Il cambiamento climatico e le città: dal globale al locale Stefano Tibaldi ARPA Emilia-Romagna Il clima delle città e le città per il clima – Bologna,

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Transcript della presentazione:

Il cambiamento climatico e le città: dal globale al locale Stefano Tibaldi ARPA Emilia-Romagna Il clima delle città e le città per il clima – Bologna, Cappella Farnese – 5 Dicembre 2008

Schema della presentazione Due parole sulla CO 2 I trend climatici in atto Pioggia, Po e risorsa idrica Qualche anticipazione sul futuro Impatti, adattamento e mitigazione Kyoto e le politiche dell’Unione Europea

Monte Cimone Fonte dati: AM CO 2 mai così alta negli ultimi anni!

Il cambiamento in atto

Copyright IPCC 2007 – WG1 AR4 Andamento delle temperature medie globali dal 1850 ad oggi e possibili trend lineari calcolati su periodi diversi: quando il periodo è più corto e più recente il trend peggiora. Lo spazio si comporta come il tempo???

Dati da stazioni “periurbane” o rurali

L’isola di calore urbano a Bologna, Temp percepita, città e campagna, giorno e notte Zauli, Tibaldi, Scotto e Lauriola, 2008, Int J Biometeorol Città a livello strada Zola Predosa (rurale)  =5°C di notte  =2°C di giorno Zola Predosa (rurale)

Tmax giornaliera, anomalia della media stagionale a Bologna (°C)

trend durata onde di calore: estate Scala: giorni/anno. Rosso cresce Malcolm Haylock, UEA

Precipitazione, anomalia della media stagionale a Bologna (mm/mese)

Ma la pioggia in un punto non è significativa… Andiamo a vedere l’intero bacino del Po (risorse idriche del nord Italia, città di delta, città fluviali…)

Piogge medie annuali sul bacino del Po dal 1975 al 2006: riduzione del 15/20% PIOGGIA MEDIA ANNUALE SUL BACINO DEL PO DAL 1975 AL 2006: RIDUZIONE DEL 20%

PIOGGIA MEDIA GENNAIO-AGOSTO riduzione ancora maggiore (35%)

Portate medie solo periodo estivo a Pontelagoscuro riduzione del 45-50%

Uno sguardo al futuro: due parole sulle previsioni del clima che ci attende (anche localmente)

PROIEZIONI IPCC GLOBALI: TEMPERATURA Ma le proiezioni globali ci interessano fino ad un certo punto: siamo in grado di dire che cosa accadrà a casa nostra?

Scenario di cambiamento climatico A1B – Temp e Precip Variazioni trentennio rispetto al trentennio Tmin Inverno Tmax Estate Precip Inverno Precip Estate % %

Le previsioni climatiche basate sui modelli (che aumentano continuamente la loro affidabilità) ci anticipano una visione del secolo che abbiamo di fronte che parla di trend simili a quelli attuali anche durante i prossimi decenni (fino a fine secolo). Assieme ad azioni di mitigazione, l’adattamento sarà quindi indispensabile (e forse siamo già in ritardo) per ridurre gli impatti

Fonte: IPCC-EEA Diminuzione ghiacciai e permafrost, più frane, meno turismo sciistico, migrazioni ed estinzione di specie animali e vegetali… Aumento rischio incendi boschivi, diminuzione dei raccolti, aumentata domanda idrica, meno energia idroelettrica, più morti da calore, più malattie da vettori, diminuzione turismo estivo…

Che fare?

Mitigazione e adattamento Mitigazione & Adattamento CAUSE: diminuire le emissioni di gas serra EFFETTI: riaggiustare l’intero sistema al cambiamento climatico per diminuire I danni, sfruttarne le opportunità e assorbire le conseguenze CC

Opzioni di adattamento Approccio hard: opzioni tecnologiche e infrastrutturali Lunghi tempi di realizzazione Grandi investiment i Grandi impatti: priorità Approccio soft: opzioni non strutturali Brevi tempi di realizzazion e Costi trascurabili: favoriscono in ogni caso lo sviluppo socio- economico Applicabili in situazioni di incertezza

Possibili concrete strategie di adattamento per le nostre città (mix soft/hard) Salute: pianificazione a medio e lungo termine di azioni finalizzate alla prevenzione delle conseguenze sanitarie delle ondate di calore, dell’aumento delle epidemie da vettori, delle aumentate allergie da pollini, ecc (S) Risorsa idrica: risparmio, miglioramento della manutenzione acquedottistica, diversificazione delle sorgenti di risorsa idrica, maggiore interconnessione degli impianti, politica dei piccoli invasi (S/H) Pianificazione territoriale ed edilizia urbana: aumento della pianificazione urbana clima-consapevole e dell’utilizzo della bioarchitettura (H) Energia: aumento della produzione distribuita di energia da fonti rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico), cogenerazione (S/H) Trasporti: più trasporto su ferro e meno su gomma, più trasporto pubblico e meno privato, più bicicletta e meno automobile (S/H)

Ma non si può contare soltanto sull’adattamento: anche l’adattamento ha i suoi limiti…

Allora, anche mitigazione! Background della politica europea sul clima Convenzione Quadro Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (1994) Protocollo di Kyoto (1997)

Distribuzione nazionale degli obblighi Kyoto al 2010 MEMBER STATESCOMMITMENTS IN ACCORDANCE WITH ARTICLE 4 OF THE KYOTO PROTOCOL EC- 8% BELGIUM- 7.5% DENMARK-21% GERMANY-21% GREECE+25% SPAIN+15% FRANCE0% IRELAND+13% ITALY- 6.5% LUXEMBOURG-28% NETHERLANDS- 6% AUSTRIA-13% Portugal+27% FINLAND0% SWEDEN+ 4% UNITED KINGDOM-12.5%

Emissioni di GHG CO 2 equivalente (Italia) e target di Kyoto Fonte dati: APAT, 2005 Kyoto Oggi Riduzione del 12% in due anni: impossibile!

Fonte ISPRA (exAPAT) Istituto Superiore per la PRotezione dell’Ambiente Trend delle emissioni della sola CO 2 in Italia A partire dal 2006, le emissioni di CO 2 si stanno riducendo, invertendo così un trend di aumento che durava dal 1997 Energia Trasporti MtCO 2 /y da altri GHG Industria Resid. e terz.

Meglio guardare al futuro: il nuovo pacchetto UE di misure integrate energia e clima: più 10 (ma anche in questo caso l’atteggiamento italiano non è stato, sinora, dei più entusiasmanti...) Consiglio UE marzo 2007 Politica energetica per l’Europa Obiettivi al 2020: più10 (rispetto al 2005!) 20% riduzione gas serra 20% energie rinnovabili su totale consumi energetici 20% aumento efficienza energetica 10% biocombustibili trasporto (consumi benzina e gasolio autotrasporto)

C’è una morale in tutto ciò? Ad oggi non ci siamo comportati molto bene (sanzioni?) Ora occorre agire in fretta, non c’è più tanto tempo Gli ecosistemi urbani sono particolarmente esposti perché critici Indispensabile un mix di adattamento e mitigazione Se lo stato fa la sua parte (!!!!), le amministrazioni locali e gli individui possono contribuire in proporzione molto importante La politica europea sul clima è un’opportunità, non un vincolo: puntare sulla qualità di prodotti e servizi e non solo sul taglio dei costi

Grazie per l’attenzione