ASPETTI FISICI DELLA ATTIVITA’ DI MEDICINA NUCLEARE Dr

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ASPETTI FISICI DELLA ATTIVITA’ DI MEDICINA NUCLEARE Dr ASPETTI FISICI DELLA ATTIVITA’ DI MEDICINA NUCLEARE Dr. Giovanni SIMEONE Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” Bari

La radioattività Fenomeno scoperto dal fisico francese Henry Becquerel nel 1898 in modo fortuito prima per l’uranio naturale e poi per altri elementi tra cui il radio. Becquerel condivise nel 1903 il premio Nobel per la Fisica con Pierre e Marie Curie "in riconoscimento degli straordinari servizi che ha reso con la sua scoperta della radio-attività spontanea".

La radioattività o decadimento radioattivo, è un insieme di processi tramite i quali dei nuclei atomici instabili (nuclidi) emettono particelle per raggiungere uno stato più stabile. Ogni atomo è formato da un nucleo con protoni e neutroni, e da un certo numero di elettroni che orbitano intorno. I nuclei atomici sono tenuti coesi dalla forza nucleare forte. Questa forza richiede anche la presenza dei neutroni per manifestarsi. I nuclei in natura sono quasi tutti stabili. Quando le forze all'interno del nucleo non sono bilanciate (per eccesso di protoni e/o neutroni) questo tende spontaneamente a raggiungere lo stato stabile emettendo una o più particelle. Storicamente i decadimenti nucleari sono stati raggruppati in tre classi principali: Decadimento alfa Decadimento beta Decadimento gamma

Radioattività alfa Consideriamo un nucleo con numero atomico Z e numero di massa A (in genere pesante > 200). Il nucleo padre emette una particella alfa, ossia un nucleo di elio composto da due protoni e due neutroni; il nucleo figlio ha numero atomico (Z - 2) e numero di massa (A – 4). Un esempio è il decadimento dell’uranio-238 in torio-234. Le radiazioni alfa sono poco penetranti e posso-no essere completamen-te bloccate da un sem-plice foglio di carta. Lo Spettro energetico è a righe.

Radioattività beta Il nucleo emette un elettrone (decadimento beta -) e un antineutrino e si trasforma in un nucleo con numero atomico (Z + 1) ma stesso numero di massa A. Un esempio è il decadimento del Cobalto-60 in Nichel-60. Oppure il nucleo emette un antielettrone (decadimento beta +) e un neutrino e si trasforma in un nucleo con numero atomico (Z - 1) ma stesso numero di massa A. Le radiazioni beta possono essere bloc-cate da piccoli spes-sori di materiali metallici (ad esempio pochi mm di Al).  Lo spettro energetico è continuo.

Radioattività gamma Il nucleo non si trasforma ma passa semplicemente in uno stato di energia inferiore ed emette un fotone. La radiazione gamma accompagna solitamente una radiazione alfa o una radiazione beta. Infatti, dopo l'emissione alfa o beta, il nucleo va in uno stato eccitato; il nucleo si libera rapidamente del surplus di energia attraverso l'emissione di una radiazione gamma. Le radiazioni gamma sono molto penetranti, e per bloccarle occorrono materiali ad elevata densità come il piombo.

Potere penetrante delle radiazioni

Legge del decadimento radioattivo Il decadimento radioattivo è un processo spontaneo e casuale; la legge temporale che regola tale processo è: N = No e –lt Dove l è la costante di decadimento, legata al tempo di dimezzamento fisico del radioisotopo dalla relazione : Tfis = 0.693 / l L’attività di un preparato radioattivo (espressa in Bq) è : A= - l N

SORGENTI NON SIGILLATE I radioisotopi utilizzati in attività sanitarie sono di 2 tipi: SORGENTI SIGILLATE Solidi compatti non friabili oppure sorgenti incapsulate in capsule inattive (in genere acciaio inossidabile) Rischio lavorativo legato all’irraggiamento esterno SORGENTI NON SIGILLATE Sostanze non incapsulate in vario stato fisico e chimico (polveri, liquidi, gas), facilmente dispersibili Rischio legato soprattutto alla contaminazione interna

Produzione in acceleratori (ciclotroni) I radioisotopi utilizzati nelle attività sanitarie sono tutti artificiali, quindi occorre produrli. Produzione in acceleratori (ciclotroni) Bombardamento di un bersaglio con particelle cariche (p, d, a) a provocare reazioni nucleari con emissioni di uno o più neutroni Esempi : 65Cu + a 67Ga + 2 n 201Hg + d 201Tl + 2 n

