair techniques for major incisional hernias. Am J Surg 185:61-65, Kingsnorth A.N., Shahid M.K., Valliattu A.J., Hadden R.A., Porter C.S.; Open onlay mesh repair for major abdominal wall hernias with selective use of components separation and fibrin sealant. Word J Surg 32(1):26-30,2008. Canziani M., Frattini F., Cavalli M., Agrusti S., Somalvico F., Campanelli G.; Sutureless mesh fibrin glue incisional hernia repair. Hernia 13: ,2009.