Produzione in reattori nucleari Bombardamento di un bersaglio con neutroni lenti (termici) a provocare una reazione del tipo (n,g) Esempio : 31P + n 32P + g Bombardamento di un bersaglio con neutroni veloci a provocare una reazione del tipo (n,p) Esempio : 14Na + n 14C + p Prodotti della reazione di fissione dell’uranio 235 Esempio : 99Mo, 137Cs

Medicina nucleare Indagini diagnostiche Impiego medico “in vivo” di sostanze radioattive non sigillate Indagini diagnostiche Somministrazione per via endovenosa (o orale) di radiofarmaci che, per il loro comportamento biologico, permettono lo studio morfologico e funzionale di diversi organi e apparati. Le attività somministrate vanno dalle decine di MBq sino al GBq. Radioisotopi con cui minimizzare l’emissione di particelle cariche privilegiando l’emissione gamma (ottimale la CE). Energia dei gamma adeguata al sistema rivelatore (sensibilità, penetrazione nel tessuto e nel sistema di collimazione).

Proprietà di un radiofarmaco ideale per diagnostica in medicina nucleare 1. Emettitore gamma puro 2. 100 < energia gamma < 250 keV. 3. Vita media effettiva = 1.5 volte la durata di esame 4. Alto rapporto target-non target. 5. Minima dose al paziente ed al personale 6. Sicurezza del paziente 7. Non costoso, facilmente e velocemente disponibile 8. Semplice la preparazione ed il controllo di qualità

Terapia metabolica Somministrazione di radiofarmaci a scopo terapeutico (tipica la somministrazione di iodio 131 per terapia dell’ipertiroidismo); le attività somministrate vanno da 100 MBq a 10 GBq. Radiosotopi con cui privilegiare l’emissione di particelle cariche minimizzando l’emissione gamma, al fine di ottenere la massima cessione locale di energia ai tessuti.

Proprietà di un radiofarmaco ideale per terapia in medicina nucleare 1. Emettitore beta puro 2. energia medio alta (> 1 MeV) 3. Vita media effettiva moderatamente lunga (giorni) 4. Alto rapporto target-non target. 5. Minima dose al paziente ed al personale 6. Sicurezza del paziente 7. Non costoso, facilmente e velocemente disponibile 8. Semplice la preparazione ed il controllo di qualità

Tecnezio (Tc99 m) Decadimento transizione interna (solo fotoni) Tfis di 6 ore Fotoni g principali da 140 keV Scoperto da Segrè a Roma nel 1937 (il nome deriva dal greco “technetos”, ossia artificiale) è prodotto dal decadimento b del molibdeno 99 (Tfis 66 ore) Il tecnezio si fissa a livello della tiroide, delle ghiandole salivari, dello stomaco e dell’intestino. Escrezione attraverso sia urine che feci.

Il molibdeno 99 è un prodotto di fissione dell’uranio 235, quindi prodotto nei reattori ;il suo Tfis permette il largo utilizzo del tecnezio 99 in medicina nucleare. Attualmente il tecnezio 99 è il radiofarmaco utilizzato per il 90 % degli esami eseguiti in medicina nucleare per le favorevoli caratteristiche fisiche (emissione solo fotonica, basso Tfis, buon valore dell’energia dei fotoni per indagini diagnostiche) e per la facilità con cui può essere legato a vari tipi di molecole.

Schema del decadimento molibdeno 99 e tecnezio 99

Andamento temporale delle attività del molibdeno 99 e del tecnezio 99 per una colonna in utilizzo

Iodio 131 Decadimento beta con Tfis di 8 giorni. Particelle beta principali da 0.61 Mevmax Fotoni g principali da 280 e 360 keV Lo iodio si accumula nella tiroide ed entra anche nella molecola dell’ormone tiroideo. Escrezione attraverso le urine (Teff 80 giorni). Utilizzo limitato ad applicazioni per patologie della tiroide e per indagini al corpo intero

Iodio 123 Decadimento CE con Tfis di 13,2 ore. Fotoni g principali da 159 keV E’ indicato per rilevare la perdita di terminazioni neuronali dopaminergiche funzionali nel corpo striato di pazienti affetti da Sindromi Parkinsoniane. L’efficacia clinica è stata dimostrata lungo l’intervallo tra 111-185MBq. I pazienti devono sottoporsi ad un preventivo trattamento bloccante della tiroide onde minimizzare l’assorbimento di iodio radioattivo da parte della tiroide stessa.

Schema di decadimento dello iodio 131

Gallio (Ga67) Tallio (Tl201) Decadimento per CE con Tfis di 3,2 giorni. Fotoni g principali da 100 a 400 keV Utilizzo per scintigrafie polmonari e per la ricerca di processi infiammatori Tallio (Tl201) Decadimento per CE con Tfis di 3 giorni. Fotoni g principali da 167 keV Si fissa nel tessuto muscolare, in particolare quello miocardico: utilizzo in applicazioni cardiache

Scintigrafie planari Tomoscintigrafie Le scintigrafie sono così dette perché l’elemento rivelatore è un cristallo di NaI attivato al Tl che è un fotoscintillatore. Acquisizione mediante gamma camera di immagini planari: tale tipo di esame può essere statico o dinamico. Tomoscintigrafie Acquisizione mediante gamma camera di immagini planari in varie proiezioni, da cui ricostruire le varie sezioni del distretto in esame. Si distinguono in esami SPET (che utilizza radionuclidi gammaemittenti) ed in esami PET (che utilizza radionuclidi ad emissione di positroni).

Schema di funzionamento di una gamma camera

Ricostruzione tomografica mediante rotazione della gamma camera (A) e rispettivi profili (B)

Impianto di gamma camera a due teste

Scintigrafia reflusso vescico-ureterale (Tc 99 m) Scintigrafia renale (Tc 99 m)

Pediatric total body bone scan post injection of Tc99m-MDP

Pheochromocytoma total body and SPECT imaging post injection of Iodine-123 MIBG and fusion with multi-slice CT. Images courtesy of Kumamoto University, Japan

PET Utilizzo di radiosotopi ad emissione di positroni b+ che dopo un brevissimo percorso si annichilano in due g da 511 KeV opposti in coincidenza. Si utilizzano radioisotopi con emivita di pochi minuti (azoto 13, carbonio 11, ossigeno 15) che vanno quindi prodotti nella stessa sede con un ciclotrone dedicato : questi sono isotopi che possono marcare facilmente composti organici.

Alcuni radioisotopi utilizzabili in una PET Isotopo con decadimento beta+ F 18 Ge 68 C 11 O 15 Rb 82 Tempo fisico di dimezzamento (in minuti) 110 68 20.5 2.05 1.25 La brevità dell’emivita elimina i problemi di smaltimento dei rifiuti, ma richiede la manipolazione di attività elevate (si cerca quindi di automatizzare al massimo le procedure in laboratorio radiochimico)

Fluoro (F18) 18O + p → 18F + n 18F → 18O + e+ + ν Produzione in ciclotroni secondo la reazione: 18O + p → 18F + n Decadimento beta + secondo la reazione: 18F → 18O + e+ + ν Tfis di 110 min Fotoni g principali da 640 keV Il fluoro-18 viene legato al posto di un atomo ossigeno in una molecola di zucchero (es. : il fluorodesossiglucosio, 18 FDG). Introdotta nel paziente per via endovenosa, la molecola marcata, viene attratta dalle cellule maligne eventualmente presenti, per il loro maggiore consumo di glucosio.

Anello di rivelatori per macchina Pet

Impianto Pet

Nuovo modello di PET aperta (Philips)

Grandezze base in dosimetria Dose assorbita: energia assorbita/unità di massa Unità di misura : 1 Gy (Gray) = 1 J/kg Dose equivalente : dose assorbita in un organo ponderata per tipo e qualità di radiazione. Unità di misura : 1 Sv (Sievert) Dose efficace : somma ponderata delle dosi equivalenti in diversi organi o tessuti Dose equivalente impegnata : integrale nel tempo della dose equivalente in un organo a seguito di introduzione di un radionuclide Dose efficace impegnata : somma ponderata delle dosi equivalenti impegnate in diversi organi o tessuti

LIVELLI DIAGNOSTICI DI RIFERIMENTO (Decreto legislativo n. 187 del 26/05/2000) I LDR integrano il giudizio professionale e non sono una linea di confine tra buona e cattiva prassi medica. I LDR si applicano solo alle procedure nei campi della radiologia diagnostica e della medicina nucleare. In radioterapia, compresa anche la medicina nucleare terapeutica, le esposizioni dei tessuti bersaglio devono essere pianificate per ogni singolo paziente, in modo che i tessuti diversi da quelli bersaglio siano soggetti alle dosi più basse possibile. Un sistema di livelli di riferimento non è pertanto applicabile in radioterapia.

Anche se i LDR non vengono superati, non è garantita l’ottimizzazione della procedura dal punto di vista della qualità diagnostica delle immagini. La procedura diagnostica è ottimizzata se contem-poraneamente è ottimizzata dal punto di vista diagnostico e da quello di protezione del paziente. In medicina nucleare i LDR indicano un valore orientativo per le attività somministrate, per un certo tipo di esame in situazioni standard. Per l’attività raccomandata, i risultati possono essere di cattiva qualità. Ciò indica che l’efficienza delle gamma camere, la calibrazione di dose o le procedure attuate devono essere riesaminate.

LDR in Medicina Nucleare (1) ESAMI Radiofarmaco LDR (MBq) Captazione tiroidea 123I ioduro 2 131I ioduro 0.37 Scintigrafia tiroidea 20 99Tc pertecn 150 Scintigrafia delle paratiroidi 201Tl cloruro 110 99Tc MIBI 740 0.37 MBq = 10 mCi 740 MBq = 20 mCi

LDR in Medicina Nucleare (2) ESAMI Radiofarmaco LDR (MBq) Studi scintig. di neoplasie 99Tc MIBI 740 67Ga citrato 185 131I MIBG 55 123I MIBG 131I ioduro (t.b.) 200 111In octreotide 99Tc DMSA 400 185 MBq = 5 mCi 740 MBq = 20 mCi

Dosi da radiazione naturale e dosi da medicina nucleare

Radioprotezione in medicina nucleare Caratteristiche di un reparto Reparto separato in zona fredda (segreteria, attesa fredda pazienti) e zona calda (camera calda, attesa calda pazienti, locali di somministrazione, locali di misura, deposito) Segnaletica all’ingresso della zona calda che deve essere fisicamente delimitata, norme di radioprotezione esposte Le superfici dei pavimenti e delle pareti devono essere lavabili, facilmente decontaminabili, senza spigoli Le superfici di lavoro devono essere non porose e lavabili Smaltimento controllato di rifiuti solidi e liquidi (locale di deposito per i bidoni dei rifiuti e per le colonne esaurite separato dai locali del reparto)

Ricambi d’aria forzati variabili con i vari tipi d’ambiente: 8-10 per la camera calda, 5 altri ambienti in zona calda Depressione di 1 mm Hg per la camera calda Cappa aspirante obbligatoria per isotopi radioattivi volatili Per la manipolazione delle sorgenti utilizzo di banchi schermati, telemanipolatori, schermatura delle siringhe … Locale spogliatoio filtro di accesso alla zona calda, con un punto di verifica contaminazione e doccia decontaminante Bagni dedicati per i pazienti con scarichi controllati Camere di degenza per terapia riservate, a 1 o 2 letti, con bagni riservati e con barriere mobili o fisse alle pareti (caso di terapia con iodio 131)

Sistema di protezione per manipolazione di sorgenti radioattive in camera calda

Radioprotezione in medicina nucleare Controlli periodici Dosimetria del personale (sia alle mani che al corpo intero) Controlli della contaminazione su superfici di lavoro, pareti, pavimenti, deposito rifiuti Controlli individuali periodici della contaminazione interna misure di attività nelle urine, misura diretta di attività fissata nella tiroide (iodio 131) o misure di attività al corpo intero (tecnezio 99, nel cui caso il tempo di intervento è critico), controlli di routine su mani ed abiti Rilievi di contaminazione nell’aria del laboratorio Visite mediche periodiche del personale

Sonda per campi di fotoni Sonda per contaminazione Strumentazione per rilievi di radioprotezione in un reparto di medicina nucleare

Monitori particolari (pavimento – mani e piedi)

Gestione dei rifiuti radioattivi I rifiuti radioattivi devono essere eliminati in modo da non comportare una dose apprezzabile a persone del pubblico. RIFIUTI GASSOSI Normalmente non vi sono problemi legati a rifiuti gassosi. Nel caso in cui (nella preparazione del radiofarmaco) le operazioni comportano sviluppo di gas o vapori radioattivi, tali operazioni dovranno essere eseguite sotto cappa. I filtri in uscita da tale cappa, una volta rimossi, vanno tratti come rifiuti radioattivi solidi.

Sui contenitori deve esserci il segnale di pericolo radiazioni. RIFIUTI SOLIDI I rifiuti solidi sono flaconi della soluzione madre, siringhe, provette, guanti, carta, biancheria contaminata, … Nei re-parti di terapia metabolica tutto il materiale di rifiuto entra-to a contatto con i pazienti è considerato rifiuto radioattivo. I rifiuti devono essere raccolti in idonei contenitori metallici con all’interno un contenitore plastico, tali da comportare un rateo di dose all’esterno non superiore a 5 mGy/ora. Sui contenitori deve esserci il segnale di pericolo radiazioni. In genere i rifiuti vengono immagazzinati, in depositi dedi-cati, in condizioni di sicurezza sino a che l’attività non deca-da a livelli tali da eliminarli come rifiuti speciali

RIFIUTI LIQUIDI I rifiuti liquidi sono fondamentalmente i rifiuti biologici escreti dai pazienti all’interno della struttura. Per gli escreti prodotti dai pazienti una volta lasciata la struttura non è possibile prevedere alcun trattamento. Per tali rifiuti può essere necessario utilizzare un sistema di vasche (una o una serie) di diluizione e/o decadimento, tale da assicurare il decadimento della radioattività sino a livelli tali da poter smaltire in esenzione i rifiuti. Le vasche devono aver un sistema di controllo della attività contenuta e di quella scaricata; dovrebbero essere dotate di un bacino di raccolta per controllo di eventuali perdite.

Sui contenitori metallici dei rifiuti deve essere indicato: IMMAGAZZINAMENTO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI I locali di deposito di rifiuti radioattivi devono essere usati solo per questo scopo; all’esterno deve esserci il segnale di pericolo radiazioni; l’accesso deve essere controllato. I locali devono essere aerati, con pavimenti e pareti lavabili e facilmente decontaminabili. Sui contenitori metallici dei rifiuti deve essere indicato: il numero progressivo del contenitore i radioisotopi contenuti e la presunta attività data di immagazzinamento e data prevista di smaltimento

la concentrazione è inferiore a 1Bq/gr Condizioni di esenzione per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi Le norme del D. Lgs. 230/95 e sue modifiche non si appli-cano allo smaltimento di rifiuti radioattivi nell’ ambiente se: i rifiuti contengono solo radionuclidi con tempo di dimez- zamento fisico inferiore a 75 giorni la concentrazione è inferiore a 1Bq/gr

Procedure in caso di incendio Avvisare al più presto Vigili del Fuoco e Esperto Qualificato I Vigili del Fuoco devono essere avvisati della presenza e della collocazione delle sorgenti e della loro attività Rimuovere, se possibile, le sorgenti dal luogo d’incendio e chiudere le porte dei depositi delle sorgenti Non usare acqua, preferendo estinguenti gassosi In caso di attività presente superiore a 108 Bq il personale d’intervento deve indossare dei respiratori Spento l’incendio le operazioni di decontaminazione devono essere condotte dall’Esperto Qualificato con mezzi adeguati

Procedure in caso di allagamento Avvisare al più presto Vigili del Fuoco e Esperto Qualificato I Vigili del Fuoco devono essere avvisati della presenza e della collocazione delle sorgenti e della loro attività Le operazioni di ripristino degli ambienti interessati all’alla- gamento devono essere condotte dall’Esperto Qualificato con mezzi adeguati In entrambi i casi (incendio ed allagamento) le norme operative di sicurezza devono dare chiare indicazioni sulle modalità operative da seguire.

Modello a compartimenti del corpo umano Organi e tessuti possono essere considerati come vari “compartimenti” in comunicazione tra loro. Essi captano e rilasciano le sostanze in esso contenute con ratei di cambio propri di ogni compartimento e sostanza. Se captazione e rilascio si eguagliano si ha equilibrio. Lo scambio avviene tra compartimenti contigui o tra compartimenti distanti attraverso il plasma sanguigno.

Teff = (Tbio x Tfis) / (Tbio + Tfis ) La legge temporale di rilascio di una molecola marcata da un determinato dipartimento ha un andamento esponenziale: C = Co e –kt Il tempo di dimezzamento biologico di tale molecola in tale compartimento è data da : Tbio = 0.693 / k Combinando decadimento fisico e rilascio biologico, il tempo di dimezzamento dell’attività di un radioisotopo nell’organismo è il tempo di dimezzamento effettivo: Teff = (Tbio x Tfis) / (Tbio + Tfis )

Modello a compartimenti per un radionuclide generico

Dosimetria interna La stima della dose è eseguita tramite calcoli che partono da stime sull’introduzione (quantità e tipo di radionuclide). Si parte da determinazioni dell’attività (contatori a corpo intero, analisi sugli escreti corporei, analisi dell’aria, …) da cui viene stimata l’introduzione del dato radionuclide. Tramite il modello a compartimenti del radionuclide si può stimare la dose ai singoli organi interessati. Attualmente la normativa italiana (D.Lgs. 241/00) tabula per tutti i radionuclidi la dose per unità di introduzione.

Modello a compartimenti nel caso dello iodio 131

Ratei di dose attorno a pazienti trattati per ipertiroidismo (mSv/h/MBq di attività somministrata) (da ICRP 94) distanza giorno 0 giorno 1 giorno 3 giorno 6 giorno 10 0.1 m 1.3 0.4 0.3 0.2 0.1 0.5 m 0.07 0.04 1.0 m 0.06 0.05 0.03 0.02 Ratei di dose attorno ad un paziente trattato con 600 MBq per ipertiroidismo (mSv/h) distanza giorno 0 giorno 1 giorno 3 giorno 6 giorno 10 0.1 m 780 240 180 120 60 0.5 m 42 24 1.0 m 360 30 18 12

Linee guida per limitare ad 1 mSv la dose a parenti e colleghi dopo terapia con iodio 131 per ipertiroidismo Attività (MBq) Assenza dal lavoro (giorni) Dormire lontano dal partner (giorni) Evitare contatti con bimbi < 2 anni (giorni) 200 15 400 3 20 21 600 6 24 800 8 26 27 La contaminazione di persone adulte ha un’importanza molto minore rispetto all’irradiazione esterna. E’ invece importante controllare la contaminazione di bambini e donne in gravidanza, per l’elevata sensibilità della tiroide, nel feto o nel bambino, all’induzione di cancro alla tiroide.

Ricovero di pazienti sottoposti a radioterapia metabolica Il ricovero dei pazienti riduce l’esposizione al pubblico ed ai parenti, ma aumenta l’esposizione dei lavoratori. I costi del ricovero sono significativi sia come costi per la struttura che come carico psicologico per il paziente. Non è necessario il ricovero per i pazienti trattati con emettitori beta puri. I pazienti contaminano le superfici, in particolare quelle del bagno. Contaminazione è presente nella saliva e nel sudore dei pazienti, nell’aria esalata dai pazienti.

Rateo di dose a 1 m (mSv/h) Attività e ratei di dose al di sotto dei quali è autorizzata la dimissione dei pazienti (secondo la US Nuclear Regulatory Commission) Radionuclide emivita Attività (MBq) Rateo di dose a 1 m (mSv/h) Iodio 123 13 h 6000 0.26 Iodio 131 8 d 1200 0.07 Tecnezio 99 6 h 28000 0.58 Tallio 201 74 h 16000 0.19 Oro 198 65 h 3500 0.21 Gallio 67 78 h 8700 0.18 Indio 111 67 h 2400 0.20 Ittrio 90 64 h - Fosforo 32 14 d

padre T1/2 decad. E (MeV) figlio 210Po 138 giorni alfa 5,407 206Pb Il polonio-210 E’ un emettitore alfa. Un mgr di tale metalloide emette lo stesso numero di particelle di 5 gr di radio. Fa parte della famiglia radioattiva dell’uranio (capostipite U238). Il decadimento rilascia una grande quantità di energia: mezzo grammo di polonio-210, se viene termicamente isolato dall'ambiente, può raggiungere rapidamente temperature di circa 500 °C, e sviluppare circa 140 watt/g in energia termica padre T1/2 decad. E (MeV) figlio 210Po 138 giorni alfa 5,407 206Pb

Dose impegnata per unità di ingestione (nSv/Bq) Polonio 210 240 (dall’allegato IV del Decreto Legislativo n. 241 del 26/05/2000) Polonio 210 240 Tecnezio 99 0.022 Uranio 238 44 Iodio 123 0.21 Plutonio 239 250 Tallio 201 0.095 Iodio 131 22